Translate

mercoledì 21 maggio 2014

Frammenti di un insegnamento sconosciuto - P.D. Ouspensky

La psicologia si occupa di uomini, ma gli uomini sono macchine per cui serve prima studiare la meccanica, conoscere la propria macchina. Liberarsi dal falso per edificare il nuovo altrimenti sarebbe edificato su una fondamenta falsa. Nessun può fare! Tutto accade. Per fare bisogna Essere.
Per dire la verità bisogna conoscerla e conoscere la menzogna e in primis conoscere la menzogna in se stessi.
Siamo in una prigione invisibile, e pensiamo di essere liberi.

Affinché si viva dopo la morte deve esserci una certa indipendenza dalle influenze esteriori.

Il CORPO ASTRALE è ottenuto per FUSIONE, ossia grazie ad un duro lavoro. Noi non nasciamo con un corpo astrale. Se lo costituiamo può vivere post-mortem e rinascere in un corpo fisico. Se non rinasce, con il tempo muore (certo ci vuole molto tempo).
Fusione = unità interiore. È ottenuta per frizione, ossia la lotta tra si e no. Se in noi tutto accade, senza una dura lotta l’uomo resta una macchina. Se c’è lotta qualcosa in lui si cristallizza.

La paura del peccato, la fede fanatica in un’idea può provocare una lotta intensa tra si e no e un uomo può cristallizzarsi su tali basi sbagliate.
Occorrono sacrifici, ma quando la cristallizzazione è avvenuta non occorrono più.

L’uomo è composto di 4 corpi, costituiti da sostanze che diventano sempre più sottili, si compenetrano e formano 4 organismi indipendenti aventi tra loro una relazione ben definita ma capaci di azione indipendente.

1 corpo = fisico
Carnale
Carrozza
Corpo
2 corpo = astrale
Naturale
Cavallo
Sentimento/Desiderio
3 corpo = mentale
Spirituale
Cocchiere
Pensiero
4 corpo=causale[1] 
Divino
Padrone
Volontà
[1] Corpo che ha in sé le cause delle sue azioni ed è indipendente dalle cause esteriori

Tolto il corpo fisico, gli altri più sottili non li abbiamo dalla nascita ma richiedono una cultura artificiale.
(Gurdjieff spiegherà poi che questi corpi esistono in noi alla nascita solo in potenza, ma necessitano di essere sviluppati)

L’uomo è complesso: è formato da 4 parti che possono essere collegate, non collegate o mal collegate.
La carrozza (corpo) attaccata al cavallo (corpo astrale/desiderio) per mezzo delle stanghe; il cavallo al cocchiere (corpo mentale/pensiero) per mezzo delle redini; il cocchiere al suo padrone (corpo causale/volontà) per mezzo della voce di lui.
Ma il cocchiere deve udire e comprendere la VOCE DEL PADRONE, deve sapere come si guida; e il cavallo deve essere addestrato ad obbedire alle redini.

Tra le 4 parti di questa complessa organizzazione esistono 3 collegamenti, 3 legami.
Se uno solo di essi presenta qualche difetto, l’insieme non può comportarsi come un tutto unico. I legami non sono dunque meno importanti dei corpi. Lavorando su di sé l’uomo lavora simultaneamente sui “corpi” e sui “legami”. Ma si tratta in tal caso di due lavori diversi.

Il lavoro su di sé deve iniziare dal cocchiere (intelletto); per poter udire la voce del padrone, il cocchiere/intelletto deve essere sveglio, deve imparare a guidare il cavallo/desiderio, ad attaccarlo, a nutrirlo, a curarlo, a tenere in efficienza la carrozza/corpo. L’intelletto deve imparare a comandare le emozioni che trascinano sempre il corpo.

Il corpo fisico può comandare: sentimento (astrale), intelletto (mentale), coscienza (causale)
Il corpo emotivo può comandare il corpo fisico
Il corpo mentale può comandare il corpo fisico e il sentimento (astrale)
La coscienza può comandare il corpo fisico, il sentimento (astrale) e l’intelletto (mentale)

1° caso = uomo con il solo corpo fisico: automa che dipende da influenze esteriori (le altre funzioni dipendono dal corpo fisico). La volontà manca, ha solo desideri.

2° caso = uomo con i 4 corpi: l’automatismo del corpo fisico dipende dall’influenza degli altri corpi.
Vi è un unico Io, intero, indivisibile e permanente = l’individualità domina il corpo fisico e i suoi desideri e può superare le sue ripugnanze e resistenze. Il pensiero non è meccanico ma c’è coscienza e volontà; solo questa volontà è “libera” perché indipendente dall’accidente.

Solo l’uomo che acquisisce il 4 corpo è un uomo e ha numerose proprietà tra cui l’immortalità.

L’uomo è come una casa a 4 piani ed esso vivo solo nella stanza più piccola e più povera.
Fino a che non gli si dice che le altre stanze sono piene d’oro lui non cerca le chiavi; e soprattutto non cerca la chiave della 4 stanza. E quando un uomo riesce a penetrarvi diventa realmente il padrone.

La via del Fachiro = corpo
La via del Monaco = emozioni
La via dello Yogi = mente/pensiero

La quarta via invece richiede comprensione. Mentre si lavora sul corpo bisogna simultaneamente lavorare sul pensiero e sulle emozioni.
Ognuno deve fare ciò che gli è necessario, l’inutile e il superfluo sono esonerati.
È anche chiamata La via dell’uomo astuto, del furbacchione (che conosce un segreto)
Sa di quali sostanze ha bisogno per raggiungere i suoi scopi e sa che queste sostanze possono essere elaborate nel corpo con un mese di sofferenza fisica (fachiro), con una settimana di tensione emozionale (monaco), o con un giorno di esercizi mentali (yogi) e anche che queste sostanze possono essere introdotte nell’organismo dal di fuori, se si sa come fare.
Vi sono anche vie artificiali che danno risultati temporanei e vie decisamente sbagliate che danno risultati permanenti ma sbagliati.
Accade anche che la porta della quarta stanza venga aperta artificialmente con un grimaldello, e in entrambi i casi è possibile che la stanza sia vuota. 

Noi pensiamo che esista il progresso ma non vi è progresso di nessun genere. Ogni cosa è esattamente come era migliaia e decine di migliaia di anni fa. La forma esteriore cambia, l'essenza non cambia. L'uomo resta esattamente lo stesso. La civiltà moderna è basata sulla violenza, la schiavitù e le belle frasi.

L’evoluzione dell’uomo può essere considerata come l’evolversi in lui di quelle facoltà e di quei poteri che non si sviluppano mai da sole, ossia meccanicamente. L’evoluzione dell’umanità corrisponde all’evoluzione dei pianeti, ma il processo evolutivo dei pianeti si svolge secondo cicli di tempo per noi infinitamente lunghi.
L’umanità, come il resto della vita organica, esiste sulla terra per la necessità e gli scopi propri della Terra.
L’evoluzione di grandi masse umane è opposta alle finalità della natura, mentre quella di una piccola percentuale di uomini può essere in accordo con tali finalità.

Vi sono di conseguenza speciali forze, di carattere planetario che si oppongono all’evoluzione di grandi masse umane e che le mantengono al livello in cui esse devono restare.
Attualmente la luna si nutre della vita organica, dell’umanità.
Se tutti gli uomini divenissero troppo intelligenti, non vorrebbero essere mangiati dalla luna. 
L’evoluzione dell’uomo è necessaria solo a lui. Ed egli non deve contare sull’aiuto di nessuno.

Le forze che si oppongono all’evoluzione di grandi masse umane, si oppongono anche all’evoluzione del singolo.
Spetta a ciascuno di eluderla. E se un uomo può sottrarsi ad esse, l’umanità non lo può.
Questi ostacoli, se non esistessero bisognerebbe crearli intenzionalmente, poiché solo vincendo degli ostacoli l’uomo può sviluppare in sé le qualità di cui ha bisogno. L’evoluzione è il risultato di una LOTTA COSCIENTE.

