“La Nuova Medicina
fiorirà quando fioriranno i crochi”
(Dott. Ryke Geerd Hamer)
Ryke
Geerd Hamer nasce il 17 maggio 1935 a Mettmann (Germania), da Margot e Heinrich
Hamer, sua madre proviene da una nobile famiglia italiana e il padre (pastore protestante)
da una famiglia di agricoltori di Ostfriesland. Geerd è il terzo di sei fratelli
tra cui: Heyo Erke (1931), Eberhard (1932) e Bernd (1939). Dai due ai sei anni
vive con i nonni e, dopo la morte del nonno torna dai genitori. Suo fratello
Heyo Erke, dopo le esperienze di guerra a Krefeld, sotto i bombardamenti, e gli
ebrei nascosti ai nazisti nella casa di famiglia, fu spinto, a studiare
teologia (così come farà anche Geerd), e una volta completati gli studi andò
come missionario della DOAM (Deutsche Ostasien-Mission) in Giappone
(1961-1967).
Nel
1953 Geerd consegue la maturità ed inizia gli studi di medicina, teologia e
fisica all'università di Tübingen dove incontra Sigrid Gertrud Ursula di Oldenburg,
anche lei studentessa di medicina, i due si innamorano e si sposano nel 1956.
Nel 1957 supera l'esame di teologia e nel 1959 supera l'esame di stato di medicina a Marburg.
Il 10 aprile del 1962 diventa medico e riceve il Dr. Med. (Dottorato) nel dicembre 1963. Inizia a lavorare nelle cliniche universitarie di Tübingen e Heidelberg per molti anni. Si specializza in medicina interna (1972), lavora nella clinica universitaria di Tübingen e collabora con la moglie, anch'essa divenuta medico, nello studio privato. Brevetta alcuni strumenti medicali.
Nel 1957 supera l'esame di teologia e nel 1959 supera l'esame di stato di medicina a Marburg.
Il 10 aprile del 1962 diventa medico e riceve il Dr. Med. (Dottorato) nel dicembre 1963. Inizia a lavorare nelle cliniche universitarie di Tübingen e Heidelberg per molti anni. Si specializza in medicina interna (1972), lavora nella clinica universitaria di Tübingen e collabora con la moglie, anch'essa divenuta medico, nello studio privato. Brevetta alcuni strumenti medicali.
Nel
1976, anno in cui sua figlia Birgit vince il concorso di miss Germania, la
famiglia Hamer (Geerd, la moglie e i quattro figli: Birgit, Dirk, Ghunield e
Bernd), viene in Italia, stabilendosi a Roma, dove Birgit inizia a lavorare
come modella e attrice (nel film di Armenia Balducci Amo non amo, 1979).
Il 18 agosto del 1978, Dirk Hamer, è colpito da una pallottola e muore il 7 dicembre del 1978, ucciso dal principe Vittorio Emanuele di Savoia[1].
Vittorio Emanuele Alberto Carlo Teodoro Umberto Bonifacio Amedeo Damiano Bernardino Gennaro Maria di Savoia, nasce a Napoli il 12 febbraio del 1937, figlio dell’ultimo re d’Italia Umberto II e Maria José.
Dopo
una carriera scolastica un po’ tribolata, si mette in affari, e lo troviamo
invischiato in storie di corruzione, associazione a delinquere finalizzata a
corruzione e falso e allo sfruttamento della prostituzione legata al casinò di
Campione d’Italia.
Il
13 marzo 2007 la Procura della Repubblica di Como, riesaminando tutte le
intercettazioni, chiede l’archiviazione delle due inchieste aperte nei suoi
confronti a Potenza e trasferite a Como e il 27 marzo il GIP del tribunale di
Como accoglie l’istanza di archiviazione. Anche la procura di Roma fa lo
stesso in quanto i fatti non sussistono.
Il
principe (che poco ha di principesco, visto il linguaggio scurrile utilizzato
nelle intercettazioni telefoniche pubblicate nel giugno 2006[2])
fu un membro della P2 (tessera n° 1621) loggia massonica di Licio Gelli, la
quale, appoggiava le disposizioni per acquistare emittenti televisive
attraverso cui ottenere il consenso per poi cambiare le leggi, ed è ciò che
effettivamente è poi successo. E sarà Silvio Berlusconi (anche lui membro della
P2, tessera n° 1816), fondatore di Mediaset, che riporterà in Italia Vittorio
Emanuele di Savoia (nel 2002), revocando l’esilio che fu fatto alla famiglia
reale (per complicità con il fascismo dal 1922 al 1943, e la promulgazione
delle leggi razziali nel 1938).
