Translate

lunedì 8 aprile 2013

Le piante del fascino – Devon Scott

Appurato che la natura è in grado di curare, non commettete l’errore di considerare automaticamente benefico tutto quello che arriva dalle piante: la fitoterapia, anche se non necessita di prescrizione medica, si basa su estratti di piante che possono avere gli stessi effetti di farmaci e anche gli stessi inconvenienti.

Inoltre molti farmaci hanno principi attivi derivati proprio dalle piante: per esempio, il chinino usato contro la malaria è estratto dalla corteccia di china; contro infiammazione e febbre si prendono i salicilati, derivati dalla corteccia di salice; contro l’insufficienza cardiaca si è usata per decenni la digitalina, estratta dalla digitale, che è tossica e può uccidere se presa a dosi elevate.
Alcune piante hanno reazioni con atre piante o con farmaci comuni, dei quali potrebbero aumentare o diminuire l’assimilazione.

Esempio:
  • Aglio (peggiora l’ulcera), salvia (sconsigliata negli ipertesi e negli epilettoidi. Sconsigliata anche durante l’allattamento potrebbe alterare il sapore del latte, e inoltre favorisce le contrazioni uterine, potrebbe causare parti prematuri) e papaya interferiscono con gli anticoagulanti, potenziandone l’effetto e facendo rischiare un’emorragia.
  •  Liquirizia provoca ritenzione idrica e alza la pressione negli ipertesi
  • Iperico aumenta l’eliminazione dei farmaci che abbassano il colesterolo e lascia macchie sulla pelle di chi si espone al sole.
  • Achillea dà sensibilità cutanea ai raggi solari.
  • Alloro può provocare dermatiti da contatto.
  • Carciofo e aneto danno cattivo sapore al latte, se assunti da una mamma che allatta al seno.
  • Rabarbaro aumenta la stitichezza.
  • Arnica, che si usa nelle pomate per le contusioni, se messa su cute non integra può dare vomito, diarrea e allucinazioni per effetto dell’arnicina che passa direttamente nel sangue attraverso graffi o ferite.
  •  Guaranà può dare agitazione, tachicardia, ansia e vomito a che bene molto caffè, per eccesso di caffeina nel sangue
  •  Crusca che aumenta naturalmente la massa fecale e contrasta la stitichezza di chi mangia poca pasta e poco pane, assorbe parte dei farmaci, col rischio che il paziente non ne assuma abbastanza.


Paracelso “Tra cura e veleno è solo un questione di dose


CROMOTERAPIA

Rosso = è il colore dell’energia; regola la circolazione del sangue; stimola il metabolismo e facilita l’eliminazione delle scorie; cicatrizza i tessuti lesi e si ritiene un anti-invecchiante contro rughe e tessuti rilassati. Viene usato come decongestionante per migliorare il microcircolo, in particolare nella cellulite.

Arancione = mescolanza di giallo e rosso, è il colore dell’entusiasmo e dell’ottimismo, che scaccia la malinconia. Cura i disturbi respiratori, in particolare l’asma; stimola la tiroide e la funzionalità epatica. Combatte la stanchezza.

Giallo = stimola la mente (alza il livello di attenzione), i muscoli volontari, la digestione e la motilità intestinale; aumenta il numero di globuli bianchi e permette di reagire meglio alle infezioni. È energizzante per il fisico e la mente, accresce la fiducia in se stessi e calma i problemi digestivi da iperacidità nervosa.

Verde = è un colore doppio: nei toni chiari e vividi (verso il giallo) è energizzante e stimolante, nei toni scuri è disinfettante. Rilassa e calma gli stati febbrili e l’irritabilità; decongestiona gli occhi, depura fegato e reni, è antibatterico.

Blu = è il colore del rilassamento e della clama. È antinfiammatorio sul fisico, induce alla calma e alla tranquillità sulla mente. Combatte la tachicardia, l’insonnia, il mal di testa e l’ipertensione.

Indaco = mescolanza di blu e viola, è soprattutto un sedativo, calma gli stati infiammatori e purifica. Viene usato per le diarree profuse e nei disturbi del sistema nervoso.

Viola = è il colore della spiritualità e dell’equilibrio. Stimola i depressi, gli introversi e i malinconici ad aprirsi agli altri con fiducia; calma gli esagitati e induce il distacco dalla cose materiali negli avidi e negli egoisti. È il colore coadiuvante delle diete dimagranti ed è un ottimo antistress.


GEMMOTERAPIA

Pietre rosse: primo chakra (Muladhara) affine al rosso e all’elemento Terra.
  • riparare le ossa e le unghie
  • curare i reumatismi
  • i problemi di impotenza
  • stimolare il fegato
  • migliorare la circolazione del sangue

Si usano: rubino, ematite, diaspro sanguigno, granato


Pietre arancioni: secondo chakra (Svadhisthana) affine all’arancione e all’elemento Acqua.
  • problemi agli organi interni a livello della vita: reni e intestino
  • migliorano la respirazione
  • sono tonificanti e antistress
  • fissano il calcio nelle ossa (ottime per l’osteoporosi)

Si usano: corallo, onice, corniola, agata


Pietre giallo: terzo chakra (Manipura) è affine al giallo e all’elemento Fuoco.
  • quelle giallo vivo migliorano la digestione e la muscolatura flaccida
  • quelle giallo pallido aiutano a espellere i medicinali in chi ha patologie croniche e si sottopone a terapia pesanti e protratte nel tempo

Si usano: topazio, ambra gialla, quarzo citrino


Pietre verdi: quarto chakra (Anahata) è affine al verde e all’alemento Aria.
  • migliorano la vista e clamano agendo sulla pressione e sull’adrenalina

Si usano: agata verde, giada, smeraldo, malachite


Pietre azzurre: quinto chakra (Visuddha) è affine all’azzurro, blu e all’elemento etere
  • infiammazioni e infezioni
  • abbassano la febbre
  • rendono più calmi

Si usano: agata blu, zaffiro, turchese, lapislazzuli


Pietre indaco: sesto chakra (Ajna) è affine all’indaco e non ha elementi.
  • stimolano i reni
  • alzano la pressione
  • colore coadiuvante nei problemi sessuali femminili

Si usano: tormalina blu, occhio di gatto


Pietre violette: settimo chakra (Sahashrara) è affine al violetto e, non ha elemento
  • curano muscoli, ossa e articolazioni
  • coadiuvanti nelle anemie

Si usano: ametista, quarzo bianco, diamante




Fonte: Le piante del Fascino - Devon Scott