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giovedì 18 ottobre 2012

La Macchina biologica umana - E.J. Gold

Il nostro potenziale per l’evoluzione interiore
La chiave per compiere qualcosa di oggettivo valore sta nel nostro potenziale evolutivo interiore; dei metodi speciali possono insegnarci come usare il nostro copro, la nostra mente e le nostre emozioni per trasformare il nostro sé essenziale. Pensiamo ad un acquario.
Alcuni sono troppo occupati con le faccende della vasca e hanno altro a cui pensare; alcuni non hanno l’intelligenza di capire quanto viene loro comunicato; altri non vogliono essere distratti dai loro passatempi; altri ancora non hanno voglia di essere importunati da qualcosa che si trova al di fuori della loro confortevole routine.
In fine un pesce, pesce è e pesce resterà. Il vero cambiamento che può avvenire in lui sta nella sua potenzialità di assumere un posto più significativo in un disegno più ampio.

La macchina biologica umana come apparto di trasformazione
Contrariamente a quanto comunemente si crede, la trasformazione interiore non produce conseguenze psicologiche e comportamentali che possono essere facilmente riconosciute dall’esterno. Le reali conseguenze sono di natura completamente diverse.
In un certo senso, siamo vittime di molte malattie frutto della civiltà; uno dei maggiori sintomi di ciò è l’arroganza intellettuale caratteristica della nostra attuale cultura.

Quello che noi, come esseri umani civilizzati, potremmo avere difficoltà a capire è che queste idee vengono afferrate pienamente solo quando riflettono un corrispondente cambiamento interiore; arriviamo comprendere solo ciò che esiste dentro di noi, e niente esiste dentro di noi a meno che non ce lo abbiamo messo, digerito e preso profondamente in considerazione con molto più del semplice apparato mentale.
Per capire pienamente un’idea dobbiamo averne fatto effettivamente uso, familiarizzandoci con tutte le sue sottili ramificazioni in connessione ad altre idee che si sono già formate in noi attraverso le precedenti esperienze.

Nel normale corso della vita, esclusi momentanei risvegli accidentali, la macchina è addormentata, e durante questo stato di sonno essa esercita la propria volontà sulla situazione; allo stesso tempo le sue funzioni trasformazioni superiori non sono attivate.
In uno stato di sonno, l’attenzione della macchina si fissa completamente sui propri pensieri soggettivi, sugli stati emozionali e sulle sensazioni, oppure su quelle distrazioni ed attrazioni esterne a se stessa, che casualmente prevalgono in quel momento attraverso lo spesso velo delle proprie fissazioni soggettive su se stessa; questo è il vero significato dell’antico mito di Narciso.

La maggior parte delle comunità di lavoro si fondano sull’idea che è il sé essenziale ad essere addormentato e a dover essere risvegliato. Non essendo consapevoli dell’identificazione del sé essenziale con il sonno della macchina, né delle potenziali risorse della macchina in funzione di apparato trasformazionale (ma solo quand’è in stato di veglia), esse non hanno speranza di giungere ad un’autentica trasformazione.

Nulla esiste senza necessità.

Quando la macchina è sveglia, la sua attenzione è volta all’interno verso il sé essenziale, quella parte di noi che non è la macchina. Quando l’attenzione delle macchina si fissa in tal modo sul sé essenziale, ciò produce dei precisi effetti trasformazioni.

Per il nostro lavoro iniziale, possiamo immaginare la macchina biologica umana come una fabbrica alchemica che, se viene risvegliata dal proprio sonno meccanico, produce la trasformazione e l’evoluzione del sé essenziale.
Il sé essenziale si può ubriacare del sonno della macchina; può identificarsi completamente con esso. Il sé essenziale può anche arrivare a pensare di essere addormentato; ma resta il fatto che il sé essenziale non è né sveglio né addormentato.

Pur non potendo vedere direttamente il sé essenziale, possiamo vedere gli effetti del cammino che ha preso, le sue conseguenze sulla macchina.

Oltre la crescita personale
Molti metodi psicologici ci offrono di ottenere una crescita personale attraverso il cambiamento dei modelli di comportamento della “macchina”. I veri metodi di trasformazione ci permettono di giungere ad un cambiamento oggettivo, attraverso la trasformazione del “sé essenziale”, trascurando completamente l’effetto che produciamo sugli altri.
La maggior parte dei metodi offre strumenti per cambiare la macchina; tali metodi servono a chi tiene all’accrescimento personale e all’effetto prodotto sugli altri. A noi, d’altro canto, interessa il cambiamento oggettivo e di conseguenza lavoriamo per venire cambiati dalla macchina.

La macchina è solo una specie di fabbrica che produce cambiamento. Non c’interessa che aspetto abbia la macchina o cosa ne pensino gli altri; non siamo interessati all’uso della macchina come strumento d’espressione della nostra personalità, che di fatto è solo un’altra parte della macchina.

Prima di poter usare alcun metodo volto al risveglio della macchina, dobbiamo ammettere senza più dubbi che è la macchina ad essere addormentata, non il sé essenziale e che solo una macchina risvegliata può produrre una trasformazione. Dobbiamo anche comprendere che nessuno può attivare la nostra macchina per noi: dobbiamo attivarla noi.

All’inizio il sé essenziale non è capace di esercitare la volontà di risvegliare la macchina in modo diretto; però può esercitare un tipo speciale di volontà, chiamata “volontà di attenzione”, la quale, se applicata abbastanza a lungo, ha l’effetto di risvegliare la macchina con il solo mezzo dell’inesorabile pressione di un’incessante attenzione esercitata su di essa.
Aver mancato di usare la macchina biologica umana per la nostra possibile evoluzione è un terribile spreco dell’opportunità che è propria della vita umana; è un autentico peccato.

Iniziare a lavorare
Lo scopo del lavoro iniziale è quello di portare la macchina nello stato di veglia e di renderla capace di funzionare come apparato “trasformazionale”. La trasformazione non è in se stessa uno scopo, ma una tappa intermedia verso un modo di vivere del tutto nuovo, che è ciò che cerchiamo di raggiungere.

La macchina, una volta portata a termine la trasformazione, essendosi purufucata da quelle cose che la rendono “dis-funzionale”, diventa uno strumento di lavoro.

È importante usare i pochi periodi di veglia che si presentano senza sciuparli a caccia di piaceri della carne, ma per favorire la nostra evoluzione

Dunque, per portare la macchina nello stato di veglia dobbiamo utilizzare quello che il sé essenziale possiede realmente, i suoi due autentici attributi, la presenza e la volontà di attenzione; a tal fine saremo costretti a sviluppare una strategia … e una strategia molto precisa. Dobbiamo infatti attivare in modo efficace le proprietà trasformazionali della macchina biologica umana, senza allo stesso tempo innescare inavvertitamente il meccanismo di difesa della macchina contro lo stato di veglia.

A livello biologico, la macchina biologica umana è una fabbrica chimica simile a tante, funzionante sulla base delle stesse leggi chimiche. È regolata da piccolissimi impulsi elettrici che scorrono attraverso il sistema mio-neurologico, cioè i muscoli ed i nervi.

Se ci proponiamo di svegliare la macchina e renderla attiva come apparato trasformazionale, dobbiamo sviluppare la facoltà superiore chiamata discernimento; dobbiamo riconoscere quei periodi in cui la macchina è sveglia e, ancor più importante, quando non lo è.

Se pensiamo che la macchina sia già sveglia, non lavoreremo per svegliarla; comportandoci come se fosse sveglia non otterremo dei risultati immaginari. Inoltre potremo facilmente nuocere a noi stessi e agli altri, se cercassimo di fare qualcosa nel sonno come se fossimo svegli.
Allo stesso tempo, se la macchina è sveglia non dobbiamo sprecare lo stato di veglia con attività che riguardano il sonno.