Pare
che il Savoia oltre alla Loggia P2 facesse parte anche della misteriosa Loggia
di Montecarlo. Dell’esistenza di tale struttura e dei personaggi che vi
gravitano se ne saprà soltanto anni dopo. Sui membri del cosiddetto Comitato
Montecarlo, il Sisde (il servizio segreto civile) raccoglierà informazioni che
verranno inserite in un rapporto – datato 29 aprile 1982 – agli atti della
Commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2. Della Loggia in Costa Azzurra,
accennerà Nara Lazzerini, per cinque anni segretaria particolare di Gelli, e in
tale veste frequentatrice (1976-1981), della suite del capo piduista all’Excelsior di Roma. Il 21 ottobre 1987,
dinanzi alla Corte d’assise d’Appello di Bologna dichiara: "Sono stata a Montecarlo con Gelli una sola
volta […] Gelli mi disse che della
Loggia facevano parte anche Vittorio Emanuele di Savoia e il principe Ranieri”.[3]
Vittorio
Emanuele entrò nelle grazie del conte (non per dinastia, ma per provvedimento
di Mussolini) Corrado Agusta (ex consorte di Francesca Vacca), al tempo
proprietario di una fabbrica di elicotteri e commerciante internazionale di
armi. Il Savoia era un amico di famiglia di Reza Pahlavi (Scià di Persia), e riuscì
a piazzargli una notevole quantità di armi ed elicotteri.
Negli
anni ’70, fu indagato per traffico internazionale di armi (di cui, tra l’altro,
era un gran collezionista), dal giudice Carlo Mastelloni (pretura di Venezia),
il quale stava indagando su strane triangolazioni proibite dall’embargo: invece
che arrivare allo Scià persiano, gli elicotteri arrivavano in Giordania e
invece che arrivare in Malesia o Singapore, arrivavano a Taiwan o in Sud
Africa. Il caso fu trasferito alla pretura di Roma, dove fu abilmente
insabbiato.
Il
giudice Carlo Palermo (pretura di Trento), stava, a sua volta indagando sul doppio
traffico: di armi che dall’Occidente andavano in Oriente, di droga che dall’Oriente
andava verso l’Occidente, ma si spinse troppo in là, sino ad arrivare ad alcuni
vertici del Psi e della P2 (traffici illeciti delle finanziarie-casseforti di
Bettino Craxi: miliardi provenienti da fasulle cooperazioni con Paesi del Terzo
Mondo effettuate tramite le società-schermo Promit e Coprofin[4]).
Palermo fu fermato bruscamente, scampando miracolosamente ad un attentato mafioso,
a Pizzolungo (Trapani, 1985).
Gli
anni ’70 sono pieni di fermento per il Savoia, che entra in affari con Silvano
Larini (vedi Tangentopoli[5]),
per trasformare l’isola di Cavallo in un luogo di vacanze esclusive e grazie a
Larini si avvicinerà poi a Craxi, mischiando abilmente affari e politica, sino
agli anni ’90, quando si liscerà il compagno piduista Silvio Berlusconi che lo
farà rientrare in Italia.
Nel
2007 i Savoia chiedono allo Stato Italiano 170 milioni di euro come
risarcimento per l’esilio oltre alla restituzione dei beni privati confiscati
dallo Stato nel 1848. Il governo replica, attraverso il segretario generale
della presidenza del Consiglio, Carlo Malinconico, che "non solo non ritiene di dover pagare nulla
ai Savoia, ma pensa di chiedere a sua volta i danni all'ex famiglia reale per
le responsabilità che ha avuto nella storia italiana".
Ma
cosa successe la notte in cui Dirk Hamer fu ferito?
La
sera del 18 agosto 1978, tre barche arrivano da Porto Rotondo sull’isola di
Cavallo, e ormeggiano a Cala Palma vicino allo yacht del Savoia (Aniram),
seguendo questa disposizione: il Coke (di Paolo Poma), il Master (di Giovanni
Malagò), la Mapagià.
Sulle
tre barche c’è una comitiva di circa trenta persone: Nicola Pende (playboy
medico romano, ex marito di Stefania Sandrelli), Giovanni Malagò, la
principessa Paola Torlonia, Paolo Poma, Giorgio e Vittorio Guglielmi Lante
della Rovere, Fabiana Balestra, Clemente Gentiloni Silveri, l’imprenditore
Gianfranco Amoroso, l’avvocato Francesco Ago, Luca Valerio (ex marito di
Corinne Clery), Birgit e Dirk Hamer…
La
comitiva scende a terra e si divide, un gruppo va a cena con Niky Pende, mentre
gli altri gironzolano sull’isola, tra loro c’è Dirk Hamer che sarà tra i primi
a tornarsene in barca (la Mapagià[6],
proprio vicino all’Aniram) per andare a riposare (verso le 22.30).
Vittorio
Emanuele di Savoia va a cena con la moglie nell’unico ristorante per milionari,
sulla spiaggia, Des Pêcheurs, dove stava cenando anche Pende e il suo gruppo “alquanto
rumoroso”.
