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lunedì 2 settembre 2019

Ryke Geerd Hamer

La Nuova Medicina fiorirà quando fioriranno i crochi
(Dott. Ryke Geerd Hamer)

Ryke Geerd Hamer nasce il 17 maggio 1935 a Mettmann (Germania), da Margot e Heinrich Hamer, sua madre proviene da una nobile famiglia italiana e il padre (pastore protestante) da una famiglia di agricoltori di Ostfriesland. Geerd è il terzo di sei fratelli tra cui: Heyo Erke (1931), Eberhard (1932) e Bernd (1939). Dai due ai sei anni vive con i nonni e, dopo la morte del nonno torna dai genitori. Suo fratello Heyo Erke, dopo le esperienze di guerra a Krefeld, sotto i bombardamenti, e gli ebrei nascosti ai nazisti nella casa di famiglia, fu spinto, a studiare teologia (così come farà anche Geerd), e una volta completati gli studi andò come missionario della DOAM (Deutsche Ostasien-Mission) in Giappone (1961-1967).
Nel 1953 Geerd consegue la maturità ed inizia gli studi di medicina, teologia e fisica all'università di Tübingen dove incontra Sigrid Gertrud Ursula di Oldenburg, anche lei studentessa di medicina, i due si innamorano e si sposano nel 1956. 
Nel 1957 supera l'esame di teologia e nel 1959 supera l'esame di stato di medicina a Marburg. 
Il 10 aprile del 1962 diventa medico e riceve il Dr. Med. (Dottorato) nel dicembre 1963. Inizia a lavorare nelle cliniche universitarie di Tübingen e Heidelberg per molti anni. Si specializza in medicina interna (1972), lavora nella clinica universitaria di Tübingen e collabora con la moglie, anch'essa divenuta medico, nello studio privato. Brevetta alcuni strumenti medicali.
Nel 1976, anno in cui sua figlia Birgit vince il concorso di miss Germania, la famiglia Hamer (Geerd, la moglie e i quattro figli: Birgit, Dirk, Ghunield e Bernd), viene in Italia, stabilendosi a Roma, dove Birgit inizia a lavorare come modella e attrice (nel film di Armenia Balducci Amo non amo, 1979).

Il 18 agosto del 1978, Dirk Hamer, è colpito da una pallottola e muore il 7 dicembre del 1978, ucciso dal principe Vittorio Emanuele di Savoia[1]

