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domenica 29 aprile 2012

Il risveglio del Leone - David Icke

Il sistema vigente vuole farci concentrare su un punto, facendoci perdere di vista il resto. Vuole tenerci nell’ignoranza. È una cospirazione multidimensionale per trasformare l’umanità in una razza di schiavi che servono padroni che non ci rendiamo conto che esistono (vaccini per minare i sistemi immunitari, microchip, scie chimiche, ogm, fluoro …).
Per tenere le persone nell’ignoranza occorre dare loro pochissime possibilità. Ma noi possiamo essere controllati solo se accettiamo passivamente. Siamo a un bivio: o diveniamo consapevoli o cloni.
Abbiamo il dovere di celebrare la nostra UNICITÀ.
Occorre porsi le domande:
CHI SIAMO?
DOVE SIAMO?

COS’È LA REALTÀ?


Noi siamo l’immaginazione di noi stessi.
Ci fanno credere che siamo piccoli, inutili, deboli. Ma come disse Eistein: “La realtà è un’illusione, sebbene un illusione persistente”.

Perché la vediamo tutti uguale? Viviamo in un universo di realtà virtuale. Chi controlla vuole che noi pensiamo in termini di realtà fisica.
Il cervello decodifica informazioni e mostra immagini. I 5 sensi sono sistemi di decodifica. All’interno del cervello c’è completamente buio, la luce non entra.
Il reale è dato da una serie di segnali elettrici interpretati dal cervello.

Sciamano del centro America: “Noi siamo percezione, consapevolezza; non siamo oggetti, non siamo solidi. Siamo illimitati. Ma noi, o meglio la nostra ragione, se lo dimentica, e perciò intrappola la nostra totalità in un circolo vizioso dal quale raramente riusciamo a emergere nel corso della nostra vita”.

Alla base della realtà ci sono le onde che sono la vera faccia della realtà, l’universo metafisico.
E noi interveniamo su questo universo con i nostri pensieri, sensazioni, emozioni.
Noi decodifichiamo informazioni vibrazionali (sotto forma di onda) e creiamo una realtà olografica che sembra fisica ma non lo è.

Noi viviamo in un cosmo senza fili. Siamo illimitati, poi assumiamo dei limiti e diventiamo la mente.
Il sistema dia controllo vuole che diventiamo la mente e che disattiviamo una certa comprensione del fatto che la coscienza può portare a delle esperienze incredibili.

“Tu sei nato schiavo, prigioniero della mente”. La realtà è dentro di noi e per tanto possiamo cambiarla quando diventiamo consapevoli, quando abbiamo il controllo della nostra creatività.

L’universo osservabile è composto al 99,999% di plasma.
Il plasma manifesta una capacità di vita che si auto organizza per gestire gli stress del suo ambiente. Il plasma è una forma di coscienza.
Il cervello è un organo elettrico, noi abbiamo un’interazione con il plasma. Viviamo in un universo elettrico e interagiamo con questo campo elettrico/plasma.
Il plasma è una forma di coscienza. Quindi reagisce, si organizza così come il sistema immunitario umano nei confronti delle varie esperienze.

“La forza elettrica è milioni di miliardi di volte più potente della forza di gravità”.

Quindi sono i campi elettromagnetici che tengono insieme la forma.

Esiste un universo visibile, quello che decodifichiamo e quello che non riusciamo a decodificare, l’universo invisibile.
Il vuoto non è solo vuoto ma è TUTTO in potenza.

Se qualcosa vibra è un’illusione, è una delle infinite possibilità. Noi viviamo in una gamma di frequenze. Attraverso i nostri occhi pensiamo di vedere tutto quello ce c’è, ma noi, in realtà, vediamo una gamma che decodifichiamo. Così come ci sono interferenze tra queste gamme di frequenza, queste frequenze si interpenetrano le une con le altre senza interferire. C’è una interferenza e una parte di questa si chiama Fantasma, la vediamo nella nostra realtà ma non lucidamente perché non siamo sulla stessa frequenza lunghezza d’onda. Questi mondi talvolta si penetrano gli uni con gli altri, senza rendersene conto.
Ad esempio, quando un ufo passa da una certa gamma di frequenza ad un’altra, e noi riusciamo a decodificare la presenza perché entra nella nostra gamma, a noi sembra che arrivi dal nulla.
Ciò che noi siamo in grado di decodificare e vedere è incredibilmente limitato, è lo 0,005% o spettro elettromagnetico.
Il 73% è energia oscura, il 23% è materia oscura, il 3,6% è gas intergalattico e lo 0,4% sono stelle, e materia … La luce visibile è l’unica gamma di frequenza che possiamo percepire, è una parte infinitesimale di quella percentuale e quindi siamo più o meno ciechi.
Esiste un universo visibile (che decodifichiamo) e uno invisibile (che non riusciamo a decodificare). Viviamo all’interno0 di una gamma di frequenza che decodifichiamo e ci sono tante altre frequenze che non percepiamo.
Quando decodifichiamo, attraverso il corpo mente noi rileviamo queste frequenze, ma ci sono mondi multidimensionali che coesistono.

Il sistema di controllo ci mantiene nei 5 sensi e vuole isolarci dagli stadi superiori di coscienza.
L’illusione del tempo è una modalità straordinaria per staccare le persone da uno stato superiore di coscienza. La nostra coscienza non funziona nella dimensione del tempo normalmente. 
Più siamo collegati al tempo più ci scolleghiamo con la parte superiore di coscienza che opera là dove non esiste tempo.
Non esiste il tempo, esiste solo il presente. Quando pari del passato o del futuro dove ti trovi? Nel presente.
Noi decodifichiamo informazioni vibrazionali che cambiano e sembrano in movimento, quando vibrano però da ferme. Ad esempio, un dvd ha presente, passato e futuro e tutto è sul disco contemporaneamente. Possiamo essere consapevoli che il tempo non esiste e usarlo senza farci usare.

Noi siamo coscienza infinita con esperienza umana.

Il DNA è un codice universale. Dai batteri agli esseri umani, le istruzioni fondamentali della vita sono scritte con lo stesso linguaggio” che sono i codici AGCT. (San Francisco Chronicle).

Il virus informatico è una sorta di informazione maligna e quindi avviene un malfunzionamento fino al fermo macchina.
Lo stesso accade per noi: manipolazione elettromagnetica, delle parole, del clima, delle religioni, della politica … sono informazioni maligne che portano a un disturbo nella circolazione di informazioni verso il cervello. Le informazioni sono distorte. E la distorsione diviene malattia.