Scopi interiori
Se formuliamo in maniera più esatta i nostri scopi interiori rivolti alla trasformazione, alla fine svilupperemo un vero scopo di lavoro; non qualcosa di mentale e soggettivo, ma uno scopo pratico, immediato, realizzabile e che può effettivamente servirne uno più grande e più oggettivo.

Scopriamo che la maggior parte degli esseri umani sono piuttosto soddisfatti degli scopi, delle occupazioni e dei piaceri della loro vita così com’è; possiamo osservare che dalla vita non si aspettano altro all’infuori di ciò che è stato loro detto di aspettarsi. Sono abbastanza felici delle meschine soddisfazioni derivanti dalle occupazioni organiche e dalla prevedibilità della routine quotidiana.

I nostri originali scopi di lavoro cambieranno e può essere sorprendente vederli cambiare spesso. Possiamo cambiare i nostri scopi per due ragioni soltanto.

La prima ragione è che mentre inseguiamo uno scopo, la nostra saggezza cresce e riusciamo a formulare il nostro scopo in modo più chiaro ed appropriato. Iniziando ad imparare, il nostro scopo temporaneo cambierà di pari passo alla comprensione dello scopo principale del lavoro. Mentre il nostro scopo cambia, dobbiamo essere assolutamente certi che non lo stiamo abbandonando solo perché ci ha annoiati. Cambiamo lo scopo quando non serve più allo scopo principale.

La seconda ragione per cui possiamo cambiare uno scopo è che l’abbiamo effettivamente raggiunto. In una scuola abbiamo un grande proposito e poi una serie di scopi più piccoli che servono quel proposito più grande.

Lo studio della macchina
Sebbene distinti dalla macchina, ne siamo ipnotizzati, siamo immersi nel suo stato di sonno. Uno degli scopi dello studio della macchina è quello di raccogliere prove che ci possano aiutare a definire l’esatta natura di questo sonno.

Non è sufficiente studiare la macchina solo in modo ordinario, vale a dire quando siamo identificati con il suo sonno; equivarrebbe a dire che la macchina sta studiando se stessa. In qualche modo dobbiamo imparare a studiare la macchina in modo oggettivo, dall’esterno, proprio come un antropologo studierebbe un altro primate nel suo habitat naturale; e la macchina biologica umana è precisamente un primate, più o meno con le stesse direttive e gli stessi imperativi biologici comuni alla specie.

In tutti i casi, sappiamo o abbiamo intuito che esiste un altro stato, molto diverso da quello ordinario; sappiamo che esso è possibile per la macchina e che conduce ad un’esperienza multidimensionale della vita, molto diversa da quella a cui siamo abituati.

Sappiamo che se abbiamo avuto esperienza di questo stato (chiamiamolo stato di veglia), ciò è accaduto solo per breve tempo ed in modo parziale, e poi per qualche inesplicabile ragione siamo caduti in uno stato di relativa oscurità; un’oscura e cupa prigione sotterranea fatta di esistenza miserabile, solo un’ombra di ciò che avevamo visto possibile.

Con nostro competo stupore, ci accorgiamo che le altre persone considerano tale oscuro e cupo stato di sonno come piuttosto accettabile, per non dire anche confortevole e gradevole.

In uno stato noi veramente vediamo, udiamo, sentiamo, gustiamo, tocchiamo, conosciamo, ricordiamo; tutti i nostri sensi e le nostre funzioni mentali ed emozionali sono migliaia di volte più limpide ed amplificate.

Certe sensazioni allarmanti si presentano inevitabilmente, quando la macchina comincia a svegliarsi: formicolio, sensazione di caduta, vertigine, perdita di coscienza, collasso, espansione dentro una pelle troppo tesa, sensazione di andare in fiamme, distorsione del corpo, allagamento o accorciamento, agitazione, debolezza, confusione, freddo, sudori, irrequietezza.

Il nostro sistema, in condizioni ordinarie, è non catartico ed estremamente graduale; esso sviluppa in modo dolce la volontà del sé essenziale e risveglia la macchina lentamente, in modo da non farla squilibrare più del necessario.

Le miglioro prove del sonno della macchina non vengono raccolte da noi stessi, ma da altri che fanno le loro osservazioni riguardo alla nostra macchina mentre essa è addormentata. Chiamiamole “prove per sentito dire”.


Fonte: La Macchina biologica umana


http://www.macrolibrarsi.it/libri/__la_macchina_biologica_umana.php?pn=2028







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lunedì 1 ottobre 2012

Fundamentos de UMBANDA - OMOLUBÁ

Umbanda – nel novembre del 1908, Zélio de Moraes, pronunciò per la prima volta la parola Umbanda, come: “Manifestazione dello spirito di Carità”.
Che significa che non è l’ego, l’anima, o l’Es, o l’Io che fa la carità ma lo Spirito, il Tutto, l’ignoto, l’Essere Superiore.
La Carità è uno stato dell’essere; accade quando,  non c’è pensiero. Quindi, non confondiamo le buone intenzioni, il lavoro sociale, favori, donazioni, filantropia, beneficienza … con la Carità.
Stiamo sicuri che l’esistenza dell’Umbanda in Brasile, obbedisce all’azione di un potere divino; questo è diventato chiaro quando la fondazione del primo cantiere embrionale e gli altri che seguirono, il cui numero siamo in grado di garantire, raggiunge moderatamente, più di 160.000 in tutto il paese.
Essa fu la missione che Caboclo das Sete Encruzilhadas, messaggero della buona notizia: portò attraverso il suo medium Zélio de Moraes, il messaggio è il possibile convivio con le potenze superiori.
I lettori saranno informati, attraverso i testi, che rivelano l'annuncio, su fondamenta concrete di un sistema che mette a fuoco la religione, e che si occupa tra l'altro di “Le Reggenti principali leggi in Umbanda” le “Sette Linee dell’Umbanda”, i “Sacramenti”, i “Pellegrinaggi e rituali”, i “Dodici Orixás”.

Introduzione
Umbanda: Movimento Magico-Religioso
È in obbedienza a una legge Divina che in Brasile esiste un movimento magico-religioso con finalità primordiali che vanno a influire psichicamente sul piano fisico, fornendo alla comunità brasiliana una nuova concezione di emozioni ed esperienze controllate che partecipano alla progettazione.
Un popolo che è proiettato a realizzare una civiltà futura, arrivando in Brasile completa il Ciclo di Razza Ariana che cominciò nell’antica India, e da circa un milione di anni ha la prerogativa di dare alla settima sub-razza, una rara possibilità spirituale fino ad ora non manifesta a livello collettivo.
In consonanza alle tre leggi principali per ogni progresso umano, il Brasile con il consenso delle altre nazioni, ha il privilegio di incontrare il desideratum attraverso la fedele esecuzione delle leggi dell’evoluzione, il karma e la Reincarnazione, e il cui Dharma è di servire bene e vivere bene tra fratelli.
La saldatura opera lentamente con una miscela di tre razze. Due che già hanno avuto il loro periodo di massimo splendore: la razza Lemuriana e Atlantidea.
È dall’obbedienza alla legge di evoluzione che ha avuto luogo in Brasile, l’avvento dell’Umbanda il cui potere, con il suo contenuto non erano ancora previsti, e saranno rivelati come l'elaborazione psichica in equilibrio con l'individualità.
La Natura non fa concessioni, né ammette favoritismi. È sempre stata e sempre sarà avara nel riconoscere, all’interno delle sue infinite possibilità, gli eletti che portano la sua visione in perfetta armonia ai loro veicoli mentale, fisico e astrale. Questa sentiero è pertanto il compito dell’Umbanda in Brasile. Ciò sarà possibile ammettendo l’equa sintesi che l’Umbanda rappresenta, movimento che è composto da due correnti evolutive. Da un lato gli esseri umani, sull’altro i Deva, la cui partecipazione è manifesta a partire dallo spirito più insignificante della natura fino ai più grandi Orixás.
Tre razze si mescolano, tre pigmenti si fondono affinché, da questa amalgamo possa sorgere il colore della pelle che il brasiliano avrà domani.
Una sub-razza (la settima) è in lavorazione, con un carattere pacifico, intuitivo e chiaroveggente che supera i popoli esistiti sin’ora.
Queste tendenze sono il risultato spirituale del contributo degli aborigeni, l’elemento primitivo che ci ha portato le virtù come ad esempio: azione, decisione e lealtà sul piano fisico.  Possiamo osservare il sentimento di affetto della razza nera e il potere mentale della razza bianca.

