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lunedì 18 novembre 2019

Il ricordo di Sé - Robert Earl Burton

L’attrito

L’immaginazione e l’identificazione sono due consueti avversari del ricordo di sé. Ci tormenteranno per tutta la vita e si impadroniranno dello spazio che dovrebbe essere riservato al proprio sé.

Per svegliarsi si deve produrre tensione nella macchina, ma la maggioranza della gente dorme e non produce abbastanza tensione da trasformare e quindi da potersi risvegliare.

Quando l’attrito diventa estremo possiamo soccombere o diventare indifferenti.
Quando l’attrito è intenso possiamo dimenticarci che si tratta di un dramma; quando cessa, ci rendiamo conto che lo shock aveva lo scopo di fare luce sull’identificazione e sviluppare i centri superiori. Non c’è modo di evitare la sofferenza, con o senza scuola. C’è stato dato un cuore che può sopportare molta sofferenza.
Qualche volta è impossibile prendere le distanze dalla negatività che stiamo provando. Il controllo, però, comincia dall’osservazione. Come suggerì Rodney Collin, quando si è identificati e sotto grande stress, bisognerebbe cercare di ricordare che si ha a disposizione un’alternativa più alta: il ricordo di sé. Quando un uomo numero quattro trasforma la sofferenza, è come se stesse facendo il lavoro di un uomo numero cinque non ancora completo.

Come si può attrarre su di sé l’attrito necessario per essere più svegli?
Introducete nella vostra vita della sofferenza volontaria che non sia appariscente. Le pressioni artificiali aiutano a ricordare sé stessi. Trovate dei modi per fare più sforzi: non sprecate tempo.

La propria moralità meccanica pensa che l’attrito sia una punizione, ma l’Influenza C elargisce la sofferenza non per punire, bensì per dare l’opportunità di trasformarla in un corpo astrale e in un’anima. Lo scopo non è quello di soffrire; tutti soffrono. Lo scopo è trasformare la sofferenza in un corpo astrale.
Se ricordiamo noi stessi mentre proviamo attrito, assimileremo la sofferenza.

Opporre resistenza all’attrito è meccanico, trasformarlo è divino.

Il solo sopportare l’attrito indica che si è raggiunto il livello di maggiordomo. 


Fonte: Il ricordo di Sé - Robert Earl Burton





https://www.macrolibrarsi.it/libri/__il-ricordo-di-se.php?pn=2028

lunedì 12 agosto 2019

Il ricordo di sé – Robert Earl Burton

Come possiamo fotografare con precisione l’energia sessuale?

Nella macchina il centro sessuale è il deposito di energia. Appartiene a un diverso ordine di creazione rispetto agli altri quattro centro inferiori.
Il centro sessuale è un meccanismo destinato a raffinare i materiali, incluso il cibo che si consuma, l’aria che si respira e le impressioni che si ricevono. Meccanicamente assiste i quattro centri inferiori, ma il suo obiettivo più alto e invisibile è di essere utilizzato per ricordare sé stessi.
Il centro sessuale trasforma gli idrogeni in energia più raffinata e, grazie al ricordo di sé, i prodotti della trasformazione entrano nella ghiandola pineale, chiamata da Descartes “il Trono dell’Anima”. Il lavoro sbagliato dei centri usa malamente l’energia sessuale. È difficile fotografare il centro sessuale per via dell’alta velocità a cui opera, ma una spia che può metterlo in evidenza è l’aumento di fervore nelle proprie attività. Se, per esempio, ci si muove troppo velocemente e ci si sente elettrici, vuol dire che il centro sessuale è entrato in uno o più centri. In generale, ciò succede quando uno ha riposato troppo e non si è sforzato abbastanza durante il giorno. Ci si può liberare dell’energia sessuale in eccesso rimanendo svegli più a lungo. Se ci si è proposti di andare a letto a mezzanotte, si può cercare di aspettare fino all’una. Si può usare l’energia sessuale per i quattro centri inferiori o per quelli superiori, o per entrambi. Noi cerchiamo di servircene principalmente per i centri superiori e usiamo l’energia sessuale al meglio quando trasformiamo le emozioni negative in un corpo astrale. La maggior parte della gente si serve dell’energia sessuale per la procreazione, che rappresenta un’espressione incredibile del centro sessuale e degli altri centri. La procreazione è in un certo senso sublime; sublime fino al punto che la stragrande maggioranza dell’umanità è poco o nulla propensa ad andare oltre, verso il divino. Il sesso, come la religione, mantiene l’uomo addormentato. Il sesso ha una sua collocazione; un’anima in ascesa può riuscire bene con o senza di esso. L’uomo saggio se ne serve principalmente per creare il suo corpo astrale.
Se controlliamo l’immaginazione e l’espressione delle emozioni negative, si trasforma l’energia sessuale, poiché non si può opporre resistenza a queste forme ostinate di meccanicità senza ricordo di sé.
A un certo livello il centro sessuale è destinato ad accendere la ghiandola pineale, la sede dell’anima, attraverso la trasformazione dell’energia sessuale. La natura ha dotato l’uomo di un’enorme quantità di energia sessuale e in natura, quando da un singolo albero viene lasciato cadere un grande numero di semi, ci troviamo di fronte a un disegno simile; ogni singolo seme potrebbe diventare un albero, ma pochi in realtà lo divengono. Generalmente il centro sessuale può essere fotografato solo dai centri superiori e anche così si tratta di un processo difficile per via della natura esclusiva di questo cervello.
Tutte le nostre manifestazioni dipendono dall’energia del centro sessuale. I centri superiori, l’essenza e la personalità richiedono l’energia del centro sessuale, così come le emozioni negative, l’immaginazione e l’identificazione. In tal modo le nostre vite si basano sullo sforzo di indirizzare le energie del nostro centro sessuale ai centri superiori. L’energia sessuale può essere usata per l’unione fisica, per la trasformazione o per entrambe.
Più si parla, meno sono le probabilità di attuare ciò di cui si sta parlando, perché le parole hanno la tendenza a sostituirsi alla realtà. Possiamo insegnare con le azioni altrettanto bene con le parole. Siate riconoscenti quando le parole che scambiamo fra di noi diventano essere.