Il cervello è il processore centrale del corpo o CPU. Nei computer abbiamo dei microchip. Lo stesso vogliono fare con gli uomini perché vogliono portare a una distorsione del sistema corpo-mente dall’esterno.

Il DNA è l’hard disk del corpo e ha la matrice di tutto il funzionamento del corpo.

Noi siamo ricetrasmittenti d’informazioni. Manipolando il DNA con sostanze chimiche negli alimenti, con ogm, con metalli pesanti, con una mancata sincronizzazione col corpo … cambia la natura ricetrasmittente e quindi cambia la realtà dell’uomo.

Il DNA rappresenta un’antenna elettromagnetica ideale. Da un lato è allungata e può raccogliere gli impulsi elettrici. Dall’altro, se visto dall’alto ha la forma di un anello che forma un’antenna altamente magnetica.

Il DNA non è solo fisico ma è anche un campo vibrazionale, che noi decodifichiamo e vediamo fisico.
Per tanto è un campo d’informazioni codificato per leggere la realtà in un certo modo, ma questo è possibile manipolarlo facendoci leggere la realtà in un altro modo. La nostra energia, aura è collegata attraverso i chakra che interagiscono con il corpo attraverso le ghiandole che poi formano il sistema endocrino. Ed è nelle ghiandole del sistema endocrino che abbiamo l’ipofisi e l’epifisi che fanno parte di quello che si chiama il sesto senso. Tutto ciò è mirato dal sistema di controllo per tenerci nella bolla dei 5 sensi.
E quindi noi siamo stati obiettivi facili per coloro che sanno. 

Ma perché il mondo è solido? Tutto sembra solido ma non può esserlo. Il mondo è fatto di atomi, ma gli atomi non hanno solidità. Noi viviamo in un mondo olografico.

Man mano che i pianeti vibrano, in quanto entità vibrazionali, hanno un impatto sulle informazioni dell’internet cosmico.

E in certe sequenze (congiunzioni, opposizioni …) l’informazione (i pianeti, satelliti …) a causa dell’interazione gli uni con gli altri, collettivamente hanno un impatto sul campo d’informazioni dell’internet cosmico. Noi interagiamo a nostra volta con tutto ciò. Se i pianeti impattano il campo anche noi saremo impattati da questi movimenti.
Quando noi nasciamo, siamo collegati con il campo energetico di quel momento e quindi, questo, avrà un impatto sul nostro campo energetico.

Uno dei modi in cui viene manipolata la realtà è attraverso i due emisferi del cervello.
L’emisfero sinistro è sequenziale, logico, razionale, analitico, oggettivo, guarda alla parte, separato.
L’emisfero destro è casuale, intuitivo, olistico, sintetico, soggettivo, guarda all’intero, unito.

Siamo bloccati nell’emisfero sinistro e perdiamo la visione d’insieme.

LIBERATI DALLA MENTE

IO SONO, QUINDI SOLO!

PARTE SECONDA
A un certo punto della storia, vi è stata una manipolazione genetica della forma umana, da parte di una forza non umana. Il DNA è olografico, c’è un campo di informazioni che detta la natura della forma, se si interviene sul DNA cambiandolo a livello dell’informazione (a livello delle forme d’onda), allora perché non farlo in massa. Così avremmo delle differenze olografiche perché il campo dell’informazione sarà cambiato.

Nel verso 6:4 della Genesi è scritto: “Vi erano dei giganti sulla terra a quei tempi, e anche dopo, quando i figli di DIO si accostarono alle figlie degli uomini e queste partorirono loro dei figli. Essi sono gli eroi che esistettero nei tempi antichi, sono gli uomini famosi di quei tempi”.
Vi è stata una “Caduta dell’uomo”, tutto si è deteriorato.

È come se fossimo stati posti dentro una prigione di percezione
Vi erano delle discendenze create per essere i rappresentanti nella nostra realtà, del sistema che, fuori dalla nostra realtà, ci controlla.

È come se ci fosse un software (DNA) che percorre queste discendenze ibride, in parte rettili, in parte umani e questo software è concepito per rappresentare i controlli nell’ambito della società degli umani.
Questo DNA ibrido ha eliminato i meccanismi di salvataggio dei vari comportamenti umani (uno in particolare: l’empatia nei confronti altrui). Loro non hanno empatia.

In ex-mesopotamia (attuale Iraq) vi erano gli Anunnaki (quelli che venivano dal paradiso che poi si cono accoppiati con le figlie degli uomini …). Le stirpi elitarie e le loro società segrete controllano il mondo Opus Dei, Gesuiti, Cavalieri di Malta …

Quando vediamo tutte le multinazionali dobbiamo guardare oltre questa cortina per capire che c’è un’unica organizzazione al comando. Una forza esterna che si avvale della struttura degli illuminati.
Queste discendenze sono state private di empatia.
Il reverendo John Bathurst Deane, nel suo Worship of the Serpent (1933) scrive: “… tutti i più antichi resoconti che parlano della causa e della natura di questa seduzione devono essere quelli da cui è derivato tutto il resto e che rappresentano il serpente vittorioso. Vittorioso sull’uomo in uno stato di innocenza e che soggioga la sua anima in uno stato peccaminoso, fino alla più abietta venerazione e adorazione di se stesso”.

Queste entità si cibano di energia emotiva umana al di sotto di una certa frequenza.
Quando noi proviamo emozioni e anche quando pensiamo, generiamo energia elettromagnetica, che cambia a seconda dello stato emotivo e dell’intenzione.

Può capitare una collisione dei mondi.

La manipolazione genetica ha ridotto la nostra capacità di decodifica.

Controllo lunare = la Luna non è reale. La luna non è ciò che pensiamo.

È importante non escludere le cose solo perché non rientrano nelle nostre convinzioni.
Il controllo della decodifica della realtà è molto più profondo di ciò che pensiamo. Ci sono dimensioni invisibili molto potenti, razze non umane che manipolano il genere um”prima delaano, ci privano della nostra energia, si nutrono della nostra energia, costringendoci a stare in una gamma di frequenza molto ristretta, che secondo noi è la nostra vita, la nostra condizione. Al di fuori di questa gamma di frequenza vi è un mondo altro infinito. Vi sono tanti mondi e questi mondi possono interagire con il nostro.

Dal libro: Who built the Moon? di Christopher Knight e Alan Butler
La matematica che coinvolge il sistema Terra-Luna-Sole è impressionante. Ha la proverbiale accortezza degli orologi svizzeri”.