Le natura non ha bisogno di tale evoluzione; anzi non la vuole e la combatte.
Se tutti gli uomini o la maggior parte di essi comprendessero questo e desiderassero di ottenere quello che loro spetta per diritto di nascita, l’evoluzione diverrebbe impossibile.
L’individuo ha il vantaggio di essere molto piccolo e di conseguenza di non contare nell’economia generale della natura.

La coscienza non può evolvere inconsciamente. L’evoluzione dell’uomo e l’evoluzione della sua volontà, non può evolversi involontariamente.
L’evoluzione dell’uomo è l’evoluzione del suo poter fare, e “fare” non può essere il risultato di ciò che “accade”.

L’uomo è una pluralità è una LEGIONE. Non vede gli Io, vive solo nell’ultimo Io.
Per essere in grado di evolversi l’uomo deve avere un desiderio di liberazione molto forte, deve essere pronto a sacrificare tutto, a rischiare tutto per la propria liberazione.
Se il sapere predomina sull’essere (avremo un debole yoga) l’uomo sa ma non ha il potere di fare.
Se predomina l’essere (avremo uno stupido santo) l’uomo ha il potere di fare ma non sa cosa fare.

Il FARE presuppone uno SCOPO personale. Se volete che domani sia differente dovete rendere oggi differente.

Il sapere è una cosa la COMPRENSIONE è un’altra cosa.
La comprensione dipende dalla relazione equilibrata tra sapere ed essere, risulta dalla funzione dei 3 centri (pensiero, sentimento, sensazione)

Ciò che non può evolversi coscientemente DEGENERA

Serve un linguaggio speciale = ad esempio la parola uomo. Esiste un uomo di tipo 1,2,3,4,5,6,7

Uomo 1 = istintivo-motorio
Uomo 2 = emotivo
Uomo 3 = intellettivo
Uomo 4 = grado intermedio prodotto dal lavoro (ha un centro di gravità permanente e i suoi centri psichici (istintivo-motorio-emotivo-mentale) hanno iniziato a equilibrarsi.
Uomo 5 = UNITÀ (prodotto di una cristallizzazione, non può cambiare come l’1,2,3. Può risultare da un lavoro giusto o sbagliato. Può essere 5 dopo essere stato 4, oppure senza essere stato 4 (allora non può più evolvere).
Uomo 6 = alcune proprietà non sono ancora permanenti (dovrà rifondere la sua essenza già cristallizzata. Dovrà perdere intenzionalmente il suo essere di uomo 5 attraverso sofferenze terribili).
Uomo 7 = completo sviluppo possibile

Lo stesso genere di divisione in 7 categorie è applicabile a tutto ciò ce è in rapporto con l’uomo. Es. arte, religione …

L’Assoluto non raggiunge direttamente l’uomo. Il mondo delle Stelle sì. L’uomo è influenzabile dal mondo più vicino. L’Assoluto non può interferire nella nostra vita e sostituire altri risultati a quelli naturali delle cose accidentalmente create da noi, o al di fuori di noi.
La legge che crea tutti i fenomeni nella loro diversità o l’unità di tutti gli universi è la LEGGE DEL TRE, dei tre principi, delle tre forze.

Le tre forze appaiono attiva, passiva, neutralizzante solo nel loro punto di incontro, cioè quando entrano in relazione tra loro.
La terza forza è una proprietà del mondo reale. Il mondo soggettivo o fenomenico della nostra osservazione non è che relativamente reale, in ogni caso non è completo.
Le tre forze dell’Assoluto costituenti un tutto, separate o unite per loro propria volontà, decisione, creano ai loro punti di congiunzione dei fenomeni, dei mondi che dipendono dalla volontà dell’Assoluto. In ogni mondo le 3 forze agiscono ancora ma poiché ogni mondo non è più il tutto, ma una delle sue parti, le tre forze in essi, cessano di formare in un solo tutto. Ora vi sono 3 volontà, 3 coscienze, 3 unità.
Ciascuna delle 3 forze contiene in se stessa la possibilità delle 3, ma al loro punto di incontro ciascuna di esse non manifesta che un principio: attivo, passivo, neutralizzante.

Le tre forze costituiscono insieme una trinità che produce nuove fenomeni, ma questa trinità è differente da quella dell’Assoluto ove le tre forze, essendo un’unità indivisibile, possedevano una sola volontà e una sola coscienza. Nei mondi del secondo ordine le tre forze sono ora divise, e i loro punti di congiunzione sono di altra natura. Nell’Assoluto i punti di congiunzione sono determinati dalla loro volontà, che è unica.
Nei mondi di second’ordine, dove non vi è più volontà unica, ma 3 volontà, i punti sono determinati da una volontà sperata, indipendente dalle altre e così il punto di incontro diviene accidentale e meccanico

Carbonio (C) = Attivo – Fuoco
Ossigeno (O) = Passivo – Acqua                                          sono le 3 forze
Azoto/Nitrogeno (N) = Neutralizzante – Aria

Idrogeno (H) = è al di fuori della sua relazione con la forza che si manifesta attraverso esso – Terra

Il numero 3 = forze
Il numero 4 = materia

Per comprendere la meccanica dell’universo è necessario ridurre i fenomeni complessi a queste forze elementari. La prima legge è la LEGGE DEL TRE: in tutti i mondi, ogni azione, ogni fenomeni, è il risultato di un’azione simultanea di tre forze: positiva, negativa, neutralizzante.
La seconda legge fondamentale dell’universo è la LEGGE DEL SETTE o dell’ottava. Per comprenderla bisogna considerare che l’universo consiste di vibrazioni. Queste vibrazioni agiscono in ogni tipo di materia, quale che sia il suo aspetto e la sua densità, dalla più sottile alla più grossolana; esse hanno diverse origini e vanno in tutte le direzioni, incrociandosi, urtandosi, diventando più forti, più deboli, arrestandosi l’una con l’altra e così via.
Le vibrazioni sono continue, procedono in modo ininterrotto, ascendendo o discendendo per tutto il tempo in cui continua ad agire la forza del loro impulso originario, vincendo la resistenza dell’ambiente nel quale si sviluppano. Non appena si esaurisce la forza d’impulso e la resistenza dell’ambiente prevale, le vibrazioni naturalmente ricadono e si interrompono. Ma, fino a quel momento, cioè fino all’inizio del loro naturale declino le vibrazioni si sviluppano uniformemente e gradualmente e, in assenza di resistenza, possono anche prolungarsi all’infinito.

Se ne cogliamo tutto il significato, la legge dell’ottava ci dà una nuova spiegazione della vita intera, del progresso e dello sviluppo dei fenomeni su tutti i piani dell’universo da noi osservato.

Ci spiga perché in natura non ci sono linee dritte, e perché non possiamo né pensare, né fare, perché tutto in noi accade, e accade generalmente in modo contrario a ciò che desideriamo o aspettiamo.

Cosa succede durante il rallentamento/intervallo delle vibrazioni? Avviene una DEVIAZIONE della direzione originale. 
La legge dell’ottava spiega parecchi fenomeni:
  • Il principio della deviazione delle forze.
  • Nulla al mondo resta sempre allo stesso posto o rimane ciò che era. Tutto si muove, si sposta, cambia e inevitabilmente, sale o scende, si rinforza o si indebolisce, si sviluppa o degenera. Si muove su un ottava ascendente o discendente.
  • Nello sviluppo stesso delle ottave/vibrazioni, ascendenti o discendenti, si verificano costantemente delle fluttuazioni, delle crescite e decrescite. Il principio delle fluttuazioni periodiche di crescita e decrescita su ogni linea. Il principio dell’inevitabilità della salita e della discesa in ogni linea di sviluppo delle forze.
Vi sono nell’uomo forse centinaia di pendoli in movimento. Queste salite e queste discese, queste fluttuazioni dei nostri umori, dei nostri pensieri, sentimenti, energie, determinazioni, corrispondono sia ai periodi di sviluppo delle forze da un intervallo all’altrosia agli intervalli stessi
Il mito biblico della creazione del mondo in sei giorni e un settimo nel quale Dio si riposa dal suo lavoro, è un’espressione della legge dell’ottava, o un’indicazione di essa, sebbene incompleta.