Dichiarazione personale di Israel Cisneiros:
“Nel 1958, eravamo a conoscenza dell’esistenza di Caboclo das Sete Encruzilhadas, attraverso il suo medium Zélio de Moraes, nella Tenda di nostra Signora della Misericordia. Così, insieme ad altri compagni, abbiamo deciso di rendere omaggio a lui, come il vero fondatore dell’Umbanda, e dopo 50 anni di attività interrotta, gli abbiamo consegnato una pergamena, come miniatura, in cui abbiamo riconosciuto pubblicamente il suo grande merito religioso”.
Confermato nel 1972, grazie alla psicografia di Omolubá inviata dallo spirito di Ȃngelo de Lys, poeta, autore postumo di decine di poesie  spiritualiste, pubblicata dalla stampa umbandista, questo movimento religioso
dell’ Umbanda è iniziato, a partire all’inizio di questo secolo, nel paese di Araribó, Niterói.

La vera origine dell’Umbanda in Brasile
Alla fine del scolo scorso esistevano a Rio de Janeiro, diversi tipi di culto mondiali che denotavano nitidamente un’origine africana, anche se vi erano già delle differenze portate dagli schiavi.
La magia dei vecchi africani, trasmessa oralmente attraverso le generazioni, si deturpa mescolata con la stregoneria del Portogallo, dove, secondo le parole di Moraes de Los Rios, esistevano sempre incantesimi, preghiere e superstizioni.
La “macumbas”, mista di cattolicesimo, magia nera e molteplici credenze indigene; ha dato forma a un’attività guidata stregonesca lucrativa, il “lavoro fatto” divenne una pratica ordinaria, motivando lo stregone a distruggere gli effetti malefici, mirando a favorire alcuni e danneggiare altri; gli animali da pollaio sono stati sacrificati con le più diverse finalità; si esigevano oggetti rari, o per onorare entità o per soddisfare i bassi elementi astrali. Sempre, tuttavia, obbedendo agli obiettivi primordiali: aumentare il reddito dello stregone o “derubarlo” – la paura era molto in voga – c’erano coloro che non si inchinavano davanti al suo potere o che desideravano fargli concorrenza.
I mentori dell’Astrale Superiore, tuttavia, erano consapevoli di quanto stava accadendo. Organizzarono un movimento destinato a combattere la magia nera, che si stava propagando in modo allarmante; si realizzarono, in primo luogo, classi di umili, più soggetti alle influenze del clima di superstizioni che ha prevalso in quell’epoca.
Si formarono, poi, delle falangi di lavoratori spirituali che si presentarono sotto forma di Cablocos neri e vecchi, per essere più facilmente compresi dalle persone. Nelle sessioni spiritualistiche non furono accettati; perché, identificati in queste forme gli spiriti sono stati considerati in ritardo e i loro messaggi non meritavano nemmeno un commento.
Si avvicinarono anche dei culti del Candomblé, poi chiamato "spiritualismo basso," i macumbas. È probabile che questi, come il Batuques di Rio Grande do Sul, fu accettato, per poter essere utilizzato nel lavoro di magia, come elemento nuovo nel vecchio sistema stregonesco.
La situazione è rimasta invariata sino all’inizio del 1900. Le determinazioni del Piano Astrale, tuttavia, si sarebbero dovute incontrare.
Il 15 novembre del 1908, ci fu una sessione delle Federazione spiritista a Niterói, allora guidata da José de Souza, un giovane di 17 anno, di tradizionale famiglia fluminense. Fu chiamato Zélio Ferdinando de Moraes. u Zélio fu ristabilito dalla sua precedente malattia, la cui origine i medici avevano cercato, invano, di identificare. Il suo recupero causò una sorpresa inaspettata. Né i medici che hanno assistito, né i sacerdoti cattolici avevano trovato una spiegazione plausibile. La famiglia partecipò, dopo il  suggerimento di un amico che si offrì di accompagnare il giovane Zélio alla Federazione.
Zélio fu invitato a partecipare all'Ufficio di presidenza. Iniziati i lavori, si sono manifestati spiriti di schiavi e indiani. L'ufficiale li avvertì di stare giù.
Zélio in quel momento si sentì sopraffatto da una strana forza e sentì la propria voce chiedere perché non erano stati accolti i messaggi dei neri e indiani, e se sono stati considerati ritardatari solo per colore e classe sociale.
Questa osservazione ha sollevato quasi una sommossa. E di seguito ci fu un dialogo acceso, in cui il dirigente del lavoro cercò di indottrinare lo spirito sconosciuto che si era manifestato con argomentazioni sicure.
Alla fine, una delle veggenti ha chiesto di identificare l’entità in quanto gli apparve avvolta in un alone di luce.

I fondamenti dell’Umbanda
Dio Unico - OLORUN o Zambi, il Dio Supremo di Umbanda

Triplice Aspetto – Energia, Vita e Conoscenza, la Trinità di Umbanda

Sette progressive Evoluzioni – Le sette linee di Umbanda
  • Linea dei Devoti
  • Linea dei Sacerdoti
  • Linea dell’Anima
  • Linea di Magia
  • Linea d’Oriente (Karma, reincarnazione e Evoluzione)
  • Linea delle Incarnazioni Umane e Divine
  • Linea degli Orixás

Sette tendenze – o sette Raggi

Professione di fede – Il Credo Umbandista

Potere espresso dalle divinità – I simboli, i sacramenti, i punti di graffiato e cantati

Formule pratiche – I rituali di territorio, le iniziazioni, i pellegrinaggi

Sincretismo: l’Umbanda è sincretica come l’Induismo, accettando senza dogmatismi, le leggi di Karma, Evoluzione e Reincarnazione. Come il Cristianesimo, beve dalla acqua primaria dell’ “Amore l’un l’altro” e dall’Africanismo, dagli Orixás, dal quadro della natura universale.

Influenze: dal cattolicesimo, dallo Spiritismo e dalla Cultura ameríndia.

Il Dio Supremo dell’Umbanda
OLORUN
Essendo l’Umabanda una religione monoteista, OLORUN è un Dio Supremo, il creatore di tutte le manifestazioni cosmiche.
Presente in tutti i momenti di creazione, forza motrice di tutti i sistemi che vanno, dalla più semplice pagliuzza alle più poderose galassie, caratterizzato dal suo amore incommensurabile, vita, bellezza, forza, luce e tutta la grandezza che la nostra mente finita possa capire e concepire.
Padre magnanimo che contempla tutti i suoi figli con uguale interesse, rivelando tutti gli errori, cercando di stimolare attraverso gli Orixás e un gran numero di insegnanti, vere incarnazioni divine, l’esercizio delle leggi immutabili per il creato: Reincarnazione, Karma e Evoluzione, in particolare.
OLORUN non è personale né impersonale, è al di là di entrambi.
Non ha forma, ma un granello di sabbia, una goccia d'acqua, una costellazione di stella, la Via Lattea ci ricordano la sua presenza. Innominabile – ma conosciuto con vari nomi che sono pronunciati con devozione, rispetto e esaltazione. Così Olorun è la Realtà.
Lui sa tutto. Lui è tutto.