Vittorio Emanuele Alberto Carlo Teodoro Umberto Bonifacio Amedeo Damiano Bernardino Gennaro Maria di Savoia, nasce a Napoli il 12 febbraio del 1937, figlio dell’ultimo re d’Italia Umberto II e Maria José.
Dopo una carriera scolastica un po’ tribolata, si mette in affari, e lo troviamo invischiato in storie di corruzione, associazione a delinquere finalizzata a corruzione e falso e allo sfruttamento della prostituzione legata al casinò di Campione d’Italia.
Il 13 marzo 2007 la Procura della Repubblica di Como, riesaminando tutte le intercettazioni, chiede l’archiviazione delle due inchieste aperte nei suoi confronti a Potenza e trasferite a Como e il 27 marzo il GIP del tribunale di Como accoglie l’istanza di archiviazione. Anche la procura di Roma fa lo stesso in quanto i fatti non sussistono.
Il principe (che poco ha di principesco, visto il linguaggio scurrile utilizzato nelle intercettazioni telefoniche pubblicate nel giugno 2006[2]) fu un membro della P2 (tessera n° 1621) loggia massonica di Licio Gelli, la quale, appoggiava le disposizioni per acquistare emittenti televisive attraverso cui ottenere il consenso per poi cambiare le leggi, ed è ciò che effettivamente è poi successo. E sarà Silvio Berlusconi (anche lui membro della P2, tessera n° 1816), fondatore di Mediaset, che riporterà in Italia Vittorio Emanuele di Savoia (nel 2002), revocando l’esilio che fu fatto alla famiglia reale (per complicità con il fascismo dal 1922 al 1943, e la promulgazione delle leggi razziali nel 1938).
Pare che il Savoia oltre alla Loggia P2 facesse parte anche della misteriosa Loggia di Montecarlo. Dell’esistenza di tale struttura e dei personaggi che vi gravitano se ne saprà soltanto anni dopo. Sui membri del cosiddetto Comitato Montecarlo, il Sisde (il servizio segreto civile) raccoglierà informazioni che verranno inserite in un rapporto – datato 29 aprile 1982 – agli atti della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2. Della Loggia in Costa Azzurra, accennerà Nara Lazzerini, per cinque anni segretaria particolare di Gelli, e in tale veste frequentatrice (1976-1981), della suite del capo piduista all’Excelsior di Roma. Il 21 ottobre 1987, dinanzi alla Corte d’assise d’Appello di Bologna dichiara: "Sono stata a Montecarlo con Gelli una sola volta […] Gelli mi disse che della Loggia facevano parte anche Vittorio Emanuele di Savoia e il principe Ranieri”.[3]
Vittorio Emanuele entrò nelle grazie del conte (non per dinastia, ma per provvedimento di Mussolini) Corrado Agusta (ex consorte di Francesca Vacca), al tempo proprietario di una fabbrica di elicotteri e commerciante internazionale di armi. Il Savoia era un amico di famiglia di Reza Pahlavi (Scià di Persia), e riuscì a piazzargli una notevole quantità di armi ed elicotteri.
Negli anni ’70, fu indagato per traffico internazionale di armi (di cui, tra l’altro, era un gran collezionista), dal giudice Carlo Mastelloni (pretura di Venezia), il quale stava indagando su strane triangolazioni proibite dall’embargo: invece che arrivare allo Scià persiano, gli elicotteri arrivavano in Giordania e invece che arrivare in Malesia o Singapore, arrivavano a Taiwan o in Sud Africa. Il caso fu trasferito alla pretura di Roma, dove fu abilmente insabbiato.
Il giudice Carlo Palermo (pretura di Trento), stava, a sua volta indagando sul doppio traffico: di armi che dall’Occidente andavano in Oriente, di droga che dall’Oriente andava verso l’Occidente, ma si spinse troppo in là, sino ad arrivare ad alcuni vertici del Psi e della P2 (traffici illeciti delle finanziarie-casseforti di Bettino Craxi: miliardi provenienti da fasulle cooperazioni con Paesi del Terzo Mondo effettuate tramite le società-schermo Promit e Coprofin[4]). Palermo fu fermato bruscamente, scampando miracolosamente ad un attentato mafioso, a Pizzolungo (Trapani, 1985).
Gli anni ’70 sono pieni di fermento per il Savoia, che entra in affari con Silvano Larini (vedi Tangentopoli[5]), per trasformare l’isola di Cavallo in un luogo di vacanze esclusive e grazie a Larini si avvicinerà poi a Craxi, mischiando abilmente affari e politica, sino agli anni ’90, quando si liscerà il compagno piduista Silvio Berlusconi che lo farà rientrare in Italia.
Nel 2007 i Savoia chiedono allo Stato Italiano 170 milioni di euro come risarcimento per l’esilio oltre alla restituzione dei beni privati confiscati dallo Stato nel 1848. Il governo replica, attraverso il segretario generale della presidenza del Consiglio, Carlo Malinconico, che "non solo non ritiene di dover pagare nulla ai Savoia, ma pensa di chiedere a sua volta i danni all'ex famiglia reale per le responsabilità che ha avuto nella storia italiana".

