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lunedì 21 maggio 2012

I sette specchi esseni

Gli esseni identificarono molto bene il ruolo dei rapporti umani, dividendoli i 7 tipologie o specchi, i quali, ci ricordano che in ogni momento della vita, la nostra interiorità ci è rispecchiata da coloro che ci circondano.

Questa tecnologia essena ci aiuta a conoscerci e trasformare i nostri vincoli in possibilità, plasmando il piombo in oro.
Grazie al profondo e intenso lavoro di Gregg Braden, questa tecnologia è arrivata sino a noi e con il grosso contributo e impegno di Arcangelo Miranda è divenuta molto più comprensibile.

Siamo noi gli artefici del nostro destino, poiché, attraverso i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre azioni, possiamo modificare la nostra realtà. Cambiando la nostra realtà daremo un piccolo contributo al resto dell’universo, come l’effetto farfalla, dove il batter d’ali di una farfalla può produrre un grande cambiamento a migliaia di kilometri di distanza.

PRIMO SPECCHIO: riflette cosa io sono nel presente
Coloro che mi circondano mi rispecchiano ciò che sono io ora, ne presente. Se ho intorno a me rabbia, delusione, frustrazione … quello è ciò che sono io ora.
Vediamo e critichiamo negli altri le nostre colpe (senso di colpa per ciò che abbiamo o non abbiamo fatto)
Attacco qualcuno se la situazione mi aggancia alla mia colpa. Se sono circondata da modelli comportamentali che stimolano le mie azioni negative (che creano forme pensiero, le quali sono sensibili agli stimoli esterni) io mi sento in quel modo.

SECONDO SPECCHIO: riflette come giudico nel presente
Se sono circondata da personaggi irritanti, potrebbero rappresentare come io critico o giudico.
Il giudizio indica che io rivoglio l’energia che mi è stata rubata o che ho perduto.
Critico gli altri per un mio bisogno emozionale e così avrò intorno a me persone che mi “tradiranno” o che mi “deluderanno” affinché io possa  usare la critica.

TERZO SPECCHIO: a cosa sto rinunciando
Quando mi trovo di fronte ad una persona che mi da una carica elettrica, che mi piace (spesso è il caso dei famosi colpi di fulmine), che mi attrae magneticamente è perché questa persone mi mostra caratteristiche che io avevo un tempo ma che ormai ho perduto. Riconosciamo noi stessi nel riflesso dell’altro.

QUARTO SPECCHIO: mi mostra le mie dipendenze
Adotto comportamenti che, nell’arco del tempo, mi fanno riorganizzare la mia vita per accoglierli.
La compulsione attiva il sistema dopaminergico, perché VOGLIO una cosa. Una volta raggiunta tale cosa il corpo sprigiona endorfine e provo piacere. così in futuro voglio riottenere quel tipo di piacere e innesco sempre più compulsioni sino a raggiungere una dipendenza (da lavoro, da gioco, da sesso, da cibo, da alcol, da droghe …).
Utile imparare a osservare noi stessi e a cominciare a dire di NO.

QUINTO SPECCHIO: come mi rapporto con il principio femmineo e mascolino, con il mondo e con il divino
Consideriamo qualcuno più importante e così attuiamo la separazione dal tutto. Questo specchio ci mostra i nostri genitori, ma in senso di principio maschile/divieto e femminile/permesso e la nostra interazione con loro. Come vediamo questi due principi così vediamo il mondo e il divino.
  • Madre = femminile = permesso/CREAZIONE/apre lo spazio
  • Padre = maschile = divieto/AUTORITÀ/chiude lo spazio
L’apertura di questo ciclo è la fase madre e la chiusura è la fase padre.
Normalmente dovremmo avere la fase di:
  1. ispirazione (perfettamente connessi alla nostra essenza)
  2.  osservazione e creazione (apro lo spazio e creo/madre)
  3.  identità ed esperienza (chiudo lo spazio e divento quella cosa/padre)
  4.  ritorno all’Essenza come consapevolezza.
Ma noi rimaniamo alla 3 fase dove l’identità diventa identificazione.
Il Quinto specchio si attiva quando una creazione ha inizio (madre), noi ne assumiamo l’identità e poi ci identifichiamo e dimentichiamo chi siamo realmente. Siamo in trappola, lontani dalla nostra Essenza pensando di essere solo il nostro corpo e la nostra storia.
Utile fare pulizia di ricordi pesanti ma anche di idolatrie. 