Gli autori sostengono che la Luna è stata collocata con precisione svizzera. Essa è 400 volte più piccola del Sole. La perfezione della sua posizione è tale per cui quando c’è un’eclissi, la Luna se guardata dalla terra assume per così dire la stessa dimensione del Sole.

La Luna è più grande di quello che dovrebbe essere, sembra più vecchia di quello che dovrebbe essere e la sua massa è molto più leggera di quello che dovrebbe essere. Occupa un’orbita improbabile, ed è così straordinaria che tutte le spiegazioni esistenti sulla sua presenza presentano dei dubbi e nessuna di esse può essere considerata completamente corretta”.

Isacc Asimov, professore Russo di biochimica: “Non possiamo che giungere alla conclusione che la Luna non ha nessun diritto di essere lì. Il fatto che esista è uno di quei colpi di fortuna troppo belli per essere veri. I piccoli pianeti come la Terra con campi gravitazionali deboli, non dovrebbero avere satelliti. Di solito quando li hanno, sono molto piccoli. E quindi anche se la terra ha un satellite dovremo pensare che, nella migliore delle ipotesi dovrebbe trattarsi di un corpo molto piccolo non più di 30 miglia di diametro. Ma non è così, la terra ha un satellite enorme del diametro di 2.160 miglia. Come mai, la piccola terra dispone di un satellite? È straordinario”.

NASA Scientist, Robin Brett: “È più facile spiegare la non esistenza della Luna che la sua esistenza”.

Irwin Shapiro, da Harward-Smithsonian Center for Astrophysics: “La luna non esiste”.

Nel novembre 1969, la NASA costruì un sismometro e fece schiantare intenzionalmente un modulo lunare causando un impatto pari a una tonnellata di TNA. Quando si formarono le onde d’urto, gli scienziati della NASA osservarono che “la luna suonava come una campana”.

Maurice Ewing, co-direttore dell’esperimento sismico disse durante una conferenza: “Per quanto riguarda il significato di questo fenomeno, preferirei non interpretarlo adesso, ma era proprio come se qualcuno stesse suonando una campana nel campanile di una chiesa, come se avesse dato un solo colpo e poi avesse sentito il riverbero per i successivi 30 minuti”.

“Un satellite naturale non può essere vuoto”.

Mikhail Vasin e Alexander Shcherbekov, Soviet Academy of Sciences (1970) scrissero un articolo interessante dal titolo: La Luna rappresenta la creazione dell’intelligenza aliena?La superficie esterna della Luna è molto dura e contiene minerali quali il titanio. Si è scoperto anche che nelle rocce lunari erano presenti metalli lavorati come l’ottone e la mica, e gli elementi uranio 236 e nettunio 237 che non sono mai stati trovati in natura. L’uranio 236 è una scoria nucleare dalla lunghissima vitalità radioattiva e solitamente si trova nel combustibile nucleare usato e nell’uranio trattato. Il nettunio 237 è un prodotto metallico radioattivo ed è un sottoprodotto dei reattori nucleari e della lavorazione del plutonio.
Alcune rocce lunari contengono 10 volte più titanio delle rocce più ricche di titanio che si trovano sulla terra. Il titanio si utilizza per i jet supersonici e per i sottomarini”.

Il premio nobel Dr. Harold Urey si è detto perplesso davanti a queste rocce lunari, specialmente per quanto riguarda il contenuto di titanio. I campioni erano sbalorditivi non riusciva a spiegare la presenza di titanio. “È un artefatto o un planetoide svuotato del suo nucleo?
Se si dovesse inventare un materiale per proteggere un satellite artificiale gigantesco, dalle alte temperature, dalle radiazioni cosmiche e dai bombardamenti delle meteore, gli esperti avrebbero probabilmente scelto proprio questi metalli.
Non si capisce come mai le rocce lunari siano un pessimo conduttore di calore – cosa che ha stupito gli astronauti. Ma non è proprio questo ciò che i progetti di questa super-sputnik della Terra volevano? Dal punto di vista ingegneristico questa enorme nave spaziale vecchia di secoli che noi chiamiamo “Luna” è costruita in maniera eccellente”.

… è molto probabile che la Luna sia un’astronave molto antica, il cui interno era pieno di carburante per i motori, e latri materiali per la manutenzione, strumenti di navigazione e osservazione e tutto ciò che poteva servire … un’arca di Noè per una forma di intelligenza aliena, forse per un’intera civiltà a cui si prospettava una lunga esistenza (migliaia di milioni di anni) vagando per lo spazio.

Dott. DL Anderson, prof. di geofisica e direttore del laboratorio di sismologia al California Institute of Technology: “La Luna è fatta a rovescio”.

Leggenda Zulù: “La leggenda dice che la luna fu portata qui centinaia di generazioni fa, da due fratelli, Wowane e Mpanku, che erano i capi dei Chitauri. Venivano chiamati “i Fratelli Acquatici” e avevano la pelle a squame come i pesci. La leggenda racconta di come Wowane e Mpanko rubarono la luna che aveva la forma di un uovo dal Grande drago di Fuoco e tolsero il tuorlo finché l’uovo non fu vuoto. E poi essi fecero rotolare la luna nei cieli fino alla Terra causando eventi cataclismici per questo pianeta”.

Don Wilson in Our Mysterious Spaceship Moon, si chiede:
Perché la luna è così starna – troppo grande e troppo lontana per essere un satellite naturale della terra?
Perché la luna ha dei crateri così poco profondi?
Perché alcune rocce lunari sono più vecchie della terra e sembrano vecchie (almeno) come il sistema solare?
Perché la luna sembra all’incontrario?
Perché la luna vibra come un “enorme gong” trasmettendo il tremolio a grandi distanze attraverso e dentro di sé ?
Perché la luna presenta così tante contraddizioni nelle sue analisi e nei dati raccolti?

Non solo la Luna ma anche Saturno (Staurn-ismo = satanismo) e chissà cos’altro, stanno trasmettendo qualcosa di manipolatorio riguardo la nostra percezione della realtà. Hanno creato la matrice della Luna di cui la Luna è solo un componete
La Luna sta trasmettendo una staccionata di frequenza che ci impedisce di decodificare grosse fette della realtà, che noi una volta decodificavamo. E ci alimenta cin una realtà fittizia e quindi vediamo cose che non esistono se non in quanto informazioni impiantate.