Ma cosa successe la notte in cui Dirk Hamer fu ferito?
La sera del 18 agosto 1978, tre barche arrivano da Porto Rotondo sull’isola di Cavallo, e ormeggiano a Cala Palma vicino allo yacht del Savoia (Aniram), seguendo questa disposizione: il Coke (di Paolo Poma), il Master (di Giovanni Malagò), la Mapagià.
Sulle tre barche c’è una comitiva di circa trenta persone: Nicola Pende (playboy medico romano, ex marito di Stefania Sandrelli), Giovanni Malagò, la principessa Paola Torlonia, Paolo Poma, Giorgio e Vittorio Guglielmi Lante della Rovere, Fabiana Balestra, Clemente Gentiloni Silveri, l’imprenditore Gianfranco Amoroso, l’avvocato Francesco Ago, Luca Valerio (ex marito di Corinne Clery), Birgit e Dirk Hamer…
La comitiva scende a terra e si divide, un gruppo va a cena con Niky Pende, mentre gli altri gironzolano sull’isola, tra loro c’è Dirk Hamer che sarà tra i primi a tornarsene in barca (la Mapagià[6], proprio vicino all’Aniram) per andare a riposare (verso le 22.30).
Vittorio Emanuele di Savoia va a cena con la moglie nell’unico ristorante per milionari, sulla spiaggia, Des Pêcheurs, dove stava cenando anche Pende e il suo gruppo “alquanto rumoroso”.
Verso le tre del mattino, Vittorio Emanuele e sua moglie Marina Doria, rientrano, e si accorgono che per tornare a bordo delle proprie barche, il gruppo di Niky Pende ha utilizzato lo Zodiac, il canotto del figlio (del Savoia).
Il principe, furibondo, (anche perché, dal baccano che il gruppo di Pende fece al ristorante, aveva pensato che lo stessero beffeggiando) andò a casa a prendere il suo fucile M1[7], per recuperare il canotto Zodiac, rimasto legato al Coke. Salito sull’altro suo canotto si diresse verso lo yacht Coke, dove era rimasto legato lo Zodiac.
Qui le versioni di Vittorio Emanuele e Niki Pende divergono: il primo dice che stava riprendendosi il suo canotto, quando ha urtato una bombola di ossigeno la quale cadendo iniziò a sibilare. Pende uscì e iniziò a urlargli contro ed è a questo punto che il principe sparò in aria per intimorirlo, ma Pende gli saltò addosso e mentre cadevano in acqua partì un secondo colpo. Pende invece dirà che sentì un rumore e una volta salito in coperta a vedere cosa succedeva, vide il principe armato e minaccioso che sparò due colpi, così lui si abbassò per schivarli e poi gli saltò addosso.

Dal sito di panorama[8] abbiamo la versione rilasciata dal capitano Sabatini che era presente quella sera. Niki Pende dormiva quando sentì un rumore, salì in coperta e vide Vittorio Emanuele in canottiera e mutande, armato e minaccioso (che urlava: “Figli di puttana di italiani, vi ammazzo tutti”) fino a che gli puntò il fucile all’altezza degli occhi, così Pende si buttò a terra ma partì il primo colpo. Allora Pende gli saltò addosso e mentre si rotolavano sul canotto partì il secondo colpo.
Il primo proiettile bucò due strati del vetroresina del Master e poi trapassò il vetro della Mapagià e colpì Dirk, recidendogli la vena destra del bacino e causandogli un’emorragia all’addome. Pende si era buttato in acqua nuotando sotto le cinghie per paura di essere colpito e quando riaffiorò sentì le urla di Dirk.

Racconta Birgit (sorella di Dirk, che era presente) che fu una scena raccapricciante, Dirk urlava “anestesia, anestesia” premendosi l’arteria femorale che sanguinava. Le luci dell’isola di Cavallo si accesero e fu il panico. Vittorio Guglielmi voleva rincorrere il principe con la sua pistola, ma Pende lo esortò a desistere poiché se avesse sparato sarebbe poi stato accusato di avere colpito lui Dirk, cosa che poi avvenne comunque.
Pende legò forte la ferita di Dirk. Sabatini cercò soccorsi, si raggiunse l’ufficio di Cavallo, ma nulla. Qualcuno promise un elicottero, ma non arrivò nessuno. Il tempo passò e Dirk non ebbe soccorsi, rimanendo per molte ore a sanguinare. La direzione di Cavallo riuscì solo a mandare un medico a bordo, per controllare come stava il ragazzo. Dopo due ore, Paolo Poma e Niki Pende decisero di partire, nonostante il mare mosso, ed ogni onda fu come una pugnalata per Dirk. Arrivarono a Porto Vecchio solo dopo altre due ore, Dirk era clinicamente morto, fu rianimato e operato d’urgenza, perché aveva un’emorragia nella cavità addominale. Dopo sette ore di sala operatoria Dirk era molto grave.

