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martedì 14 aprile 2015

Invito al benessere – Annalisa Faliva

La suggestione può scatenare delle “tempeste” chimico umorali che spesso possono favorire la guarigione.

Ippocrate parlava di vis medicatrix natura: la forza risanatrice è insita nella nostra natura umana, e …

Proprio non so quanto sollievo puoi ottenere e non so quando … forse sarà nella mattinata verso le 10.30 o nel primo pomeriggio … o sarà stasera verso le 19.20 … o stanotte … non so quando precisamente … ma credo che sarà piacevole per te notare che a un certo punto … puoi sentirti bene … notare improvvisamente … quanto bene ti senti … ma anche se ti senti meglio più tardi stamattina, questo pomeriggio … questa sera o perfino questa notte, e potrai dormire profondamente bene … e non è straordinario sapere che non c’è proprio bisogno di sapere come o perché qualcosa succede, per godersi il semplice fatto che è successa? Qualunque risultato tu ottenga chiedi alla tua Mente Inconscia di imparare come è riuscita a ottenerlo … così che possa riprodurlo ogni volta che tu ne abbia bisogno.

Esercizi per imparare a fissare l’attenzione:
Pensa a un limone, visualizzalo più dettagliatamente che puoi, senti la buccia porosa nella mano, immagina di tagliarlo in due, di avvicinare una metà al naso e di odorare l’odore aspro del limone tagliato, di spremermene qualche goccia in bocca … Nota se inizi a salivare.

Immagina di stare salendo su un vulcano: è molto caldo e tutto scotta, il terreno sotto ai piedi è caldo, l’aria è bollente e trema di caldo attorno a te. Poco lontano il vulcano erutta colate di lava rossa e incandescente; il calore ti circonda, l’aria che respiri è calda; e lì, nella tua immaginazione, hai caldo, stai sudando e boccheggiando ti spogli. Nota quale impatto ha questo sulla tua temperatura.

Pensa ai brani musicali che ti emozionano; scegline uno che ti piace particolarmente. Inizia a sentire la musica nella tua mente: le vibrazioni che ti trasmette, lo stato d’animo che ti comunica; nota che effetto ha sul tuo spazio interiore. Ora pensa a un genere diverso; ascolta quest’altra musica dentro di te, e di nuovo osserva che cosa succede. Hai notato che, a seconda del genere musicale cambia anche il tuo spazio interiore?

Tieni il braccio destro sollevato davanti a te suggerisci a te stesso: “Ora il braccio sollevato diventa sempre più pesante, molto pesante … davvero pesante. Tutti i muscoli sempre più pesanti, come un pesante pezzo di cemento; così pesante, pesante, veramente pesante …” Nota che cosa succede.

Il respiro
Se la nostra respirazione è superficiale, indica un livello di rimozione, se è libera e profonda siamo in grado di accogliere parti inconsce e integrarle.

Esercizio 1: stenditi su un tappetino e solleva le ginocchia, poi appoggia i piedi a terra.
Fai dei respiri profondi e lascia che il corpo si lasci andare sempre di più ad ogni respiro. Le tensioni in alcune zone possono essere più marcate. Porta l’attenzione su quelle parti che necessitano di lasciarsi andare e attraverso il respiro invitale a sciogliersi. Potrebbero emergere ricordi lascia andare anche quelli. Lascia che la mente vada sui particolari che l’attraggono, e invita il corpo a sciogliere le tensioni. In questo modo puoi invitare tutto ciò che ha bisogno di andarsene a scivolare via.

Esercizio 2: siedi comodamente, chiudi gli occhi e fai cinque o sei respiri profondi.
Inspira dal naso e conta sino a 3. Trattieni contando sino a tre; espira più lentamente contando sino a sei. Ripeti l’intero ciclo per alcune volte.
La respirazione profonda permette una migliore ossigenazione che stimola il cervello e nutre le cellule del corpo. Inspirare dal naso fa sì che la gola non secchi e impedisce che la testa giri, per l’aumento di ossigeno. L’espirazione rilascia anidride carbonica e favorisce il rilassamento muscolare.
Con il tempo più inspirare contando sino a 5 o 6 ed espirando per il doppio o il triplo del tempo-.
Non sforzare mai il corpo, conta sino a dove comunque ti senti bene.
Mentre continui a respirare nota quale dei tuoi sensi a metterti meglio in contatto con la respirazione: vedere un’immagine di te che respiri, sentire i suoni del respiro e una voce che dice “sempre più rilassato” con ogni espirazione, o sentire il petto e la pancia che si alzano e si abbassano a ogni respiro … imparando a osservare tutto questo da dentro di te … sempre più presente e rilassato allo stesso tempo … facilmente … osservare ogni cosa.


Fonte: Invito al benessere, Annalisa Faliva, Urra Edizioni

lunedì 20 ottobre 2014

Emodieta - Dr. Mozzi

Le diete secondo i gruppi sanguigni

A inizio ‘900 Karl Landsteiner condusse alcune ricerche e raggiunse il Nobel per la scoperta dei gruppi sanguigni, studi proseguiti da Alfredo De Castello e Adriano Sturli, Emil von Dungern e Ludwig Hirszfeld.

Nel 1957 il dr. Edomndo Damoni scrive una tesi sulla correlazione tra alcune patologie e i gruppi sanguigni.

Nel 1960 James D’Adamo, naturopata americano iniziò a sperimentare sui suoi pazienti diete differenziate in base al gruppo sanguigno. Suo figlio, Peter D’Adamo (naturopata) ha proseguito le sue ricerche trovando conferme che illustrò sui suoi libri.
La sua ipotesi è che i gruppi sanguigni si sono differenziati grazie alla diversa alimentazione adottata dalle varie popolazioni durante l’evoluzione del genere umano.
Ciò è supportato dal fatto che i gruppi sanguigni siano comparsi in epoche storiche e in regioni geografiche diverse, anche se mancano sperimentazioni scientifiche che convalidano l’ipotesi.

Il gruppo sanguigno, quindi, non serve solo a identificare il tipo di sangue necessario per le trasfusioni e i trapianti di organi, pratiche che la Natura non ha mai previsto.
Esso rappresenta l’espressione più comprensibile e immediata delle nostre caratteristiche immunitarie.

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I brevi ritratti degli appartenenti ai quattro gruppi sanguigni, benché siano basati sull'esperienza di anni di lavoro e di contatto diretto con i pazienti, sono indicativi e costituiscono una cornice all'interno della quale sono possibili infinite variazioni. 

