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mercoledì 19 novembre 2014

Ayahuasca per curare la depressione ... Scopriamo la ricerca che viene fatta a Natale sulla bevanda


Quali sarebbero gli effetti di una sostanza considerata divina e che viene utilizzata da centinaia di anni dagli indiani in Amazzonia?

Un’indagine condotta da gennaio di quest'anno presso il Brain Institute UFRN può offrire alcune risposte.

L’indagine è stata dal professor Dráulio de Araújo, il quale, ha indagato quali sono gli effetti della ayahuasca nel cervello, oltre ai suoi potenziali benefici terapeutici.

Per chi non lo sapesse, l’Ayahuasca è una bevanda prodotta dalle piante che si trovano in Amazzonia. Di solito è utilizzata nei rituali sciamanici e ha come principale componente chimico dimetiltriptamina (DMT), che provoca allucinazioni.
C'è la convinzione mistica che la DMT sarebbe una sorta di molecola dello spirito. Esiste un interessante documentario, disponibile su Netflix, su questa potenza mistica della sostanza, che raccoglie le testimonianze di ricercatori, sciamani e utenti di tutto il mondo.
Secondo il professore, i test sono in corso all'UFRN e nell'Ospedale Universitario Onofre Lopes. Ci sono 80 volontari che fanno uso controllato di Ayahuasca, mentre i suoi effetti sono misurati da ricreatori.

È ancora troppo presto e non ci sono dati preliminari sul risultato della ricerca.
Ma si presuppone vi sia un grande potenziale per il trattamento della depressione e le malattie come il morbo di Parkinson, con più efficienza e senza effetti collaterali.
Il professor Araújo Dráulio è post dottorando di neuroimaging funzionale presso l'Università di San Paolo e professore di ruolo del Brain Institute UFRN. Per il progetto, è stato coordinato un team di 22 persone.

Araújo ha dichiarato che non ci sono dati sugli effetti negativi dell'uso di Ayahuasca nella maggior parte delle persone. Tuttavia, vi sono gruppi a rischio.
"La sostanza è estremamente sicura. Molto prima che la scienza iniziò ad interessarsi alla sostanza, e per certificarne la sicurezza, diversi gruppi avevano fatto uso regolare di Ayahuasca. Se avesse provocato dei gravi effetti negativi, lo avremmo sicuramente già notato, dal momento in cui la sostanza è stata utilizzata da un buon numero dei partecipanti in diversi riti.
Come qualsiasi sostanza che agisce sul sistema nervoso centrale, naturalmente ci sono gruppi a rischio. Nel caso dell’Ayahuasca, gli individui che tendono a episodi psicotici, per esempio, sembrano fare parte di questi gruppi. Inoltre, si segnala che molti degli effetti "difficili" sono reazioni somatiche, soprattutto nausea e infine dissenteria. È importante notare che l’Ayahuasca non ha effetti additivi (dipendenza), come nel caso di alcol e tabacco, per esempio".

Lo studio durerà due anni. Se gli effetti benefici saranno provati, è possibile che la bevanda diventi un potente rimedio e potrà essere acquistata, in futuro, in farmacia.

Neuroscienze
Natale è diventato un punto di riferimento in una produzione scientifica nel campo delle neuroscienze. La storia è iniziata con il ricercatore Miguel Nicolelis, quando ha proposto il suo Istituto Internazionale di Neuroscienze per Natale di qualche anno fa.

Oggi la città ospita due centri di ricerca all'avanguardia nel settore: oltre al Nicolelis, l'Istituto del Cervello, legati alla UFRN, dove uno dei  ricercatori è il neuroscienziato Siddhartha Ribeiro.

Ribeiro è conosciuto per il lavoro che fa con sogni lucidi e il loro potenziale di apprendimento. E 'parte di un gruppo di scienziati che sono a favore della legalizzazione della marijuana.

È stato premiato per i viaggi Transformadores.

Le lezioni e i testi di Siddhartha sono molto stimolanti e li consiglio a tutti.