Verso
le tre del mattino, Vittorio Emanuele e sua moglie Marina Doria, rientrano, e si
accorgono che per tornare a bordo delle proprie barche, il gruppo di Niky Pende
ha utilizzato lo Zodiac, il canotto del figlio (del Savoia).
Il
principe, furibondo, (anche perché, dal baccano che il gruppo di Pende fece al
ristorante, aveva pensato che lo stessero beffeggiando) andò a casa a prendere il
suo fucile M1[7], per
recuperare il canotto Zodiac, rimasto legato al Coke. Salito sull’altro suo canotto
si diresse verso lo yacht Coke, dove era rimasto legato lo Zodiac.
Qui
le versioni di Vittorio Emanuele e Niki Pende divergono: il primo dice che
stava riprendendosi il suo canotto, quando ha urtato una bombola di ossigeno la
quale cadendo iniziò a sibilare. Pende uscì e iniziò a urlargli contro ed è a
questo punto che il principe sparò in aria per intimorirlo, ma Pende gli saltò
addosso e mentre cadevano in acqua partì un secondo colpo. Pende invece dirà
che sentì un rumore e una volta salito in coperta a vedere cosa succedeva, vide
il principe armato e minaccioso che sparò due colpi, così lui si abbassò per
schivarli e poi gli saltò addosso.
Dal
sito di panorama[8] abbiamo la versione rilasciata dal capitano Sabatini che era presente quella
sera. Niki Pende dormiva quando sentì un rumore, salì in coperta e vide
Vittorio Emanuele in canottiera e mutande, armato e minaccioso (che urlava: “Figli di puttana di italiani, vi ammazzo
tutti”) fino a che gli puntò il fucile all’altezza degli occhi, così Pende
si buttò a terra ma partì il primo colpo. Allora Pende gli saltò addosso e
mentre si rotolavano sul canotto partì il secondo colpo.
Il
primo proiettile bucò due strati del vetroresina del Master e poi trapassò il vetro
della Mapagià e colpì Dirk, recidendogli la vena destra del bacino e
causandogli un’emorragia all’addome. Pende si era buttato in acqua nuotando
sotto le cinghie per paura di essere colpito e quando riaffiorò sentì le urla
di Dirk.
Racconta
Birgit (sorella di Dirk, che era presente) che fu una scena raccapricciante,
Dirk urlava “anestesia, anestesia” premendosi l’arteria femorale che
sanguinava. Le luci dell’isola di Cavallo si accesero e fu il panico. Vittorio
Guglielmi voleva rincorrere il principe con la sua pistola, ma Pende lo esortò
a desistere poiché se avesse sparato sarebbe poi stato accusato di avere
colpito lui Dirk, cosa che poi avvenne comunque.
Pende
legò forte la ferita di Dirk. Sabatini cercò soccorsi, si raggiunse l’ufficio
di Cavallo, ma nulla. Qualcuno promise un elicottero, ma non arrivò nessuno. Il
tempo passò e Dirk non ebbe soccorsi, rimanendo per molte ore a sanguinare. La
direzione di Cavallo riuscì solo a mandare un medico a bordo, per controllare
come stava il ragazzo. Dopo due ore, Paolo Poma e Niki Pende decisero di
partire, nonostante il mare mosso, ed ogni onda fu come una pugnalata per Dirk.
Arrivarono a Porto Vecchio solo dopo altre due ore, Dirk era clinicamente
morto, fu rianimato e operato d’urgenza, perché aveva un’emorragia nella cavità
addominale. Dopo sette ore di sala operatoria Dirk era molto grave.
"Mio fratello si sarebbe salvato se fosse stato soccorso in tempo. All'inizio Vittorio Emanuele ci promise il suo elicottero per trasportarlo all'ospedale di Porto Vecchio. Ma aspettammo a lungo inutilmente, e alla fine decidemmo di portarlo noi in motoscafo. Aveva un'emorragia, perdeva molto sangue Il medico ci disse che se avessimo tardato un altro quarto d'ora sarebbe morto", dice Birgit Hamer in un'intervista del 2006.[9]
"Mio fratello si sarebbe salvato se fosse stato soccorso in tempo. All'inizio Vittorio Emanuele ci promise il suo elicottero per trasportarlo all'ospedale di Porto Vecchio. Ma aspettammo a lungo inutilmente, e alla fine decidemmo di portarlo noi in motoscafo. Aveva un'emorragia, perdeva molto sangue Il medico ci disse che se avessimo tardato un altro quarto d'ora sarebbe morto", dice Birgit Hamer in un'intervista del 2006.[9]
Sta di fatto che Dirk Hamer viene colpito da un proiettile, mentre dormiva tranquillamente sulla Mapagià, a bordo della quale viene trovata la mattina dopo una pistola Smith & Wesson calibro 38 con due proiettili mancanti. Il proprietario dell’arma sosterrà di non averla usata da giorni. Per i legali del principe, invece, fu proprio quell’arma a colpire il giovane Hamer. Impossibile una perizia dell’arma, perché fu subito restituita a Vittorio Guglielmi[10], che la fece prontamente sparire, come impossibile fu una perizia sulla fiancata della Mapagià (per analizzare i fori dei proiettili) perché la barca non fu sequestrata e Guglielmi la fece subito riparare e se ne liberò. La polizia francese non investigò.