“Amado Pai OLORUN,               “Amato Padre OLORUN
Vós estais em mim                        Vi levate in piedi su di me
Eu estou em vós                             Io sono dentro di voi
Mas este eu nada è …”                   Ma questo io è niente …”

Glória a Olorun

Trinità dell’Umbanda
Olorun, il Supremo Dio, si esprime attraverso i tre aspetti: Energia, Vita e Coscienza.
  • Energia: corrisponde a Potere, Attività, Vigore, Fermezza e tante altre modalità che si manifestano, latenti o espresse in tutto ciò che esiste.
  • Vita: ha la sua origine nella grande fonte cosmica che, a sua volta, è rappresentata dal mantenimento degli organismi viventi dal regno minerale al regno animale. L’esistenza è un atto d’amore.
  • Coscienza: è la mente percettiva, e' la voce interna che ci rende calmi nel regno degli uomini, cercando di metterci in corretta sintonia con la realtà umana. Portandoci all' ascesa dello spirito, fino alla separazione, a un laceramento dal creatore.

OLORUN e i sei triplici aspetti:
OLORUN

ENERGIA   VITA   COSCIENZA

MINERAL

VEGETAL

ANIMAL

HOMINAL

LE SETTE PROGRESSIVE EVOLUZIONI – LE SETTE LINEE DELL’UMBANDA

1 linea – Linea dei devoti
Linea devozionale - guarda ben predisposta verso coloro che si riversano nell’Umbanda qualunque sia la classe a cui appartengono, senza distinzione di razza, colore, nazionalità, situazione sociale e credo politico,
per trasformare interamente l'adorazione di un potere superiore governato da Olorun, nel totale rispetto per Orixás, manifestazioni vive e attive in natura, il cui proposito è quello di lottare per una vita migliore e per meglio guidarci, il cui scopo è la realizzazione interiore degli uomini.

2 Linea – Linea dei Sacerdoti
Linea sacerdotale – al suo interno l’Umbanda impone ai pretendenti delle condizioni difficili, l’integrità e la conoscenza, gli atteggiamenti, la purezza, la devozione costante agli Orixás, l'intimità fraterna con il soprannaturale, la tolleranza delle debolezze umane, senza incorrere in arrendevolezza.
Un culto diventa il più degno quando il corpo sacerdotale che lo compone è esercitato con amore, venerazione agli Orixás e totale distacco dalle cose materiali.
La missione dell’individuo nell’Umbanda, il giuramento come Sacerdote esige un lavoro preparatorio, che richiede tre aspetti.
  • Dote mentale in grado di indirizzare coloro che dipendono da lui.
  • Controllo emozionale, avendo il proprio “Io” all’interno, per mantenere intatta la dedizione morale e completa alla causa.
  • Dimostrazione di azione fisica, osservata da tutti che si dovrebbe tradurre nell’allineare il proprio atteggiamento verso gli aspetti materiali sopra menzionati.

Per tanto, è necessario che, per assumere tale investitura, i sacerdoti devono prendere i loro atti con finalità sincere, elevandosi, con l’obiettivo di chiamare i propri fedeli e ottenere la loro dedizione e interesse nel servire l’Umbanda.  
Per tanto lo studio delle religioni comparate, fa parte del curriculum sacerdotale, così che tali competenze possano aiutare nell’esercizio della sua funzione, orientando dignitosamente e sapientemente o devoti, perché l’Umbanda è erroneamente permeata di concetti e condizioni eclettiche che ostacolano il suo vero progresso, come movimento magico-religioso sulla terra do Cruzeiro.
Prima della medianità effettiva, all’inizio di ogni sessione il sacerdote farà una predica di massimo 10 minuti e indirizzata all’assistenza dei fedeli e a parlare della religione dell’Umbanda, del comportamento, dei medium, medianità …

3 Linea – Linea dell’Anima
Linea dell’Anima – tiene conto della comprensione dell’esistenza sul piano fisico; fa parte ora dell’umanità, priva di forma corporea, con l’aspetto di ricompensare e servire con dedizione la causa dell’Umbanda, movimento magico religioso che offre libertà incondizionata a incarnati e disincarnati, espandendo così il proprio stato di coscienza, come quello dei loro simili, attraverso le pratiche e le virtù, che sono innate, contribuendo in tal modo a fare un passo avanti nella vita, la cui destinazione è la gloria del Padre OLORUN.

Sono chiamati “Vecchi neri”, le anime di africani che erano residenti in terra brasiliana nei secoli della sua colonizzazione, in condizione di schiavitù, che guidavano i lavori dell’Umbanda, le anime degli alleati della foresta, i mamelucchi, i meticci e altre etnie del passato e del presente, che a loro volta hanno trovato il messaggio dell’Umbanda, come campo favorevole per ammorbidire gli errori del passato e raggiungere uno stato di evoluzione migliore nella nuova reincarnazione. In tal modo, la legge divina, fornisce loro le risorse e le vite future per avere una detrazione del karma, alleviato in parte dalla pratica del bene, ora esercizio fisico intenso nei lavori dell’Umbanda.
Dai Cablocos e dai loro discendenti possiamo aspettarci la loro dignitosa sincerità, la lealtà, il coraggio, l’audacia nel sostenere la cause del bene comune.
Dai Vecchi neri, sacri eredi del più vecchio continente terreste, la vecchia Africa, l’indole naturale della persistenza, la tolleranza, la gioia, l'affetto e l'atteggiamento comprensivo, verso gli schiavisti di ieri e coloro che hanno preconcetti sociali oggi.

4 Linea – Linea della Magia
Linea della Magia – in tutti i tempi e in tutte le civiltà, la magia aveva un ruolo importante nelle grandi decisioni e anche nell’elaborazione del popolo. La sua pratica spettava solo al copro sacerdotale. È successo in Egitto, India, Caldeia … al fine di ottenere questo tipo di elementi essenziali impegnati sia in positivo che in negativo.
Va notato, tuttavia, che le persone che praticarono al massimo degli splendori, erano gli Atlantidei, che per l'uso e l’abuso, causarono la rovina del loro popolo, ricevendo la punizione come la sommersione del continente in 24 ore, che si concluse con la morte di 64 milioni di persone.
L’Umbanda è soprattutto la magia del ritmo.
Spetta ai sacerdoti e alle guide responsabili lo svolgimento di un rituale in cui la mente e il cuore sono aperti a fini di elevarsi e servire bene e contribuire meglio al piano evolutivo dell’umanità.  

Magia Mimetica – i gesti osservati nei riti praticati dai devoti nei loro templi, cercano di imitare i gesti e anche le caratteristiche specifiche di ogni danza degli Orixà, come sempre accadeva nell'antichità. Occorre notare che, oltre alla natura sacra del culto, essa crea fluidi energetici, materia prima magica da applicare al soggetto, come anche al custode del culto.
Attraverso la magia del ritmo cadenzato, si attraeva in sintonia con la forza vitalizzante del lavoro, maggiore densità nel campo magico, dove si processavano i movimenti mistici di trasformazione dei fedeli.
La danza, il cui senso in primo luogo è sacro, ha lo scopo di mantenere nell’Umabnada la stessa distinzione di un tempo e in tal modo si traduce in verità, tutti i gesti sono imitativi di un senso d’amore e di devozione che si riflette completamente.
I rituali si processano generalmente nel cortile e i suoi effetti fanno presto la loro comparsa in astrale, attraverso il suono, il colore e la forma, elementi indispensabili a formare il campo di forza necessario alla magia mimetica, utilizzata dal sacerdote nel lavoro a lui affidato, da una semplice simpatia ad operazioni più rischiose, dove c’è una intensa e diretta collaborazione degli elementi, degli spiriti disincarnati e delle guide.