Fonte: http://www.apartamento702.com.br/ayahuasca-para-tratar-depressao-conheca-pesquisa-esta-sendo-feita-em-natal-sobre-planta/

lunedì 20 ottobre 2014

Emodieta - Dr. Mozzi

Le diete secondo i gruppi sanguigni

A inizio ‘900 Karl Landsteiner condusse alcune ricerche e raggiunse il Nobel per la scoperta dei gruppi sanguigni, studi proseguiti da Alfredo De Castello e Adriano Sturli, Emil von Dungern e Ludwig Hirszfeld.

Nel 1957 il dr. Edomndo Damoni scrive una tesi sulla correlazione tra alcune patologie e i gruppi sanguigni.

Nel 1960 James D’Adamo, naturopata americano iniziò a sperimentare sui suoi pazienti diete differenziate in base al gruppo sanguigno. Suo figlio, Peter D’Adamo (naturopata) ha proseguito le sue ricerche trovando conferme che illustrò sui suoi libri.
La sua ipotesi è che i gruppi sanguigni si sono differenziati grazie alla diversa alimentazione adottata dalle varie popolazioni durante l’evoluzione del genere umano.
Ciò è supportato dal fatto che i gruppi sanguigni siano comparsi in epoche storiche e in regioni geografiche diverse, anche se mancano sperimentazioni scientifiche che convalidano l’ipotesi.

Il gruppo sanguigno, quindi, non serve solo a identificare il tipo di sangue necessario per le trasfusioni e i trapianti di organi, pratiche che la Natura non ha mai previsto.
Esso rappresenta l’espressione più comprensibile e immediata delle nostre caratteristiche immunitarie.

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I brevi ritratti degli appartenenti ai quattro gruppi sanguigni, benché siano basati sull'esperienza di anni di lavoro e di contatto diretto con i pazienti, sono indicativi e costituiscono una cornice all'interno della quale sono possibili infinite variazioni. 

Le persone del GRUPPO 0 hanno un sistema immunitario molto reattivo. Manifesta risposte immunitarie in tempi brevi, e può sviluppare anche patologie in tempi brevi così come può recuperare velocemente.
Hanno un sistema digerente abbastanza robusto, produce acido gastrico in abbondanza riuscendo così a digerire la carne con facilità, ma faticando nella digestione di cereali e latticini.
Non hanno bisogno di seguire ritmi biologici cadenzati nell’assunzione di cibi.
Sono molto sensibili ai nuovi influssi e ai cambiamenti, in genere possiedono una buona dose di resistenza, ottimismo e intuizione.

Le persine del GRUPPO A hanno un sistema immunitario non molto robusto e poco combattivo verso le infezioni.
Hanno un sistema digerente sensibile e delicato e una certa difficoltà nella digestione delle proteine e dei grassi animali (specie quelli mammiferi).
Digerisce meglio le proteine di: pesce, legumi, semi oleosi e carboidrati.
Hanno maggior bisogno di seguire ritmi biologici cadenzati nell’assunzione di cibi.
Hanno buone capacità di adattamento, una personalità tranquilla e uno spiccato spirito di collaborazione che si trasforma in abilità relazioni e buone capacità di lavorare in gruppo.

Le persone del GRUPPO B hanno un sistema immunitario piuttosto robusto, forte e resistente alle patologie.
Hanno un sistema digerente robusto e adattabile ai cambianti dietetici.
Sono portate a consumare molti alimenti ad ogni pasto.
Sono poche le sostanze che li danneggiano veramente (glutine, mais, pomodoro, maiale).
Sono persone abbastanza abitudinarie, stabili nel mutamento.
Possiedono buone capacità relazionali e buon equilibrio fisico, psichico ed emotivo.

Le persone del GRUPPO AB hanno un sistema immunitario per alcuni versi simile a quello del gruppo A, molto tollerante e spesso aperto verso virus, batteri e patologie, ha tempi di risposta piuttosto lenti. Necessita di essere rafforzato. Impiegano molto tempo a manifestare le patologie, e hanno lunghi tempi di recupero.
Hanno un sistema digerente sensibile, in genere tollerano un’alimentazione onnivora equilibrata.
Sono persone intuitive e aperte verso gli altri e il mondo esterno, hanno la necessità di sentirsi liberi e, nello stesso tempo, hanno bisogno di un certo radicamento esistenziale; si riallacciano, in questo modo, alle diverse modalità di vivere dei gruppi A e B e le rendono complementari.
Questo gruppo è l’esito dell’unione tra i gruppi A e B, è il più recente e raro nel mondo. 