La
difesa del principe sostenne la presenza di altre persone che avrebbero sparato
durante la colluttazione, poi fuggite e mai identificate dalla gendarmeria
francese. Pare che i resti della
pallottola estratti dal corpo di Dirk fossero troppo piccoli per essere
analizzati.
All’inizio
il principe si prese la responsabilità delle ferite a Dirk, ma poi cambiò
versione quando saltò fuori la pistola di Guglielmi.
Dopo
111 giorni di agonia, durante i quali dovette subire l’amputazione di una gamba
e altre 19 operazioni, Dirk Hamer muore il 7 dicembre del 1978.
Vittorio Emanuele fu arrestato ad Ajaccio e rilasciato dopo sei settimane (a detta della stampa, a detta di Hamer: “deve essere stato rilasciato dopo soli due giorni e il resto fu solo finzione molto ben organizzata”).
Vittorio Emanuele fu arrestato ad Ajaccio e rilasciato dopo sei settimane (a detta della stampa, a detta di Hamer: “deve essere stato rilasciato dopo soli due giorni e il resto fu solo finzione molto ben organizzata”).
Nel
1991, dopo 13 anni di processo, la corte d’assise di Parigi lo assolve
dall'accusa di omicidio, condannandolo solo a una pena di sei mesi, con la
condizionale, per porto abusivo di armi.
“Anche se avevo torto ... devo dire che li ho
fregati. È davvero eccezionale: venti testimoni, e si sono affacciate tante di
quelle personalità importanti. Ero sicuro di vincere. Io ho sparato un colpo
così e un colpo in giù, ma il colpo è andato in questa direzione, è andato qui
e ha preso la gamba sua, che era steso, passando attraverso la carlinga”. Sono
le parole che il Savoia pronuncia in un video, pubblicato dal Fatto quotidiano
il 24 febbraio del 2011, registrato nel 2006 da una telecamera nascosta nella
cella del carcere di Potenza, dove si trovava per via dello scandalo di
Vallettopoli. Vittorio Emanuele negherà tutte le accuse, sostenendo che il
video fu montato ad arte. Queste prove furono presentate dalla sorella di Dirk,
Birgit Hamer. Niki Pende appoggiò il “principe”, sostenendo che il processo
contro di lui fosse corrotto, e la richiesta di Birgit, che chiedeva il
rifacimento del processo, non fu accolta.
Nel
marzo del 1979 Hamer si ammala gravemente (cancro al testicolo) e subisce due
interventi chirurgici. Riesce a riprendersi, e nel 1981 comincia a pensare che
tra la sua malattia e lo shock della morte del figlio ci sia un nesso. Da
allora cercò di comprendere cosa gli era successo, e passando notti burrascose,
in cui sognò spesso il figlio Dirk, che lo esortava a proseguire le sue
ricerche, cominciò a capire che il suo cancro era in relazione al proprio
vissuto e all'ingiustizia subita. E da lì Hamer arrivò alla scoperta della 1°
legge biologica.
Dopo
la dipartita di Dirk, la famiglia Hamer venne terrorizzata dalla loggia P2,
dallo schieramento degli avvocati e agenti di casa Savoia.
Le
scoperte di Hamer gli hanno procurato un susseguirsi di tormenti: nel 1981 dopo
avere depositato una tesi (di post-dottorato) sulle sue ricerche (con 200
cartelle cliniche e 70 casi dettagliatamente descritti), alla facoltà di
medicina di Tübingen, il suo ex professore gli propose di verificare la tesi
(“La sindrome di Hamer e la regola ferrea del cancro”), ma senza nessuna
spiegazione la facoltà rifiuta la verifica.
Il 12 marzo 2008 il tribunale di Sigmaringen (Germania) decretò che l’università di Tübingen non aveva più l’obbligo di verificare la tesi del dottor Hamer.
Il 12 marzo 2008 il tribunale di Sigmaringen (Germania) decretò che l’università di Tübingen non aveva più l’obbligo di verificare la tesi del dottor Hamer.
Nel
1984, la Prof.ssa Dott.ssa E. Mannheimer (cardiologica, Clinica universitaria
di Vienna), il prof. Pokieser (Centro radiologico, Università di Vienna), il
Dott. Fitscha (Policlinico, II Reparto Cardiologia, Vienna), prof. Dott. Imhof
(Centro radiologico, TC), hanno valutato 8 pazienti con il Dr. Hamer
(internista) cercando la correlazione tra attacchi cardiaci, conflitti di
territorio e alterazioni cerebrali nelle forme dei cosiddetti Focolai di Hamer.
