Capitolo 1
Fonte: LA CO DE IN A – Claudio Trupiano
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La Terapia
Confronto e transizione tra la Medicina Ufficiale e le
5 Leggi Biologiche
Ognuno di noi, nel proprio modo di percepire la realtà
e di programmare la vita, è una specie di contenitore nel quale si riversano
tutti gli accadimenti dal momento del concepimento nel grembo materno sino
all’ultimo respiro di vita: non esiste un contenitore uguale all’altro, ognuno
di noi è unico irripetibile e diverso. Ma questo viene sempre tenuto in
considerazione? Vediamo
a) LA PERSONA
Per la Medicina Ufficiale: un malato è un protocollo
da rispettare.
Molto spesso l’individuo perde la sua identità e viene
identificato con il nome della malattia diagnostica. Conseguenziale la terapia:
a ogni patologia corrisponde un protocollo farmacologico specifico e
prestabilito per quel tipo di patologia, non di paziente. I rimedi prescritti
sono stabiliti ufficialmente da chi non ha mai visto e non vedrà mai quella
specifica persona, per cui il medico referente può diventare una sorta di mero
esecutore di ordini di altri che hanno stabilito per lui cosa fare.
Per la Nuova Medicina: un malato non è un malato
È una persona che sta vivendo un processo bifasico,
biologico e sensato. È un individuo unico e irripetibile, diverso se mancino o
destrimane, diverso se maschio o femmina, diverso in base alla
sua età ormonale, diverso se sta vivendo o meno un conflitto
del profugo, ma soprattutto diverso in base al percepito conflittuale che lo ha
portato ad attivare la curva bifasica.
Dopo aver spiegato al paziente il processo fisiologico
conseguente e come si comporterà nel tempo lo specifico
tessuto coinvolto, si potrà procedere a tutti gli
interventi terapeutici necessari e utili, sia dal punto di vista farmacologico
che chirurgico, per accompagnare il paziente alla fine della vagotonia. Un
medico con tale competenza avrà anche il compito di istruire la persona a
spostarsi dalle possibili recidive conflittuali, coinvolgendo se necessario
anche i parenti.
Medici, infermieri e familiari diventano tutti attori
protagonisti e collaboratori del paziente per accompagnarlo nel suo processo di
riparazione
Inimmaginabile, in questo contesto, il
protocollo. È la fine della paura e la nascita di una nuova figura di
medico – come dice Hamer – col cuore in mano.
Questo traguardo è ancora lontano, ma ci arriveremo.
b) COS’È LA MALATTIA?
Per la Medicina Ufficiale: un errore del corpo.
La malattia è un’entità nosografica, cioè la
definizione della manifestazione di un male senza un senso e un’utilità: un
errore del corpo.
L’assurdità di un organismo lasciato al caso e
all’errore raggiunge il suo apice nelle definizioni di corpo della medicina
accademica: a volte straordinario e perfetto, a volte manifestatamente stupido.
È questo il caso del tradimento del sistema immunitario quando si rivolta
contro di noi, generando le malattie autoimmuni. Sarebbe questo il sistema
perfetto che ci difende?
Se poi entriamo nel mondo dei tumori, varchiamo le
soglie della follia: sono perversioni di un sistema impazzito, così come sono
impazzite le cellule tumorali che non solo devastano i nostri organi, ma si
permettono di girovagare nel nostro corpo (metastasi) a loro completo
piacimento e nei tempi che più a loro aggrada. Come ho già riportato nel primo
libro, non possiamo che riconoscere al malato l’acronimo di persona SS
(Scientificamente Sfigata).
Per la Nuova Medicina: una risposta sensata
dell’organismo.
La malattia è sempre un programma bifasico, distinto
in una fase simpaticotonica, cioè la fase del conflitto attivo, e in una fase
successiva vagotonica, cioè la fase di ripristino e di riparazione che segue la
soluzione del conflitto. Questa seconda fase è intervallata, secondo dei tempi
fissi, dalla Crisi Epilettoide.