                          Cercate di essere curiosi e non stancatevi mai di sperimentare


Fonte: La dieta del dottor Mozzi 



mercoledì 15 ottobre 2014

Rilassamento Acquariano

Questo rilassamento mi fu insegnato dal Master Reiki, Vinicio Provezza, mi disse che si trattava del Rilassamento Acquariano di Baba Bedi (http://www.tecnicavibrazionale.it/).

Ha la peculiarità di essere facile da memorizzare così da poterlo utilizzare sin da subito in modo autonomo, e negli anni si è rivelato molto efficace. 

Questo strumento aiuta a rilassare il corpo e ci induce a porre l'attenzione senza che venga dispersa come solitamente accade. 

Sediamo come più preferiamo, l'importante è mantenere la schiena dritta.
Chiudere gli occhi aiuta a interrompere il vagabondare della mente, ma tenere gli occhi socchiusi aiuta a sentirsi all’interno così poi si può riuscire a rilassarsi quotidianamente senza che nessuno se ne accorga. Quindi ognuno faccia ciò che sente meglio. 

La lingua dovrebbe appoggiarsi al palato, ma inizialmente basta che sia rilassata. 

Facciamo alcuni respiri profondi, inspirando dal naso ed espirando dalla bocca lentamente (sentiamo l’aria che entra nel naso, nei polmoni, scende nello stomaco e poi piano piano esce), se si fa fatica si potrà espirare dal naso. 
      Poi lasciamo che il corpo respiri naturalmente. 
     È utile pensare che inspirando facciamo entrare energia vitale ed espirando facciamo uscire energia satura.

Cominciamo dalla testa (rilassiamo ogni parte con tre respiri profondi, se non si dispone di abbastanza tempo basta anche un solo respiro profondo):

  • parte dx di testa e faccia
  • parte sx di testa e faccia
  • parte dx: collo-gola
  • parte sx: collo-gola
  • parte dx: spalla – scapola – braccio – gomito
  • parte sx: spalla – scapola – braccio – gomito
  • parte dx: avambraccio – polso – mano – dita
  • parte sx: avambraccio – polso – mano – dita
  • parte dx: del tronco fino alla cintura compresi: polmone – fegato/pancreas – intestino
  • parte sx: del tronco fino alla cintura compresi: polmone – stomaco/milza – intestino
  • spina dorsale partendo dalla nuca fino al coccige compresi gli organi della procreazione e dell’evacuazione
senti i RENI  (opzionale, mia elaborazione)
senti il CUORE  (opzionale, mia elaborazione)
  • parte sx: inguine – anca – natica
  • parte dx: inguine – anca – natica
  • parte sx: coscia fino al ginocchio
  • parte dx: coscia fino al ginocchio
  • parte sx: tibia – caviglia – piede – dita
  • parte dx:  tibia – caviglia – piede – dita
Abbiamo terminato, io consiglio a questo punto di fare qualche respiro profondo, e cercare di sentire il corpo nella sua totalità, sentire dove ci sono contratture, ansia, tensioni e semplicemente prenderne atto. 

Buon lavoro!

Mariangela Mattoni

mercoledì 24 settembre 2014

VIRUS HIV - Articolo del Dr. Alessio Pisani[1]

Il 23 aprile 1984 il dr. Robert Gallo affermò in conferenza stampa con l’allora segretaria del Ministero della Salute statunitense Margaret Heckler che: “la probabile causa dell’AIDS era stata individuata, è un virus chiamato HTLV 1-2-3 (oggi chiamato HIV); contiamo di avere un vaccino pronto entro 2 anni” (di anni ne sono passati 28…).