Nelle ottave interrotte, esse sorgono e cadono, sono trascinate e inghiottite da vibrazioni più forti che le intersecano o che vanno in una direzione contraria. Nelle ottave che deviano dalla direzione originale le vibrazioni cambiano di natura e danno risultati opposti a quelli che si sarebbero potuti aspettare all’inizio.

Solo nelle ottave di ordine cosmico, ascendenti o discendenti, le vibrazioni si sviluppano in maniera conseguente e ordinata, mantenendo sempre la direzione presa all’inizio.

Lo sviluppo d’ottave giusto e costante, benché raro, è possibile in ogni occasione della vita, nell’attività della natura e anche nell’attività umana.

Lo sviluppo corretto di queste ottave è basato su ciò che parrebbe un accidente. Accade talvolta che delle ottave che progrediscono parallelamente a una data ottava, intersecandola o incontrandola, colmino in qualche maniera i suoi intervalli e rendano possibile alle vibrazioni di tale ottava di evolversi liberamente e senza arresti.
In un’ottava ascendente il primo intervallo si trova tra mi e fa. Se un’energia addizionale corrispondente entra in questo punto, l’ottava si svilupperà senza ostacoli fino a si, ma tra si e do occorre uno choc supplementare molto più forte che tra mi e fa, affinché essa si sviluppi correttamente, perché a questo punto le vibrazioni dell’ottava sono a un diapason molto più elevato ed è necessaria un’intensità maggiore per evitare un arresto nello sviluppo dell’ottava.

In un’ottava discendente, al contrario, il più grande intervallo si incontra all’inizio, subito dopo il primo do, e gli elementi che permettono di colmarlo si trovano molto sovente nel do stesso, o nelle vibrazioni laterali emesse dal do. Per questo un’ottava discendente si sviluppa molto più facilmente di un’ottava ascendente: dopo aver passato il si, raggiunge senza ostacoli il fa; qui uno choc supplementare è necessario, anche se considerevolmente mono forte del primo choc tra do e si.

Nella grande ottava cosmica che si estende fino a noi nella forma del raggio di creazione, possiamo vedere il primo esempio completo della legge dell’ottava. Il raggio di creazione comincia con l’Assoluto che è il Tutto, e possiede la piena unità, la piena volontà e la piena coscienza, crea i mondi all’interno di se stesso e comincia così l’ottava cosmica discendente.
L’Assoluto è il do di questa ottava. I mondi che l’Assoluto crea in se stesso sono si.
L’intervallo tra do e si è riempito in questo caso dalla volontà dell’Assoluto.
Il processo di creazione si sviluppa ulteriormente con la forza dell’impulso iniziale, più uno choc addizionale.
Si passa al la che è per noi il Mondo degli astri/Tutti i Soli (Via Lattea).
La passa al sol, il nostro Sole.
Sol passa al fa, Mondo planetario/Tutti i Pianeti.
E tra Tutti i pianeti (preso come un tutto) e la Terra, si presenta un “intervallo”.
Ciò indica che le radiazioni planetarie, che portano diverse influenze alla terra, non posso raggiungerla, o, più esattamente, non sono ricevute: la Terra le riflette.
Per colmare l’intervallo, il raggio di creazione possiede un dispositivo speciale, la vita organica che trasmette alla terra tutte le influenze che le sono destinate, e rende possibile lo sviluppo ulteriore e la crescita della Terra, il mi dell’ottava cosmica, poi quello della Luna o re, dopo di che viene un altro doNulla. Tra Tutto e Nulla passa il raggio di creazione.
Al di là della Luna vi è Niente. Anche questo è l’Assoluto: do.

Dobbiamo ora soffermarci sull’idea degli CHOC ADDIZIONALI che rendono possibile alle linee di forza di raggiungere lo scopo prefisso. Gli choc possono aver luogo casualmente, e ciò mantiene nell’uomo l’illusione della linea retta.
L’uomo-macchina è in balia dell’accidente, del caso. Le sue attività possono essere impegnate per caso in un canale tracciato da forze cosmiche o meccaniche e possono seguirlo per caso per qualche tempo, dando l’illusione che un qualche scopo sia stato raggiunto.
In realtà egli è incapace di fare qualcosa del genere, perché non solo non ha controllo sulle cose fuori di lui, ma neppure sulle cose dentro di lui. Il controllo delle cose eterne comincia con il controllo delle cose dentro di noi, con il controllo di noi stessi.

Come possiamo ottenere il controllo? Le ottave possono svilupparsi verso la direzione desiderata se gli choc “addizionali” intervengono al momento necessario, ossia quando si produce un rallentamento delle vibrazioni. Se gli “choc addizionali” non intervengono al momento necessario, le ottave cambiano la loro direzione.
Resta dunque all’uomo la scelta seguente:
  • trovare alle proprie attività una direzione che corrisponda alla linea meccanica degli avvenimenti del momento (andare dove soffia il vento, nuotare contro la corrente)
  •  rassegnarsi all’idea dell’insuccesso di tutto ciò che egli intraprende.
  • Oppure può imparare a riconoscere i momenti degli intervalli (cioè saper applicare gli choc artificialmente, quando servono, come fanno le forze cosmiche)
L’ottava ascendente (evolutiva) si oppone all’ottava discendente (creatrice).

L’ottava fondamentale può essere paragonata al tronco di un albero i cui rami sarebbero le ottave subordinate. Le sette note fondamentali dell’ottava e i due intervalli portatori di nuove direzioni costituiscono nove anelli di una catena, tre gruppi di tre anelli ciascuno.

Ogni nota di qualsiasi ottava può essere considerata come un’ottava intera su un altro piano.
Ogni nota di queste ottave interiori contiene a sua volta un’ottava interama non all’infinito, perché vi è un limite definito allo sviluppo delle ottave interiori.
Ogni nota dell’ottava di vibrazioni di una sostanza più grossolana contiene un’intera ottava di vibrazioni di una sostanza più fine (es. la sostanza del mondo 24 è permeata dalla sostanza del mondo 12 …).

Una delle manifestazioni dell’Assoluto consiste nel riempire l’intervallo (tra do e si) per mezzo dell’apparizione cosciente della forza neutralizzante che colma l’intervallo tra la forza attiva e la forza passiva.
Al secondo intervallo (tra fa e mi) la situazione è più complessa. Qualcosa manca tra i pianeti e la terra. Le influenze planetarie non possono passare alla terra direttamente e pienamente. Uno choc addizionale è indispensabile; è necessaria la creazione di qualche condizione nuova per assicurare un passaggio adeguato di forze.
La condizioni che assicurano un passaggio delle forze sono create da un dispositivo speciale sistemato tra i pianeti e la terra = la vita organica sulla terra, che è stata creata per colmare l’intervallo tra i pianeti e la terra
La vita organica rappresenta l’organo di percezione della terra e l’organo di radiazione. Forma una specie di pellicola sensibile che copre tutto il globo terrestre e che riceve influenze provenienti dalla sfera planetaria, le quali non potrebbero in altro modo raggiungere la terra.
Tutti i grandi eventi nella vita delle masse umane sono causati dalle influenze planetarie. Sono il risultato dell’assorbimento di queste forze.
Grazie alla vita organica, ogni parte della superficie terrestre emette ad ogni istante una particolare specie di raggi in direzione del sole, dei pianeti, della luna. Così il sole necessità di un certo tipo di radiazioni, i pianeti di un altro e la luna di un altro ancora. Molte cose sovente accadono per la sola ragione che determinati tipi di radiazioni sono richiesti da certe parti della superficie terrestre.
Tutto ciò che accade alla vita organica, serve per gli interessi di terra, sole, pianeti, luna. 

