I. L’ASSOLUTO
Immaginiamo una palla di ferro rovente che
rappresenta l’unità. La sua composizione, peso, forma, temperatura e
radiazione, costituiscono una cosa, un essere. Ma il suo effetto su tutto
quello che la circonda si sviluppa secondo tre fattori:
- essa li illumina e li riscalda in proporzione inversa al quadrato della sua distanza (radiazione)
- li spinge in proporzione diretta alla sua massa (attrazione)
- li influenza dopo un intervallo in proporzione diretta alla sua distanza (tempo)
Se la sua massa e la sua radiazione sono costanti,
allora questo terzo fattore, sebbene presente, rimane invisibile ed
incommensurabile.
Ma per tutti gli oggetti che sono in rapporti
diversi con la palla radiante, l’effetto combinato di questi tre fattori sarà
diverso e distinto. Così le variazioni nell’effetto dell’unità radiante,
attraverso l’azione reciproca di questi tre fattori, diventano infinite.
Qui abbiamo collocato due cose: una unità radiante
ed il suo ambiente. Immaginiamo ora una singola palla il cui polo sud sia
arroventato ed il cui polo nord sia allo zero assoluto. Se supponiamo che
questa palla o sfera sia fissa nella forma, quantità e massa, più grande è il
calore del polo sud, più grande è la rarefazione della materia nelle sue
vicinanze, e di conseguenza più grande è la condensazione della materia in
vicinanza al polo freddo. Se il processo va avanti all’infinito, la radiazione
e la massa si separano completamente, il polo sud si presenta come se fosse
radiazione pura, ed il nord massa pura.
Ora, proprio
all’interno della sfera stessa, questi tre fattori – radiazione,
attrazione, tempo – creeranno un numero infinto di condizioni fisiche, un
numero infinito di rapporti fra i poli. Le tre modificazioni dell’unità avranno
creato infinite varietà.
Ogni punto della sfera riceverà una quantità
precisa di radiazioni del polo sud, sentirà un preciso grado di attrazione dal
polo nord, e sarà separato da entrambi i poli (sia nel ricevere gli impulsi che
nel rifletterli) da periodi precisi di tempo. Questi tre fattori, insieme,
formeranno una formula che fornirà una definizione perfetta di ogni particolare
punto della sfera, e che indicherà esattamente la sua natura, le sue
possibilità e le sue limitazioni.
Se chiamiamo cielo il polo sud, ed inferno il polo
nord, abbiamo un’immagine che rappresenta l’Assoluto della religione. Ora,
tuttavia, il nostro compito è quello di applicare questo concetto all’Assoluto
dell’astrofisica, q quel quadro del Tutto che la scienza moderna sta tentando
di vedere attraverso le smisurate distanze e le inimmaginabili durate che si
aprono davanti a lei.
Dobbiamo immaginare che l’intera superficie della
nostra sfera universale, con i suoi poli di radiazione e di attrazione, si
cosparsa di galassie in crescita, e che l’intera superficie del Sole sia cosparsa
di mulinelli di fuoco. Questa “crescita” delle galassie vuol dire espansione da
un polo di assoluta unità di luce ad una infinita estensione di molteplicità e
di distanza; poi una nuova contrazione verso un polo di assoluta unità della
materia. Ma i poli di luce e di materia sono solo gli estremi opposti dello
stesso asse. E tutta questa “crescita” è solo la superficie dell’universo nell’eternità”[1].
Questa sfera universale non è sottoposta né a
misurazioni, né a logiche umane. I tentativi di misurarla in modi diversi si
sono dimostrati delle assurdità, e deduzioni ugualmente plausibili su di essa
conducono a conclusioni diametralmente opposte. E questo non è sorprendente se
ricordiamo che è la sfera di ogni possibilità immaginabile e inimmaginabile.
Da un punto di vista tutte le galassie, tutti i
mondi possono essere considerati come in continuo lento movimento dal polo
della radiazione, all’equatore della massima espansione, per decrescere di
nuovo al polo finale della massa.
Da un altro punto di vista, può essere la
forza-vita, la consapevolezza dell’Assoluto stesso, che crea questo eterno
pellegrinaggio. Inoltre, come conseguenza della nostra definizione dell’Assoluto,
tutte le parti, le possibilità, i tempi e le condizioni di questa sfera
universale devono esistere insieme, simultaneamente ed eternamente, sempre
cambiando e sempre restando le stesse.
In una tale sfera tutti i concetti della fisica
antica e moderna possono essere uniti.
L’intera sfera è quello spazio chiuso postulato per
la prima volta da Riemann. La nuova idea di un universo in espansione, che
raddoppia le sue dimensioni ogni 1300 milioni di anni, è una espressione del movimento
dal polo della radiazione verso l’equatore della massima espansione.
Tutto quello che possiamo dire con certezza è che l’Assoluto
è Uno, e che dentro questo Uno, tre forze, che si differenziano come
radiazione, attrazione, tempo, tra di loro creano l’infinito.
Fonte: Le influenze celesti di Rodney Collin
https://www.macrolibrarsi.it/libri/__le-influenze-celesti.php?pn=2028
[1] Vedi “Cosmologia
moderna” di George Gamow in Scientific American, marzo 1954
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