Tale conferenza venne effettuata prima che Gallo sottoponesse la ricerca e i suoi esperimenti alla comunità scientifica per poterne verificare la validità. 24 ore dopo il primo “test” ipoteticamente destinato all’individuazione del virus nel sangue umano era già stato brevettato ed era pronto per essere venduto in tutto il mondo. I documenti ufficiali che “provano” questa “scoperta” sono riportati qui di seguito.

Il giorno 26 marzo 1984 il dr. Gonda, che venne incaricato da Gallo e assistenti di fotografare il “virus” al microscopio elettronico al fine di inviare le immagini alla rivista Science per la sua pubblicazione, scrive a Gallo e alla sua équipe che: “…le particelle osservate sono frammenti di una cellula degenerata” e che “….non credo affatto che le particelle fotografate siano il virus HTLV (HIV)”.

Il collaboratore di Gallo, il dr. Popovic scrisse nella sua ricerca (si veda il documento originale qui sotto) che: “nonostante intensi sforzi nella ricerca, l’agente patogeno causa dell’aids non è stato ancora identificato”. Gallo, come si può notare dal documento, depennò tale frase e la sostituì con una che affermava il contrario. E spedì il suo articolo alla rivista Science che lo pubblicò il 4 maggio del 1984 ...

Nel 2008, 37 scienziati inviarono una lettera a Science chiedendo che l’articolo del 1984 di Gallo venisse immediatamente ritirato poiché le prove di come fosse stato volutamente contraffatto erano tali da renderlo inaccettabile dal punto di vista scientifico e morale. Tale lettera è ancora in attesa di risposta.

… gli stessi produttori del test Elisa, alla voce “sensibilità e specificità del test” affermano: “AD OGGI NON ESISTE UNO STANDARD RICONOSCIUTO PER STABILIRE LA PRESENZA O L’ASSENZA DI ANTICORPI HIV-1 E HIV-2 NEL SANGUE UMANO”.
Ma tale test viene usato per affermare che nel sangue analizzato del paziente gli anticorpi sono presenti e che prima o poi il paziente morirà.

Nel foglio illustrativo del test Western Blot, chiamato “test di conferma” perché appunto dovrebbe confermare un’infezione rivelatasi al primo test Elisa, si legge che: “UN CAMPIONE DI SANGUE RISULTATO POSITIVO SIA AL TEST ELISA CHE AL TEST WESTERN BLOT SI PRESUME INFETTO DA HIV-1” e ancora: “SEBBENE UN RISULTATO POSITIVO (ricordiamo che la sua positività cambia da paese a paese…) POTREBBE INDICARE INFEZIONE DA HIV-1, LA DIAGNOSI DI AIDS PUO’ ESSERE EFFETTUATA SOLO SE L’INDIVIDUO RISPECCHIA I CRITERI DIAGNOSTICI STABILITI DAL CDC (CENTER OF DISEASES CONTROL)” e inoltre al punto 6 viene affermato: “NON USARE IL WESTERN BLOT COME UNICO TEST DI CONFERMA DI DIAGNOSI DI POSITIVITA’ AL VIRUS HIV-1”.
Peccato che questo viene chiamato e usato come test di conferma…

Passando alla terza metodica diagnostica, la PCR, ecco cosa riporta il foglio illustrativo del test: “QUESTA TECNICA NON DEVE ESSERE USATA COME TEST DI SCREENING PER IL VIRUS HIV O COME STRUMENTO DIAGNOSTICO PER CONFERMARE LA PRESENZA DEL VIRUS”.

Con questo test, invece, i medici decidono quando iniziare le terapie farmacologiche sui pazienti definiti sieropositivi.
Terapie farmacologiche basate su farmaci tossici e mortali (chiamati farmaci antiretrovirali-ARV) nei cui bugiardini, consultabili liberamente sul sito della FDA (Food and Drugs Administration) viene affermato che (vedi immagine, esemplificativa di uno dei tanti farmaci ARV fotografata direttamente dal sito americano www.fda.gov):

“QUESTO FARMACO NON CURA E NON PREVIENE L’INFEZIONE DA HIV E NON NE IMPEDISCE LA TRASMISSIONE. QUESTO FARMACO PUO’ CAUSARE, CON I SUOI EFFETTI COLLATERALI, GLI STESSI SINTOMI DELLA IMMUNODEFICIENZA ACQUISITA (AIDS)”.

