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domenica 3 giugno 2012

Riflessologia plantare

Il massaggio zonale dei piedi è uno dei più antichi metodi di cura e autocura.

La riflessologia sembra abbia origini molte antiche (5000 anni fa circa): Egitto, Cina, Pakistan, Indonesia. Pare che gli Incas abbiamo poi insegnato agli Indiani d’America
“I piedi poggiano sulla terra e grazie a essa lo spirito si collega all’universo. Sono il nostro contatto con la terra e con le energie che la percorrono” (ragazza indiana)

La riflessologia sembra abbia origini molte antiche (5000 anni fa circa): Egitto, Cina, Pakistan, Indonesia. Pare che gli Incas abbiamo poi insegnato agli Indiani d’America
“I piedi poggiano sulla terra e grazie a essa lo spirito si collega all’universo. Sono il nostro contatto con la terra e con le energie che la percorrono” (ragazza indiana)

Il padre della medicina, Ippocrate, già nel V secolo A.C., comprese il valore del massaggio, insegnandolo ai propri allievi.

William Fitzgerald fu il 1° maestro di riflessologia, medico-odontoiatra che considerò le aree riflesse. Scoprì che se si applicava una certa pressione sulle dita, si otteneva un effetto anestetico locale sulla mano, il braccio, il viso, l’orecchio, il naso.
La sua teoria dice che il corpo è attraversato da 10 meridiani longitudinali (5 per parte) più 3 linee trasversali (i tre diagrammi, quando uno dei tre si blocca anche gli altri lo fanno), che lo dividono in altrettante zone, ciascuna delle quali contiene organi e visceri, i cui riflessi si trovano nella zona corrispondente dei piedi e anche delle mani.
Grazie a questa suddivisione in zone poteva sfruttare l’effetto anestetico dei punti di riflesso.





Mentre Fitzgerlad usò la sua scoperta per gli anestetici, Eunice Hinghrami si focalizzò più sui riflessi, tracciando la prima mappa del piede, sistematizzando la tecnica del massaggio, consigliando l’uso del pollice per la stimolazione, usato con un movimento rivolto alla polverizzazione di un granello di zucchero, sostenendo che per mantenere un continuo rifornimento di sangue, ovvero che la circolazione normale affluisse attraverso ogni minima giuntura e terminazione nervosa, occorreva correre a piedi scalzi, piegando e torcendo i nostri piedi.
Infatti, se nella nostra circolazione sanguigna, permettiamo il formarsi di una condizione estremamente acida (dovuta a immobilità), aumentiamo i depositi di calcio. Cristalli di calcio, si formano su queste terminazioni nervose, impedendo la normale circolazione alle varie parti del corpo.
Con il massaggio riflessogeno plantare, avviene un aumento di circolazione sanguigna, la tensione è attenuata attraverso il SNC (sistema nervoso centrale), consentendo l’attenuarsi dello sforzo a cui si è sottoposto il corpo, contribuendo così al libero fluire energetico. Mentre si massaggia il riflesso, i nervi portano il messaggio al cervello, il quale a sua volta lo trasmette all’organo legato a quel riflesso.
Ad avvalorare ciò, contribuisce lo schema riprodotto circa la colonna vertebrale posta sull’interno dell’arcata plantare.
La colonna vertebrale contiene il midollo, da cui dipartono coppie di nervi che trasferiscono l’impulso nervoso agli organi corrispondenti. Si capisce come quindi il massaggio possa influire sui nervi “irritati” per compressioni, trami o cattiva postura.

Hanne Marquardt fondò in Germania la scuola di riflessologia e nel 1970 tenne molti corsi. Suo allievo fu Elipio Zamboni, massofisioterapista che sistematizzò e integrò le antiche tradizioni, sviluppando un metodo proprio, che presentò nel 1915 con il nome di "terapia zonale" e poi a sua volta, fondò la FIRP (scuola triennale di riflessologia). Egli disse:
Sedere ai piedi di un paziente è un atto di umiltà e amore”.

Le intossicazioni sono degli aspetti presenti in moltissimi disturbi. Ci intossichiamo con cibo, acqua, elettrosmog, aria … le intossicazioni si fermano nelle terminazioni nervose come depositi cristallini e stabiliscono un contatto elettrico o un impulso con il substrato, interferendo così con il flusso elettromagnetico che scorre all’ interno del corpo.
Se la congestione è profonda, il punto riflesso sarà dolente. La stimolazione del punto produce un effetto positivo verso l’area del corpo correlata.


Le stimolazioni riflessogene attuate sui punti localizzati nei piedi, mettono in circolo una quantità di tossine, che sono state sbloccate da alcuni punti dolenti al tatto perché cristallizzati, e dalla zone da loro confinati. Tossine o scorie, hanno obbligo di essere espulse, per non danneggiare ulteriormente l’organismo (cosa che avverrebbe se rimanessero in circolo). Per questo è necessario, alla fine di qualsiasi trattamento, stimolare il trittico RENE, VESCICA, URETERE, al fine di aiutare il paziente a espellere le scorie dannose attraverso l’urina.

RIFLESSOLOGIA PLANTARE = riequilibrio energetico
Riequilibrio perché si va a lavorare su:    
  • circolazione
  • ossigenazione
  • stimolazione (da cui avremo una risposta dal corpo)

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