L’esito fu che tutti gli attacchi cardiaci erano insorti dopo la soluzione del
conflitto di territorio.
La
moglie di Hamer si ammala di cancro, divenendo così la prima paziente a
sperimentare le teorie del marito, e nel 1985 muore per un infarto cardiaco.
Hamer torna in Germania.
Nel
1986 Hamer è radiato dall’ordine dei medici poiché “rifiuta di rinnegare la legge ferrea e di convertirsi alla medicina
classica”; tale condanna fu poi confermata dall’alto tribunale di Koblenz
in un’udienza nel 1990 dove gli viene anche vietata la possibilità di ricorso aggiungendo
tra l’altro, che al dottor Hamer manca “la
capacità di autocontrollo” e ha “una
scarsa capacità di comprensione riguardo alla terapia necessaria per il cancro”.
Così dal 1986 non può più parlare con nessun paziente.
Il
9 dicembre 1988, cinque medici hanno eseguito una verifica comune della
riproducibilità della Legge ferrea del cancro a Vienna: Dott.ssa Elisabeth M.
Rozkydal – Prof. Dott. Joerg Birkmayer – Dott. Franz Reinisch – Dott. Fritz B.
– Dott. R.G. Hamer. Sono stati esaminati 7 pazienti. Le correlazioni
riscontrate sono state convincenti. Le scoperte di Hamer, sono state
riconosciute in un protocollo firmato dal professor J. Birkmayer, dottore in
chimica e medicina, titolare della cattedra di cancerologia dell’università di
Vienna.
Nel 1989
ad una conferenza medica di Monaco (Germania), 16 medici hanno controllato e
valutato le “Cinque Leggi Biologiche” su 27 pazienti. Risultato: 100% di
accuratezza.
Intanto sono molteplici
i tentativi di ricoverare il dottor Hamer in un manicomio, con la motivazione:
"Affetto da paranoia, manie di
persecuzione".
Nel
1990, 6 pazienti sono stati sottoposti a
valutazione delle 5 Leggi Biologiche in Namur (Belgio), da parte di 17 medici.
Risultato: 100 % di
accuratezza.
Sempre
nello stesso anno, durante una conferenza medica in
Burgau (Austria) 20 pazienti vennero valutati nell’ottica delle 5 Leggi
Biologiche, sotto la supervisione di 30 medici provenienti da vari paesi.
Risultato: 100 % di
concordanza con le leggi biologiche della NM.
Il dott. Hamer si fa visitare in Belgio da una dottoressa, specialista in psichiatria, all'università di Louvain che dichiarò: "Le sue argomentazioni sono logiche e coerenti, se lui ritiene di sollecitare un'altra diagnosi ed un altro trattamento, lo fa, in ogni modo, basandosi su analisi e ricerche fondate sulla filogenesi che sono derivate dagli elementi fondamentali della medicina accademica. Non posso trovare in lui nessun sintomo di paranoia".
Il dott. Hamer si fa visitare in Belgio da una dottoressa, specialista in psichiatria, all'università di Louvain che dichiarò: "Le sue argomentazioni sono logiche e coerenti, se lui ritiene di sollecitare un'altra diagnosi ed un altro trattamento, lo fa, in ogni modo, basandosi su analisi e ricerche fondate sulla filogenesi che sono derivate dagli elementi fondamentali della medicina accademica. Non posso trovare in lui nessun sintomo di paranoia".
Nel 1992, il Dott.
Pfitzer (Università di Düsseldorf) incarica il prof. Dott. Stemmann (primario)
e la Dott.ssa Elke Mühlpfort (medico legale) di esaminare 24 pazienti che
vennero sottoposti alla valutazione presso la Clinica Pediatrica Regionale a Gelsenkirchen
(Germania), e fu scoperto senza eccezioni, che in tutti i casi le Leggi
Biologiche furono riconosciute e provate su tutti tre i livelli, psiche –
cervello – organo.
Risultato: "Nei 24
casi, considerando che ogni paziente presentava più di un'affezione, abbiamo
trovato le leggi biologiche delle Nuova Medicina corrispondenti, esattamente e
senza eccezioni, per ogni singola malattia, e ciò su tutti tre i livelli
(psichico, cerebrale, organico). Secondo le precise tecniche di verifica
scientifica che esigono la riproducibilità, l'ipotesi che le leggi biologiche
della Nuova Medicina siano esatte, deve essere sin d'ora seriamente considerata
con la massima probabilità".
Non vi fu nessuna
reazione dell’università di Düsseldorf.