Le persone del GRUPPO 0 hanno un sistema immunitario molto reattivo. Manifesta risposte immunitarie in tempi brevi, e può sviluppare anche patologie in tempi brevi così come può recuperare velocemente.
Hanno un sistema digerente abbastanza robusto, produce acido gastrico in abbondanza riuscendo così a digerire la carne con facilità, ma faticando nella digestione di cereali e latticini.
Non hanno bisogno di seguire ritmi biologici cadenzati nell’assunzione di cibi.
Sono molto sensibili ai nuovi influssi e ai cambiamenti, in genere possiedono una buona dose di resistenza, ottimismo e intuizione.

Le persine del GRUPPO A hanno un sistema immunitario non molto robusto e poco combattivo verso le infezioni.
Hanno un sistema digerente sensibile e delicato e una certa difficoltà nella digestione delle proteine e dei grassi animali (specie quelli mammiferi).
Digerisce meglio le proteine di: pesce, legumi, semi oleosi e carboidrati.
Hanno maggior bisogno di seguire ritmi biologici cadenzati nell’assunzione di cibi.
Hanno buone capacità di adattamento, una personalità tranquilla e uno spiccato spirito di collaborazione che si trasforma in abilità relazioni e buone capacità di lavorare in gruppo.

Le persone del GRUPPO B hanno un sistema immunitario piuttosto robusto, forte e resistente alle patologie.
Hanno un sistema digerente robusto e adattabile ai cambianti dietetici.
Sono portate a consumare molti alimenti ad ogni pasto.
Sono poche le sostanze che li danneggiano veramente (glutine, mais, pomodoro, maiale).
Sono persone abbastanza abitudinarie, stabili nel mutamento.
Possiedono buone capacità relazionali e buon equilibrio fisico, psichico ed emotivo.

Le persone del GRUPPO AB hanno un sistema immunitario per alcuni versi simile a quello del gruppo A, molto tollerante e spesso aperto verso virus, batteri e patologie, ha tempi di risposta piuttosto lenti. Necessita di essere rafforzato. Impiegano molto tempo a manifestare le patologie, e hanno lunghi tempi di recupero.
Hanno un sistema digerente sensibile, in genere tollerano un’alimentazione onnivora equilibrata.
Sono persone intuitive e aperte verso gli altri e il mondo esterno, hanno la necessità di sentirsi liberi e, nello stesso tempo, hanno bisogno di un certo radicamento esistenziale; si riallacciano, in questo modo, alle diverse modalità di vivere dei gruppi A e B e le rendono complementari.
Questo gruppo è l’esito dell’unione tra i gruppi A e B, è il più recente e raro nel mondo. 


                          Cercate di essere curiosi e non stancatevi mai di sperimentare


Fonte: La dieta del dottor Mozzi 



giovedì 24 luglio 2014

Riflessologia facciale vietnamita - DIEN’ CHAM’

È nel 1980 che le basi di questa stupefacente tecnica hanno visto la luce in Vietnam, nella città di HoChiMinh (l’antica Saigon) grazie al lavoro del professor Bui Quoc Chau e di tutta una équipe di medici, ricercatori e agopuntori. Lavorando in un ambiente ospedaliero, si era interessato ai principi della riflessologia; gli era venuta così l’idea di studiare eventuali corrispondenze tra il viso e il corpo.

Alcuni aspetto del l’I Ching si basano sul principio di corrispondenza (come anche nel Kybalion “Tutto in natura si corrisponde”) così il professor Bui Quoc Chau si disse che, di conseguenza, sarebbe stato logico che tutto quello che è in nature obbedisse a questa legge.
Bui Quoc Chau: “Dato che la curvatura del naso ricorda la curvatura della colonna vertebrale, deve certo corrisponderle e quindi dar modo di curarla!” “… e  le narici avrebbero potuto anch’esse corrispondere alle natiche, cui assomigliavano. Le gambe allora avrebbero dovute essere rappresentate, ai due lati delle narici, delle pliche laterali che partono dal naso e arrivano ai lati della bocca e le sopracciglia potrebbero rappresentare le spalle e le braccia”.

E così che scoprì la prima proiezione del corpo a livello del viso.

Il proseguimento del lavoro lo porterà a disegnare fino a ventidue sistemi di proiezione del corpo sul solo livello facciale e a scoprirvi più di cinquecento punti-riflessi.
Fu così che mise a punto insieme alla sua equipe una nuova riflessologia, ancora più complessa e efficace dell’agopuntura. Diede a questo metodo il nome di Facythérapie, che riunisce in uno solo i due termini che lui stesso e i suoi discepoli utilizzavano spesso: Diagnostica Facciale e Terapia Cybernetica (Cybernetica perché il professore considerava il viso come un quadro di comando o una tastiera di un computer: basta spingere un bottone per ottenere la risposta a distanza di un organo, la regolazione di una funzione organica o il sollievo da dolore!).
Il solo inconveniente, è che la terapia facciale è un metodo di una tale complessità che solo specialisti che l’abbiano studiata per anni possono sperare di utilizzarla. Essa è una sintesi tra riflessologia, massaggio e agopuntura.
Su questa teoria di base si è in seguito fondato Nuhan Le Quang per mettere a punto il suo metodo, il Dien’Cham’, che consiste nella stimolazione di punti-riflesso del viso, per messo di un fondamentale strumento … l’estremità arrotondata di una penna a sfera! In meno tempo di quel che occorre per scriverne, i vostri mali spariranno come per incanto.