"Mio fratello si sarebbe salvato se fosse stato soccorso in tempo. All'inizio Vittorio Emanuele ci promise il suo elicottero per trasportarlo all'ospedale di Porto Vecchio. Ma aspettammo a lungo inutilmente, e alla fine decidemmo di portarlo noi in motoscafo. Aveva un'emorragia, perdeva molto sangue Il medico ci disse che se avessimo tardato un altro quarto d'ora sarebbe morto", dice Birgit Hamer in un'intervista del 2006.[9] 

Sta di fatto che Dirk Hamer viene colpito da un proiettile, mentre dormiva tranquillamente sulla Mapagià, a bordo della quale viene trovata la mattina dopo una pistola Smith & Wesson calibro 38 con due proiettili mancanti. Il proprietario dell’arma sosterrà di non averla usata da giorni. Per i legali del principe, invece, fu proprio quell’arma a colpire il giovane Hamer. Impossibile una perizia dell’arma, perché fu subito restituita a Vittorio Guglielmi[10], che la fece prontamente sparire, come impossibile fu una perizia sulla fiancata della Mapagià (per analizzare i fori dei proiettili) perché la barca non fu sequestrata e Guglielmi la fece subito riparare e se ne liberò. La polizia francese non investigò.
La difesa del principe sostenne la presenza di altre persone che avrebbero sparato durante la colluttazione, poi fuggite e mai identificate dalla gendarmeria francese.  Pare che i resti della pallottola estratti dal corpo di Dirk fossero troppo piccoli per essere analizzati.
All’inizio il principe si prese la responsabilità delle ferite a Dirk, ma poi cambiò versione quando saltò fuori la pistola di Guglielmi.
Dopo 111 giorni di agonia, durante i quali dovette subire l’amputazione di una gamba e altre 19 operazioni, Dirk Hamer muore il 7 dicembre del 1978. 
Vittorio Emanuele fu arrestato ad Ajaccio e rilasciato dopo sei settimane (a detta della stampa, a detta di Hamer: “deve essere stato rilasciato dopo soli due giorni e il resto fu solo finzione molto ben organizzata”).
Nel 1991, dopo 13 anni di processo, la corte d’assise di Parigi lo assolve dall'accusa di omicidio, condannandolo solo a una pena di sei mesi, con la condizionale, per porto abusivo di armi.

Anche se avevo torto ... devo dire che li ho fregati. È davvero eccezionale: venti testimoni, e si sono affacciate tante di quelle personalità importanti. Ero sicuro di vincere. Io ho sparato un colpo così e un colpo in giù, ma il colpo è andato in questa direzione, è andato qui e ha preso la gamba sua, che era steso, passando attraverso la carlinga”. Sono le parole che il Savoia pronuncia in un video, pubblicato dal Fatto quotidiano il 24 febbraio del 2011, registrato nel 2006 da una telecamera nascosta nella cella del carcere di Potenza, dove si trovava per via dello scandalo di Vallettopoli. Vittorio Emanuele negherà tutte le accuse, sostenendo che il video fu montato ad arte. Queste prove furono presentate dalla sorella di Dirk, Birgit Hamer. Niki Pende appoggiò il “principe”, sostenendo che il processo contro di lui fosse corrotto, e la richiesta di Birgit, che chiedeva il rifacimento del processo, non fu accolta. 

Nel marzo del 1979 Hamer si ammala gravemente (cancro al testicolo) e subisce due interventi chirurgici. Riesce a riprendersi, e nel 1981 comincia a pensare che tra la sua malattia e lo shock della morte del figlio ci sia un nesso. Da allora cercò di comprendere cosa gli era successo, e passando notti burrascose, in cui sognò spesso il figlio Dirk, che lo esortava a proseguire le sue ricerche, cominciò a capire che il suo cancro era in relazione al proprio vissuto e all'ingiustizia subita. E da lì Hamer arrivò alla scoperta della 1° legge biologica.

Dopo la dipartita di Dirk, la famiglia Hamer venne terrorizzata dalla loggia P2, dallo schieramento degli avvocati e agenti di casa Savoia.

Le scoperte di Hamer gli hanno procurato un susseguirsi di tormenti: nel 1981 dopo avere depositato una tesi (di post-dottorato) sulle sue ricerche (con 200 cartelle cliniche e 70 casi dettagliatamente descritti), alla facoltà di medicina di Tübingen, il suo ex professore gli propose di verificare la tesi (“La sindrome di Hamer e la regola ferrea del cancro”), ma senza nessuna spiegazione la facoltà rifiuta la verifica. 
Il 12 marzo 2008 il tribunale di Sigmaringen (Germania) decretò che l’università di Tübingen non aveva più l’obbligo di verificare la tesi del dottor Hamer.