Incantesimo magico – la formula magica osservata dall’Umbanda, per quanto riguarda gli incantesimi, può produrre, influenzare e persino costringere taluni atti a coloro che sono stati designati.   
Serve per curare le malattie, suscitare simpatie simili, migliorare la comprensione nelle relazioni tra avversari, migliorare la comprensione familiare e promuovere tante altre cose necessarie sia con scopi buoni o cattivi.
La parola, nell’incantesimo magico è rilevante, perché corregge una forza creativa, in grado di influenzare e modificare le emozioni e i pensieri degli uomini relativamente o permanentemente. Negativa o positiva, la parola, soprattutto, prende fuoco e diventa evidente quando si incorpora nel potente suono modulatore di canti o frasi che riflettono uno speciale stato psichico rilevante.

I suoni delle curimbas, le preghiere, le grida di saluto esclamative agli Orixà, alzandosi in modo omogeneo, disegnano, campi iperfisici vibranti adiacenti, che consentono di soddisfare le i bisognosi, oltre a mantenere la coesioni nei lavori religiosi.
Negli incantesimi magici, la scritta (i segni, i simboli, i rischi, i punti-graffiati ...) ha l’efficacia di un lavoro attivo di coordinamento, pronto a risolvere i problemi che si presentano.
La numerologia, è una scienza apprezzabile, e in modo acutamente chiaro ci dice il significato delle lettere che compongono il nome del soggetto che lo porta, dandoci accenni sulla sua fortuna o sfortuna.

Magia di Amuleti e Talismani – l’amuleto nella vita umbandista è debitamente apprezzato e riveste molto valore. La sua forma può variare e si riempie di “potere” quando è correttamente magnetizzato.
Le guide sono legittime quando derivano da un rituale, riflettono l’influenza che l’Orixà sancisce.
Un talismano è un oggetto che può essere di metallo, legno, pietra o qualunque altra sostanza, può raffigurare immagini, figure, simboli in corrispondenza con i segni celesti destinati a influenzare ogni individuo. La sua carica, per chi lo indossa è un opportunità prodigiosa, e da un sostegno inatteso verso la dipendenza psichica.
Alcuni talismani, se sono ben preparati, hanno una vita piuttosto lunga, altri durano per giorni, settimane o mesi.

5 Linea – Linea dell’Oriente
Linea dell’Oriente – l’Umbanda, è caratterizzata soprattutto dal riconoscimento delle leggi che sono racchiuse nell’Oriente che conservano l’esperienza e la saggezza nei loro arcani.
I grandi spiriti orientali che hanno portato alla cultura occidentale una grande quantità di esperienze, durante il loro pellegrinaggio sul nostro globo, ci hanno insegnato a fare l’Umbanda, dandoci i loro più alti valori e riferimenti, abbiamo con loro un tributo di gratitudine, per portare rifugio nella nostra religione a tre grandi Leggi (Reincarnazione – Karma – Evoluzione) dando così un tocco religioso, una vita attiva e fedele con lo scopo di favorire la creatura umana. Queste leggi sono il sostegno del movimento magico-religioso dell’Umbanda.

6 Linea – Linea delle Incarnazioni Umane e Divine
Linea delle Incarnazioni Umane e Divine – implica il riconoscimento dell’Umbanda nel grado evolutivo. Il nostro globo terrestre è lo scenario per il miglioramento dell’uomo.
La realizzazione divina, è il coronamento della sintesi spirituale, si ottiene così il più alto grado di una vita dedicata solo al tao, la valorizzazione dello spirito umano, attraverso un poderosa dedizione senza limiti, dove tutte le virtù sono esercitate con coraggio e affetto, in modo che alla fine del tempo, tutti potremo raggiungere la divinità sospirata. L’Umbanda è tenuta in grande considerazione da grandi esseri, veri giganti dell’anima, come pietra miliare punteggia l’esistenza della nostra umanità raggiungendo lo stato di Divinità.

7 Linea – Linea degli Orixà
Linea degli Orixà – si rivolge principalmente ai Deva, la cui sottigliezza nel lavoro deve essere apprezzata convenientemente dall’Umbanda. La manifestazione di questi esseri e il loro potere risultano dalle forze cosmiche da loro rappresentate, nel nostro mondo sublunare.
Le  varie scale, che prendono questa forza della natura, in costante attività e progressione, catturano l’attenzione di spiriti incarnati e disincarnati, ridandogli rispetto, perché gli elementali, nella loro varie sfumature di esseri super angelici, fanno tutta la fatica di servire il grande Padre della Creazione, Olorun.


GLI ORIXÀ sono i primi esseri con origine divina, che hanno abitato la terra.

IEMANJÁ
La pulsazione del cuore del pianeta è nel mare. Il flusso e riflusso del mare, nel costante dibattersi sulla spiaggia e sulla roccia, da la misura di questa grande forza opulenta della natura.
Nelle regioni abissali, dove non penetrano neppure i raggi del sole, vivono esseri viventi ignoti con strane conformazioni.
Questo è il regno straordinario di Iemanjá. Signora dell’elemento salato, poderosa entità che nutre e vivifica tutta la fauna e la flora marina. Il suo emblema è la bellezza e il suo regno è composto da molti esseri diversi, sirene, tritoni, ondine e una serie innumerevole di spiriti meravigliosi della natura danno la loro collaborazione nei vari settori a cui sono assegnati.
Iemanjá, signora potente, offre tutto con efficienza e tempestività, nell’Umbanda ha uno dei ruoli più importanti tra gli Orixà.
La sua influenza non è ancora stata misurata opportunamente, dal momento che, in pratica, i suoi immensi poteri non sono stati immaginati, ma è in grado di guadagnare il titolo di cui ha diritto.
Iemanjá è la regina degli oceani, il suo ambito sono i sette mari che a loro volta sono penetrati dal suo potere spirituale.

1 raggio
Elemento = acqua
Metallo = argento
Fiori = preferibilmente di colore bianco (gelsomino, palme, rose, regina della notte …)
Bevande = succo di erbe appropriate, acqua minerale e lo champagne
Giorno = sabato
Colore = argento, azzurro, verde acqua
Offerte = mais bianco
Minerale = acquamarina

NANĀ
Simbolizza il potere della piena coscienza, latente in ciascuna persona. La sua esperienza trascende gran parte del mondo dei morti. L’integrità e la maturità dei suoi gesti è una caratteristica del dono di compiacenza che lei rappresenta.
La docilità del dono della Vecchia Signora riecheggia interiormente, ammorbidendo e rallentando gli istinti più bassi dell’essere umano.
Così lei, con i suoi gesti, sinceri e riposati, indica la strada migliore da seguire e le grandi linee da osservare, quindi è in grado di dare una direzione ai nostri compagni.
La prudenza è la sua prerogativa. Ha il grande merito di canalizzare attributi di tolleranza, amore e comprensione, e soprattutto il personale rispetto a Olorun che risiede costantemente e perennemente in ognuno di noi.
È chiamata Signora della pioggia e del fango, perché porta nei luoghi più remoti della terra il prezioso liquido, attraverso l’evaporazione dei fiumi e dei mari, per l’irrigazione e la concimazione necessaria al pianeta in cui viviamo. Poi non dimentichiamo che l’elemento fango fu la materia prima per la creazione dell’uomo milioni di anni fa.