Che cosa può risolvere il Dien’ Chanm?:
  • Problemi concernenti schiena, articolazioni, muscoli dolori lombari; cervicali, spalle, ginocchia, colonna vertebrale, braccia, gambe, mani, dita, piedi, caviglie, artrosi, reumatismi, poliartrite, lussazioni, sciatiche, lombaggini …)
  • problemi sessuali e dell’apparato genitale, squilibri ormonali (problemi mestruali, ossia mestruazioni dolorose, abbondanti, insufficienti, amenorrea, perdite bianche, vaginite, prostatite, sterilità, contraccezione, impotenza, frigidità, eiaculazione precoce, menopausa, pre-menopausa, vampate di calore, secchezza vaginale, prolasso dell’utero, fibroma, cisti ovarica, mastite, allattamento, ipo/ipertiroidismo …)
  • problemi di pelle (infiammazioni diverse, acne, prurito, eczema, psoriasi, bruciori, fuoco di sant’Antonio, orticaria …)
  • disturbi digestivi, assimilazione e eliminazione (colite, gastrite, diabete, costipazione, diarrea, epatite, calcoli biliari e renali, ritenzione idrica, obesità, cellulite, emicrania …)
  • disturbi del sistema nervoso (depressione, insonnia, ansia, irritabilità, bambini nervosi o iperattivi, apatia, fatica cronica, mal di testa, mali di viaggio …)
  • disturbi della circolazione (cattiva circolazione, varici, ipo o iper-tensione, vertigini, malattie diverse …)
  • qualche caso particolare o cronico (morbo di Parkinson, emiplegia, paralisi, parestesia …)
  • disturbi respiratori (bronchite, asma, sinusite, raffreddori …)
  • altro (visione imperfetta, abbassamento dell’udito, allergie …)

Principi base
Principio di corrispondenza della forma. Bui Quoc Chau precisa che questo principio è basato sul proverbio “chi assomiglia, si accoppia”, menzionato nell’I Ching. Il che significa che “quel che mostra la stessa forma si assomiglia e si corrisponde”. Ad esempio i punti 8 e 106, della stessa natura, possono essere associati vantaggiosamente.

Principio di corrispondenza di natura. Es. il collo unisce il corpo alla testa. Il polso collega la mano all’avambraccio, come la caviglia collega il piede alla gamba. In vietnamita, quelle parti del corpo che sono il collegamento tra altre due, vengono indicate con una stessa parola: cô. Il collo è cô tay, la caviglia cô chan. Secondo questo principio si considera la radice del naso (situata tra le sopracciglia e gli occhi) come una cosa della stessa natura (cô), dato che collega il naso alla fronte. Certo, la cervicale si blocca e il collo si cura stimolando quella zona che li riflette, ma si può ottenere lo stesso risultato anche massaggiando i polsi e le caviglie.

Principio di omogeneità. Stabilisce un nesso tra le parti del corpo malate, le loro funzioni e le relative manifestazioni a livello del viso, sotto la forma di punti detti “molli”, che presentano cioè una mancanza di compattezza, facile da verificare al tocco e talvolta addirittura alla vista. Anche la quantità di questi punti-riflesso “molli” e il loro grado di “morbidezza” sono un indice della gravità della malattia o dello squilibrio.

Principio di simmetria. Le parti del corpo poste sul lato destro del corpo si trovano sulla destra del viso, stessa cosa per il lato sinistro. C’è un’eccezione a questa regola, e riguarda i punti situati sul davanti, alcuni dei quali corrispondono sul lato opposto. C’è comunque uno schema di corrispondenza tra fronte e organi interni.

Principio di interconnessione. Tutto nell’universo è interdipendente. È la stessa cosa nel corpo umano. Soffrite di emicrania? Controllate lo stato del fegato o della cistifellea. Avete spesso male alla gola? Verificate come sta l’intestino …

Principio dell’effetto contrario. A seconda del tipo di malattia, ogni punto di agopuntura richiede una durata, una frequenza e una intensità di stimolazione ben definita. Se non se ne tiene conto e la stimolazione è insufficiente, non si otterranno i risultati sperati. Al contrario, se la stimolazione è troppo forte, mantenuta troppo a lungo, non si avrà nessun risultato o, peggio, si rischia di ottenere l’effetto opposto e di vedere peggiorare la situazione.
Per evitare tutto ciò, c’è una regola semplice: stimolare soltanto leggermente e rapidamente i punti non dolorosi e smettere di stimolare una zona o un punto non appena cessa di essere sensibile.

Principio dei punti non dolorosi. Questa teoria ha permesso la determinazione precisa dei punti sul viso. Anche questa fu ispirata da un celebre adagio dell’I Ching: “Nello Yang c’è lo Yin e nello Yin c’è lo Yang”.
L’estrapolazione in termini di agopuntura facciale ha condotto a verificare che “nella zona in cui c’è un punto doloroso, c’è un punto non doloroso”.
L’esperienza clinica ha provato la veridicità di questa formula. È così che è stato determinato il punto 1 (alla radice del naso), il primo di una lunga serie di cinquecento (da notare che la numerazione dei punti corrisponde all’ordine in cui furono evidenziati, senza nessun altra implicazione).
Questo principio fu applicato poi allo stesso modo per determinare gli altri punti e le zone di corrispondenza del corpo sul viso. 


Fonte: DIEN’ CHAM’, Riflessologia facciale vietnamita - Marie-France, Nhuan Le Quang










martedì 1 ottobre 2013

Ho un corpo per guarirmi – Christian Flèche

Vedere la malattia altrimenti
Malattia: un’occasione in codice: quando sono costretto a rimanere tutto il giorno al sole mi abbronzo, e l’abbronzatura non è una malattia; è il sintomo di una reazione di adattamento.
Poi scende la notte, e sebbene io sia ormai lontano dal sole, l’abbronzatura rimane!
Possiamo dire che l’abbronzatura è la fase visibile dell’esperienza, mentre l’esposizione al sole è la fase invisibile. Il sole è l’azione, l’abbronzatura è la reazione. Analogamente, la malattia è una reazione (una fase visibile) che succede a un’azione (fase divenuta invisibile).

Il sintomo è una reazione di adattamento:
  • dell’individuo
  • del gruppo
  •  della specie
L’inconscio biologico ci governa fino a che diventiamo consapevoli dei suoi contenuti, e dunque riprendiamo in mano le redini della faccenda.
La leonessa metterà al mondo otto leoncini. I più veloci si accaparreranno le mammelle più ricche, quelle che contengono più latte: quelle superiori. Per sopravvivere bisogna essere veloci, afferrare rapidamente il cibo. Esiste un’impellenza inconscia.
Se qualche leoncino cade in un dirupo, la madre metterà in atto una soluzione biologica inconscia: l’inconscio biologico darà alle mammelle l’ordine di produrre più latte, per permettere ai leoncini sopravvissuti di ristabilirsi, avendo più cibo. E se per caso tutti i leoncini muoiono cadendo nel dirupo, o vengono uccisi da un nuovo maschio dominante che sopprime i piccoli del suo predecessore, la femmina vive immediatamente un altro conflitto biologico inconscio, che questa volta solleciterà le ovaie: avrà delle cisti, allo scopo di fabbricare più estrogeni per una nuova ovulazione, un nuovo slancio produttivo, mirato alla conservazione della specie. La leonessa andrà in cera del maschio, si accoppierà e avrà altri leoncini. Queste cisti non sono una malattia, ma sintomi di adattamento allo stress. I tumori alle mammelle della leonessa non sono una malattia, ma soluzioni di guarigione. Con questa visione del mondo, il sintomo ci appare come un adattamento biologico di sopravvivenza.