Nel 1984, la Prof.ssa Dott.ssa E. Mannheimer (cardiologica, Clinica universitaria di Vienna), il prof. Pokieser (Centro radiologico, Università di Vienna), il Dott. Fitscha (Policlinico, II Reparto Cardiologia, Vienna), prof. Dott. Imhof (Centro radiologico, TC), hanno valutato 8 pazienti con il Dr. Hamer (internista) cercando la correlazione tra attacchi cardiaci, conflitti di territorio e alterazioni cerebrali nelle forme dei cosiddetti Focolai di Hamer. L’esito fu che tutti gli attacchi cardiaci erano insorti dopo la soluzione del conflitto di territorio.

La moglie di Hamer si ammala di cancro, divenendo così la prima paziente a sperimentare le teorie del marito, e nel 1985 muore per un infarto cardiaco. Hamer torna in Germania.
Nel 1986 Hamer è radiato dall’ordine dei medici poiché “rifiuta di rinnegare la legge ferrea e di convertirsi alla medicina classica”; tale condanna fu poi confermata dall’alto tribunale di Koblenz in un’udienza nel 1990 dove gli viene anche vietata la possibilità di ricorso aggiungendo tra l’altro, che al dottor Hamer manca “la capacità di autocontrollo” e ha “una scarsa capacità di comprensione riguardo alla terapia necessaria per il cancro”. Così dal 1986 non può più parlare con nessun paziente.

Il 9 dicembre 1988, cinque medici hanno eseguito una verifica comune della riproducibilità della Legge ferrea del cancro a Vienna: Dott.ssa Elisabeth M. Rozkydal – Prof. Dott. Joerg Birkmayer – Dott. Franz Reinisch – Dott. Fritz B. – Dott. R.G. Hamer. Sono stati esaminati 7 pazienti. Le correlazioni riscontrate sono state convincenti. Le scoperte di Hamer, sono state riconosciute in un protocollo firmato dal professor J. Birkmayer, dottore in chimica e medicina, titolare della cattedra di cancerologia dell’università di Vienna.

Nel 1989 ad una conferenza medica di Monaco (Germania), 16 medici hanno controllato e valutato le “Cinque Leggi Biologiche” su 27 pazienti. Risultato: 100% di accuratezza.

Intanto sono molteplici i tentativi di ricoverare il dottor Hamer in un manicomio, con la motivazione: "Affetto da paranoia, manie di persecuzione".

Nel 1990, 6 pazienti sono stati sottoposti a valutazione delle 5 Leggi Biologiche in Namur (Belgio), da parte di 17 medici.
Risultato: 100 % di accuratezza.
Sempre nello stesso anno, durante una conferenza medica in Burgau (Austria) 20 pazienti vennero valutati nell’ottica delle 5 Leggi Biologiche, sotto la supervisione di 30 medici provenienti da vari paesi.
Risultato: 100 % di concordanza con le leggi biologiche della NM.

Il dott. Hamer si fa visitare in Belgio da una dottoressa, specialista in psichiatria, all'università di Louvain che dichiarò: "Le sue argomentazioni sono logiche e coerenti, se lui ritiene di sollecitare un'altra diagnosi ed un altro trattamento, lo fa, in ogni modo, basandosi su analisi e ricerche fondate sulla filogenesi che sono derivate dagli elementi fondamentali della medicina accademica. Non posso trovare in lui nessun sintomo di paranoia". 

Nel 1992, il Dott. Pfitzer (Università di Düsseldorf) incarica il prof. Dott. Stemmann (primario) e la Dott.ssa Elke Mühlpfort (medico legale) di esaminare 24 pazienti che vennero sottoposti alla valutazione presso la Clinica Pediatrica Regionale a Gelsenkirchen (Germania), e fu scoperto senza eccezioni, che in tutti i casi le Leggi Biologiche furono riconosciute e provate su tutti tre i livelli, psiche – cervello – organo.
Risultato: "Nei 24 casi, considerando che ogni paziente presentava più di un'affezione, abbiamo trovato le leggi biologiche delle Nuova Medicina corrispondenti, esattamente e senza eccezioni, per ogni singola malattia, e ciò su tutti tre i livelli (psichico, cerebrale, organico). Secondo le precise tecniche di verifica scientifica che esigono la riproducibilità, l'ipotesi che le leggi biologiche della Nuova Medicina siano esatte, deve essere sin d'ora seriamente considerata con la massima probabilità".
Non vi fu nessuna reazione dell’università di Düsseldorf.