1 raggio
Elemento = acqua e fango
Fiori = angelica e altri fiori prediligendo il color porpora
Erbe = cespuglio di cipresso e tutte le erbe di Iemanjá
Bevande = acqua piovana, miele, erbe aromatiche, e succo d’uva
Giorno = lunedì
Colore = viola (ampia asciugami, candele oggetti di scena), bianco, azzurro
Offerte = accetta offerte e ringraziamenti ai margini dei fiumi, laghi, mare e nel proprio tempio
Minerale = alluminio

OXALĀ
Riceve tutto il Sole, potere vivificante di Olorun, in modo da poter irradiare la luce all’interno del sistema. Oxalá è una manifestazione del Luogo Solare, è la sveglia della vita, della creazione, dell’amore in tutte le latitudini del sistema a lui affidato.
Grazie a Oxalá, la vita si manifesta in tutti regni fino a raggiungere quello umano. Spetta a lui la grande missione sacrificale a sostegno dei diritti umani … “Quando la religione e i costumi, si corrompono e la non religione prevale, io mi incarno nuovamente”.
L'identificazione di Gesù, del Maestro Galileo, con Oxalá è autentica. Perché il Nazareno dai 30 a 33 anni, dopo la lunga preparazione di reincarnazione, portò  il messaggio d’amore per l'umanità decadente, materialista, separata dai dettami divini e senza nessuna guida sacerdotale degna di credito. Dai 30 ai 33 anni fu interprete fedele di Cristo.
Oxalá raccoglie in sé tutte le responsabilità per la pace e la saggezza prima di Olorun, Creatore increato.
I suoi canti sono morbidi e teneri, non accompagnati da tamburi o altri strumenti, esprimono quasi sempre pace, amore e misericordia. Parlano dei rimpianti, delle colpe, degli errori dei devoti stessi.
Riflettono nelle preghiere recitate o cantate tutta la saggezza e la compassione immensa degli Orixà verso i loro figli.
Sono semplici, ma magicamente sintetizzano tutto il dramma del Calvario e riflettono una rassegnazione divina e sofferta da Oxum, figlia diletta, nei momenti di amarezza, riflettono la passione di ispirazione cristiana sul pianeta terra, e senza dubbio, Oxalá è una divina ed epica rappresentante tra le corti angeliche.

2 raggio
Elemento = fuoco
Metallo = oro
Fiori = e erbe = girasole, sempre verdi, angelica, rosa bianca, palma, mela, pera, uva moscata, caco, cotone, menta, testa del gelsomino, giglio di palude, basilico, frumento, foglie di ulivo, frutto della passione, arnica, foglie d’arancia, citronella, patchuli, malva, rosmarino, alloro
Bevande = acqua, latte, miele, succo di erbe
Giorno = domenica
Mese = due settimane di dicembre sino al 31, la sua data è il 25 dicembre
Pianeta = Sole
Colore = il suo cuore è bianco immacolato e angelico, così come i vestiti, gli asciugamani e i fiori utilizzati dai devoti.
Offerte = le colline, i punti più alti delle montagne sono particolarmente buoni.

OMOLU
È il signore degli spiriti incarnati e disincarnati. Potente Orixà, responsabile degli gli elementi disgreganti, che vengono elaborati e trasformati momento per momento, come espressione della grande alchimia in cui la Vita riunisce e disperde, separa e coagula tutti i valori sensibili, emanati dal grande laboratorio della natura.
Omolu, Signore della Morte, si espande per “Gli otto angoli del Mondo” con l’intento di servire la causa evolutiva degli essere terreni.
Cosciente della grandezza dei suoi scopi, svolge certamente un ruolo importante nel nostro mondo sublunare, attraverso rappresentanti e assistenti.
Il Signore  Omolu è conosciuto con diversi nomi, che elenchiamo: Xapanā, Obaluaiê, Il Vecchio, Signore della Morte, Signore della Distruzione e altri ancora.
Omolu è uno dei più importanti Orixà del pantheon umbandista.
Grande è la sua performance sulle anime degli africani, popolarmente noto come vecchio-nero.

3 raggio

Elemento = Terra
Metallo = piombo
Fiori = garofani rossi
Frutti = abacaxi, fico, tamarindo, limone, arancia, lime, e altri che si distingono per l’eccessiva acidità.
Erbe = barba di vecchio, mastruҫo, velame, foglie di tamarindo, cotiveira, guiné, cambará, aconito, ginestra, fico nero, foglie di lenticchie, foglie di lupini, cannella.
Bevande = succo di erbe, olio di palma, miele e vino rosso.
Giorno = sabato
Pianeta = Saturno
Colore = bianco e nero
Offerte = grotte, luoghi nascosti, sotto i vecchi alteri e lungo i tronchi degli alberi caduti. Non accetta offerte nel cimitero, però, ogni sette anni, gradisce pellegrinaggi personali dentro la necropoli per una riflessione sulla temporalità della vita umana e tutto il resto.
Pietra semi-preziosa = onice
Insegna = croce nera

OXOSSI
È il Signore assoluto di foreste, prati, savane, boschi, dove i fiori infoltiscono una natura feconda, polmoni pieni di terra che hanno il merito di portare cibo vitale prodotto dal raccolto: ossigeno puro dall’aria, oltre a tutti i gas del cosmo.
Il suo regno si estende per tutta la sfera terrestre in collaborazione con suo fratello Ossãe.
Gli abitanti della foresta hanno Oxossi come loro difensore naturale, perché emana amore, vitalità e armonia.
Nessuno Orixà è così altruista nelle proprie azioni, che hanno come conseguenza il ritempramento dell’energia perduta e l’aggiornamento di nuovi ideali di vita.
Dopo Ogun, Oxossi è il più popolare e simpatico degli Orixà. La sua vibrazione nel territorio è accompagnata da manifestazioni di affetto, anche sapendo che “caboclos” “mandriani” e altri spiriti semplici sono, allo stesso modo protetti dal bell’Orixà.
Oxossi è il vivificatore dell’umanità.

4° raggio
Frutti = stagionati, erbe, foglie, radici sono destinati alla cura degli Orixà, e costituiscono la base di tutte le medicine per le malattie dell’umanità.
Erbe = acacia, arruda, foglie di gelso, abre caminho, zenzero, guiné-caboclo, jureminha, cocco, pannocchie di mais bollito con acqua, grappe, vini dolci, gingibirra, e altre bevande preferibilmente fermentate di frutti vari
Giorno = mercoledì
Mese = Gennaio
Pianeta = Mercurio
Colore = verde (per le guide) – per i vestiti, asciugamani e decorazioni
Offerte = posso essere fatte nei boschi, all’ombra di alberi tappezzati di foglie. Naturalmente i doni di tutti i frutti, le erbe e i fiori e di tutta la vita esistente nella foresta, nei campi, nei boschi adiacenti.
Insegna = Arco e freccia

OSSĀE
Presiede al principio di cura della giungla brasiliana. Ossāe, signore delle erbe, il cui potere è immenso e raggiunge prodigi meravigliosi.
Egli è il detentore dei segreti miracolosi di erbe, foglie, radici e tutto ciò che costituisce la flora benedetta,
nella cura delle malattie degli esseri viventi.
Agisce per armonizzare il corpo fisico e astrale e ottenere la cura per i mali che affliggono le creature.
Ossāe è il  signore benevolo delle foreste, che concentra in sé tutta la saggezza e l'applicazione della medicina naturale.
Occorre rilevare che bisogna osservare le erbe con attenzione, vedere l’esatta lunazione e le influenze astrologiche di ogni erba, in relazione alla potenza che concentrano.
Lo stesso vale per radici e foglie. Mentre le radici, in alcuni casi sono utili per trovare cure diverse, le foglie ricevendo i raggi solari, danno dei benefici energetici e adatti a vari disturbi.
Se potessimo comunicare con l’Orixà delle erbe avremmo molto da apprendere per migliorare la nostra vita, avremmo una guida che ci conducerebbe all’interno della nostra flora e non solo come medicina ma anche come strumento per imparare a comporre un elisir vigorizzante, donandoci spiritualità e rendendoci simili agli esseri superiori che ci guidano attraverso la natura e la nostra immensa foresta.