Il 27 gennaio 1993 nel Centro per la “nuova Medicina Germanica” (Burgau) in presenza del Dott. Willibald Stangl, medico legale, Dott. Wilhelm Limberger, medico condotto, e il Dott. Hamer sono stati esaminati 12 pazienti per verificare l’esatta corrispondenza delle leggi biologiche della “Nuova Medicina”. In media ogni paziente presentava tre o quattro affezioni (cancro, psicosi, diabete, tumori cerebrali, sarcomi, sclerosi multipla, neurodermatiti). Nei 12 pazienti, si è potuto verificare senza eccezione che le leggi biologiche della “Nuova Medicina Germanica” (I-III) venivano pienamente soddisfatte. La quarta legge biologica, sistema dei microbi condizionato ontogeneticamente, non poté essere verificata a sufficienza perché la necessaria documentazione, come ad esempio la valutazione degli agenti patogeni, non era disponibile in modo completo.
Sempre
nel 1993, il Dr. Med. Willibald Stangl,
presidente della Associazione Medici dell’Austria meridionale, ha valutato
l’osservazione della Legge ferrea del cancro su 250 casi.
Risultato: 100 % di
accuratezza relativa alle scoperte del Dr. Hamer.
Il
dottor Stangl scriverà poi all’università viennese: “Quale presidente della nostra società scientifica, le chiedo, egregio
decano, di provvedere alla verifica della legge ferrea del cancro nell'ambito
della vostra università”.
E
fu così che per due settimane dottor Stangl e la sua famiglia furono
terrorizzati telefonicamente dai colleghi e dal consiglio superiore della
sanità austriaco che lo convocò “consigliandogli” di ritirare la sua richiesta
all’università, se non voleva vedersi revocato il diritto di esercitare la
professione di medico. Il Dott. Stangl fu costretto a ritirare la sua richiesta
di verifica.
Il
Dott. Hamer ed alcuni pazienti scrissero al cancelliere austriaco ma non ebbero
nessuna risposta. La stampa rimase in silenzio. Il presidente austriaco, sig.
Klestil, promise di provvedere ad una verifica. Ma nulla fu fatto.
In
Francia, nello stesso giorno, circa mille medici, formati dal Dott. Hamer e
praticanti della Nuova Medicina (da anni), furono chiamati nelle loro
rispettive sedi dell’Ordine dei medici e obbligati a scegliere tra l’abiura
della Nuova Medicina o la radiazione dall’Albo dei medici.
Il
27 luglio 1993 Hamer è condannato in Austria per calunnia a 6 mesi con la condizionale
per tre anni.
Nel
1994 l’università di Tübingen viene esortata dal tribunale amministrativo a
procedere finalmente alla verifica dei lavori del Dott. Hamer (il documento di
abilitazione era stato presentato già 13 anni prima). L'università risponde che
ormai la tesi era troppo vecchia e quindi non più valida. Il Dott. Hamer la
riscrive. L'università nomina due periti.
- Marzo: il giorno della verifica, Hamer ed otto pazienti trovano le porte chiuse all'università di Tübingen, perché il prof. Klippel, uno dei periti convocati era dovuto partire urgentemente per un “affare molto importante”.
- Giugno: il decano dell'università spiega: “Non è previsto nel regolamento dell'abilitazione di sperimentare, verificando o falsificando, le tesi ed i fatti proposti”, ma allora come vengono nominati i professori se le tesi non sono esaminate?
L’8
e il 9 settembre 1998 l’università di Trnava in Slovacchia conferma
ufficialmente l’avvenuta verifica della Nuova Medicina: su 7 casi di pazienti
per un totale di venti specifiche patologie mediche, presso l’istituto
oncologico Sainte Elisabeth Institute a Bratislava nell’unità oncologica
dell’ospedale di Trnava, giungendo alla conclusione che “il dottor Hamer, con la sua presentazione in due conferenze di
verifica, avesse provato il suo sistema con massima probabilità” e
invitando all’applicazione quanto più possibile della Nuova Medicina (Prof.
Dott. J. Pogàdy, professore in psichiatria, presidente della commissione
scientifica. Prof. Dott. V Krcméry decano della facoltà di Metodologie
curative. Dott. J. Miklosko, Prorettore della facoltà di Ricerca).
Il
15 maggio 2001 il Dr. Hamer, accusa pubblicamente, la loggia suprema ebraica B’
nai B’ rith[11], della
propria persecuzione e di volerlo eliminare, accusandoli anche di utilizzare
come metodo terapeutico i principi della Nuova Medicina, che se venisse resa
pubblica minerebbe la “sopravvivenza” della loggia[12].
Il 5 ottobre 2001, il dottor Hamer viene condannato, da un tribunale in Francia
a 1 anno e mezzo di reclusione e 50.000 franchi di multa, per aver "Istigato alla Nuova Medicina".