Se la tiroide produce più tiroxina per accelerare il metabolismo e far si che mi accaparri le mammelle superiori, questo avviene per la mia sopravvivenza personale. Se produco più latte, è per la sopravvivenza dei piccoli; se fabbrico più estrogeni e ovuli, è per la sopravvivenza della specie.

Qualsiasi sintomo è presente per curare ciò che lo ha provocato, l’obiettivo essendo in ogni caso quello di sottrarci allo stress, quale ne sia la forma.

All’inizio era la biologia … né psicologica, né simbolica: ma logica: la cosa fondamentale, qui, è capire bene che ciò che vive è prima di tutto iscritto in una realtà biologica.
L’ovulo e lo spermatozoo hanno ciascuno ventitré cromosomi, che si sommano quando si incontrano, sicché l’uovo ne possiede ventitré paia.
Nel corpo di una bambina sono presenti tutti gli ovociti, ossia gli ovuli, fin dalla nascita: ne ha 400.000, e proprio come i neuroni non si rinnoveranno mai.
L’uomo, invece, produce continuamente dei nuovi spermatozoi, che saranno efficaci solo dentro alle vie genitali femminili.
Durante la relazione sessuale, l’uomo eiacula circa 200 milioni di spermatozoi, che giungono nelle vie genitali femminili dove diventano attivi. Solo 400 di essi arriveranno nelle tube di Faloppio, gli altri rimarranno nelle retrovie a far da guerrieri nel caso in cui dovesse presentarsi l’eiaculato di un altro maschio. Avranno la funzione di neutralizzare chiunque venga dopo di loro. Esistono anche gli spermatozoi con funzione di intermediario, che servono da barriera sempre contro gli eventuali spermatozoi di un altro maschio. E poi ci sono quelli che tenteranno di fecondare l’ovulo.
Lo spermatozoo, che è maschile e attivo (l’attività tipica del polo maschile), quando arriva nel terzo superiore della tuba incontra un ovulo che è soprattutto passivo (il polo femminile è passivo). Un enzima specifico che si trova sulla testa dello spermatozoo dissolverà la prima delle tre membrane dell’ovulo, così da poterlo penetrare. A questo punto, l’ovulo stesso diventa attivo e gli spermatozoi rimasti fuori diventano inutili, passivi.

Fin dal primo istante della vita, l’aspetto femminile, quando è in conflitto, diventa attivo e il maschile diventa passivo. 
Non appena uno spermatozoo è penetrato nell’ovulo, questo produce una reazione chimica che impedisce l’accesso ad altri spermatozoi. Se non vi è fecondazione l’ovulo degenera in ventiquattro ore, ma se è fecondato la cellula-uovo, questa cellula unica, si divide in due nel giro di trenta ore. Poi nel giro di quaranta ore si divide di nuovo, in quattro, sedici … e il terzo giorno siano davanti a un insieme di cellule tutte simili, tutte identiche fra loro. Al quarto giorno esse giungono nell’utero nella cui mucosa si annideranno. Per certi versi si tratta di un corpo estraneo, di una specie di “parassita” che entra nel corpo, il quale però non deve respingerlo. Onde evitare il rigetto, hanno luogo alcuni fenomeni biologici: la vita futura è più importante di tutto il resto, e il corpo della madre deve passare attraverso una serie di fenomeni orientali all’accettazione biologica di una “altro da sé”. La madre si “decentralizza” per far luogo a qualcosa di molto diverso da lei: questo è davvero amore!

Non bisogna tuttavia perdere di vista il fatto che l’embriogenesi riassume la filogenesi (nascita della specie; modalità di formazione della specie; sviluppo delle specie nel corso dell’evoluzione). L’embriogenesi dura due mesi, mentre la filogenesi dura milioni di anni.
I primi due mesi della nostra vita sono i più lunghi della nostra esistenza: l’embrione (dal concepimento fino alla fine del secondo mese) riassume, nel suo sviluppo, l’evoluzione di tutta la vita. Passerà attraverso fasi in cui avrà una piccola coda, delle branchie come quelle dei pesci, dita palmate come quelle delle anatre, tre paia di reni come certi anfibi, o addirittura tutta una sfilza di mammelle, come certi mammiferi. Analogamente si differenziano i tessuti, che sono un abbozzo di tutti i grandi apparati (digestivo, renale …) poi regrediranno le mammelle e i reni superflui, le branchie e le dita palmate …

Ora suddivideremo questa evoluzione della vita in quattro stadi:
Primo stadio: nell’evoluzione delle forme di vita (filogenesi), il primo stadio corrisponde all’apparire e al mantenimento della vita (la sopravvivenza), assicurata da quattro funzioni principali:
  • nutrirsi (afferrare il cibo)
  •  respirare (afferrare del gas)
  • eliminare le scorie provocate dalla combustione del cibo e del gas
  • riprodursi, per garantire la continuazione della specie
Queste quattro funzioni sono presenti in ciascuna delle nostre cellule, e in ciascuno dei nostri comportamenti.
I tessuti creati dall’embrione che riassumono questo primo stadio dell’evoluzione sono legati a tutto ciò che è arcaico, vitale; essi soddisfano le quattro funzioni. Si trovano in una parte dell’apparto dirigente, con lo scopo di afferrare il “boccone” di cibo, ossia afferrare la vita sotto forma alimentare, e digerirlo; in una parte dell’apparto respiratorio per afferrare l’aria, ossia la vita sotto forma gassosa; nell’apparato renale, nella porzione inferiore dell’apparato digerente e in altri emuntori, per eliminare le scorie; nell’apparato genitale, che è organizzato per la riproduzione della specie. 