4° raggio

XANGȎ  
Detentore del 5° raggio, agente diretto del karma, la sua importanza aumenta attraverso i millenni.
Equità, equilibrio e giustizia, perseveranza e prudenza sono irradiati in tutto il pianeta.
Xangȏ si manifesta attraverso l’aspetto fisico delle catene montuose, massi, cave o rocce, che si estendono ai quattro angoli del mondo.
Dalla cime della più alte formazioni Xangȏ controlla, assiste e coordina con prontezza, tutto lo splendore di tempesta, tuoni e fulmini e tutte le fiamme, manifestazioni ardenti del fuoco nello spazio siderale.
 Il grande Orixà troneggia incastonato nella pietra ai confini del mondo, la sua missione è quella di mettere in guardia gli uomini sulla necessità di fare giustizia, con maggiore consapevolezza e comprensione delle proprie condizioni individuali e di conseguenza dell'umanità terrestre.

5° raggio
Elemento = Fuoco
Metallo = stagno
Fiori = geranio, chiodo di garofano, maggiorana e gelsomino
Frutti = abacaxi e ananas
Bevande = succo di erbe e birra scura
Giorno = giovedì
Mese = Giugno
Pianeta = Giove
Colore: marrone, nei vestiti, tovaglie, guide (collane), decorazioni e fiori offerti

IANSà 
Il senso di decisione è la caratteristica più pronunciata di Iansã. Dea dei venti e delle tempeste. Nessun altro Orixà ci spinge così tanto a prendere una posizione nella nostra vita.
Quanto più alte ed elevate sono le nostre intenzioni, quanto maggiore è la possibilità di meritare il suo aiuto. Signora della Scienza e della decisione, ci spinge continuamente ad attuare una riforma interiore, per  giustificare una vita corretta e un costante miglioramento, guidandoci verso un cammino di amore, di verità e di giustizia.
Regina di venti e tempeste, attraversa i quattro angoli della terra, dimostrando la sua volontà decisionale agli esseri viventi, e soprattutto, scatenando nell’uomo incertezze e avversità morali, cerca di spingerlo verso l’interno con il risultato del risveglio alla vita soggettiva.
La bella Orixà è una propagatrice fedele degli ideali di giustizia di Xangȏ, inoltre è di supporto in studi di ricerca scientifica e delle belle arti sul pianeta Terra.

5° raggio
Fiori = accetta tutte quelle sfumature che portano il color corallo
Frutti = cambucis, ciliegie, lamponi, ribes e melograni
Erbe = Umbaúba-prateada, vassourinha-de-Iansã, fiore di corallo bambù e altri
Bevande = succo delle proprie erbe e frutti
Giorno = Giovedì
Mese = Agosto
Colore = corallo, che copre i vestiti, asciugamani, “guide” (collane) e oggetto di scena, marrone
Offerte = devono essere messe avvolte su alte pietre, o nei pressi di un boschetto di bambù
Minerale = corallo

OXUM
Presiede alla devozione e all’amore materno, alla rispettabilità e dirige consciamente verso relazioni armoniche tra gli esseri umani.
Signora dell’acqua dolce, dei fiumi, dei ruscelli, di laghi e corsi d’acqua, è il simbolo della costante ricerca dei valori della famiglia, che lottano per la concordia universale della famiglia, che la collegano con la dolcezza e il vero amore.
Reggente del 6° Raggio – Amore e Devozione – è in costante relazione con Oxumarê, sua sorella, lavora in favore dei bambini che cominciano ad avere pensieri rivolti alla tolleranza e alla dolcezza; desidera la semplicità, senza ostentazioni, fedele in tutti i casi, elevandosi alla più abnegata rassegnazione.
Oxum è la tenerezza che avvolge le creature. La sua grazia, i suoi canti,  il suo modo di danzare, mai sensuale, è la presenza di umiltà e di madre premurosa per tutti i devoti.
Oxum è la dolce mediatrice dei bambini fino al grande padre Olorun. La sua semplicità, non è mai in dubbio, comprende migliaia di prove d’indulgenze e benefici per tutti gli esseri, senza distinzione di alcun tipo, in attesa di ricevere, la loro essenza, che segue la via della realizzazione.
Signora dell’amore perenne e dei valori eccelsi, sempre pronta e generosa a donare ai figli della fede tutta la virtù che possiede.
Oxum porta la sua manifestazione attraverso le acque dolci.
La sua presenza nei corsi d’acqua è una costante, che si estende anche ai piedi delle cascate e sulla superficie dei fiumi, dove si riflette un cielo pieno di promesse e scintillanti stelle divine.

6° raggio
Elemento = Acqua
Fiori, Frutti e Erbe = lirio, violetta, mal-me-quer, alamanda, ipê giallo, oriri-de-oxum, malva rosa, narciso, maҫa, tâmara, balsamo, amore perfetto, bacche di sambuco, banane oro e argento.
Giorno = Venerdì
Mese = Maggio
Pianeta = Venere
Colore = giallo
Offerte = sulle rive di fiumi o anche sulla parte superiore delle acque

OXUMARÊ
Dalla distribuzione dei doni a ciascun Orixà è sceso a Oxumarê, per ordine di Olorun, il compito di stabilire il legame tra il potere fisico, iperfisico e cosmico.
Il pianeta Terra con la sua umanità non è ancora adeguatamente preparato per quanto riguarda i regali dello spirito, abbassa i livelli elevati del grande arco superiore dei sette colori, prodotto dalla rifrazione della luce solare, in cui ciascuno di essi è contenuto con vari gradi di grandezza ed elevazione spirituale, di cui gli esseri umani sono carenti. Essendo la figlia di Nanā, desidera iniziare dal fango e portare i devoti all’infinito.

Oxumarê è diventata il simbolo, di un arco che si estende e connette lo spazio e la Terra, il potere divino e la debolezza terrestre, scopo di tutta la mente divina per il beneficio di tutto ciò che di elevato si presti a concepire il bene del nostro spirito. 
Dato il suo carattere molto particolare, le sue connessioni cosmo-terra, la non appartenenza ai devoti, riceve così poche offerte e oblazioni a differenza degli altri Orixà.
La venerazione di questo Orixà dovrebbe essere fatta attraverso la mente, con il pensiero, con canti e desideri di armonia perenne, amore, pace, preghiere e danze.
Oxumarê risiede con Oxum, nello stesso raggio (lilla, rosso, indaco, azzurro chiaro, arancio, verde e giallo). Questi colori, correttamente applicati dai sacerdoti in Umbanda, lavorano per la cura degli organi malati.

6° raggio
Elemento = Aria
Fiori = di tutti i colori
Giorno = Martedì
Pianeta = Mercurio
Colore = i colori dell’arcobaleno
Offerte = solo all’interno del suo tempio, mais
Minerale = zaffiro

OGUN
Il Signore della Guerra. Alle richieste presta il suo valore. Nei combattimenti, nella lotta è il più potente e agguerrito degli Orixà.
Regna sul 7° raggio – Rituali e magia – che influenza l’energia in tutti gli esseri, dallo spirito più elementare della natura al più evoluto elementale.
È oltre la moltitudine di spiriti umani disincarnati che lavorano nella banda generando sentimenti spinosi, difficili e complessi quasi sempre inferiori a quello incarnato sul pianeta. 
Il suo campo d’azione è eterico-astrale, dove agisce con discrezione, sottoponendo tutto e tutti alla sua volontà, accogliendo la chiamata dei bisognosi in nome di una giusta causa.
Monta un brioso destriero bianco, simbolo della vita umana, riflettendo sulla cintura d’argento la grandezza della sua missione piena di pericoli, ma è sempre vincente.
Il suo mantello rosso fluttua al vento, armato di lancia e spada, è il messaggero di Oxalá che è suo fratello.
È importante informare ogni figlio della fede che Ognu in Umbanda, schiude al richiedente la ricerca della divinità, la sua mente verso l’azione risoluta di mille battaglie, verso il giusto atteggiamento, fino alla vittoria finale.
Come un cavaliere medioevale, Ogun si presenta dunque, concitando i fedeli verso la conquista dei più alti valori morali, è una cruenta scalata, una lotta incessante per sbaragliare orde di nemici, dove si incontrano i sentimenti più luridi e inferiori, come: lussuria, egoismo, rabbia, maldicenza, vendetta, orgoglio, vanità, inganno, e un numero incalcolabile di altri mostri che abitano e convivono con l’anima umana.
Ogun è forza e potere. Con lui il “figlio delle fede” potrà scoprire i più alti ideali dello spirito.
Signore dei rituali, la casta sacerdotale ha, nel grande Orixà, pieno supporto come maestro di magia.
Ogun dirige il lavoro per comprendere l'evoluzione dei vari regni elementali della natura, mettendo in evidenza la sua azione multiforme in fiumi, mare, boschi, ingressi e uscite delle città, supervisionando tutti gli incroci e mettendo se stesso al centro, dove comunica la massima espressione del suo potere.

