Il solo motivo
per cui siamo qui, è essere qui. Possiamo chiamarlo in molti modi:
illuminazione, risveglio, o semplicemente presenza. Prima di arrivare s questo
pianeta siamo in grado di sperimentarlo in maniera diretta: tuttavia, una volta
nati ed entrati nella densità che impregna la nostra matrice collettiva umana,
i nomi e le forme iniziano a sostituire l’esperienza spontanea dell’Uno. Il nostro
viaggio inizia con una certa consapevolezza su chi siamo e la realizzazione che
quella è la stessa consapevolezza primordiale che permea l’intero universo. È qualcosa
che già siamo, per questo non è necessario cercarlo fuori di noi ora è il
momento di realizzarlo e non soltanto a livello personale, ma anche collettivo.
Poiché il risveglio collettivo è il motivo per il quale siamo qui. Questa realizzazione
da alcuni è stata chiamata “illuminazione” e diverse tradizioni spirituali
insegnano a credere che sia un traguardo difficile da raggiungere: cioè l’esperienza
ultima a cui giungere solo dopo molti sforzi e molte pratiche. In questo libro
vorrei invece dimostrare che l’illuminazione non è difficile tanto quanto ci
hanno portato a credere, poiché il percorso da fare è la creazione dei ponti
fra i vari aspetti della coscienza umana. L’attuale razza umana è condizionata
da sistemi di credenza che creano un interrotto senso di separazione. Ci sentiamo
separati gli uni dagli altri, separati dal flusso naturale della vita e anche
dalla verità riguardo il nostro essere.
È un senso
di separazione sperimentato come dualità di coscienza, con la percezione di
essere un’insignificante particella di un universo vasto e misterioso, in balia
di eventi cosmici completamente fuori dal controllo. Ed è proprio da questo
sentimento di separazione dal mondo circostante che nasce la sofferenza. Vorremmo
controllare il nostro destino, ma non riusciamo. C sentiamo impotenti di fronte
ai burrascosi eventi planetari. La nostra incapacità di fidarci del flusso
della vita ci fa precipitare nella disperazione e nella paura. Crediamo che per
conseguire qualcosa dobbiamo forzare le cose; che per contare qualcosa dobbiamo
competere con il mondo o che per essere mati dobbiamo dimostrare di essere
meritevoli.
Le nostre
vite sono strutturate sulla lotta, confinate dentro i nostri stessi limiti. Per
quanto ci piacerebbe, non riusciamo facilmente ad immaginare un mondo
caratterizzato dalla gioia e dall’armonia, nel quale dare e ricevere siano
parte di un flusso spontaneo che inevitabilmente cerchi il massimo bene per
ognuno di noi. E se il mondo che stiamo sperimentando non dovesse essere così? E
se l’esperienza della dualità non fosse fine a se stessa, ma piuttosto un mezzo
a noi utile per percepire la realtà? E se dopo aver appreso a percepire la
realtà grazie alla separazione, fossimo in grado di disimparare la dualità per
iniziare a modellare il mondo in modo diverso?
Alcune tradizioni
spirituali insegnano che la natura della materia è densa e stagnante. Poiché siamo
spiriti di luce, si suppone che l’Incarnazione in corpi materiali in qualche
modo ci separi dalla verità spirituale del nostro essere.
Dimenticando
di non esserci mai separati, ci riduciamo a camminare su questa Madre Terra sul
filo del rasoio, soggiogati da una ruota del karma alla quale cerchiamo di
sfuggire lungo il nostro viaggio di ritorno allo spirito!
Nella tradizione
Inca, così come in molte altre culture sciamaniche, viene insegnato che questo
mondo è soltanto uno dei tre mendi, ognuno caratterizzato dalle proprie regole
ed esperienze. Questo mondo percepito attraverso gli occhi della dualità,
attraverso le lenti dei condizionamenti subconsci e l’eccessivo affidamento
alla mente razionale ed ai sensi fisici, è chiamato Mondo di Mezzo. Tuttavia
non è l’unico mondo sperimentabile con i nostri corpi fisici. Esistono infatti
i mondi sperimentabili esistenti al di fuori della portata della mente
razionale. Gli sciamani li chiamano Mondo di Sopra e Mondo di Sotto.
Questi mondi
non sono meno reali del Mondo di Mezzo, ma per sperimentarli è
necessario imparare ad utilizzare delle strutture mentali diverse. In definitiva,
si tratta di vivere multidimensionalmente, imparando a sperimentare la realtà
attraverso una consapevolezza simultanea di tutti gli aspetti della mente. A mano
a mano che impariamo a percepire la realtà in modo differente, essa cambia,
plasmandoci in base alla nostra percezione. Alla fine impariamo che il mondo
che siamo sempre stati condizionati a credere reale, è un’illusione. Imparando a
vedere le cose in modo diverso, scopriamo di avere il potere di cambiare il
mondo in modi inimmaginabili.
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