New Scientist: "Prima del passaggio al digitale, le onde radio che stavano ad una frequenza compresa tra 700 e 800 megahertz erano oscurate dal segnale della TV analogica, e per questo gli scienziati non hanno mai potuto esaminare l'universo usando quelle frequenze ... il fatto che ora queste frequenze siano libere è un'opportunità unica per vedere le galassie da questo punto di vista".

Il fatto che la Luna è dov’è ha un impatto della vita sulla Terra: cicli mestruali, le maree, cicli ormonali … Ma trasmette anche qualcosa che ha un impatto sulla percezione umana.
Saturno con i suoi anelli e con il suo grande anello esterno è come un sistema di trasmissione che sta facendo un po’ di hacking nel nostro senso della realtà.
E la Luna è il rappresentante di Saturno, vicino alla Terra, come un’antenna.
Questa staccionata di frequenza che viene trasmessa sta sopprimendo l’umanità, portandoci a un livello in cui noi esistiamo e basta. 

La Luna ha un effetto sulla pineale e sull’interazione con i chakra, preclude l’apertura del “terzo occhio”.

I programmi lunari hanno posto per eoni delle incredibili limitazioni agli esseri umani … Ci sono dei cicli molto ripetitivi che la Luna crea e a cui voi rispondete …Earth di Barbara Marciniak.

La Luna è al centro dell’attenzione dei culti satanici, delle reti di società segrete.

Castaneda:” Ci sono dei predatori che sono venuti dal remoto universo e hanno preso il controllo delle nostre vite. Gli esseri umani sono loro prigionieri. Il predatore è nostro signore e padrone. Ci ha resi docili e innocui. Se vogliamo protestare, sopprime le nostre proteste. Se vogliamo agire indipendentemente, ci chiede di non farlo … Siamo davvero prigionieri!
Ci hanno conquistato perché siamo cibo per loro, e ci spremono senza pietà perché siamo il loro sostentamento. Così come noi alleviamo le galline nel pollaio, i predatori ci allevano nel pollaio per umani. In questo modo hanno sempre del cibo disponibile.

Pensateci un attimo, e ditemi come potete spiegare la contraddizione tra l’intelligenza dell’ingegneria umana e la stupidità del suo sistema di credenze, o la stupidità dei suoi comportamenti incoerenti. I maghi ritengono che siano stati i predatori a darci questo sistema di credenze, la nostra idea del bene e del male, i nostri valori morali. Sono stati loro a costruire i nostri sogni di successo e la nostra idea di fallimento. Ci hanno dato avarizia, orgoglio e codardia. Sono i predatori che ci rendono compiaciuti, abitudinari ed egocentrici.
Per renderci obbedienti, docili e deboli, i predatori hanno messo in atto un piano straordinario, straordinario ovviamente dal punto di vista di un guerriero stratega, orribile dal punto di vista di chi ne soffre le conseguenze. Ci hanno dato la loro mente. La loro mente è arzigogolata, contraddittoria, cupa, piena della paura di essere scoperti ad ogni istante che passa.

Sono sicuro che persino adesso, anche se non avete mai sperimentato la fame … Avete la paura di restare senza cibo, che non è altro che la paura del predatore che teme che in ogni momento la sua strategia possa essere scoperta e il suo cibo gli venga a  mancare. Attraverso la mente, che, in fin dei conti è la loro mente, i predatori iniettano nelle vite degli esseri umani tutto ciò che gli conviene. E in questo modo hanno una soglia di sicurezza per tamponare le loro paure.

I maghi dell’antico Messico … supponevano che l’uomo fosse stato un essere completo una volta, con una grande intuizione ed una consapevolezza che al giorno d’oggi non sono altro che leggende. E poi tutto è come sparito, e oggi ci troviamo un uomo sedato. Quello che sto cercando di dire è che non ci troviamo di fronte ad un predatore qualsiasi. Sono molto intelligenti e organizzati. Seguono un sistema metodico per renderci inoffensivi. L’uomo, e l’essere magico che dovrebbe diventare, non sono più magici. È un qualsiasi pezzo di carne. Non esistono più i sogni degli uomini, ma solo quelli di un animale che viene allevato per diventare carne da macello: triti e ritriti, banali, stupidi, idioti!
Don Juan Matus

Il cervello rettili ano non pensa ma reagisce e basta e ha a che fare con la sopravvivenza.
I predatori creano paura per agganciarsi al cervello rettiliano umano. 


Fonte: Il risveglio del Leone (DVD)- David Icke









Il risveglio del leone (libro) - David Icke









sabato 14 aprile 2012

L’ultimo viaggio – Stanislav Grof

Morte e rinascita nei riti di passaggio
I riti di passaggio segnano un cambiamento decisivo nella vita di un individuo o di una cultura. La scelta del momento opportuno coincide con cambiamenti fisiologici importanti come la nascita, la circoncisione, la pubertà, il matrimonio, la menopausa e la morte: occasioni nella quali il corpo, la psiche e il ruolo sacro degli iniziati cambiano in modo significativo.
Rituali di questo tipo vengono celebrati anche per l’iniziazione l rango di guerriero, l’accettazione nelle società segrete, alcune feste legate al calendario, le migrazioni di gruppi umani  nuovi territori.

Nelle civiltà industrializzate dell’Occidente i periodi più significativi di transizione da una fase all’altra della vita sono generalmente carichi di valenze negative. Questo è sicuramente vero per la pubertà, la mezza età, la vecchiaia e, ovviamente, la morte.
Il morente è spesso visto come un peso sociale ed economico.

La transizione
Nella seconda fase, che Gennep ha chiamato “transizione”, i neofiti passano da un apprendimento principalmente intellettuale a profonde esperienze dirette di stati olotropici di coscienza, indotti da potenti tecniche in grado di alterare la mente: “tecnologie del sacro”.

Tra le più potenti tecnologie del sacro vi sono diverse piante psichedeliche. Il loro uso a fini rituali e spirituali risale a migliaia di anni fa.
La pozioni leggendaria divina, chiamata haoma nell’antico testo persiano Zend Avesta e soma in India, era conosciuta migliaia di anni fa dalle tribù indo-iraniane e probabilmente fu la fonte più importante della religione e della filosofia vedica.
Le preparazioni ottenute da differenti varietà di canapa venivano fumate e ingerite sotto forme diverse (hashish, charas, bhang, ganja, kif, marijuana) in Oriente, in Africa e nell’area caraibica per svago, per piacere e durante le cerimonie religiose: hanno rappresentato un importante sacramento per gruppi molto diversi, come i Bramini, alcuni ordini di Sufi, gli antichi Sciti e i Rasta giamaicani.