SESTO SPECCHIO: l’oscura notte dell’anima, ci mostra la mia vera essenza. Quando perdiamo tutto, allora ci mostriamo per quello che siamo realmente, nudi, senza sovrastrutture di protezione, possiamo vedere la nostra divinità. Occorre cominciare e rivolgerci all’interno e avere fiducia in se stessi.
Rapporti e relazioni seguono alti e bassi, e così anche gli andamenti della vita, se voglio possedere, so che posso perdere. Ma la vita tende all’equilibrio e nel momento in cui affrontiamo le grandi sfide troveremo in noi gli strumenti per affrontarle. Perché le grandi sfide compiano solo quando abbiamo la possibilità di affrontarle.

SETTIMO SPECCHIO: mi mostra che ogni esperienza è già perfetta così com’è
Continuo a fare paragoni e a entrare in competizione per dimostrare il mio valore. Ma nei confronti mi riferiscono sempre a modelli esterni. Mentre invece, devo essere io il solo modello di riferimento per i miei risultati raggiunti. Ogni cosa che faccio è già perfetta così.


Fonti: 
Gregg Braden "Camminare tra i due mondi" VHS


Arcangelo Miranda "Io Sono Me" e-book


https://www.macrolibrarsi.it/libri/__io-sono-me-i-7-specchi-esseni-libro.php?pn=2028

mercoledì 9 maggio 2012

Craniosacrale

Quando si parla di craniosacrale si parla di ascolto del liquido cerebrospinale. 
Saper ascoltare significa avere una buona conoscenza di sè. 
Oltre all'ascolto è importante anche il contatto (molto leggero) e il non-agire, riconoscendo al corpo profonde capacità di autoguarigione.  
Quest'approccio è non invasivo e pone il cliente in una posizione attiva. 
Comprende le meningi, le ossa del cranio e del sacro e il liquor.

All'inizio del 1900 W. G. Sutherland percepì che il movimento involontario delle ossa craniche (respiro primario) era in connessione con la colonna e l'osso sacro (da qui il nome craniosacrale), creando un'onda che riverbera sull'intero corpo. 
Notò inoltre che questo movimento comprende una fase di espansione (inspirazione/flessione) e una di contrazione (espirazione/estensione); entrambe accompagnate dall'ondeggiamento del liquor.
Sutherland intuì che vi era una forza vitale, il "respiro della vita" (ciò che gli indiani chiamano prana) a condurre questi movimenti. 

Siamo costituiti dal 70% di liquidi, pertanto i nostri fluidi creano un organismo unico (sangue, linfa. liquor ...) attraversato da maree. 
Ogni tipo di "malattia" costituisce un impedimento alla libera circolazione dei fluidi.

Durante il trattamento l'operatore pone delicatamente le sue mani sul corpo identificando le aree di restrinzione, e seguendo anche le più minuscole pulsazioni del sistema cranio-sacrale sino a far si che avvenga un rilascio, e i tessuti tornino in equilibrio. 


MANUALE DI AUTO TRATTAMENTO CRANIOSACRALE









L’onda che respira
I ritmi corporei si possono paragonare alle onde del mare, l’elemento da cui deriviamo: hanno una loro ampiezza e forza, che vari apparentemente a seconda del vento e della pressione atmosferica. Nel nostro corpo, il vento è rappresentato dagli atti respiratori e la pressione atmosferica dalla pressione sanguigna.
Il movimento del mare e la dimensione delle sue onde sono determinati, anche e soprattutto, da energie profonde e celate, influenzate, come tutti i fluidi esistenti sulla terra, da forze celesti , portatrici di una grande forza e di un misterioso fascino: la maree.
Anche il nostro complesso e sofisticato organismo umano, sottoposto a ritmi vitali consci e inconsci, viene governato in profondità da sottili maree; tra esse, percepibili in condizioni di rilassamento e meditazione, esistono quelle craniosacrali.