Il 27 gennaio 1993 nel Centro per la “nuova Medicina Germanica” (Burgau) in presenza del Dott. Willibald Stangl, medico legale, Dott. Wilhelm Limberger, medico condotto, e il Dott. Hamer sono stati esaminati 12 pazienti per verificare l’esatta corrispondenza delle leggi biologiche della “Nuova Medicina”. In media ogni paziente presentava tre o quattro affezioni (cancro, psicosi, diabete, tumori cerebrali, sarcomi, sclerosi multipla, neurodermatiti). Nei 12 pazienti, si è potuto verificare senza eccezione che le leggi biologiche della “Nuova Medicina Germanica” (I-III) venivano pienamente soddisfatte. La quarta legge biologica, sistema dei microbi condizionato ontogeneticamente, non poté essere verificata a sufficienza perché la necessaria documentazione, come ad esempio la valutazione degli agenti patogeni, non era disponibile in modo completo.
Sempre nel 1993, il Dr. Med. Willibald Stangl, presidente della Associazione Medici dell’Austria meridionale, ha valutato l’osservazione della Legge ferrea del cancro su 250 casi.
Risultato: 100 % di accuratezza relativa alle scoperte del Dr. Hamer.
Il dottor Stangl scriverà poi all’università viennese: “Quale presidente della nostra società scientifica, le chiedo, egregio decano, di provvedere alla verifica della legge ferrea del cancro nell'ambito della vostra università”.
E fu così che per due settimane dottor Stangl e la sua famiglia furono terrorizzati telefonicamente dai colleghi e dal consiglio superiore della sanità austriaco che lo convocò “consigliandogli” di ritirare la sua richiesta all’università, se non voleva vedersi revocato il diritto di esercitare la professione di medico. Il Dott. Stangl fu costretto a ritirare la sua richiesta di verifica.
Il Dott. Hamer ed alcuni pazienti scrissero al cancelliere austriaco ma non ebbero nessuna risposta. La stampa rimase in silenzio. Il presidente austriaco, sig. Klestil, promise di provvedere ad una verifica. Ma nulla fu fatto.

In Francia, nello stesso giorno, circa mille medici, formati dal Dott. Hamer e praticanti della Nuova Medicina (da anni), furono chiamati nelle loro rispettive sedi dell’Ordine dei medici e obbligati a scegliere tra l’abiura della Nuova Medicina o la radiazione dall’Albo dei medici. 

Il 27 luglio 1993 Hamer è condannato in Austria per calunnia a 6 mesi con la condizionale per tre anni.

Nel 1994 l’università di Tübingen viene esortata dal tribunale amministrativo a procedere finalmente alla verifica dei lavori del Dott. Hamer (il documento di abilitazione era stato presentato già 13 anni prima). L'università risponde che ormai la tesi era troppo vecchia e quindi non più valida. Il Dott. Hamer la riscrive. L'università nomina due periti.
  • Marzo: il giorno della verifica, Hamer ed otto pazienti trovano le porte chiuse all'università di Tübingen, perché il prof. Klippel, uno dei periti convocati era dovuto partire urgentemente per un “affare molto importante”.
  • Giugno: il decano dell'università spiega: “Non è previsto nel regolamento dell'abilitazione di sperimentare, verificando o falsificando, le tesi ed i fatti proposti”, ma allora come vengono nominati i professori se le tesi non sono esaminate?
Nel 1997, Hamer viene incarcerato nella prigione di Colonia, accusato di aver dato dei suggerimenti ad un malato malgrado la radiazione dell’albo. Dopo un anno di prigionia è libero.

L’8 e il 9 settembre 1998 l’università di Trnava in Slovacchia conferma ufficialmente l’avvenuta verifica della Nuova Medicina: su 7 casi di pazienti per un totale di venti specifiche patologie mediche, presso l’istituto oncologico Sainte Elisabeth Institute a Bratislava nell’unità oncologica dell’ospedale di Trnava, giungendo alla conclusione che “il dottor Hamer, con la sua presentazione in due conferenze di verifica, avesse provato il suo sistema con massima probabilità” e invitando all’applicazione quanto più possibile della Nuova Medicina (Prof. Dott. J. Pogàdy, professore in psichiatria, presidente della commissione scientifica. Prof. Dott. V Krcméry decano della facoltà di Metodologie curative. Dott. J. Miklosko, Prorettore della facoltà di Ricerca).