Secondo stadio: a livello della filogenesi corrisponde al passaggio di organismi viventi dall’ambiente liquido all’ambiente terrestre. La vita si è dunque trovata di fronte alla necessità di differenziarsi di più da un ambiente più denso, minerale, ed è diventata più vulnerabile alle aggressioni. Qualsiasi organismo è effettivamente composto perlopiù d’acqua (circa il 70% per il corpo umano).
Per capire quali tracce psichiche tale passaggio abbia lasciato in noi, bisogna tenere a mente la nozione del “dentro di sé”, la necessità di proteggersi, di mettersi al riparo da attacchi di ogni sorta. Avremo, qui, dei conflitti derivanti dal sentirsi aggrediti, “insozzati” e minacciati nella propria integrità.
In questo secondo stadio, l’embrione costituisce organi che hanno funzione protettiva, come il derma (la pelle profonda, che corrisponde a unghie e capelli; ma anche l’abbronzatura, destinata a proteggerci dal sole) e altre protezioni più specifiche: per esempio, la pleura che potrebbe i polmoni, il peritoneo che protegge l’intestino, il pericardio che protegge il cuore, le meningi che proteggono il cervello, la tromba di Eustachio che protegge l’orecchio medio …
La ghiandola del seno fa anch’essa parte di questo “foglietto embrionale”: si tratta di una ghiandola sudoripara che ha subito una modificazione per poter produrre latte.

Terzo stadio: a livello della filogenesi corrisponde alla comparsa della struttura. La vita ha superato il livello della sopravvivenza, e quello della protezione, dunque può cominciare ad esplorare il mondo. Per questo ha bisogno di costruirsi una struttura, un’individualità che dia un senso a tutto questo. Compaiono i muscoli e le ossa in base a un interrogativo: perché andare altrove, perché fare una data cosa? Ha valore? Se non ha né senso né valore, allora non esisterà la manifestazione fisica corrispondente.
Se devo nuotare avrò bisogno di pinne; se devo volare, spunteranno le ali. Ma se non ho bisogno di nuotare, lungo il corso delle generazioni le pinne finiranno per scomparire. Si tratta quindi di svalutazione biologica, non psicologica: ciò che non serve a niente, scompare.
A questo punto l’embrione produrrà i tessuti connettivi, le ghiandole corticosurrenali, le ossa, i muscoli, i legamenti, i tendini, i gangli, le vene, le arterie, il grasso.
Ed è in questo ambito che, negli esseri umani, si situa il sentimento della propria individualità e del proprio valore: qualcosa che ci rende distinti dall’ambiente, ma è contemporaneamente in continuità con il “tessuto” circostante. Le cose insomma non riguardano più i nostri confini, ma riguardano noi stessi, certe nostre preoccupazioni profonde che ci spingono a interrogarci: “che importanza hanno, queste preoccupazioni, nel mio spaio interiore?”. Se tale importanza è eccessiva, allora si corre il rischio di autosvalutarsi, di cancellarsi entro lo spazio della propria coscienza, un fenomeno che ci spingerà anche a capire che, in fin dei conti, nessuno e nulla che provenga dall’esterno possono invaderci davvero senza che noi stessi ne siamo complici, il che ci dà sempre un buon punto d’appoggio per ritrovare un sano equilibrio.
La nota dominante di questo stadio sarà imprimere la direzione, il senso, il movimento, per l’esplorazione del mondo, la struttura interna. I conflitti che toccheranno gli organismi responsabili della struttura interna verranno vissuti in termini di svalutazione (ossia di svilimento) e direzione.

Quarto stadio: a livello della filogenesi imprime all’organismo la traccia certa di un’evoluzione maggiormente volta all’esterno; si tratta della vita relazionale, e riguarda gli organi sensoriali, il sistema nervoso, e certi organi che in questa quarta fase vanno a completare e a elaborare quelli costituiti nelle tre fasi precedenti (esempio i bronchi, che serviranno per collegare gli alveoli polmonari con l’esterno, oppure gli ureteri che collegano i reni con l’esterno).
La conseguenza di questa evoluzione sul piano della psiche umana è che non siamo soltanto rinviati a noi stessi, ma più che altro “proiettati” da noi stessi in un ambiente sempre più vasto, dinamico, complesso. Diventa allora impossibile non prestare attenzione a ciò che accade fuori, non è più possibile non essere in relazione.
Questo quarto livello è quello in cui si imprimono i conflitti relazionali, così come conflitti molto più intellettuali ed elaborati.


Fonte: Ho un corpo per guarirmi – Christian Flèche

lunedì 8 aprile 2013

Le piante del fascino – Devon Scott

Appurato che la natura è in grado di curare, non commettete l’errore di considerare automaticamente benefico tutto quello che arriva dalle piante: la fitoterapia, anche se non necessita di prescrizione medica, si basa su estratti di piante che possono avere gli stessi effetti di farmaci e anche gli stessi inconvenienti.

Inoltre molti farmaci hanno principi attivi derivati proprio dalle piante: per esempio, il chinino usato contro la malaria è estratto dalla corteccia di china; contro infiammazione e febbre si prendono i salicilati, derivati dalla corteccia di salice; contro l’insufficienza cardiaca si è usata per decenni la digitalina, estratta dalla digitale, che è tossica e può uccidere se presa a dosi elevate.
Alcune piante hanno reazioni con atre piante o con farmaci comuni, dei quali potrebbero aumentare o diminuire l’assimilazione.

Esempio:
  • Aglio (peggiora l’ulcera), salvia (sconsigliata negli ipertesi e negli epilettoidi. Sconsigliata anche durante l’allattamento potrebbe alterare il sapore del latte, e inoltre favorisce le contrazioni uterine, potrebbe causare parti prematuri) e papaya interferiscono con gli anticoagulanti, potenziandone l’effetto e facendo rischiare un’emorragia.
  •  Liquirizia provoca ritenzione idrica e alza la pressione negli ipertesi
  • Iperico aumenta l’eliminazione dei farmaci che abbassano il colesterolo e lascia macchie sulla pelle di chi si espone al sole.
  • Achillea dà sensibilità cutanea ai raggi solari.
  • Alloro può provocare dermatiti da contatto.
  • Carciofo e aneto danno cattivo sapore al latte, se assunti da una mamma che allatta al seno.
  • Rabarbaro aumenta la stitichezza.
  • Arnica, che si usa nelle pomate per le contusioni, se messa su cute non integra può dare vomito, diarrea e allucinazioni per effetto dell’arnicina che passa direttamente nel sangue attraverso graffi o ferite.
  •  Guaranà può dare agitazione, tachicardia, ansia e vomito a che bene molto caffè, per eccesso di caffeina nel sangue
  •  Crusca che aumenta naturalmente la massa fecale e contrasta la stitichezza di chi mangia poca pasta e poco pane, assorbe parte dei farmaci, col rischio che il paziente non ne assuma abbastanza.