L’uso cerimoniale di vari materiali psichedelici ha una lunga storia nell’America Centrale. Le piante che provocano l’alterazione dello stato mentale erano ben conosciute presso diverse culture indiane preispaniche, tra cui gli Atzechi, i Maya e i Toltechi.
Le più famose sono il cactus peyote messicano (Lophophora williamsii), il sacro fungo teonanacatl (Psilocybe mexicana) e ololiuqui, semi di diverse varietà del Morning Glory (Ipomoea violacea e Turbina corymbosa). Queste sostanze sono usate ancora oggi nelle cerimonie di consacrazione dai Huicholes, dai Mazatec, dai Chichimeca, dai Cora, e da altre tribù del Messico, come pure dalla Native American Church.
Il famoso yajé o ayahuasca sudamericano è un decotto ottenuto con una liana della giungla (Banisteriopsis caapi) e con altre piante.

Le tribù aborigene dell’Africa ingeriscono e inalano preparati ricavati dalla corteccia dell’arbusto iboga (Tabernanthe iboga), che utilizzano in piccole quantità come stimolante e in dosi maggiori per i rituali di iniaziazione di uomini e donne.

Composti psichedelici di origine animale comprendono le secrezioni della pelle di alcuni rospi (Bufo alvarius) e la carne del pesce Kyphosus fuscus che si trova nel Pacifico.

Il rito di passaggio Okipa
Un esempio di un rito di passaggio particolarmente potente e complesso è la festa Okipa dei Mandans, una tribù di indiani delle Grandi Pianure del Nord America che vivevano sul fiume Missouri.
Questo rituale, che comportava la mutilazione e un fortissimo dolore fisico, dimostra quanto alcune culture valutino le esperienze di trasformazione e a quali estremi siano disposte a spingersi nel perseguirle, anche se molti altri riti di passaggio non sono così radicali ed elaborati quanto la festa Okipa.

Gli antichi misteri di morte e rinascita
Nel mondo antico i misteri della morte e della rinascita rappresentano un’altra forma importante di addestramento alla morte. Si tratta di eventi rituali basati su storie mitologiche di varie divinità che erano morte e tornate alla vita o che avevano visitato gli inferi, il regno dei morti, ed erano riapparse incolumi.
Capire le dinamiche di questi eventi e il loro legame con le storie di morte e di rinascita degli dèi e degli eroi richiede un’interpretazione completamente nuova della natura e della funzione dei miti.
I miti sono tradizionalmente considerati il prodotto della fantasia e dell’immaginazione. Tuttavia le opere di Jung e Joseph Campbell hanno contribuito a un’interpretazione radicalmente nuova della mitologia.
Secondo questi studiosi i miti non raccontano le avventure fittizie di personaggi immaginari in luoghi inesistenti, non sono il prodotto arbitrario della fantasia di alcuni individui, ma piuttosto hanno la loro origine nell’inconscio collettivo dell’umanità e sono manifestazioni di quei principi primordiali che mettono ordine nella psiche e nel mondo, e che Jung ha chiamato “archetipi”.

Gli archetipi e il mondo imaginale
Gli archetipi sono principi primordiali eterni che stanno alla base del mondo materiale, formandone e informandone la struttura.
La tendenza a interpretare il mondo in termini di principi archetipici è apparsa per la prima volta nella Grecia antica e fu una della caratteristiche più singolari della filosofia e della cultura greche.
Gli archetipi possono essere visti da diverse prospettive.
I poemi omerici presero la forma di figure mitologiche personificate o di divinità, come Zeus, Poseidone, Era, Afrodite, Ares.

Nella filosofia di Platone erano descritti come puri principi metafisici trascendenti: Idee, Forme, O Archai divini che esistevano indipendentemente in un regno non accessibile ai sensi dell’uomo. In tempi moderni, Jung ha fatto rivivere e ha riformulato il concetto di archetipo descrivendolo principalmente come principio psicologico.
Gli junghiani si riferiscono al mondo delle figure e dei domini archetipici come “imaginale” per distinguerlo dai prodotti immaginari della mente umana. Benché vi si possa avere accesso attraverso l’autoesplorazione intrapsichica, il mondo imaginale possiede un’esistenza oggettiva.
Gli archetipi sono essenze atemporali, principi ordinatori del cosmo che possono manifestarsi anche sotto forma di personificazioni mitiche o divinità specifiche di varie culture.
Si esprimono attraverso la psiche e i processi profondi dell’individuo, ma non hanno origine nella mente dell’uomo né sono da essa prodotti. Trascendono la psiche dell’individuo e funzionano come principi che la governano. Stando agli ultimi lavori di jung, gli archetipi hanno una natura “psicoide”; operano nella zona crepuscolare che si colloca tra la coscienza e la materia. Modellano non solo i processi della psiche umana, ma anche gli eventi del mondo fisico e della storia dell’uomo.
L’inconscio collettivo rappresenta la comune eredità culturale di tutta l’umanità nel corso dei secoli.

L’eroe dai mille volti
L’eroe dai mille volti (1948), testo di Joseph Campbell, fu un libro innovatore che nei decenni successivi influenzò profondamente la ricerca e la comprensione dell’argomento.
Analizzando un ampio spettro di miti provenienti da diverse regioni del pianeta, Campbell si rese conto che tutti contenevano variazioni di una formula archetipica universale, che chiamò “monomito”. Era la storia dell’eroe, maschio o femmina, che lascia la sua casa e, dopo fantastiche avventure, vi ritorna come essere deificato. Campbell trovò che l’archetipo del viaggio dell’eroe si svolge in tre fasi peculiari, simili a quelle descritte come le sequenze caratteristiche dei tradizionali riti di passaggio: separazione, iniziazione e ritorno.

L’eroe lascia il territorio familiare, volontariamente o costretto da una forza esterna, subisce una trasformazione attraverso una serie straordinaria di prove e avventure e, infine, viene di nuovo accolto nel suo ambiente originario con un ruolo diverso.

Il mito del viaggio dell’eroe inizia quando la vita quotidiana del protagonista viene interrotta improvvisamente con l’intrusione di elementi di natura magica che appartengono a un diverso ordine di realtà.
Campbell si riferisce a questo invito all’avventura come alla “chiamata”. Se l’eroe risponde alla chiamata e accetta la sfida, si imbarca in un’avventura che comprende molteplici sfide, visite a strani territori, incontri con animali fantastici ed esseri sovrumani.
L’avventura spesso culmina in un’esperienza di morte e di successiva rinascita. Dopo aver compiuto il viaggio con successo, l’eroe torna a casa e vive una vita gratificante come essere deificato: come leader riconosciuto, guaritore, veggente o maestro spirituale.