Una visione completa e nuova: un Programma bifasico
Speciale – Biologico – Sensato, estremamente preciso e governato da una Natura
che fa di tutto per tenerci in vita. E lo fa con noi umani come tutti gli
organismi viventi, seguendo un circuito regolatore di omeostasi, per cui a
un’azione corrisponde una reazione compensativa opposta.
c) LA CAUSA DELLA MALATTIA
Per la Medicina Ufficiale: sconosciuta, forse
genetica.
Il termine “sconosciuto” è l’aggettivo più ricorrente
in tutti i testi di patologia.
Tutto sommato, considerando che l’attività terapeutica
ufficiale è sostanzialmente sintomatica (combatte i sintomi della malattia per
toglierli) e non eziologica (rivolta contro la causa), è relativo l’interesse a
scoprire le cause delle malattie. Conoscerle non cambierebbe le modalità di
intervento.
Logica conseguenza, la totale mancanza di attenzione
al vissuto conflittuale del paziente: l’anamnesi non è altro che la raccolta di
dati personali, malattie precedenti, patologie familiari di certo ereditarie, e
soprattutto di quante sigarette il paziente fuma e se beve. Se tra questi dati,
si riscontra qualche ipotetico nesso causale, si va a sentenza colpevole! Se
invece si scopre che la persona fino a quel momento è stata sana come un pesce,
che tra i suoi avi non c’è traccia di quella patologia, che non fuma e non beve
… allora il paziente è solo un SS (Scientificamente Sfigato) perché il suo
corpo è incappato in un errore.
Negli ultimi decenni si è fatto anche un gran parlare
delle cause delle malattie riferendosi allo studio del genoma umano e quasi
ogni giorno si legge che sarebbe stato individuato il gene di questa o di
quella malattia. I miliardi stanziati per questa ricerca sono incalcolabili, ma
ancora oggi nessuna malattia, la cui presunta causa sarebbe stata individuata
in un gene specifico, risulta essere stata guarita, intervenendo, modificando o
eliminando quel gene.
Rimando il lettore agli studi di Bruce Lipton
sull’epigenetica, sufficienti a smontare l’eziologia imputata al genoma umano,
mentre per converso viene avallata la teoria opposta, del tutto analoga alle
scoperte di Hamer; per cui è l’evento esterno a determinare il cambio della
sequenza genetica.
Per la Nuova Medicina: uno shock inaspettato.
d) RIMEDI E CURE
Per la Medicina Ufficiale: prevenire, e
poi attaccare.
Di fronte a un corpo … insensato, sempre
pronto a tradirci con sorprese sgradite, ben si comprende il successo della
Medicina Preventiva: come dire, freghiamo noi il corpo prima
che lui freghi noi.
Vasto e confuso il suo ambito: si va dai
consigli alimentari allo stile di vita raccomandato, per planare sulla
Prevenzione con la P maiuscola, ovvero l’inizio senza fine di esami clinici, a
caccia della cellula maligna prima che si espanda o di altre
patologie più o meno sommerse.
Per la Nuova Medicina: conoscere e
contenere la curva bifasica.
Chi conosce la curva bifasica scoperta da
Hamer sa che ogni trattamento terapeutico, dall’assunzione di un principio
attivo o di un farmaco, placebo compreso, dall’intervento chirurgico
all’attività spirituale, sciamanesimo compreso, tutto può portare alla
cosiddetta guarigione, purché sia di sostegno o anche semplicemente non alteri
o interrompa il processo bifasico di ogni andamento patologico. Come sa anche
il contrario: se la curva bifasica oltrepassa il limite fisiologico del
programma o se il limite è superato dalle troppe recidive conflittuali, non
esiste intervento che possa portare un risultato diverso dalla morte.
Perciò ogni tipo d’intervento terapeutico presuppone
che il medico curante conosca in quale fase della curva bifasica si trovi il
paziente e quale foglietto embrionale sia stato attivato.
Il nuovo modo di intervenire non è più
quello di andare contro, ma contenere e accompagnare al meglio la fase vagotonica.
Massima attenzione deve essere data al percepito conflittuale del paziente,
operando in primis sull’eventuale stato di paura e quindi tranquillizzandolo,
ma soprattutto mettendolo al corrente di quanto sta facendo il suo corpo.