Il 15 maggio 2001 il Dr. Hamer, accusa pubblicamente, la loggia suprema ebraica B’ nai B’ rith[11], della propria persecuzione e di volerlo eliminare, accusandoli anche di utilizzare come metodo terapeutico i principi della Nuova Medicina, che se venisse resa pubblica minerebbe la “sopravvivenza” della loggia[12]
Il 5 ottobre 2001, il dottor Hamer viene condannato, da un tribunale in Francia a 1 anno e mezzo di reclusione e 50.000 franchi di multa, per aver "Istigato alla Nuova Medicina".

Nel 2003 Hamer fa registrare la Nuova Medicina Germanica® come marchio registrato, definendola, “Germanica”:
  • per diversificarla, in quanto si erano già sviluppati molti rami di terapie alternative chiamate nuova medicina;
  • perché si rifà ad una cultura indogermanica dei popoli del Nord, che non sono stati toccati dalle influenze di una cultura giudaico-cristiana (con la sua contrapposizione di “bene” e “male”). Non critica la mistica di una dottrina, ma la speculazione di tale mistica, che nel tempo, i poteri politico-religiosi hanno usato solo per soggiogare i popoli.
Essendo poi infamato oltre che di far parte di una setta anche di antisemitismo.

Sempre nel 2003 gli viene nuovamente proibito di esercitare la professione di medico, dal tribunale amministrativo di Francoforte, per “inconciliabilità con la medicina ufficiale”. Già nel 1991 il giudice Francois Bessy, lo aveva “consigliato ufficiosamente” di non occuparsi mai più di medicina, per evitare l’arresto. Così Hamer va in esilio in Spagna.

Il 1 aprile del 2004 Geerd Hamer intenta una causa presso il tribunale di Stoccarda per riottenere l’abilitazione di medico, e chiede che la NM sia ufficialmente riconosciuta, ma la sentenza è negativa.
E il 9 settembre 2004 è prelevato da casa sua e incarcerato a Madrid, in attesa dell’estradizione in Francia per il processo del 2001, dove la condanna del tribunale di Chambery (1 luglio 2004) passa da 1 anno e mezzo a tre anni di reclusione (non è chiaro il motivo, se non per permettere alla Francia di chiederne l’estradizione immediata) per frode ed esercizio abusivo della professione medica (ossia il Dottor Hamer avrebbe detto telefonicamente alla presidentessa dell’associazione francese per la NMG: “puoi mandarmi le TAC della paziente e darò loro volentieri un’occhiata”).
L’avvocato spagnolo scopre che si tratta di una incarcerazione preventiva perché il processo in cassazione non era ancora terminato. Chiede allora alle autorità quanto tempo rimaneva per fare ricorso e chiedere la scarcerazione immediata, “11 giorni”, fu la loro risposta, e subito dopo Hamer fu trasferito in Francia dove rimase in segregazione per quasi due mesi senza poter vedere né gli avvocati né la propria famiglia. Gli avvocati riuscirono a vederlo solo dopo lo scadere del tempo necessario al ricorso in cassazione.
Grazie alla pressione che si animò in tutta Europa per sostenere Hamer, terminò l’isolamento e si ridusse il rischio di psichiatrizzazione.

Il Dottor Hamer fu rilasciato il 16 febbraio 2006.

La commissione internazionale di verifica del "Thing Scientifico" avvenuta dall’8 al 10 settembre 2006 a Coìn (Spagna), conferma che tutti i 14 casi clinici sono stati verificati severamente secondo le 5 Leggi Biologiche della Natura della Nuova Medicina Germanica. “Fin dove i fatti inerenti alle 5 Leggi della Natura sono stati comprovati o erano verificabili, essi hanno combaciato al 100%. Questo combaciamento sincronizzato sui 3 livelli Organo – Psiche – Cervello è stato constatato senza eccezioni”. (Michaela Welte – Mag. Helga Tanja Gergelyfi – Erika Pilhar – Katharina Doris Schammelt – Mag. Ewa Leimer – Dr. Med. Gyde Techow).