Il monomito del viaggio dell’eroe rappresenta la fotocopia della crisi trasformatrice che tutti gli esseri umani possono sperimentare quando i contenuti profondi dell’inconscio emergono alla coscienza. Il viaggio dell’eroe non fa che descrivere il terreno di esperienze che l’individuo deve attraversare durante i periodi di profonda trasformazione.

La morte e la rinascita degli dèi e degli eroi
In una forma simbolica sicuramente meno ovvia, lo stesso motivo è a volte rappresentato dall’esperienza di essere divorati e rigurgitati da mostri terrificanti per poi riuscire a scappare: dal biblico Giona, che passò 3 giorni e 3 notti nella pancia del “grande pesce”, al greco Giasone e a Santa Margarita di Antiochia, che vennero entrambi ingoiati dal drago.

La ricerca psichedelica e le terapie sperimentali hanno dimostrato che l’archetipo della morte e della rinascita è legato alla nascita e questo spiega perché sia un motivo così universale che appare tanto frequentemente nella mitologia. Il passaggio attraverso il canale del parto è un evento che minaccia la vita: ecco perché nel nostro inconscio morte e nascita sono profondamente connesse. Ed è questo il motivo per cui le sequenze di morte e di rinascita psicologica sono quelle che più frequentemente si osservano negli stati olotropici, spontanei o indotti artificialmente. Queste giocano un ruolo estremamente importante nel processo psicologico di trasformazione della personalità e di apertura spirituale.

I misteri di morte e rinascita
Il molte zone del mondo i miti della morte e della rinascita forniscono la base ideologica per i “sacri misteri”, potenti eventi rituali nei quali i neofiti sperimentano la morte e la rinascita e una profonda trasformazione psico-spirituale. Ben poco si sa sulle tecniche usate per indurre stati olotropici: i misteri venivano mantenuti segreti oppure nel corso del tempo è andata persa la specifica informazione che li riguarda. Tuttavia è probabile che le procedure fossero simili a quelle usate nei rituali sciamanici e nei riti di passaggio: tamburella menti, canti, danze, cambiamenti nel ritmo del respiro, esposizione a stress, dolore e situazioni che minacciano la vita, apparentemente o realmente.
Tra gli strumenti più efficaci senza dubbio vi erano pozioni che contenevano sostanze vegetali dalle proprietà psicoattive.
Le esperienze potenti, e spesso terrificanti, indotte negli iniziati rappresentavano un’occasione unica per mettersi in contatto con le divinità o con i domini divini ed erano vissute come necessarie, desiderabili e, infine, guaritrici. In alcuni casi, inoltre, l’esposizione volontaria a questi stati estremi di coscienza era considerata una protezione contro la vera pazzia.
Gli antichi Greci si rendevano conto che le forze pericolose nosacsote nella psiche devono essere espresse in un contesto adeguato.
Nel dialogo Fedro, Platone parla di quattro tipi di follia conferiti dagli dèi: la mania erotica, dovuta alla possessione di Afrodite ed Eros; la mania profetica, causata dall’intervento di Apollo; la mania artistica, dovuta all’ispirazione di una delle Muse e la mania rituale, o telestica, provocata da Dioniso.

In grande filosofo descrive in modo vigoroso il potenziale terapeutico della mania telestica portando a esempio un tipo di mistero greco meno conosciuto, i riti coribantici: consistevano in una serie di danze selvagge al suono dei flauti e dei tamburi culminanti in un’esplosiva liberazione di emozioni che induceva uno stato di profondo rilassamento e tranquillità.

Fu Aristotele, celebre discepolo di Platone, il primo a dichiarare esplicitamente che il processo di sperimentare e liberare pienamente le emozioni represse, da lui chiamato “catarsi” (purificazione), era un efficace trattamento dei disturbi mentali.

Aristotele affermava che i misteri della morte e della rinascita fornivano un potente contesto per questo processo. Sosteneva la tesi fondamentale del culto orfico (una delle più importanti scuole mistiche del tempo), secondo la quale il caos e il delirio dei misteri conducevano a un ordine superiore.

Tra i misteri di morte e di rinascita più antichi ci sono i riti babilonesi e assiri di Ishtar e di Tammuz, basati sul mito della Dea Madre Inanna (Ishtar) e della sua discesa agli inferi governati dalla sorella, la terribile dea Ereshkiga. Lo scopo del viaggio di Ishtar era di ottenere un elisir per riportare alla vita il dio della vegetazione Tammus, che era sia suo figlio che suo marito.

Negli antichi templi egizi di Iside e Osiride, gli iniziati si sottoponevano a prove complesse sotto la guida dei sommi sacerdoti per superare la paura della morte e ottenere l’accesso alle conoscenze esoteriche sull’universo e sulla natura umana.
Nel corso di questo processo, i neofiti sperimentavano l’identificazione con il dio Osiride che, secondo il mito sul quale si basavano i misteri, fu ucciso e smembrato da Seth, il suo malvagio fratello. Successivamente, Osiride fu riportato in vita dalle due sorelle, Iside e Nefti, e divenne sovrano degli inferi. In questo contesto il tema della morte e della rinascita era legato al ciclo giorno-notte e al viaggio archetipico del dio Sole attraverso il Cielo e gli Inferi.

I misteri eleusini, i più importanti dell’antichità, furono celebrati per quasi 2000 anni (1500 a.C – 400 d.C) a Eleusi, una città situata a circa 25 chilometri a occidente di Atene; erano basati su un’interpretazione del mito di Demetra, dea greca della fertilità, e di sua figlia Persefone. Persefone fu rapita da Ade, il dio degli inferi, ma in seguito all’intervento di Zeus, questi la lasciò libera a condizione che tornasse da lui ogni anno per 4 mesi. Il marito, solitamente considerato un’allegoria della crescita ciclica delle piante nel corso delle stagioni, per gli iniziati ai misteri eleusini divenne il simbolo delle lotte spirituali dell’anima, periodicamente imprigionata nella materia e liberata.

Il culto orfico si concentrava sulla leggenda della deificazione di Orfeo, il bardo tracio impareggiabile musicista e cantore, che visitò gli inferi nel tentativo non riuscito di liberare l’amata Euridice dalla schiavitù della morte.
Lo stesso Orfeo morì tragicamente fatto a pezzi dalle donne dei Ciconi per aver interferito nei baccanali.
Secondo la leggenda, la sua testa decapitata, gettata nel fiume Ebro, continuò a cantare e ad annunciare oracoli.