La Luna riceve dalla Terra l’energia necessaria alla sua crescita, questa energia è creata sulla Terra dall’azione congiunta del Sole, di tutti gli altri Pianeti del sistema solare e della terra, ed è raccolta e conservata in un gigantesco accumulatore situato sulla sua superficie.
Questo accumulatore è la vita organica terrestre.
La Luna si nutre di tutto ciò che respira. Tutti gli esseri viventi liberano nell’istante della loro morte una certa quantità dell’energia che li ha animati. L’insieme di queste “anime” viene attirato verso la Luna e le dà calore e vita da cui dipende la sua crescita. Cioè lo sviluppo del raggio di creazione. Le anime che vanno alla Luna e che possiedono forse una certa somma di coscienza e memoria, sono sottomesse a 96 leggi, in condizioni di vita minerale o in condizioni tali che non vi possa essere nessuna possibilità di salvezza, al di fuori di un’evoluzione generale in tempi lunghissimi.
L’uomo non può nelle condizioni ordinarie, liberarsi dalla Luna.
Tutti i suoi movimenti sono controllati dalla Luna.
La liberazione che viene con la crescita dei poteri e delle facoltà mentali è una liberazione dal giogo della Luna.

La parte meccanica della nostra vita dipende dalla Luna. Ma se sviluppiamo in noi stessi coscienza e volontà e sottomettiamo ad essi la nostra vita meccanica sfuggiremo alla Luna.

Nell’Assoluto le vibrazioni sono più rapide e la materia meno densa.
Più si scende più le vibrazioni sono lente e a materia densa. Solo gli atomi dell’Assoluto sono realmente invisibili. Es. Il Mondo 3 ha 3 Atomi più grandi e pensanti del Mondo 1 …           

I 7 Mondi del raggio di creazione rappresentano 7 ordini di materialità = abbiamo allora 7 concetti di materia. 

Noi afferriamo solo la materia di mondo 96 e 48; la materia di mondo 24 è già troppo rarefatta.
Tutte queste materie non sono separate, ma si mescolano l’una con l’altra, si compenetrano.
Abbiamo in noi la materia di tutti quei mondi. La terra occupa un posto pessimo dal punto di vista cosmico. Tutto ciò che in altri posti nasce spontaneamente e senza sforzi, qui non può essere perseguito che per mezzo di un penoso lavoro; tutto deve essere conquistato.
Per conoscere un cosmo è necessario conoscere i due cosmi adiacenti, quello che è al di sopra e quello che è al di sotto, ossia il più grande e il più piccolo. Il Mesocosmo e il Microcosmo determinano il Tritocosmo.
La relazione di un cosmo con l’altro è differente dalla relazione di un mondo con l’altro nel “raggio di creazione”. Nel “raggio di creazione” esistono: Luna, Terra, Pianeti, Sole, Via Lattea, Tutti i Mondi, Assoluto. Di conseguenza il sistema di relazione dei mondi presi a due a due nel “raggio di creazione” non è quantitativamente fisso. In un caso questo sistema è più grande (esempio la relazione di Tutti i Soli con il nostro Sole) in un altro è meno grande (esempio la relazione della terra con la Luna).
Invece fra i cosmi, la relazione è permanente e sempre uguale. Il rapporto fra un cosmo e l’altro, è sempre quello da zero all’ infinito.


Tratto da Frammenti di un insegnamento sconosciuto 

domenica 2 marzo 2014

Il trattato di Lisbona – Paolo Barnard

La Commissione europea ha delle sottocommissioni, circa 3000, formate da burocrati che sono divenuti gli imperatori d’Europa. La Commissione è formata da burocrati nominati dai capi di Stato e di Governo e non dai cittadini.
Essa ha il ruolo di pensare le leggi e le propone poi al Consiglio dei ministri che le vota. Il Consiglio dei Ministri non ha potere legislativo, vota le leggi della Commissione europea, è una specie di timbro che negli ultimi 15 anni ha discusso solo il 15% delle leggi. In genere le fanno passare come routine.

Il Parlamento europeo (dove ci sono i rappresentanti eletti da noi) perde potere; continua a non avere il potere di fare le leggi e non può approvarle.
Perde potere esecutivo su 21 punti (poteri) cruciali della politica europea e guadagna influenza su diverse altre aree, ma comunque non ha potere decisionale se non assieme al Consiglio dei Ministri.

Se Il Parlamento EU prende in mano una legge della Commissione EU e la vuole contestare, non può, anzi può solo se:
  • riesce a ottenere la maggioranza del 55% degli Stati EU
  • riesce a ottenere la maggioranza assoluta di tutti i parlamentari EU

Il Potere Legislativo, dovrebbe avere il popolo sovrano, ma in Europa chi fa le leggi sono dei rappresentanti non eletti dal popolo, i rappresentanti eletti non possono fare le leggi.
Nel potere legislativo è contemplato il principio di sussidiarietà. C’è una regola nel trattato di Lisbona che era già in vigore prima, secondi cui se c’è un conflitto di competenza fra uno Stato EU e l’Unione Europea, vince chi dei due è più competente in materia. Ma chi lo decide chi è più competente? Lo decide l’Unione Europea.

Con il trattato di Lisbona il presidente dell’Unione Europea acquisterà più poteri e potrà:
  • firmare accordi internazionali vincolanti (quelli che oggi firmano gli Stati singoli)
  • dichiarare guerra senza il permesso dell’ONU (è permessa un’astensione ma costruttiva, ossia se uno Stato decide di astenersi deve essere però collaborativo) ed è prevista in tutta l’Europa un’estensione delle spese militari.

Capitolo Sociale del trattato di Lisbona: libera concorrenza senza distorsione.
Questo riporta in auge un principio di gestione della nostra vita che passa per:
  • privatizzazioni selvagge, cioè la svendita a due lire di ciò che noi come generazione abbiam pagato con le nostre tasche
  • precarizzazioni del lavoro selvagge
  • tagli alle spese sociali
  • speculazione commerciale e finanziaria (capitalismo per i poveri e socialismo per i ricchi)
  • vietato lo sciopero se impedisce la libera circolazione delle merci
  • per alcuni appalti saranno vietate le contrattazioni salariali raggiunte dal sindacato, perché di ostacolo alla libera circolazione delle merci

Capitolo Salute del trattato di Lisbona:
  • i diritti dei pazienti sono stati scritti non nel capitolo sanità, ma nel capitolo del mercato interno
  •  se uno Stato EU vuole fare una politica occupazionale usando la spesa pubblica, non potrà farlo, se sono di ostacolo alla libera circolazione delle merci

La BCE imporrà (già lo fa) la stabilità dei prezzi.
Non esistono meccanismi nel trattato di Lisbona per redistribuire la ricchezza.
Non ci sono regole di armonizzazione delle politiche fiscali, monetarie ed economiche, con il capitolo sociale, ossia non ci sono regole che impongono agli Stati Uniti d’Europa di fare delle politiche monetarie, fiscali ed economiche che possano finanziare anche i bisogni dei cittadini.