Milioni di vittime nel mondo sono quindi morte a causa dei farmaci che dovevano curarli….

Françoise Barrè-Sinoussi ha preso il Premio Nobel per la Medicina insieme a Luc Monatagnier per la presunta scoperta del virus HIV; ma la prima ha affermato nel documentario “The Emperor New Virus” che: “Purificare il virus era fondamentale per poter preparare i test per trovare gli anticorpi dell’hiv, ok? Perché volevamo che i test diagnostici fossero quanto più precisi possibile. Infatti se si usa una preparazione di virus che non è purificata ovviamente identificherai anticorpi di ogni tipo…”

Peccato però che Luc Montagnier che ha condiviso con lei il Nobel abbia sostenuto: “I repeat we did not purify”, "Ribadisco, noi non lo abbiamo isolato" (Rivista Continuum 1997 vol 5, numero 2).
…dunque? Il virus non è MAI stato visto da nessuno ...

In un’intervista del 2009, il co-scopritore del virus HIV Luc Montagnier ha dichiarato che: “POSSIAMO ESSERE TUTTI ESPOSTI AL VIRUS HIV SENZA ESSERE CRONICAMENTE INFETTI; UN SISTEMA IMMUNITARIO FUNZIONANTE SI LIBERERA’ DAL VIRUS IN MODO NATURALE”.

Il prof. Montagnier dovrebbe spiegarci come sia possibile liberarsi “in modo” naturale da un retrovirus che per quasi 30 anni è stato definito incurabile, letale, altamente trasmissibile….

Inoltre ricordiamo che la funzione di un vaccino è creare gli anticorpi verso la malattia stessa. Se una persona risulta positiva al test per il citomegalovirus o la toxoplasmosi, ad esempio, viene dichiarata immunizzata verso tali agenti patogeni, poiché nel sangue vengono rilevati appunto gli anticorpi specifici. Nei test HIV che, come abbiamo visto i produttori stessi dichiarano non in grado di identificare gli anticorpi HIV, la positività (ovvero la presenza dei anticorpi) viene invece valutata come indicatore di infezione cronica, progressiva e mortale.

Ma se anche l’HIV fosse un retrovirus, come sostenuto da decenni, è importante sapere che nella storia della microbiologia e della virologia nessun retrovirus è mai stato né pericoloso né letale. Il nostro patrimonio genetico contiene infatti circa novantasettemila (97000) retrovirus endogeni (ovvero innati, non acquisiti dall’esterno) naturalmente presenti nel nostro organismo e assolutamente innocui.

Le culture cellulari usate da Gallo nel 1983, a cui seguì la pubblicazione su Science dell’articolo-annuncio della scoperta del virus HIV, erano mescolate a linfociti provenienti dal sangue di cordone ombelicale, tessuto riconosciuto da tempo per la sua ricchezza in retrovirus umani. Tale articolo comprende dunque gravi errori metodologici.

15 anni più tardi vennero effettuati controlli sperimentali in laboratori francesi e statunitensi che pubblicarono un articolo nella rivista Virology, in cui si dimostrava i risultati dei loro studi al microscopio elettronico sui gradienti ottenuti a partire da culture cellulari che si ritenevano infette da HIV. In entrambi gli studi, gli autori hanno riscontrato un’abbondanza di residui cellulari senza alcuna evidenza accettabile di particelle retro virali. Quasi nello stesso momento Luc Montagnier venne intervistato da Djamel Tahi e finì per ammettere che in effetti il virus HIV non era mai stato isolato nel suo laboratorio.

In ultima istanza, viene da chiedersi perché il programma mondiale di lotta contro l’aids degli Stati Uniti sia gestito dal National Security Council e dalla CIA, e non sia stato invece affidato agli organismi competenti in materia di sanità.