7° raggio
Elemento = Terra
Metallo = Ferro
Fiori = rosa rossa (e altri fiori della stessa tonalità)
Erbe, foglie, fiori, frutti in particolare = assenzio romano, comigo-ninguém-pode, la spada di ogun. Finocchio romano (foglie), cipolla, jurubeba (foglie) maga tipo espada, cresta di gallo, pinhão viola
Bevande = succo di erbe, miele e birra chiara.
Giorno = martedì
Mese = aprile
Pianeta = Marte
Colore = rosso
Offerte = in prossimità di fiumi, spiagge, il centro di boschi, i bordi della strada dove in preferenza passa una linea ferroviaria.

IBEJES
Rappresenta l’infanzia, dato il suo carattere ingenuo e infantile, non è viziata da abitudini inferiori ed è lei a riflettere sulle macchie di tutto il mondo, quindi, si distingue per la sua indole virtuosa come: la semplicità, la generosità, il potere naturale di comunicazione, il rifiuto di ogni forma di pregiudizio e il suo trattamento è spontaneo e uguale per tutte le età e classi sociali.
Tuttavia, data la sua tendenza egualitaria, sono i grandi servitori dell’Umbanda, titolari di poteri magici, che cercano di ammorbidire la vita travagliata di chi chiede aiuto.
Ibejes nei suoi apparenti scherzi, a volte irresponsabili e irreverenti, realizza un lavoro di grande importanza per i devoti, il cui significato sfugge ai non addetti al lavoro.

La natura esprime i propri disegni a propria discrezione, assume le più svariate forme e manifestazioni, tra le quali si nota la presenza curiosa e sorprendente di esseri che noi chiamiamo con il nome di Ibejes, nel cui lavoro di soccorso è coinvolto, in un gioco più sottile il bambino, con la sua grazia innocente che purifica le menti.

Per il bene della verità, va detto che in quasi tutte le "sessioni per bambini" non sono esattamente le Ibejes (spiriti della natura) che abbiamo descritto, ma spiriti piuttosto giocosi, bambini disincarnati in giovane età, senza contare la vastità dell’animismo, frequente nel territorio, senza vigilanza e zelo per la tecnica medianica.
Le Ibejas non figliano: questo significa che nessun “figlio della fede” può essere figlio di Ibejes.
Già gli spiriti che lavorano in questa età, sono amici disincarnati che amano fare favori  all'infanzia e alla forza magica, con compiti provvidenziali come ad esempio: guarigioni, ritrovamento delle cose perdute, riconciliazioni, incontri …

7° raggio
Fiori = Miúdas e multicolore
Frutti = tutti, purché dolci
Bevande = acqua zuccherata, miele e bibite analcoliche dolcificate
Giorno = Domenica
Mese = Settembre
Colore = rosa, verde, rosso e blu
Offerte = dolci di tutti i tipi, giocattoli diversi, ornamenti con varie candele colorate del tipo usato per le feste di compleanno. Piazze, giardini e vicino a scuole dell’infanzia
Guide (collane) = intercalati i colori verde, perline rosa, rosso e blu



1° raggio – Respiro Creativo – IEMANJÁ / NANĀ
Le forze che agiscono sulla luna provengono da due fonti che sono planetari: Vulcano, la cui funzione è quella di agire sull’uomo comune e non evoluto, Urano che opera sull’uomo dotato di intelligenza sviluppata, capace di un miglioramento rapido nel percorso evolutivo.
Sta a questi Orixàs, stimolare il destino della vita, nelle loro molteplici manifestazioni che vanno oltre l'espressione infima della vita al più potente degli esseri creati.
La luna è un corpo morto, la sua attenzione sulla terra non poteva che esprimersi con l'intermediazione di altri pianeti, essendo una particella dello stesso Sole, nelle notti di luna piena, dove la dea degli amanti splende e illumina la sua faccia.

2° raggio – Pace e Saggezza – OXALÁ
Mai come ora, l'umanità ha così bisogno di pace, rivolgendoci alla vita inferiore ci dimentichiamo i precetti aurei, che elevano e nobilitano l’essere umano, per esclusiva mancanza di saggezza.
L’uomo, stordito dalle dispute della quotidianità, gli aneliti e i desideri indicibili, ci fanno dimenticare il grande destino, e è indicibile dimenticarlo, determinando così sul proprio diario, il bilancio delle proprie introspezioni.
Lo splendore del re degli astri, il Sole, presta le azioni a questo meraviglioso Orixà, che ha gli stessi atteggiamenti in consonanza con le readioni di Olorun.

3° raggio – Potere di Trasformazione – OMOLU
Il grande laboratorio della natura amministra il grande Orixà Omolu, Signore della disintegrazione e agente karmico, a cui tutti gli esseri viventi sono subordinati.
La persistenza della sua azione non passerà inosservata, il suo potere si estende a varie forme fisiche terrestri, consentendo quindi il rilascio di molecole che, a sua volta, costituiranno i nuovi corpi.
Il pianeta Saturno influisce decisivamente sulle prestazioni del Signore Omolu,

4° raggio – Potere Manutentore – OXOSSI / OSSĀE
Per creare il pianeta Terra, Olorun stabilì che lo stesso avrebbe avuto un professionista responsabile della potenza, e per tale posizione è sceso Oxossi, re di tutti i gas cosmici.
Questo attributo, che da a questo Orixà tale merito, lodandolo di una maggiore potenza, dal momento che l’uomo, nella sua avidità e cattiveria, insiste nello sterminare e distruggere co9n un audacia senza precedenti, tutto il proprio patrimonio, la fauna e la flora.
Mercurio è il pianeta che influenza la reggenza di Oxossi.

5° raggio – Armonia e Giustizia - XANGȎ / IANSà 
Il potere che enfatizza questo Orixà si traduce bella bilancia della giustizia che usa con giudizio e al fine di risolvere, punire inadempimenti e riconoscere coloro che hanno meriti.
Essendo l’agente del karma, la sua propensione è portare equilibrio alle azioni umane, aiutato da Iansā, la cui sentenza è: Scienza, e Determinazione.
Nell’esercizio del suo potere è influenzato da Giove e Plutone.

6° raggio – Amore e Devozione – OXUM / OXUMARÊ
Oxum riceve un influenza meravigliosa dal pianeta più brillante del firmamento, conosciuto con molti nomi: Stella Vesper, Stella del mattino, Stella dell’alba, Lucifero, il portatore di Luce e a volte conosciuto come Venere.
È il benvenuto perché, in cielo, la stella luminosa del Pastore, era l’astro che i Caldei Pastore adoravano tra molti altri.
La sua comparsa sullo schermo siderale corrisponde alla nascita dell'alba che risveglia la generosità e la tendenza verso un Amore divino, ammorbidendo, in qualche modo la vita degli esseri umani.

7° raggio – Rituali e Magia – OGUN
Ogun è l’espressione della volontà di manifestazione interna ed esterna. Si assicura il suo potere attraverso il cerchio, che rappresenta la volontà di ospitare l’esperienza attraverso la sintesi rituale. 



Fonte: Fondamentos de UMBANDA - OMOLUBÁ




Altro testo:
Fundamento de Umbanda - Fernando Guedes