I riti dionisiaci, o baccanali, erano basati sulla storia mitologica del giovane Dioniso che, dopo essere stato smembrato dai Titani, fu poi fatto risuscitare quando Pallade Atena recuperò il suo cuore. Nei riti dionisiaci gli iniziati sperimentavano l’identificazione con il dio ucciso e rinato grazie a bevande inebrianti, danze orgiastiche, corse nei campi e mangiando la carne cruda degli animali.

I misteri samotraci dei Coribanti (sacerdoti della dea Cibele) erano connessi strettamente alle celebrazioni dionisiache. Il dramma rituale che vi era associato descriveva l’omicidio di Cadmillo da parte dei suoi tre fratelli.

Il culto mitriaco, era una fede sorella del cristianesimo, cui contese il ruolo di religione del mondo. I santuari sotterranei mitriaci (mithraea) spaziavano dalle spiagge del Mar Nero fino alle montagne della Scozia e al confine del deserto del Sahara.

Il famoso mito di Adone, ispirò i misteri del mondo antico. Durante la sua gravidanza Smina, la madre, fu trasformata dagli dèi in un albero di mirra. Adone nacque quando un cinghiale aprì il tronco con le sue zanne liberando il neonato. Afrodite fu così affascinata dalla bellezza di Adone che lo affidò alle cure di Persefone, dea degli inferi. Quando più tardi Persefone si rifiutò di restituirlo, Zeus decise che Adone avrebbe vissuto un terzo dell’anno con Persefone e un terzo con Afrodite. Il rimanente terzo fu lasciato alla sua discrezione, ma la leggenda vuole che Adone trascorresse sempre due terzi di ogni anno con Afrodite.

Il mito che soggiace ai misteri nordici di Odino (Wotan) si riferisce alla storia dell’assassinio e della resurrezione di Balder, il figlio favorito di Odino. Balder era giovane e bello ed era l’unico dio pacifico di Valhalla. Loki, l’imbroglione, la personificazione del male, convinse con l’inganno il dio cieco del fato Hoder a colpire Balder con una freccia di vischio, l’unica rama che poteva ferirlo. Balder fy trafitto al cuore e morì. La dea della morte Hel, mossa dalle suppliche degli dèi affranti, promise di far ritornare Balder nella terra dei vivi a una condizione: ogni cosa nel mondo, morta o viva, doveva piangere per lui. In effetti ogni cosa pianse eccetto Loki, e così Balder dovette rimanere negli inferi. Tuttavia, il mito predisse che dopo la battaglia finale di Ragnarok, quando un nuovo mondo sarebbe sorto dalle sue ceneri, Balder sarebbe rinato. Nei misteri di Odino il neofita beveva idromele santificato da una tazza ricavata da un teschio. Identificandosi con Balder, si sottoponeva a un’ardua prova in un complesso di nove stanze sotterranee, superata la quale era in grado di svelare il mistero di odino con i più preziosi segreti della natura e dell’animo umano.

Nei misteri druidici della Bretagna, il confine tra morte simbolica e morte biologica era piuttosto confuso. Dopo essere stato seppellito vivo in una bara, il candidato era mandato in mare su una barca aperta, una messa in scena simbolica della morte del dio Sole.
In questa singolare ordalia molti iniziati perdevano la vita; coloro che sopravvivevano all’ostico rituale erano definiti “rinati”.

I dettagli e le tecniche utilizzate per alterare lo stato mentale nel corso di questi riti segreti sono rimasti per lo più sconosciuti.

Tuttavia, il kykeon, la sacra pozione che svolgeva un ruolo cruciale nei misteri eleusini era molto probabilmente una mistura contenete alcaloidi di segale cornuta, simile all’LSD. È anche molto probabile che nei baccanali e in altri tipi di rituali fossero implicate sostanze psichedeliche.

Negli stati olotropici questo materiale mitologico emerge spontaneamente dalle profondità della psiche senza alcuna programmazione e spesso sorprende tutti coloro che vi sono coinvolti.
Immagini archetipiche e intere scene tratte dalla mitologia di varie culture spesso appaiono nelle esperienze di individui che non hanno alcuna cognizione delle figure mitiche e dei temi in cui si imbattono. 


Fonte: l'ultimo viaggioStanislav Grof  

lunedì 2 aprile 2012

Alchima Emotiva – Tara Bennett-Goleman

Tornare a vedere
La noia è sintomo di un basso livello di attenzione. Quando siamo annoiati, e il nostro interesse si affievolisce, l’attività cerebrale si riduce di conseguenza. Al contrario, uno dei piaceri del cambiamento e della novità viene dall’aumento dell’attenzione e dell’attività cerebrale che apportano.
Da questa stimolazione neurale ha origine il nostro piacere per le novità, che però può essere un nuovo vestito, un viaggio o anche il cambiamento della disposizione dei mobili del soggiorno.
Non è necessario cambiare l’ambiente esterno per risvegliare il nostro cervello; possiamo farlo anche semplicemente concentrando l’attenzione su ciò che ci circonda.

La completa attenzione è l’antidoto alla noia. La piena coscienza risveglia il cervello, dando una forte sollecitazione alla risposta orientante.
Questa scoperta fu fatta da esperti di meditazione zen, che praticavano tutti una forma di piena coscienza mediante un esperimento che prevedeva di ascoltare il rumore ritmico di un oggetto simile a un metronomo, ripetuto all’infinito.
Educazione alla piena coscienza, come la maggior parte delle pratiche di meditazione, aumenta la percezione.

Uno spostamento nel cervello
Davidson ha misurato i cambiamenti che avvenivano nel cervello di persone che avevano sperimentato la piena coscienza attraverso gli insegnamenti di Jon Kabat-Zinn.
Gli spostamenti s’intensificavano nell’area prefrontale sinistra di queste persone, la parte del cervello appena dietro la fronte, che genera sentimenti positivi e smorza quella negativi.
Già dopo due mesi di pratica della piena coscienza, queste aree erano diventate più attive, non solo mentre le persone meditavano, ma anche mentre stavano semplicemente sedute a riposare.