Paracelso “Tra cura e veleno è solo un questione di dose


CROMOTERAPIA

Rosso = è il colore dell’energia; regola la circolazione del sangue; stimola il metabolismo e facilita l’eliminazione delle scorie; cicatrizza i tessuti lesi e si ritiene un anti-invecchiante contro rughe e tessuti rilassati. Viene usato come decongestionante per migliorare il microcircolo, in particolare nella cellulite.

Arancione = mescolanza di giallo e rosso, è il colore dell’entusiasmo e dell’ottimismo, che scaccia la malinconia. Cura i disturbi respiratori, in particolare l’asma; stimola la tiroide e la funzionalità epatica. Combatte la stanchezza.

Giallo = stimola la mente (alza il livello di attenzione), i muscoli volontari, la digestione e la motilità intestinale; aumenta il numero di globuli bianchi e permette di reagire meglio alle infezioni. È energizzante per il fisico e la mente, accresce la fiducia in se stessi e calma i problemi digestivi da iperacidità nervosa.

Verde = è un colore doppio: nei toni chiari e vividi (verso il giallo) è energizzante e stimolante, nei toni scuri è disinfettante. Rilassa e calma gli stati febbrili e l’irritabilità; decongestiona gli occhi, depura fegato e reni, è antibatterico.

Blu = è il colore del rilassamento e della clama. È antinfiammatorio sul fisico, induce alla calma e alla tranquillità sulla mente. Combatte la tachicardia, l’insonnia, il mal di testa e l’ipertensione.

Indaco = mescolanza di blu e viola, è soprattutto un sedativo, calma gli stati infiammatori e purifica. Viene usato per le diarree profuse e nei disturbi del sistema nervoso.

Viola = è il colore della spiritualità e dell’equilibrio. Stimola i depressi, gli introversi e i malinconici ad aprirsi agli altri con fiducia; calma gli esagitati e induce il distacco dalla cose materiali negli avidi e negli egoisti. È il colore coadiuvante delle diete dimagranti ed è un ottimo antistress.


GEMMOTERAPIA

Pietre rosse: primo chakra (Muladhara) affine al rosso e all’elemento Terra.
  • riparare le ossa e le unghie
  • curare i reumatismi
  • i problemi di impotenza
  • stimolare il fegato
  • migliorare la circolazione del sangue

Si usano: rubino, ematite, diaspro sanguigno, granato


Pietre arancioni: secondo chakra (Svadhisthana) affine all’arancione e all’elemento Acqua.
  • problemi agli organi interni a livello della vita: reni e intestino
  • migliorano la respirazione
  • sono tonificanti e antistress
  • fissano il calcio nelle ossa (ottime per l’osteoporosi)

Si usano: corallo, onice, corniola, agata


Pietre giallo: terzo chakra (Manipura) è affine al giallo e all’elemento Fuoco.
  • quelle giallo vivo migliorano la digestione e la muscolatura flaccida
  • quelle giallo pallido aiutano a espellere i medicinali in chi ha patologie croniche e si sottopone a terapia pesanti e protratte nel tempo

Si usano: topazio, ambra gialla, quarzo citrino


Pietre verdi: quarto chakra (Anahata) è affine al verde e all’alemento Aria.
  • migliorano la vista e clamano agendo sulla pressione e sull’adrenalina

Si usano: agata verde, giada, smeraldo, malachite


Pietre azzurre: quinto chakra (Visuddha) è affine all’azzurro, blu e all’elemento etere
  • infiammazioni e infezioni
  • abbassano la febbre
  • rendono più calmi

Si usano: agata blu, zaffiro, turchese, lapislazzuli


Pietre indaco: sesto chakra (Ajna) è affine all’indaco e non ha elementi.
  • stimolano i reni
  • alzano la pressione
  • colore coadiuvante nei problemi sessuali femminili

Si usano: tormalina blu, occhio di gatto


Pietre violette: settimo chakra (Sahashrara) è affine al violetto e, non ha elemento
  • curano muscoli, ossa e articolazioni
  • coadiuvanti nelle anemie

Si usano: ametista, quarzo bianco, diamante




Fonte: Le piante del Fascino - Devon Scott



domenica 17 giugno 2012

Il tradimento della medicina

La medicina ufficiale, terza causa di morte:
  • Integratori alimentari 0,0001%
  • Punture d'ape 0,0008%
  • Punture d'insetti (altri) 0,0020%
  • Infortuni sportivi 0,0020%
  • Fulmini 0,0041%
  • Morsi d'animali 0,0048%
  • Corse a cavallo 0,0052%
  • Allergia da penicillina 0,010%
  • Scivoloni/cadute 0,019%
  • Incidenti elettrici 0,038%
  • Assideramenti 0,048%
  • Armi da fuoco (incidenti) 0,079%
  • Avvelenamento 0,17%
  • Asma 0,19%
  • Incendi casalinghi 0,19%
  • Annegamento 0,21%
  • Alimentazione 0,24%
  • Gas radon 0,62%
  • Assassini 0,94%
  • Suicidi 1,41%
  • Incidenti stradali 2,57%
  • Alcolismo 4,49%
  • Fumo 7,19%
  • Pratiche mediche (uso corretto di medicinali autorizzati 5,18% + errori medici 2,40%) 7,58%
  • Cancro 22,11%
  • Problemi cardiovascolari 47,00%

I dati della tabella 1 sono tratti da uno studio di Ron Law[1] basato su statistiche ufficiali degli USA. Con minime differenze numeriche da paese a paese, essi rispecchiano la stessa situazione per tutte le nazioni "occidentali". Nella tabella vengono utilizzati i valori minimi del range (non vogliamo essere accusati di esagerare).
Le medicine testate, autorizzate, prescritte e normalmente usate, incidono per il 5,18% delle cause di morte; cosa che non viene mai pubblicizzata. (Fonte: Journal of the American Medical Association, dalle 90.000 alle 160.000 morti annue). Ogni anno in USA muoiono migliaia di persone a causa degli effetti della semplice aspirina.
Le disgrazie mediche evitabili (errori) incidono per il  2,40% (Fonte CDC - Center for Disease Control, dalle 40.000 alle 90.000 persone). In Australia muoiono 9.000 persone all'anno a causa di errori medici evitabili. (Fonte, Australian Medical Journal). Sempre in Australia ogni anno 50.000 persone riportano danni permanenti (menomazioni, mutilazioni) sempre per lo stesso motivo.
Per contro, quando i medici scioperano il numero delle morti diminuisce nettamente!