Fonte articolo: http://scienzamarcia.blogspot.it/2012/03/aids-la-frode-scientifica-del-secolo.html




[1] Il Dr. Alessio Pisano è specialista di psiconeuroimmunologoia e medicina psicosomatica.

giovedì 24 luglio 2014

Riflessologia facciale vietnamita - DIEN’ CHAM’

È nel 1980 che le basi di questa stupefacente tecnica hanno visto la luce in Vietnam, nella città di HoChiMinh (l’antica Saigon) grazie al lavoro del professor Bui Quoc Chau e di tutta una équipe di medici, ricercatori e agopuntori. Lavorando in un ambiente ospedaliero, si era interessato ai principi della riflessologia; gli era venuta così l’idea di studiare eventuali corrispondenze tra il viso e il corpo.

Alcuni aspetto del l’I Ching si basano sul principio di corrispondenza (come anche nel Kybalion “Tutto in natura si corrisponde”) così il professor Bui Quoc Chau si disse che, di conseguenza, sarebbe stato logico che tutto quello che è in nature obbedisse a questa legge.
Bui Quoc Chau: “Dato che la curvatura del naso ricorda la curvatura della colonna vertebrale, deve certo corrisponderle e quindi dar modo di curarla!” “… e  le narici avrebbero potuto anch’esse corrispondere alle natiche, cui assomigliavano. Le gambe allora avrebbero dovute essere rappresentate, ai due lati delle narici, delle pliche laterali che partono dal naso e arrivano ai lati della bocca e le sopracciglia potrebbero rappresentare le spalle e le braccia”.

E così che scoprì la prima proiezione del corpo a livello del viso.

Il proseguimento del lavoro lo porterà a disegnare fino a ventidue sistemi di proiezione del corpo sul solo livello facciale e a scoprirvi più di cinquecento punti-riflessi.
Fu così che mise a punto insieme alla sua equipe una nuova riflessologia, ancora più complessa e efficace dell’agopuntura. Diede a questo metodo il nome di Facythérapie, che riunisce in uno solo i due termini che lui stesso e i suoi discepoli utilizzavano spesso: Diagnostica Facciale e Terapia Cybernetica (Cybernetica perché il professore considerava il viso come un quadro di comando o una tastiera di un computer: basta spingere un bottone per ottenere la risposta a distanza di un organo, la regolazione di una funzione organica o il sollievo da dolore!).
Il solo inconveniente, è che la terapia facciale è un metodo di una tale complessità che solo specialisti che l’abbiano studiata per anni possono sperare di utilizzarla. Essa è una sintesi tra riflessologia, massaggio e agopuntura.
Su questa teoria di base si è in seguito fondato Nuhan Le Quang per mettere a punto il suo metodo, il Dien’Cham’, che consiste nella stimolazione di punti-riflesso del viso, per messo di un fondamentale strumento … l’estremità arrotondata di una penna a sfera! In meno tempo di quel che occorre per scriverne, i vostri mali spariranno come per incanto.

Che cosa può risolvere il Dien’ Chanm?:
  • Problemi concernenti schiena, articolazioni, muscoli dolori lombari; cervicali, spalle, ginocchia, colonna vertebrale, braccia, gambe, mani, dita, piedi, caviglie, artrosi, reumatismi, poliartrite, lussazioni, sciatiche, lombaggini …)
  • problemi sessuali e dell’apparato genitale, squilibri ormonali (problemi mestruali, ossia mestruazioni dolorose, abbondanti, insufficienti, amenorrea, perdite bianche, vaginite, prostatite, sterilità, contraccezione, impotenza, frigidità, eiaculazione precoce, menopausa, pre-menopausa, vampate di calore, secchezza vaginale, prolasso dell’utero, fibroma, cisti ovarica, mastite, allattamento, ipo/ipertiroidismo …)
  • problemi di pelle (infiammazioni diverse, acne, prurito, eczema, psoriasi, bruciori, fuoco di sant’Antonio, orticaria …)
  • disturbi digestivi, assimilazione e eliminazione (colite, gastrite, diabete, costipazione, diarrea, epatite, calcoli biliari e renali, ritenzione idrica, obesità, cellulite, emicrania …)
  • disturbi del sistema nervoso (depressione, insonnia, ansia, irritabilità, bambini nervosi o iperattivi, apatia, fatica cronica, mal di testa, mali di viaggio …)
  • disturbi della circolazione (cattiva circolazione, varici, ipo o iper-tensione, vertigini, malattie diverse …)
  • qualche caso particolare o cronico (morbo di Parkinson, emiplegia, paralisi, parestesia …)
  • disturbi respiratori (bronchite, asma, sinusite, raffreddori …)
  • altro (visione imperfetta, abbassamento dell’udito, allergie …)