Queste maree sono tre:
  •  la prima più superficiale e maggiormente percepibile (chiamata dal suo scopritore Sutherland; “impulso respiratorio primario o craniale”, detta anche “onda cranioscrale”. Essa si esprime con un ritmo cha varia da 8 a 12 cicli al minuto.
  • La marea media, che agisce maggiormente sui fluidi corporei
  • La marea lunga, che rappresenta il collegamento più intimo alla nostra essenza vitale manifesta, in quella che viene definita nel Bilanciamento cranio sacrale la quiete dinamica. Essa rappresenta il nostro potenziale dinamico, quell’energia profonda del nostro essere da cui può nascere ogni forma.

Le tre maree vanno intese come un’unica entità che si manifesta a vari livelli, da uno più superficiale a uno più profondo. 
Liquor: la sua storia e il suo percorso. Le meningi
Il liquido cerebrale comanda (W.G. Sutherland)
Il liquor è un liquido paragonato ad acqua di sorgente, poiché è trasparente e limpido. Ha tre funzioni:
  • nutrire
  • proteggere, ammortizzando le sollecitazioni meccaniche
  • asportare le scorie e le tossine
Esso scorre attraversando tutto il sistema nervoso centrale, dall’encefalo al midollo, come un fiume, formando laghi, cisterne e piccoli affluenti.
Viene prodotto e riassorbito costantemente da strutture particolari, presenti nei ventricoli cerebrali, dette plessi corioidei e la sua quantità è di circa 150 millimetri.
È contenuto nello spazio circostante dalle due meningi più esterne, la dura madre e l’aracnoide.
La dura madre, la più esterna delle meningi, è ancorata a livello della parte anteriore della scatola cranica sull’apofisi crista galli dell’osso etmoide; lungo la sutura sagittale nel cranio, dove si sdoppia formando la falce cerebrale che separa i due emisferi, il tentorio del cervelletto e la falce cerebellare.
La dura madre si fissa al forame occipitale e alle prime vertebre cervicali per poi arrivare ad ancorarsi a livello della seconda vertebra sacrale, mettendo così in connessione il cranio col sacro formando quelle che Sutherland chiamò il “collegamento centrale”.
Il liquor prodotto dai plessi coroidei, nei ventricoli cerebrali si muove, essendo continuamente generato e riassorbito dal primo al secondo ventricolo, per poi passare nel terzo ventricolo sottostante, attraverso il forame di Monro.
Il terzo comunica, a sua volta, col quarto attraverso l’acquedotto di Silvio, che poi si dirige attraverso il formane di Magendie che la cisterna magna cerebello-midollare.
Il midollo spianale e il cervello si trovano, così, avvolti intimamente dalla meninge più interna, la pia madre e protetti dall’aracnoide e dalla dura madre, tra le quali è contenuto il liquor.


Fonte: Manuale di Auto Trattamento Craniosacrale

mercoledì 2 maggio 2012

L'immensa balla del fabbisogno di calcio

Un articolo di Lorenzo Acerra

Il fabbisogno di calcio per l’essere umano … provate ad indovinare!? 
È stato inventato dall’industria casearia (che nel 1994 lo portò a 1000 milligrammi al giorno, nel 1997 a 1200, nel 2001 a 1500!).
Il fabbisogno reale è molto più basso di quanto si dicesse. Già nel 2007 in tutta Europa è stato riportato a 700 milligrammi al giorno per gli adulti e 400 per gli adolescenti.
Ma già nel 1962 le raccomandazioni per il calcio del FAO/WHO Expert Group erano per gli adolescenti di 350 milligrammi e le donne in gravidanza di 500 milligrammi al giorno. In Cina o in Zambia e in altri paesi in cui la incidenza di fratture ossee era nulla o quasi, le persone avevano un introito di calcio che andava da 250 fino a 400 milligrammi al giorno (Hunt 2007).