Capitolo Giustizia del trattato di Lisbona: la Corte europea di giustizia è formata da giudici che sono nominati da burocrati, politici, da essi sono dipendenti ed ha un potere enorme (sarà più potente di qualunque Cassazione, Corte suprema, Costituzione esistente in qualsiasi paese EU), metterà in atto come struttura principale la Carta dei diritti fondamentali (che per l’Italia, vista la situazione politica in cui si trova, potrebbe essere un bene poiché sono sanciti i diritti di prima, seconda, terza e quarta generazione, i diritti delle minoranza, i diritti dei carcerati, viene negata la pena di morte …), e il trattato di Nizza.
Questi giudici potranno (e questo è gravissimo) emettere sentenze vincolanti su qualunque tribunale italiano, anche sulla Cassazione e su qualunque legge italiana, e chi ci garantisce che questi giudici, dipendenti dei burocrati non eletti, un domani non emettano delle sentenze che saranno restrittive nei confronti per esempio dei fari della giustizia europea, riportando indietro un progresso già fatto come ad esempio per l’Inghilterra, la Danimarca … e tutti quei paesi che sono molto più avanti a livello legislativo.
Questi giudici potentissimo potranno anche reintrodurre la pena di morte in caso di stato di crisi Europea.
Chi deciderà lo stato di crisi Europea? E in quali circostanze si potrà reintrodurre la pena di morte? Dobbiamo fidarci del parere di questi burocrati e politici che hanno fatto un colpo di stato, che hanno disegnato una costituzione che è tutta dalla parte del business e degli interessi delle corporazioni.
In Europa non abbiamo dunque un sistema giuridico in grado di ostacolare la strapotere che ha attuato questo colpo di Stato.
Questa nuova Europa che è nata, dove noi non siamo più sovrani andrà avanti per quanto, cento, duecento, trecento anni, ma secondo quali principi? Chi li ha decisi? Noi no.


Fonte: Paolo Barnard





domenica 2 febbraio 2014

Nuevo Amanecer, Guatemala - Eva Salazar


La geografia montuosa del Guatemala sembra funzionare da perfetto contenitore per conservare le sue tradizioni, miscelando l'eredità cattolica della Spagna e i rituali indigeni precolombiani. Il centro storico di Città del Guatemala è uno dei focus da cui emanano queste tradizioni, dove le chiese si riempiono di grande fervore locale durante le feste religiose celebrate con rosari colorati ripieni di zucchero, con l’allegria della nostalgica fiera di Jocotenango tra  fuochi purificatori e incensi.
Durante queste celebrazioni la famiglia è la padrona di casa e la protagonista, sia nei giorni precedenti che durante la preparazione.
Intere generazioni si riuniscono a tritare le verdure per il pranzo del giorno di “Todos los Santos”, per fare i tamales natalizi o per montare la nascita di Gesù, che richiede segatura colorata, ranchitos del Mercato Centrale e l’aiuto di tutti i cugini.

Le case sono piene, e le locande si svuotano quando tutti si riuniscono per andare ad assistere alle processioni.
E in una di quelle case in centro, è cresciuta Eva Salazar, artista e grafica guatemalteca, la cui formazione comprende disegno, pittura, scultura e design.
Grazie alla provvidenziale presenza della nonna, che ha sempre saputo cucinare preziose prelibatezze per giorni speciali, della madre presente dietro ogni piccolo dettaglio, dello zio che conosceva il santo di ogni giorno del calendario e aneddoti familiari con i quali tutti si sono uniti sempre più di anno in anno.
Mentre si prepara per questa mostra, Eva ha potuto guardare da una nuova prospettiva, il ricco calendario delle feste religiose guatemalteche.
E il suo amore per i ferventi esempi di fede guatemalteca, ha portato questa eredità dall’altra parte del mare, nella stessa Roma dove fu forgiato il cattolicesimo che dalla Spagna arrivò in America.    

La mostra
Le immagini del Guatemala si distinguono, sin dai tempi coloniali per la loro delicatezza, e non hanno subito grandi trasformazioni di stile nei secoli, pur avendo avuto un’espressione artistica molto prolifica.
È per questo che per Eva Salazar era molto importante trovare un nuovo linguaggio pittorico con cui esprimere gli esempi di fede del suo paese in modo fresco e attuale.
Nel suo lavoro si riconosce l’abilità di pittrice e scultrice, mescolata alla sua esperienza di designer nel campo della grafica pubblicitaria. Il risultato di questa combinazione è un’intensa esperienza visiva e sintetica allo stesso tempo, dove i volumi sono creati dal piano, utilizzando i valori tonali e il ruolo dell’oggetto centrale ossia il carattere di ogni pezzo è accentuato dalla quasi totale assenza di sfondo.

Serie dei Devoti
Una bambina mostra la croce del Mercoledì delle Ceneri sulla fronte mentre esplora il mondo intorno a lei con l’innocenza dipinta negli occhi; un uomo vestito da cucurucho è in procinto di attraversare se stesso e pare essere immerso in profonda meditazione; una donna anziana, coperta con un copricapo turchese, stringe le mani guardando il cielo con devozione infinita.
Mediante il gioco degli sguardi di questi tre personaggi, l’artista ci mostra il percorso che conduce alla pienezza della fede, al di là del mondo visibile, dei nostri dubbi e dei nostri pensieri.
Questa serie si completa con la scultura “Fede”, che ci ricorda che basta avere fede quanto un granello di senape per spostare montagne.

Serie del Santo Rosario
Ogni Ave Maria che si fa alla Vergine è come donarle una rosa” sussurrò una suora alla figlia dell’artista durante la catechesi. Da allora la rosa è diventata un elemento indispensabile nelle opere di questa mostra, che è stata preparata mentre la piccola si preparava per la sua Prima Comunione. Lo sfondo di quei dipinti è come un libro di preghiere in cui sono scritti tutti i Misteri del Rosario e lo spirito di ogni mistero è simboleggiato da una rosa di un colore diverso. Una rosa, questa volta come scultura, rende omaggio alla Vergine del Rosario, che in Guatemala porta il bambino in braccio pacificamente addormentato.

Serie tradizioni
Uno degli aquiloni giganti di Santiago Sacatepéquez svetta per comunicare con i morti, il giorno di Tutti i Santi.
Le candele, umili veicoli di costante preghiera intercedono per noi davanti a Dio e ai Santi.
L’immagine del Cristo Nero di Esquipulas porta benedizioni ovunque, e così Eva ci accompagna in questo viaggio spirituale che culmina con l’esposizione del suo lavoro in questa mostra.

testo: Andrea De Léon Fagiani


Intervista all'artista Eva Salazar:

Essere un artista diventa uno stile di vita, a volte noi crediamo di essere una persona e abbiamo una professione; per molti anni mi sono sentita separata, ero Eva, disegnatrice grafica e mi piaceva disegnare; la pittura era un hobbie a parte.

Ho sempre avuto il sostegno della mia famiglia, che ha sempre ammirato Eva che dipingeva, mio fratello mi infastidiva: “immaginate quando sarà un artista”, ma era semplicemente un gioco.

Pochi anni fa ho compreso che sono Eva, UNA; e tutta la conoscenza, le attitudini e le competenze mi hanno fatto essere quello che sono; e ho tutto il necessario per realizzare ciò che desidero, sono madre, moglie, figlia, sorella, amica, e ogni ruolo che gioco nelle differenti relazioni, si rivela in tutto ciò che faccio e viceversa.   

Dopo una serie di mostre collettive, ho capito l’importanza di potermi esprimere non solo come artista e donna, ma anche rappresentando le espressioni di fede nel mio paese, che fanno parte della mia storia.

Questa ricerca mi ha portato a partecipare a un progetto, che consisteva nella realizzazione di una tela che rappresentava la Crocifissione di Cristo in un contesto guatemalteco, per l’altare di una chiesa.

Nel 2013 mi si è presentata l’opportunità di una mostra individuale a Roma, Italia, dove, guarda caso, il tema che mi proponevano era: espressioni di fede in Guatemala. 
Ho trovato interessante il fatto che quando si è coinvolti in un argomento è come una palla di neve, e ti arrivano sempre più cose legate a quell’argomento.

