Un articolo di Lorenzo Acerra
Il fabbisogno di calcio per
l’essere umano … provate ad indovinare!?
È stato inventato dall’industria
casearia (che nel 1994 lo portò a 1000 milligrammi al giorno, nel 1997 a 1200,
nel 2001 a 1500!).
Il fabbisogno reale è molto più basso di quanto si dicesse.
Già nel 2007 in tutta Europa è stato riportato a 700 milligrammi al giorno per
gli adulti e 400 per gli adolescenti.
Ma già nel 1962 le
raccomandazioni per il calcio del FAO/WHO Expert Group erano per gli
adolescenti di 350 milligrammi e le donne in gravidanza di 500 milligrammi al
giorno. In Cina o in Zambia e in altri paesi in cui la incidenza di fratture
ossee era nulla o quasi, le persone avevano un introito di calcio che andava da
250 fino a 400 milligrammi al giorno (Hunt 2007).
Le ossa contengono calcio. Che
cosa dobbiamo fare per curare le ossa fragili e malate? Ingerire più calcio? Ma
il calcio contenuto nel latte di vacca precipita sulle ossa in modo tale da
renderne la struttura rigida e particolarmente fragile!
Studi lo confermano: è proprio
la presenza di calcio depositatosi male sulle ossa a dare loro la
caratteristica di suscettibilità alle fratture.
Inoltre il calcio del latte, poiché è relativamente inassorbibile ed in eccesso, va a creare un problema sui tessuti molli, cuore, legamenti e così via, perché è lì che quel calcio precipita causando calcificazioni inappropriate.
Ed è proprio la presenza di
calcio depositatosi male sulle ossa a dare loro la caratteristica di
suscettibilità alle fratture.
Sono proprio le nazioni che consumano le maggiori
quantità di prodotti caseari, gli Stati Uniti, Israele, l’Olanda, la Finlandia,
che hanno le incidenze maggiori di fratture ossee. Se il consumo di prodotti
caseari veramente aiutava le nostre ossa, ce ne saremmo accorti, almeno noi
negli Stati Uniti, dove il consumo pro-capite di formaggi è passato da cinque
chili nel 1970 a undici nel 1990, sedici nel 2006 e oltre diciannove chili nel
2010. E invece l’incidenza di fratture ossee è aumentata in maniera
esponenziale negli ultimi quarant’anni.
Considerate questo: 100 grammi
di latte materno, destinati alla rapida mineralizzazione dei tessuti del
neonato, contengono 33 milligrammi di calcio, mentre la stessa quantità di
latte vaccino ne contiene 118 milligrammi, quindi quasi quattro volte tanto. Se
accettiamo l’idea che la natura fa tutto per dei buoni motivi, dobbiamo pensare
che il latte di mucca dispone di troppo calcio per gli esseri umani.
Quali sono gli effetti negativi di
un eccesso di calcio? Ebbene sappiamo che le difficoltà causate dall’uso di
carbonato di calcio (usato per svariati anni come antiacido) consistevano in
affaticamento, cefalea, nausea senza vomito, scintigrafie ossee anormali,
anormali livelli di ormone paratiroideo e insufficienza renale.
L’integrazione
di calcio oltre i 2.500 milligrammi al giorno ha importanti effetti negativi
sull’equilibrio dei minerali nel corpo (Kato 2004).
Uno studio pubblicato
sull’American Journal of Medicine descriveva un uomo che aveva accettato di
prendere come trattamento per i dolori allo stomaco un antiacido a base di
carbonato di calcio. Nonostante lo avesse preso tutti i giorni per oltre
quattro anni, sul paziente furono riscontrati successivamente numerosi episodi
di fratture. La cosa strana era che il grado di mineralizzazione ossea era
davvero soddisfacente. Una Tac però aveva rivelato calcificazioni ai reni
(Carmichael 1984). Aumentando negli anni l’utilizzo di carbonato di calcio
contro l’acidità di stomaco, i ricoveri ospedalieri per l’ipercalcemia sono
passati da un tasso inferiore al 2% nel 1990 a quello del 1993 che era del 12%.
Secondo Beall e Scoheld (1995), la condizione di ipercalcemia è reversibile se
diagnosticata precocemente. Ma le persone spesso prendono gli antiacidi a base
di carbonato di calcio regolarmente per anni, senza considerare i possibili
effetti collaterali, come per esempio artriti o danni renali permanenti.
Dopo aver riportato tutti questi
dati scientifici di cui ci si dimentica spesso, non mi rimane che ribadire che
il modello di guarigione più accurato e che ottiene risultati migliori è quello
naturale, che si basa sulla fiducia nella natura e che s’interroga sui
possibili problemi metabolici o sui sovraccarichi tossici.
- FAO/WHO Expert Group. 1962. Calcium Requirements. Rome, FAO.
- FAO. 1974. Handbook on Human Nutritional Requirements. Rome, FAO.
- Truswell, S. 1983. Recommended dietary intakes around the world. Report by Committee 1/5 of the International Union of Nutritional Sciences. Nutr. Abstracts Revs., 53: 939-1119.
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