Le ossa contengono calcio. Che cosa dobbiamo fare per curare le ossa fragili e malate? Ingerire più calcio? Ma il calcio contenuto nel latte di vacca precipita sulle ossa in modo tale da renderne la struttura rigida e particolarmente fragile!
Studi lo confermano: è proprio la presenza di calcio depositatosi male sulle ossa a dare loro la caratteristica di suscettibilità alle fratture. 

Inoltre il calcio del latte, poiché è relativamente inassorbibile ed in eccesso, va a creare un problema sui tessuti molli, cuore, legamenti e così via, perché è lì che quel calcio precipita causando calcificazioni inappropriate. 
Ed è proprio la presenza di calcio depositatosi male sulle ossa a dare loro la caratteristica di suscettibilità alle fratture. 

Sono proprio le nazioni che consumano le maggiori quantità di prodotti caseari, gli Stati Uniti, Israele, l’Olanda, la Finlandia, che hanno le incidenze maggiori di fratture ossee. Se il consumo di prodotti caseari veramente aiutava le nostre ossa, ce ne saremmo accorti, almeno noi negli Stati Uniti, dove il consumo pro-capite di formaggi è passato da cinque chili nel 1970 a undici nel 1990, sedici nel 2006 e oltre diciannove chili nel 2010. E invece l’incidenza di fratture ossee è aumentata in maniera esponenziale negli ultimi quarant’anni.

Considerate questo: 100 grammi di latte materno, destinati alla rapida mineralizzazione dei tessuti del neonato, contengono 33 milligrammi di calcio, mentre la stessa quantità di latte vaccino ne contiene 118 milligrammi, quindi quasi quattro volte tanto. Se accettiamo l’idea che la natura fa tutto per dei buoni motivi, dobbiamo pensare che il latte di mucca dispone di troppo calcio per gli esseri umani.

Quali sono gli effetti negativi di un eccesso di calcio? Ebbene sappiamo che le difficoltà causate dall’uso di carbonato di calcio (usato per svariati anni come antiacido) consistevano in affaticamento, cefalea, nausea senza vomito, scintigrafie ossee anormali, anormali livelli di ormone paratiroideo e insufficienza renale. 
L’integrazione di calcio oltre i 2.500 milligrammi al giorno ha importanti effetti negativi sull’equilibrio dei minerali nel corpo (Kato 2004). 
Uno studio pubblicato sull’American Journal of Medicine descriveva un uomo che aveva accettato di prendere come trattamento per i dolori allo stomaco un antiacido a base di carbonato di calcio. Nonostante lo avesse preso tutti i giorni per oltre quattro anni, sul paziente furono riscontrati successivamente numerosi episodi di fratture. La cosa strana era che il grado di mineralizzazione ossea era davvero soddisfacente. Una Tac però aveva rivelato calcificazioni ai reni (Carmichael 1984). Aumentando negli anni l’utilizzo di carbonato di calcio contro l’acidità di stomaco, i ricoveri ospedalieri per l’ipercalcemia sono passati da un tasso inferiore al 2% nel 1990 a quello del 1993 che era del 12%. 

Secondo Beall e Scoheld (1995), la condizione di ipercalcemia è reversibile se diagnosticata precocemente. Ma le persone spesso prendono gli antiacidi a base di carbonato di calcio regolarmente per anni, senza considerare i possibili effetti collaterali, come per esempio artriti o danni renali permanenti.

Dopo aver riportato tutti questi dati scientifici di cui ci si dimentica spesso, non mi rimane che ribadire che il modello di guarigione più accurato e che ottiene risultati migliori è quello naturale, che si basa sulla fiducia nella natura e che s’interroga sui possibili problemi metabolici o sui sovraccarichi tossici.

  • FAO/WHO Expert Group. 1962. Calcium Requirements. Rome, FAO.
  • FAO. 1974. Handbook on Human Nutritional Requirements. Rome, FAO.
  • Truswell, S. 1983. Recommended dietary intakes around the world. Report by Committee 1/5 of the International Union of Nutritional Sciences. Nutr. Abstracts Revs., 53: 939-1119.