La medicina è la prima causa di morte in USA.
(Ma anche negli altri paesi occidentali la situazione non è molto diversa)
In verità la situazione è anche peggiore di quanto appare dalla precedente sezione. Una ricerca statistica, più vasta e completa di quella di Ron Law, è stata pubblicata recentemente. I seguenti medici e ricercatori, Gary Null PhD, Carolyn Dean MD ND, Martin Feldman MD,  Debora Rasio  MD,  Dorothy Smith  PhD,  basandosi sui  dati statistici  pubblicati  in  molte  decine  di  lavori  scientifici,  hanno analizzato i risultati del sistema sanitario degli USA degli ultimi dieci anni. Nel dicembre 2003 il lavoro è stato pubblicato in 46 pagine scioccanti: “Death by Medicine” (Morte da Medicina).

Cause
Morti
Reazioni da farmaci in ospedale
106.000
Reazioni da farmaci non in ospedale
199.000
Errori medici
98.000
Piaghe da decubito
115.000
Infezioni ospedaliere
88.000
Malnutrizione
108.800
Procedure mediche non necessarie
37.136
Conseguenze da interventi chirurgici
32.000
Totale morti per medicina
783.936


Risulta che ogni anno in USA avvengono in media i seguenti decessi per le seguenti cause
I dati sono riferiti ampiamente per difetto.
Facciamo un confronto con altri due dati:
  • Morti per malattie cardiocircolatorie: 699.697
  • Morti per cancro                                      : 553.251

Il sistema sanitario risulta dunque essere la prima causa di morte, perfino davanti alle malattie cardiocircolatorie.
Per   quanto   riguarda i  farmaci,  e  intendiamo  i  farmaci regolarmente sperimentati e autorizzati, è ormai quasi di routine che, dopo un uso di 10 o 20 anni o più, si scopra che sono gravemente nocivi. Vengono ritirati dal commercio per essere sostituiti da altri, i quali alcuni anni dopo seguiranno lo stesso destino.
Due esempi.
I farmaci di sostituzione ormonale per ritardare la menopausa e sconfiggere  l'osteoporosi.  Ora si  è  scoperto  che  due  di  questi medicinali, il  Premarin  e  il  Prempro,  provocano cancro, embolia polmonare,    infarto    e    demenza.    In    USA,    dato    che    sono commercializzati da 40 anni, sono circa cento milioni le donne che lo hanno usato e che ora sono in pericolo.
Sull'autorevole    rivista    British    Medical    Journal    è    stata recentemente pubblicata una ricerca dell'Università di Nottingham sui rischi legati agli antidolorifici a cura di Julia Hippisley-Cox e Carol Coupland. Hanno tenuto sotto osservazione 9.218 pazienti che avevano già sofferto di un primo infarto. È risultato che l'assunzione di antidolorifici aumenta il rischio di infarto dal 21 al 55%, a seconda del principio attivo contenuto nel farmaco usato. In particolare ha destato preoccupazione il fatto che l'ibuprofen, contenuto in molti farmaci  e  considerato  estremamente  sicuro,  tanto  da  sostituire  il pericoloso  rofecoxib  (principio  attivo  del  Vioxx,  recentemente ritirato dal commercio), aumenta il rischio di infarto del 24%.
Ma i  medici  che  considerazione  hanno  di  ciò  che  stanno facendo? Bé, qui gettano la maschera! Nessun psichiatra si è mai sottoposto  ad elettroshock; la percentuale di medici che si  fanno operare è vicina allo 0%; il 70% degli oncologi dichiara che mai si farebbe sottoporre a chemioterapia.
Ma generalmente le persone pensano ai danni procurati dalla medicina come ad tassa più o meno inevitabile in cambio di infiniti vantaggi: allungamento della vita, guarigione da innumerevoli malattie, ecc... Anche in questo caso, dietro questa benevola credenza
popolare, si tiene nascosta una terribile verità. Questo e un elenco piu o meno completo dei principali mali che affliggono i corpi e le menti dei popoli di questo pianeta, con particolare riferimento a quelli dei paesi occidentali.
  • Cancro
  • Diabete
  • Ictus cerebrale
  • Infarto
  • Ipertensione
  • Paraplegia da incidente
  • Sindrome di Down
  • Morbo di Alzheimer
  • Morbo di Parkinson
  • AIDS
  • Sclerosi multipla
  • Distrofia muscolare
  • Asma
  • Artrosi
  • Allergie
  • Artrite reumatoide
  • Osteoporosi
  • Influenza
  • Raffreddore
  • Sclerosi laterale amiotrofica
  • Morbo di Crohn
  • Schizofrenia
  • Altre psicosi
  • Nevrosi
  • Malattie genetiche
  • Psoriasi
Queste malattie hanno tutte in comune una peculiarità: sono inguaribili. In verità questa caratteristica non e propria di queste patologie in se, questo e il carattere generale di tutta la medicina ufficiale: attualmente essa non guarisce alcuna malattia!
Bé,  trattamenti  sì,  c'è  ne  sono  tanti.  C'è  tutta  una  quantità impressionante di trattamenti di tutti i tipi: per migliorare la “qualità della vita”, per aumentare la sopravvivenza, per diminuire i sintomi, per  rallentare  il  decorso  della  patologia,  ecc,  ecc...  Ma  se  per guarigione intendiamo il fatto che prima c'era una malattia e ora non c'è più e che il paziente ora sta bene e non ha più bisogno di nessuna terapia...  ahimé!  sfido  chiunque  dei  miei  venticinque  lettori  che conosca una sola delle affezioni sopra elencate che trovi guarigione o   prevenzione  presso  la  medicina  ufficiale  dello  stato  e  delle
multinazionali farmaceutiche.