Nel
2003 Hamer fa registrare la Nuova Medicina Germanica® come marchio registrato,
definendola, “Germanica”:
- per diversificarla, in quanto si erano già sviluppati molti rami di terapie alternative chiamate nuova medicina;
- perché si rifà ad una cultura indogermanica dei popoli del Nord, che non sono stati toccati dalle influenze di una cultura giudaico-cristiana (con la sua contrapposizione di “bene” e “male”). Non critica la mistica di una dottrina, ma la speculazione di tale mistica, che nel tempo, i poteri politico-religiosi hanno usato solo per soggiogare i popoli.
Sempre
nel 2003 gli viene nuovamente proibito di esercitare la professione di medico,
dal tribunale amministrativo di Francoforte, per “inconciliabilità con la medicina ufficiale”. Già nel 1991 il
giudice Francois Bessy, lo aveva “consigliato
ufficiosamente” di non occuparsi mai più di medicina, per evitare l’arresto.
Così Hamer va in esilio in Spagna.
Il
1 aprile del 2004 Geerd Hamer intenta una causa presso il tribunale di
Stoccarda per riottenere l’abilitazione di medico, e chiede che la NM sia
ufficialmente riconosciuta, ma la sentenza è negativa.
E
il 9 settembre 2004 è prelevato da casa sua e incarcerato a Madrid, in attesa
dell’estradizione in Francia per il processo del 2001, dove la condanna del
tribunale di Chambery (1 luglio 2004) passa da 1 anno e mezzo a tre anni di
reclusione (non è chiaro il motivo, se non per permettere alla Francia di
chiederne l’estradizione immediata) per frode ed esercizio abusivo della
professione medica (ossia
il Dottor Hamer avrebbe detto telefonicamente alla presidentessa
dell’associazione francese per la NMG: “puoi
mandarmi le TAC della paziente e darò loro volentieri un’occhiata”).
L’avvocato
spagnolo scopre che si tratta di una incarcerazione preventiva perché il
processo in cassazione non era ancora terminato. Chiede allora alle autorità
quanto tempo rimaneva per fare ricorso e chiedere la scarcerazione immediata, “11
giorni”, fu la loro risposta, e subito dopo Hamer fu trasferito in Francia dove
rimase in segregazione per quasi due mesi senza poter vedere né gli avvocati né
la propria famiglia. Gli avvocati riuscirono a vederlo solo dopo lo scadere del
tempo necessario al ricorso in cassazione.
Grazie
alla pressione che si animò in tutta Europa per sostenere Hamer, terminò
l’isolamento e si ridusse il rischio di psichiatrizzazione.
Il
Dottor Hamer fu rilasciato il 16 febbraio 2006.
La
commissione internazionale di verifica del "Thing Scientifico" avvenuta
dall’8 al 10 settembre 2006 a Coìn (Spagna), conferma che tutti i 14 casi
clinici sono stati verificati severamente secondo le 5 Leggi Biologiche della
Natura della Nuova Medicina Germanica. “Fin
dove i fatti inerenti alle 5 Leggi della Natura sono stati comprovati o erano
verificabili, essi hanno combaciato al 100%. Questo combaciamento sincronizzato
sui 3 livelli Organo – Psiche – Cervello è stato constatato senza eccezioni”.
(Michaela Welte – Mag. Helga Tanja Gergelyfi – Erika Pilhar – Katharina Doris
Schammelt – Mag. Ewa Leimer – Dr. Med. Gyde Techow).
Sempre
nel 2006, a Coìn (Spagna) Hamer disse in un’intervista: “Non e mai successo al mondo che di proposito siano state macellate 2
miliardi di persone in 25 anni e, ironia della sorte, senza costringere
nessuno: vanno tutti volontariamente al mattatoio, tanto terrorizzati sono
ormai dell'idea del cancro "maligno", il demonio dei giorni nostri!
Dobbiamo credere che tutto questo abbia un fondamento scientifico? Io non credo
neanche all'olocausto, per lo meno non nel modo in cui ce l'hanno raccontato e,
in questo, non sono ovviamente l'unico. Non credo neppure che l'uomo sia
sbarcato sulla luna, o peggio, che le Twin Towers siano state abbattute dagli
arabi: a questo, poi, ormai quasi nessuno ci crede”.
La
polizia tedesca (da parte della procura di Cottbus – Robbineck) spicca un
mandato di cattura verso Hamer, che fino al marzo 2007 viveva in Spagna, poi abbandonata
per fuggire nuovamente con l’accusa di “incitamento
all’odio tra i popoli” (egli sostiene che le “leggi biologiche” sono tenute
segrete per un complotto mondiale degli ebrei con associazioni massoniche ebraiche
che vorrebbero ucciderlo.
Secondo
Hamer gli ebrei si curano di nascosto con la Nuova Medicina Germanica e
impediscono ai non ebrei di farlo, macchiandosi “del più orribile delitto di
tutta l’umanità”).