Principi base
Principio di corrispondenza della forma. Bui Quoc Chau precisa che questo principio è basato sul proverbio “chi assomiglia, si accoppia”, menzionato nell’I Ching. Il che significa che “quel che mostra la stessa forma si assomiglia e si corrisponde”. Ad esempio i punti 8 e 106, della stessa natura, possono essere associati vantaggiosamente.

Principio di corrispondenza di natura. Es. il collo unisce il corpo alla testa. Il polso collega la mano all’avambraccio, come la caviglia collega il piede alla gamba. In vietnamita, quelle parti del corpo che sono il collegamento tra altre due, vengono indicate con una stessa parola: cô. Il collo è cô tay, la caviglia cô chan. Secondo questo principio si considera la radice del naso (situata tra le sopracciglia e gli occhi) come una cosa della stessa natura (cô), dato che collega il naso alla fronte. Certo, la cervicale si blocca e il collo si cura stimolando quella zona che li riflette, ma si può ottenere lo stesso risultato anche massaggiando i polsi e le caviglie.

Principio di omogeneità. Stabilisce un nesso tra le parti del corpo malate, le loro funzioni e le relative manifestazioni a livello del viso, sotto la forma di punti detti “molli”, che presentano cioè una mancanza di compattezza, facile da verificare al tocco e talvolta addirittura alla vista. Anche la quantità di questi punti-riflesso “molli” e il loro grado di “morbidezza” sono un indice della gravità della malattia o dello squilibrio.

Principio di simmetria. Le parti del corpo poste sul lato destro del corpo si trovano sulla destra del viso, stessa cosa per il lato sinistro. C’è un’eccezione a questa regola, e riguarda i punti situati sul davanti, alcuni dei quali corrispondono sul lato opposto. C’è comunque uno schema di corrispondenza tra fronte e organi interni.

Principio di interconnessione. Tutto nell’universo è interdipendente. È la stessa cosa nel corpo umano. Soffrite di emicrania? Controllate lo stato del fegato o della cistifellea. Avete spesso male alla gola? Verificate come sta l’intestino …

Principio dell’effetto contrario. A seconda del tipo di malattia, ogni punto di agopuntura richiede una durata, una frequenza e una intensità di stimolazione ben definita. Se non se ne tiene conto e la stimolazione è insufficiente, non si otterranno i risultati sperati. Al contrario, se la stimolazione è troppo forte, mantenuta troppo a lungo, non si avrà nessun risultato o, peggio, si rischia di ottenere l’effetto opposto e di vedere peggiorare la situazione.
Per evitare tutto ciò, c’è una regola semplice: stimolare soltanto leggermente e rapidamente i punti non dolorosi e smettere di stimolare una zona o un punto non appena cessa di essere sensibile.

Principio dei punti non dolorosi. Questa teoria ha permesso la determinazione precisa dei punti sul viso. Anche questa fu ispirata da un celebre adagio dell’I Ching: “Nello Yang c’è lo Yin e nello Yin c’è lo Yang”.
L’estrapolazione in termini di agopuntura facciale ha condotto a verificare che “nella zona in cui c’è un punto doloroso, c’è un punto non doloroso”.
L’esperienza clinica ha provato la veridicità di questa formula. È così che è stato determinato il punto 1 (alla radice del naso), il primo di una lunga serie di cinquecento (da notare che la numerazione dei punti corrisponde all’ordine in cui furono evidenziati, senza nessun altra implicazione).
Questo principio fu applicato poi allo stesso modo per determinare gli altri punti e le zone di corrispondenza del corpo sul viso. 


Fonte: DIEN’ CHAM’, Riflessologia facciale vietnamita - Marie-France, Nhuan Le Quang