Ed è così che questo cammino spirituale che nasce in Guatemala, trascende e ricerca nuovi orizzonti di espressione.

Nuevo Amanecer Guatemala

Roma,  Febrero 2014


Contatti: http://www.evasalazar.com/


Articolo sulla mostra di Carlo Marraffa, collaboratore di papale-papale - settimanale di attualità senza infingimenti: http://www.papale-papale.it/2014/febbraio/24/arte.html


Articolo del Ministero delle Relazioni Esterne del Guatemala: 
http://www.minex.gob.gt/noticias/Noticia.aspx?id=2990


domenica 5 gennaio 2014

Focusing, interrogare il corpo per cambiare la psiche

Il focusing è la fase di sviluppo che si apre dopo essere entrati in contatto con le emozioni. Riguarda un diverso tipo di attenzione interiore nei confronti di ciò che all’inizio è percepito confusamente. Tutto questo viene successivamente messo a fuoco e, per mezzo di specifici movimenti  ha luogo un cambiamento a livello corporeo.
Il processo di cambiamento reale è accompagnato da sensazioni piacevoli. Lavorare efficacemente sui propri problemi non è una forma di tortura. Il processo di trasformazione che abbiamo scoperto è naturale per il corpo. Il movimento cruciale avviene al di sotto dei punti dolenti e compare come una sensazione fisica, che non è molto chiara all’inizio. L’esperienza di qualcosa che emerge da là sotto è come un sollievo e un ritorno alla vita.
Da questa nuova posizione privilegiata, i metodi tradizionali di lavoro su se stessi ci appaiono per lo più come se fossero stati incentrati sulla sofferenza. La persona entra nelle proprie sensazioni dolorose e le rimugina in continuazione, senza sapere come utilizzare la guida e le forze vitali e intrinsecamente positive del corpo.
Il processo di cambiamento è piacevole. È come respirare aria fresca dopo essere rimasti a lungo chiusi in una stanza. Nel momento in cui ciò non accada, bisogna fermarsi e tornare un poco indietro.

Il cambiamento
Focusing = sensazione sentita, particolare consapevolezza interna.

Sensazione sentita è la sensazione corporea di un pericolare problema o di una particolare situazione.
Non è un’emozione.
Il processo implica il cambiamento.
Nel focusing il terapeuta non è necessario. È possibile raggiungere dei risultati da soli, oppure con un amico che sappia come e quando mettersi in disparte.
La regola più importante da osservare, per un amico o per un terapeuta che stanno aiutando qualcuno a fare focusing, è lasciar fare a colui che pratica.
È solo il nostro corpo a conoscere i nostri problemi e a sapere dove si trovano i nodi.

La natura del problema va di pari passo con ciascun cambiamento corporeo. Se non ci addentrassimo nel livello corporeo più profondo, che all’inizio è sempre confuso, i pensieri e le emozioni legate al problema, così come ci appare all’inizio, ci bloccherebbero.

Il primo movimento del focusing consiste nel porre temporaneamente da parte i problemi, metterli in aspettativa, fare un passo indietro e osservarli.
Fai un passo indietro, prendi tutto quello che non va e ammucchialo di fronte a te. Un pezzo alla volta, osserva ciò che non va in ciascuna cosa”.
Trovati i problemi ci si chiede: Quale è il peggiore problema? Dov’è che mi ha fatto più male?
Perché non entri lì dentro e guardi la cosa peggiore? Resta in silenzio per un momento e lascia che arrivi la sensazione fisica.

Il secondo movimento è entrare in contatto con la sensazione fisica.

Terzo movimento provare la qualità del sentito dandogli un simbolo o una parola.

Il focusing evita di analizzare. Se si cerca di analizzare bisogna fermarsi e tornare alla sensazione sentita. Nel focusing bisogna accettare quello che capita spesso quello che è coerente per il corpo non lo è dal punto di vista logico. È imprevedibile e affascinante. Restiamo sintonizzati sulle sensazioni fisiche e aspettiamo che tutto accada.

Ciò che il corpo conosce
Esiste una specie di consapevolezza corporea che influenza profondamente la nostra vita e che ci può aiutare a raggiungere i nostri scopi. La chiamerà sensazione sentita. Non si tratta di una esperienza mentale ma fisica. Fisica. L’impressione corporea di una situazione, di una persona o di un avvenimento. Essa non ci arriva sotto forma di pensieri o parole o altre unità separate, bensì come una singola sensazione fisica.
Il corpo è un computer biologico genera enormi raccolte di dati e ce le consegna istantaneamente ogni volta che ne facciamo richiesta o ogni volta che un avvenimento esterno le richiede. Una sensazione sentita non è un’emozione, contiene componenti emotive così come componenti fattuali. Ma è più ampia di qualasiasi singola emozione, più complessa e molto meno facile da descrivere a parole.
Una sensazione sentita verrà modificata se la trattiamo nel modo corretto. E con essa cambiamo anche noi, e la nostra vita.

Manuale del Focusing
Creare uno spazio = fare silenzio, stare con voi stessi. Dedicate un minuto al rilassamento. Concentrandovi dirigete l’attenzione all’interno, dentro al corpo, magari allo stomaco o al petto. Ora cercate di osservare cosa succede lì, quando vi chiedete “Come sta andando la mia vita? Cos’è più importante per me in questo momento?”, Come mi sento? Come mai non mi sento meravigliosamente bene in questo momento? Cos’è che mi assilla proprio oggi?
Ascoltate il corpo. Lasciate che la risposta provenga lentamente da questa percezione. Se avvertirete il sopraggiungere di un disagio, NON LO ANALIZZATE. Mantenetevi distaccati e dite “Sì, lì c’è qualcosa. Posso sentirlo”. Lasciate un po’ di spazio tra voi e quella cosa. Poi chiedetevi che cos’altro sentite. Aspettate ancora un po’ e ascoltate. Di solito vengono fuori parecchie cose.

La sensazione sentita scegliamo un solo problema e sentiamo che tipo di sensazione ci lasciaQual è il peggior problema in questo preciso momento?” “Quale mi fa più male?” “Quale sembra più pesante, più grosso, più acuto, irritante, inafferrabile?” Tra tutte le cose che vi arrivano, selezionate un problema personale sul quale fare focusing. Ma NON ANALIZZATELO. Non affrontatelo. Vi saranno molti elementi nella cosa a cui state pensando: troppi per pensarli ognuno separatamente. Ma voi siete in grado di sentire tutte queste cose nella loro globalità. Prestate attenzione al punto esatto in cui avvertite tutte queste cose e lì avrete la percezione dell’intero problema. Imparate a captare quella sensazione indefinita di tutto ciò.

Il simbolo Che caratteristiche ha la sensazione sentita?
Lasciamo che sopraggiunga un’immagine, un simbolo, una parola, un aggettivo, una frase. Capiamo che il simbolo è adeguato se riusciamo a percepire il primo sottile cambiamento, il primo frammento di moto interiore. Come si presenta, da un punto di vista qualitativo, questa vaga sensazione sentita? Fate in modo che dalla stessa sensazione sentita si generi una parola, una frase o un’immagine. Potrebbe essere un aggettivo oppure una frase o un’immagine, continuate a percepire la qualità della sensazione sentita finché non troverete qualcosa che le si addica.

La risonanza = continuate a fare la spola tra la sensazione sentita e la parola collegata. Verificate la loro reciproca risonanza. Controllate se vi è un piccolo segno fisico che vi rende palese la loro corrispondenza. Per fare ciò dovrete ancora avere a disposizione sia la sensazione sentita sia la parola collegata.
Fate in modo che la sensazione sentita, così come la parola, sia libera di modificarsi, qualora sia necessario, fino a che non vi sia una perfetta coincidenza con la qualità stessa della sensazione sentita.