A
fine 2009 a Sandefjiord, Norvegia, dove il Dr. Hamer ha vissuto e lottato per il riconoscimento della NMG, è nata l’Università per la Nuova Medicina Germanica,
l’Arte e lo stile di vita naturali.
RETTORE: DR. MED. MAG. THEOL.
RYKE GEERD HAMER
SANDKOLLVEIN 11, N-3229
DANDEFJORD,
TEL. 0047-335-22133, FAX
0047-335-2213
Il 12 luglio 2011, il Parlamento del Nicaragua ha
approvato una legge che riguarda l’applicazione delle medicine alternative, tra
le quali è compresa la Nueva Medicina Germanica®.
Il Dottor Hamer muore il 2 luglio 2017 a Sandefjord,
Norvegia.
Fonte: Riflessioni sulla Nuova Medicina Germanica - Mattoni Mariangela
[1] “ll 7 dicembre 1991, una settimana dopo che il tribunale (composto da
rabbini) ha assolto il principe ereditario italiano V.E. di Savoia, dopo 13
anni, – piegando premeditatamente la giustizia – dall’omicidio di mio figlio
Dirk (fine nov. 1991), proprio al compleanno del mio Dirk (lui avrebbe compiuto
32 anni), sono stati costretti 1.000 altri medici che frequentavano i miei seminari
ad abiurare la "Germanica" ufficialmente tramite una firma. Lo stesso
non è stato richiesto ai medici ebrei”. (Lettera del Dott. Hamer ai soci ALBA,
del 28 marzo 2007).
[2] Le intercettazioni coinvolgono Vittorio Emanuele di Savoia, Salvatore
Sottile (portavoce del presidente di AN Gianfranco Fini), Gian Nicolino
Narduzzi (collaboratore di Vittorio Emanuele), Rocco
Migliardi (legato alla criminalità organizzata nel giro di slot machine) Ugo
Bonazza, Achille De Luca (pluripregiudicato). Il Savoia parla di tangenti e
affari illeciti, come i farmaci (“non
dico di roba tarocca, ma roba di basso costo in barba a qualsiasi brevetto”)
da mandare in Eritrea, organizza gli incontri con le prostitute, usufruendone
lui stesso, chiamandole “pacco” o “regalo”. Allude a rapporti sessuali con le
bambine che saranno presenti alla raccolta fondi per un’associazione milanese
che si occupa di assistenza agli abusi su minori. Insulta Giuliana Sgrena
(giornalista del Manifesto, rapita in Iraq a febbraio 2005): “Quel pezzo di merda di quella vecchia troia
malmestruata”, e il popolo sardo: “Quei
sardi lì, l'unica cosa che sanno fare, inculano le capre, ma tra un diesel e
una capra, non lo possono mica inculare il diesel, eh!”, “Puzzano e basta”.
[3] Gli anni del disonore di Mario
Guarino e Fedora Raugei
[5] 18 maggio 1992, a Milano, spicca un mandato di cattura a carico
dell’architetto Silvano Larini, esponente del Psi, per tangenti. Larini si
rende irreperibile.
[6] Il nome della Mapagià è formato dalle iniziai di Mauro, Paolo,
Giancarlo (ex padroni della barca) i tre figli di Giovanni Leone, che al
tempo della sua presidenza era ricorso all’aiuto di Vittorio Emanuele per
mediare degli affari con l’Iran (vedi accordo Eni e Agip, che fruttò al
principe profumate provvigioni e un legame con la famiglia Leone in vista di un
possibile rientro in Italia).
[7] “Avevo paura delle brigate Rosse” e “Temevo poi che i banditi sardi
sequestrassero mio figlio” disse ai giudici francesi in merito al possesso di
un arma del genere, che gli fu regalata dal dittatore filippino Marcos.
[10] Anche Vittorio Guglielmi non era proprio uno stinco di santo, noto per
le sue frequentazioni con il criminale Pippo Calò (il cassiere di Cosa Nostra)
e con il pregiudicato Domenico Balducci (esponente della banda della Magliana)
ucciso nel 1981 per un regolamento di conti.
[11] Una speciale fratellanza che ricalca l’organizzazione massonica, riservata
solo agli ebrei, che wikipedia denomina: organizzazione ebraica di
volontariato. “Beni Berith” significa “Figli dell’Alleanza”. Fondata da Henry
Jones, e altri undici immigrati ebrei tedeschi, negli Stati Uniti, il 13
ottobre 1843, presso il Caffè Sinsheimer, nel quartiere di Wall Street a New
York, con il nome di “Bundes-Brueder”, ossia “Lega dei Fratelli”, divenuto poi
B’ nai B’ rith. In Germania si organizzò in modo efficace solo nel 1885.
[12] Per approfondire il tema sulla loggia B’ nai B’ rith, Misteri e Segreti del B’nai B’rith di
Emmanuel Ratier.