AIDS e Hiv, il virus inventato
Se chiedete spiegazioni sul fatto che l'Hiv sia la causa dell'AIDS a un “esperto”, a un “addetto ai lavori”, egli vi riferirà frasi del tipo: “non ce n'e bisogno; tutti ormai sanno che...”: Ma se volete andare a fondo della faccenda, se volete trovare e leggere la pubblicazione originale che riferisce della scoperta, dei metodi e dei risultati usati per arrivarci, ecc... come si usa per qualsiasi normale lavoro di ricerca scientifica, potrete passare il resto dei vostri giorni a
cercarla, dato che... non esiste!
Un giorno il premio Nobel per la chimica, Kary B. Mullis, scrivendo una relazione scientifica sull'AIDS, si accorse di non conoscere le fonti scientifiche che avvaloravano la frase che aveva appena scritto: “L'Hiv è la causa probabile dell'AIDS”. Anche se i suoi colleghi gli dicevano che non ce n'era bisogno perche ormai “si sa”, per serietà professionale, si mise a cercarle. Dopo due anni e una quindicina di congressi, aveva chiesto invano a quasi tutti quelli che pensava potessero dargli una risposta.
Finalmente ebbe l'occasione di avvicinare Luc Montagnier che era a S. Diego per tenere una conferenza. Ricordiamo che questo ricercatore è considerato dai media, assieme a Robert Gallo, lo scopritore dell'Hiv come causa dell'AIDS. Val la pena di sentire lo “storico” incontro dalla testimonianza di Mullis.
“Immaginavo che Montagnier sapesse la risposta. Cosi gli esposi il mio problema. Con un'occhiata stupita e condiscendente, Montagnier mi disse: Perché non cita il rapporto del Cdc? Risposi:Perche quel rapporto non risponde al quesito se l'Hiv sia o meno la probabile causa dell'AIDS, non e cosi? Certo, ammise lui, senza dubbio chiedendosi quando mi sarei tolto dalle scatole. Cercò sostegno con lo sguardo fra le persone che gli si erano radunate attorno, ma tutte, come me, avevano l'aria di aspettare una risposta
più definitiva. Perche non cita il lavoro sul Siv? mi suggerì il buon dottore.
Ho letto anche quello, dottor Montagnier, risposi. Ciò che accadde a quelle scimmie a me non ha fatto venire in mente l'AIDS. Inoltre quel lavoro scientifico e stato pubblicato solo un paio di mesi fa. Io sto cercando il lavoro originario in cui qualcuno ha dimostrato
che l'Hiv provoca l'AIDS. A questo punto, invece di rispondermi, il dottor Montagnier si allontanò rapidamente per andare a salutare un conoscente all'altro capo della sala”.

Ma come mai ad un certo punto si e cominciato a parlare di Hiv causa dell'AIDS?
Nel 1981 i virologi americani, che fino a quel momento avevano ricevuto finanziamenti faraonici per trovare il virus del cancro, si erano resi conto già da tempo del fallimento totale della loro ricerca e di essere ormai giunti alla fine di un vicolo cieco. Avevano tutti paura di perdere da un momento all'altro i loro grassi stipendi. Robert Gallo era uno di loro... così un giorno ebbe un colpo di genio che risolse i problemi finanziari suoi e di tutta questa gente.
Montagnier gli aveva spedito un virus trovato in un linfonodo di un omosessuale malato di AIDS e, dato che aveva appoggi politici, si fece organizzare una conferenza stampa dal ministro della Sanità, Margaret Heckler.
Lì, di fronte alla stampa mondiale, con gesto teatrale si tolse lentamente gli occhiali da sole e disse: “Signori, abbiamo trovato la causa dell'AIDS”.
Ecco: la fonte “scientifica” che Mullis cercava è questa.
Le cure, le statistiche, i test, le ricerche, ecc... poggiano tutte su questa fonte, cioè sul nulla!
Ma di cosa muoiono i malati d’immunodeficienza? Be, d’immunodeficienza, ovviamente; ma anche di “terapie”. Pensate che l'AZT, uno dei farmaci più usati in questa patologia, era stato accantonato dalla ditta farmaceutica che lo aveva sperimentato perché non serviva a niente e uccideva tutti i topi da laboratorio; un ottimo topicida, insomma. Lo tirò fuori dal “cassetto” dopo la “scoperta” di Gallo e lo riciclo ottenendone ottimi profitti.


Psichiatria
Lo sapete che i pareri di uno psichiatra hanno un peso tale nell'amministrazione della giustizia, che possono fare la differenza tra una condanna di 30 anni e un'assoluzione?
La psichiatria è qualcosa di semplicemente incredibile. E l'unica scienza democratica esistente al mondo. Infatti quando gli psichiatri vogliono stabilire una verità scientifica sulla mente, si riuniscono, votano e la stabiliscono a maggioranza (sic!). La cosa sarebbe molto umoristica se non ci fossero due fatti che gettano una luce sinistra su questa attività. Primo: la psichiatria, in tutta la sua storia, non ha mai, mai, mai guarito nessuno. Secondo: l'elettroshock, i letti di contenzione, le torture, le camicie di forza, le mutilazioni chirurgiche
al cervello, i manicomi e, più recentemente, gli psicofarmaci, vere e proprie droghe che distruggono la mente, non sono gli strumenti per guarire, ma una pratica abbietta che deve scomparire per sempre e al più presto dalla faccia del pianeta.
Sul logo dell'Associazione Psichiatrica Americana figura l'effige di Benjamin Rush,  considerato a ragione il  padre della moderna psichiatria. Questo individuo “scoprì” che tutti i neri sono malati di negritudine, una malattia affine alla lebbra che li rende degli esseri inferiori. Un suo collega, Samuel Cartwright invece scoprì che i neri che tentano di scappare dalla schiavitù hanno un disturbo mentale detto  drapetomania.  Trovò  anche  la  cura  per  questa  sindrome: frequenti frustate.
Che dire delle nuove “sindromi”, le patologie che gli psichiatri sfornano continuamente di anno in anno. Se andate in palestra, potete essere “sport-compulsivi”; se vi curate con l'omeopatia, anche per voi c'è una malattia mentale bella e pronta: la mania di curarsi con le medicine non convenzionali; se il vostro piccolo è troppo vivace, ha la   sindrome  di  iperattività  e  dovrà  prendere  un'anfetamina,  il metilfenidato, classificato dal Ministero della Salute come una delle droghe più pericolose.
Bisogna anche sapere che dei 170 esperti che contribuiscono alla stesura del manuale DSM (la “bibbia” della psichiatria, dove sono elencate tutte le sindromi), più del 50% ha avuto legami finanziari con case farmaceutiche che vendono medicinali per la cura di questi disturbi. Percentuale che diventa il 100% per i cosiddetti esperti che formano i gruppi di ricerca su disturbi del comportamento e psicosi.

Fonte: Il tradimento della medicina - http://www.aerrepici.org/





[1] Ron Law è direttore dell'Associazione Nazionale della Nuova Zelanda per gli integratori alimentari e membro di un gruppo di lavoro del governo neozelandese incaricato a suggerire nuove strategie per la riduzione degli errori medici.