Porre domande = adesso chiedetevi che cos’è che qualifica l’intero problema in quel modo (il modo che avete appena definito o descritto)? Accertatevi che la peculiarità della sensazione sentita sia ancora fresca, vivida (e non semplicemente un ricordo). Quando l’avrete di nuovo a portata di mano provate a sentirla, a toccarla, a seguirla domandandovi: “Perché si presenta in questa maniera?”. Oppure: “Cosa c’è in questa sensazione?”, Com’è che questo “simbolo” influisce sul problema?
Qual è la cosa peggiore in questo problema?” “Qual è la cosa più (simbolo) in questo problema?
Di cosa ha bisogno questa sensazione sentita?” “Cosa occorrerebbe per sentirsi meglio?
Se avrete una risposta immediata senza che si modifichi la sensazione sentita, allora lasciate perdere tale risposta. Riportate l’attenzione al corpo e recuperate la sensazione sentita, interrogandola ancora una volta.
Rimanete accanto alla sensazione sentita fino a che non sopraggiungerà un cambiamento, un leggero “gioco” o rilassamento. Facciamo “domande aperte” ma evitiamo di provare a rispondere tramite processi coscienti di pensiero.

Accoglienza = accogliete positivamente qualunque cosa provochi un cambiamento. Soffermatevi un attimo, anche se si tratta soltanto di un leggero sollievo. In ogni caso, questo è solamente il primo cambiamento; ve ne saranno altri. Avrete tutto il tempo di continuare in seguito, ma per adesso soffermatevi un attimo.
SE DURANTE QUESTE ISTRUZIONI SIETE RIUSCITI, PER QUALCHE ATTIMO, AD AVERE L’IMPRESSIONE DI UNA CONFUSA SENSAZIONE FISICA GENERALIZZATA LEGATA AL VOSTRO PROBLEMA, CIÒ SIGNIFICA CHE SIETE RIUSCITI A FARE “FOCUSING”. Che il cambiamento corporeo ci sia o no, non ha importanza. Verrà da sé. Non siamo noi che possiamo determinarlo.

Per proseguire nella seconda seduta di focusing si deve partire dall’ultima sensazione sentita.
Es. sconforto: “Qual è la sensazione sentita complessiva, tutto quello che riguarda il mio sconforto?”

Invece di tentare di analizzare un problema, dobbiamo iniziare a entrare in contatto con la sua sensazione sentita, con tutta la sensazione, a con tutto il problema nel suo insieme. Si tratta di un tipo speciale di ricettività in cui la sensazione sentita può cambiare fisicamente.
Il focusing non è una semplice sensazione fisica. Se avete sensazioni puramente fisiche, che non sembrano legate a nessun aspetto della vostra vita, lasciatele perdere.
Il focusing non è solo un contatto con sensazioni profonde. Una sensazione sentita è il disagio, inizialmente indefinito, irriconoscibile, che è causato dall’intero problema (tutto ciò) a livello corporeo.  Per fare in modo che la sensazione si sviluppi, dovreste allontanarvi un poco da questa emozione familiare. La sensazione sentita è più estesa, più intensa, più facile da provare e comprende molte più cose. È il modo in cui il corpo sopporta l’intero problema.
Nel primo movimento posiamo a terra per un po’ la valigia senza portacela dietro. La valigia rimane nostra ma per un attimo la posiamo a terra e ci riposiamo.
Abbiate fiducia nel corpo, se lo lasciamo libero esso sa cosa fare.
Ogni malessere è energia potenziale che spinge verso un modo più giusto di essere, se vorremo concedergli l’opportunità di muoversi in tale direzione.
Il corpo deve sapere per forza cosa significhi stare bene, altrimenti non potrebbe evocare una sensazione di mancanza.

Uno spazio immenso
Il primo movimento può essere eseguito da solo. Dovete portare l’attenzione nel corpo, suggerendogli che vi sentite totalmente a vostro agio e contenti per il modo in cui la vostra vita sta andando. Poi inizierete a percepire ciò che emerge, di solito un disagio che riguarda la vostra vita. Appurate di cosa si tratta e riconoscetelo. Quindi collocatelo accanto a voi, delicatamente come se doveste posarlo sul pavimento.
Adesso chiedete al corpo: “Cosa accadrebbe, nel mio corpo, se questo problema potesse essere risolto?”.
Qualunque cosa la vostra mente risponda, attendete finché non inizierete a sentire qualcosa a livello corporeo.
Ora chiedetevi: “A parte questo, mi sento veramente bene e soddisfatto per come sta andando la mia vita?”. Ogni volta dovete attendere che il corpo risponda alle domande.
E via di seguito. Potrà capitare di giungere ad un’apertura, alla sensazione di uno spazio immenso.
Voi non siete nessuna di quelle cose che avete messo da una parte. Non ne siete il contenuto.

Una sensazione sentita è fatta di molti fili intrecciati, come un tappeto. Ma viene percepita come unica.
Dovete cercare la sensazione sentita nello stesso luogo in cui il giocatore di golf la cerca per capire se è pronto a colpire. Il giocatore non si pone la domanda nella propria testa, ma cerca la risposta nel proprio corpo.

L’esercizio per ottenere la sensazione sentita
  1. in silenzio, dentro di voi cercate qualcosa che vi piace o che pensate sia bello. Potrebbe essere un oggetto, un animale, un luogo o qualsiasi altra cosa. Qualcosa che, in qualche modo, considerate speciale. Concedetevi per questo uno o due minuti.
  2. Concentratevi su una cosa. Chiedetevi: “Perché mi piace ….., perché lo trovo bello?
  3. Concentratevi su quell’intera sensazione di particolarità o di piacere. Cercate di trovare una o due parole che possano descriverla.
  4. Concentratevi su ciò a cui quelle parole fanno riferimento, all’intera sensazione sentita, restando in ascolto di eventuali altre parole e sensazioni.
Un modo per dare forma alla sensazione sentita
Supponiamo che stiate facendo focusing per un problema. Voi sapete, di non sentirvi a vostro agio, visto che si tratta di un problema che vi coinvolge. Tuttavia dovere cercare di suggerire al vostro corpo: “Mi sento perfettamente, il problema è risolto”. Se prestate attenzione al corpo, scoprirete abbastanza presto una sensazione molto specifica di fastidio.
Ovviamente, avete sempre saputo che quel problema vi metteva a disagio, ma ora potete avvertire l’esatta qualità della sensazione sentita, di come il corpo viva il problema.
Lo stesso vale per qualunque occasione durante il focusing, nel caso in cui perdiate il contatto con la sensazione sentite. Basta che prestiate attenzione al corpo e diciate: “Allora, questo problema è risolto … vero?”. Aspettate un momento, e riavrete la sensazione sentita di ciò che non è ancora risolto. Poi potrete apprezzarne la qualità.

Le parole pessimistiche o che negano la possibilità di cambiamento, es: “Questo è il mio modo di essere” o “Sono nato così”; oppure: “È  la vita che mi ha reso così”, “Sono bloccato qui”, non servono a modificare la situazione.
Allora cerchiamo di ignorare ciò che sappiamo e cerchiamo di trovare l’impressione, lasciamola sviluppare nella sensazione sentita dell’intero problema.

Se le parole non cessano. Portate a termine il primo movimento come al solito: createvi uno spazio, mettete da una parte i vostri problemi, sedetevi in silenzio e siate ricettivi. Poi ripetete le parole più attinenti alla sensazione, lentamente, per circa una dozzina di volte: “Ne ho paura … ne ho paura …”. Per tutto questo spazio di tempo, fare in modo che alcune domande aleggino intorno alle parole: “Che significa questo ne-ho-paura? Cosa mi fa provare interiormente? Dove lo sento?”.