Il centro esecutivo cerebrale si trova nell’area prefrontale; le decisioni sulle quali riflettiamo e le azioni che scegliamo di intraprendere sono determinate principalmente da queste parte del cervello. Quando proviamo un sentimento molto disturbante, un’ondata di messaggi sgorga dall’amigdala, un centro nel profondo della parte emotiva del cervello, che guida le aree prefrontali. Ciò accade quando siamo “disattenti” e permettiamo a noi stessi di reagire in maniera impulsiva e irriflessiva. Se lasciamo che l’emozione ci guidi, comunque, i neuroni che dovrebbero frenarci cedono alla forza dell’impulso e la potenza della risposta emotiva si sprigiona indisturbata.
Se invece riusciamo ad avere la presenza di spirito necessaria per usare la piena coscienza in uno dei momenti in cui siamo preda, per esempio, della rabbia e della paura, qualcosa inizia ad accadere nel cervello. L’area prefrontale sinistra contiene uno dei gruppi principali di neuroni, preposto ad attenuare le onde provenienti dall’amigdala, qualcosa di molto simile a una diga che trattiene la potenza distruttiva di un fiume in piena, lasciando passare solo un rivolo innocuo. La piena coscienza rafforza questa diga, rendendo più attivi i neuroni che servono a trattenerci, fornendoci un freno più efficace per le emozioni dolorose.
Queste cellule incaricare a limitarci diventano sempre più attive man mano che portiamo alla luce della consapevolezza i nostri impulsi e le nostre reazioni emotive, e allo stesso tempo ci mostrano le emozioni da un punto di vista più razionale. Più mettiamo in atto questo processo, più forti sembrano diventare questi circuiti, proprio come quando si ripete un esercizio con un peso per rafforzare un muscolo. Questo sembra spiegare il fatto che la pratica della piena coscienza abbia incrementato in chi medita l’abilità del cervello nel controllare le emozioni negative.

Empatia, accettazione, pazienza e fiducia
A volte le persone confondono il concetto di “lasciar andare” un pensiero o un’emozione, cioè accorgersi di quando affiorano alla coscienza senza seguirli, con il fatto di allontanare un sentimento doloroso, cercando di rimuoverlo.
Ma la piena coscienza non è rimozione, e non nasconde nulla.
Invece, permette di interrompere lo stato di stordimento collegato alla negazione, per permetterci di essere onesti con noi stessi. L’attenzione pienamente cosciente ci dà la possibilità di vedere i fatti in se stessi, senza farci ingannare dalle storie che costruiamo come copertura.
Quando guardiamo apertamente emozioni intense o dolorose, sviluppiamo una sorta di coraggio e capacità di accettazione del modo in cui le cose si stanno evolvendo autonomamente nella nostra esperienza.
In tali momenti, non siamo guidati dalle nostre speranze o paure non siamo inclini a reprimere il dolore o a distrarci per evitarlo, e nemmeno speriamo che qualcosa intervenga a non farci provare ciò che temiamo. Invece, se affrontiamo apertamente la paura, vediamo che probabilmente siamo più spaventati dall’idea di quanto soffriremo, che dalla reale esperienza di provare quella sensazione. La fiducia e la pazienza si sviluppano da questa consapevolezza coraggiosa. Se riusciamo ad ascoltare con piena coscienza i giudizi che diamo di noi stessi e la voce interiore che critica il nostro operato, possiamo anche più facilmente mettere tutto nella giusta prospettiva. La piena coscienza non ci giudica, incolpa o condanna per le emozioni che attraversano la nostra mente, perché i sentimenti sorgono in modo spontaneo, non su nostra decisione. La piena coscienza ci aiuta a vedere la distorsione con più chiarezza, come se fosse una delle emozioni che ci inquietano, e non la voce della verità.

La consapevolezza prolungata
Con un’emozione come la rabbia, sostenere l’attenzione può portarci a un’altra intuizione cruciale: se riusciamo a stare in contatto con la rabbia abbastanza a lungo, la vedremo trasformarsi in qualcos’altro, come il dolore, la tristezza, o qualche altra sensazione, o addirittura sparire. Ciò che ci era sembrato così solido si sgretola e si trasforma. La chiave di tutto questo sta nella capacità di rimanere in contatto con l’esperienza in tutti i suoi cambiamenti.

Sintonizzazione con il presente
Il corpo può essere nella postura perfetta, completamente immobile, mentre la mente è deconcentrata che vaga altrove: sogni a occhi aperti, fantasie, sonnolenza, agitazione, pensieri e progetti casuali, giudizi su questi pensieri e progetti, reazioni ai giudizi … E se ci capiterà di notare quanto la nostra mente stia spaziando, allora potremo ricordarci di tornare di nuovo al presente.
La piena coscienza rende vividamente chiara la differenza tra essere presenti o distratti.

La distrazione è un sintomo che serve a segnalarci che stiamo evitando la verità di un determinato momento.
Per trovare l’equilibrio può essere utile una domanda pianamente cosciente: “Che cosa mi impedisce di stare nel presente?”. A volte la risposta fa emergere l’influenza nascosta dei nostri schemi emotivi più profondamente radicati.
Spesso sono proprio le nostre reazioni abituali alle emozioni che ci impediscono di provarle. Se le temiamo, o le evitiamo, non siamo in grado di affrontare l’esperienza così com’è, con una consapevolezza neutrale e concentrata.
La capacità di mantenere la nostra consapevolezza concentrata stabilmente può spezzare la resistenza della mente alla realtà del momento.

Flessibilità, elasticità e pregiudizi
Quando la nostra mente si muove in modo automatico, i pensieri seguono i soliti percorsi familiari e la nostra vita ristagna nella stasi totale; ecco perché la flessibilità può essere molto utile nella vita di tutti i giorni. Piuttosto che reagire come facciamo di solito, possiamo tentare di comportarci diversamente. Se seguiamo i nostri percorsi abituali nei pensieri e nei sentimenti, ci sono poche probabilità che qualcosa cambi. Ma poiché la piena coscienza vede le cose da una prospettiva nuova, essa può aprirci nuove possibilità, dandoci le potenzialità necessarie per cambiare.

Concentrazione e capacità di osservazione
La concentrazione ha lo scopo di rinforzare la capacità della mente di mantenere l’attenzione focalizzata su qualcosa, come la respirazione senza distrarsi.

Sayadaw U Pandita: “Senza gli occhiali della concentrazione il mondo appare confuso, sfocato e indistinto. Ma quando li inforchiamo, tutto diventa chiaro e definito. Non sono gli oggetti a essere cambiati, ma l’acutezza della nostra visione”.




Fonte: Alchimia Emotiva - Tara Bennett-Goleman