Fonte: Il ricordo di sé – Robert Earl Burton





domenica 27 gennaio 2019

Il ricordo di sé – Robert Earl Burton

Essere presenti

Non c’è miracolo più grande dell’essere presenti. Tutto ha origine da questo e in virtù di questo niente ha mai fine.
Cosa significa il termine ricordo di sé? Significa che il vostro sé addormentato si sta ricordando di essere sveglio. La fine è un’illusione perché il presente è eterno. Essere presenti dove si è, questa è la semplice storia della propria vita.
Ogni piccolo momento, privo di apparente importanza, è la nostra vita; semplicemente essere seduti cercando di essere presenti.
È difficile essere presenti, eppure nella nostra vita tutto permane incerto tranne il presente. Guardiamo al futuro pensando di poterci trovare più di quanto sia qui. Insegnando il futuro elusivo o indugiando nel passato, l’uomo finisce per aggirare il presente. Quello che dovremmo desiderare è il presente, ma quello che la macchina vuole è tutto tranne il presente. Dobbiamo continuare, incessantemente, a rinnovare il presente; abbiamo dedicato le nostre vite a questo scopo.
Non potete essere presenti alla vostra destinazione se non lo siete en route.
Quando ho degli “Io” che vorrebbero essere da un’altra parte, ho imparato a convertirli immediatamente nell'essere presente, perché la macchina non è mai soddisfatta di dove si trova. In un certo senso è una fortuna che gli “io” si ripetano e siano chiaramente così privi di spessore. Gli “Io” rendono ovvia la sostanza della vita, poiché le cose più assurde cercheranno di portarci via dal presente. Più assurde sono meglio è, perché allora ci rendiamo conto che non vale la pena di perseguirle.
La macchina non può essere presente, così va in cerca di alternative; questo è il suo destino. Benché la macchina sia di solito insoddisfatta del presente, questo giorno è importante quanto qualsiasi altro giorno da qui a trentanni; almeno oggi è certo.
Durante il concerto mi è venuto in mente un “Io” interessante: “Che cosa vuoi?”, diceva. E la risposta è stata: “Solo essere presente, nient’altro”. Nulla è paragonabile al ricordo di sé e nulla esiste veramente senza di esso. A volte, grazie al ricordo di sé, tutto quello che cade sotto i nostri occhi si trasforma in poesia facendo eco al paradiso: i fiori, la luce che cade sull'erba. Pensate solamente a quante sottili sfumature di verde esistono in natura.
Le nostre cene sono come essere su una nave in mezzo al mare; non c’è altro posto dove andare e quietamente ci insediamo nel presente.
Uno degli aspetti più piacevoli del cenare insieme è l’essere qui, non sentire la macchina che è insoddisfatta del momento, non avere il desiderio di trovarsi da qualche altra parte. I quattro centri inferiori sono più ben disposti adesso, in presenza di qualcosa di più elevato. La consapevolezza ha gradi e la nostra, adesso, è forse più elevata di quanto non lo sia stata in qualunque altro momento della giornata. Stiamo ancora cercando di essere presenti e questo momento non si ripresenterà mai più.
Non ne abbiamo ancora parlato stasera, ma il ricordo di sé si profila costantemente dietro ogni nostra azione. Quando si cerca di essere presenti non importa se si sta parlando delle Elegie duinesi di Rilke o della sedia a rotelle di uno studente, perché il ricordo di sé permei le proprie azioni. Questa è la ragione per cui la Quarta Via è messa in pratica principalmente nella vita ordinaria.
Lavoriamo solo ogni giorno per essere presenti e nessuno di voi dovrebbe prendere alla leggera gli sforzi compiuti alla fine di un giorno.
Tutti abbiamo fatto quello che potevamo per il nostro sé, la scuola è l’Influenza C. Non possiamo cambiare gli eventi, ma possiamo cambiare noi stessi. Mettete a fuoco senza bisogno di parole; non identificatevi con gli eventi, trasformateli e siate presenti.
Tutto, tranne il proprio sé, è relativo e soggettivo. Quando si è presenti si è oggettivi, nel senso che l’unico obiettivo che si ha è il proprio sé.
È importante essere diligenti nel cercare di essere presenti, ma senza forzare troppo perché potreste diventare un ostacolo per voi stessi. Fate tutto ciò che potete per essere presenti, ma senza eccessiva tensione perché anche questo mette a repentaglio il ricordo di sé.

Fonte: Il ricordo di Sé di Robert Earl Burton