Rilassate il corpo. È opportuno stirarsi e rilassare tutte le parti del corpo per alcuni minuti prima di iniziare il focusing. Tendete le braccia, le mani, gli avambracci; rendeteli tesi, duri, rigidi. Sentitene la tensione … rilassatevi lentamente. Adesso rendeteli sciolti, morbidi, rilassati. Fate la stessa cosa con le gambe, l’addome, la mandibola, tutto il resto. Controllate di non essere ancora “tirati” in qualche punto e rilassatevi.

Se evitate le emozioni. Alcune persone, compresi gli psicologi, credono di avere cose terribili dentro di sé. Si sbagliano.
Gli orrori senza nome e le condizioni bizzarre non stanno lì, dentro di noi, come serpenti velenosi in una gabbia. Molti pensano questo di se stessi: “Non voglio aprire la porta”, dicono, “Non voglio che tutta questa robaccia salti fuori”.
La verità è che noi non siamo gabbie pieni di deperenti. Non siamo una specie di contenitori in cui le emozioni si attorcigliano come se avessero una vita propria. Siamo un processo in evoluzione e le emozioni sono parte di questo processo.

Alcuni trovano il focusing difficile perché le loro sensazioni sopraggiungono troppo rapidamente e in numero troppo elevato. Per tali persone il focusing è un rallentamento. “Scegliete una sensazione, fermatevi e restate con quella”, dico loro.
Oppure: “Va bene, lasciate stare questa massa caotica di sensazioni e, in silenzio, andatele sotto, come se lì sotto ci fosse la sensazione più importante. Cercate di captare questa sensazione che sta sotto a tutte le altre”.

Il miglior modo di considerare il critico interno (tutti ne hanno uno!), è congedarlo con qualche commento brusco. Il mio, di solito, ripete sempre le stesse cose. Allora gli dico: “Vattene e torna quando avrai qualcosa di nuovo da dire”. Oppure: “Non mi va di ascoltare uno che mi parla con quel tono”.
Tutti gli psicologi hanno incontrato questa parte distruttiva della personalità e le hanno dato vari nomi (super-io, cattivo genitore, animus, critico).
Non date retta al vostro critico e non praticate focusing sulla pessima sensazione che ha prodotto in voi. Al contrario, cercate di scoprire, al di sotto, quello che voi provate e percepite veramente, quello di cui avete veramente bisogno. Lavorate a fondo nel punto in cui voi – e non il vostro critico – provate le cose e ne sentite il bisogno.

Il focusing implica lasciare che una sensazione sentita più ampia e differente, rispetto alle nostre vecchie e familiari cattive sensazioni, si sviluppi. State alla larga dalle vecchie trappole che conoscete, statene alla larga e cercate una percezione più estesa di tutto l’ambito problematico del quale la cattiva sensazione fa parte.

Potete fare focusing mentre aspettate l’autobus. 
Per il focusing bastano pochi minuti, dieci, quindici, diciamo pure mezz’ora. Ma non di più. Poi viene il momento di parlare, di riposare o di fare qualche altra cosa. Non rimuginate tutto. Vi ritornerete sopra in seguito. Nel frattempo, il corpo sarà in grado di procedere all’elaborazione.

Mentre fate focusing su una sensazione sentita, potreste rendervi conto del sopraggiungere di altre emozioni. Ma una sensazione sentita non è un’emozione come la collera, la paura, l’odio, la gioia o l’ansia. È il senso della vostra situazione emotiva totale, la sensazione di molte cose nel loro insieme, in cui un’emozione può trovarsi come incastonata o da cui può venire prodotta.

Alcune domande determinanti:
Qual è il punto cruciale?
Qual è la cosa peggiore? Quali sono le due o tre cose che mi fanno stare peggio?
Qual è il nocciolo della questione?
Che cosa c’è sotto a tutto ciò? Cosa provoca in me?
A che cosa potrebbe condurmi questa cosa?
Di che cosa ci sarebbe bisogno per sentirsi meglio?
Ci si interroga su cosa vada male e su cosa sarebbe necessario per poter stare meglio.
Possiamo indagare la natura del problema, oppure chiederci cosa sarebbe dovuto accadere che invece non è ancora accaduto.

Es: supponete di sentirvi spesso soli ed esclusi.
Concentriamoci sulla sensazione sentita che accompagna l’esclusione. Potrete scoprire che in qualche modo siete voi a escludere voi stessi o quali siano le diverse questioni che riguardano da vicino il problema. Ma a un certo punto si renderà necessario chiedere alla sensazione sentita: “Di che cosa ci sarebbe bisogno per non sentirsi così?”
Ricercate i successivi passi vitali e non fermatevi soltanto a quello che è stato il problema.

Si può ottenere un cambiamento corporeo sentito quando si è bloccati anche dando forma a un’immagine. Molte persone hanno un’immaginazione vivida, altre no. Tutti però sono in grado di formarsi un’immagine familiare, anche a occhi aperti.
Quindi una volta ottenuta l’immagine, prendete in esame la sensazione che suscita in voi. Spesso la sola immagine potrà provocare un cambiamento. Che lo provochi o no, tuttavia, domandatevi: “Come mi fa sentire quest’immagine?”. Ciò potrà forse indicarvi la direzione da seguire.

Domandate al corpo: “Cosa proverei, a livello fisico, se questa difficoltà potesse essere appianata in qualche modo?”. Se attenderete alcuni secondi avvertirete il cambiamento corporeo.
Attendete e poi dite a voi stessi: “Posso sentirmi così per sempre”. Poi aspettate. Se dovesse emergere un elemento nuovo che vi dice: “No, mi dispiace, non puoi sentirti così per sempre”, interrogate tale “elemento” sulla sua identità.
“Cosa mi impedisce di sentirmi così?”.

Ogni volta che sentite frasi come “Deve essere”, spegnete l’interruttore. Non state facendo altro se non quello che la maggior parte della gente fa per tutta la vita: tentare di dire a voi stessi cosa è sbagliato. Tenete a mente l’importanza dell’atteggiamento interiore del “domandare” rispetto al “dire”. Non ditevi nulla. Domandate, aspettate e lasciate che il corpo risponda.
L’efficacia del focusing e i vantaggi che potrete riceverne miglioreranno con la partica.

Usate questo tipo di domande quando tutto pare confuso o quando non sapete da dove iniziare:
Cosa è veramente? Da cosa è sostenuta questa situazione?” o “Dov’è che mi sono arenato, in tutto questo?”.
“Dov’è che la mia vita si è bloccata?”.

Una sensazione sentita viene raggiunta nel momento in cui la sensazione stessa supera la comprensione intellettuale, quando ciò che abbiamo è molto di più delle parole e dei pensieri, quando qualcosa viene sperimentato in modo piuttosto manifesto, sebbene non ancora chiaramente, quando qualcosa non ha ancora raggiunto un’apertura o una liberazione completa.
Sarete in grado di riconoscere la sensazione sentita dell’interlocutore e il suo riferimento a questa, quando egli inizierà a cercare invano delle parole per una cosa che non può essere tradotta verbalmente.

Una brutta cosa personale non è mai del tutto negativa. Se c’è, vuol dire che ha, o che potrebbe avere, aspetti giusti o utili ai quali dobbiamo prestare profitto. Perciò ascoltala senza ostilità e senti ciò che ti dice, sotto quale aspetto abbia ragione”.

“Sei ferita a causa di qualcosa?”. “Senti forse che non potrai mai raggiungere quello di cui hai bisogno?”.

Possiamo dare vita a una sensazione corporea olistica, inizialmente poco chiara. È la sensazione globale del significato di una questione particolare. È da questo “luogo”  che può avere origine una serie di cambiamenti interiori e un percorso costituito da molti passi.


Fonte: Focusing, interrogare il corpo per cambiare la psicheEugene T. Gendlin