Sempre nel 2006, a Coìn (Spagna) Hamer disse in un’intervista: “Non e mai successo al mondo che di proposito siano state macellate 2 miliardi di persone in 25 anni e, ironia della sorte, senza costringere nessuno: vanno tutti volontariamente al mattatoio, tanto terrorizzati sono ormai dell'idea del cancro "maligno", il demonio dei giorni nostri! Dobbiamo credere che tutto questo abbia un fondamento scientifico? Io non credo neanche all'olocausto, per lo meno non nel modo in cui ce l'hanno raccontato e, in questo, non sono ovviamente l'unico. Non credo neppure che l'uomo sia sbarcato sulla luna, o peggio, che le Twin Towers siano state abbattute dagli arabi: a questo, poi, ormai quasi nessuno ci crede”.
La polizia tedesca (da parte della procura di Cottbus – Robbineck) spicca un mandato di cattura verso Hamer, che fino al marzo 2007 viveva in Spagna, poi abbandonata per fuggire nuovamente con l’accusa di “incitamento all’odio tra i popoli” (egli sostiene che le “leggi biologiche” sono tenute segrete per un complotto mondiale degli ebrei con associazioni massoniche ebraiche che vorrebbero ucciderlo.
Secondo Hamer gli ebrei si curano di nascosto con la Nuova Medicina Germanica e impediscono ai non ebrei di farlo, macchiandosi “del più orribile delitto di tutta l’umanità”).

A fine 2009 a Sandefjiord, Norvegia, dove il Dr. Hamer ha vissuto e lottato per il riconoscimento della NMG, è nata l’Università per la Nuova Medicina Germanica, l’Arte e lo stile di vita naturali.

RETTORE: DR. MED. MAG. THEOL. RYKE GEERD HAMER
SANDKOLLVEIN 11, N-3229 DANDEFJORD,
TEL. 0047-335-22133, FAX 0047-335-2213

Il 12 luglio 2011, il Parlamento del Nicaragua ha approvato una legge che riguarda l’applicazione delle medicine alternative, tra le quali è compresa la Nueva Medicina Germanica®.

Il Dottor Hamer muore il 2 luglio 2017 a Sandefjord, Norvegia.


Fonte: Riflessioni sulla Nuova Medicina Germanica - Mattoni Mariangela



















[1] “ll 7 dicembre 1991, una settimana dopo che il tribunale (composto da rabbini) ha assolto il principe ereditario italiano V.E. di Savoia, dopo 13 anni, – piegando premeditatamente la giustizia – dall’omicidio di mio figlio Dirk (fine nov. 1991), proprio al compleanno del mio Dirk (lui avrebbe compiuto 32 anni), sono stati costretti 1.000 altri medici che frequentavano i miei seminari ad abiurare la "Germanica" ufficialmente tramite una firma. Lo stesso non è stato richiesto ai medici ebrei”. (Lettera del Dott. Hamer ai soci ALBA, del 28 marzo 2007).
[2] Le intercettazioni coinvolgono Vittorio Emanuele di Savoia, Salvatore Sottile (portavoce del presidente di AN Gianfranco Fini), Gian Nicolino Narduzzi (collaboratore di Vittorio Emanuele), Rocco Migliardi (legato alla criminalità organizzata nel giro di slot machine) Ugo Bonazza, Achille De Luca (pluripregiudicato). Il Savoia parla di tangenti e affari illeciti, come i farmaci (“non dico di roba tarocca, ma roba di basso costo in barba a qualsiasi brevetto”) da mandare in Eritrea, organizza gli incontri con le prostitute, usufruendone lui stesso, chiamandole “pacco” o “regalo”. Allude a rapporti sessuali con le bambine che saranno presenti alla raccolta fondi per un’associazione milanese che si occupa di assistenza agli abusi su minori. Insulta Giuliana Sgrena (giornalista del Manifesto, rapita in Iraq a febbraio 2005): “Quel pezzo di merda di quella vecchia troia malmestruata”, e il popolo sardo: “Quei sardi lì, l'unica cosa che sanno fare, inculano le capre, ma tra un diesel e una capra, non lo possono mica inculare il diesel, eh!”, “Puzzano e basta”.
[3] Gli anni del disonore di Mario Guarino e Fedora Raugei
[4] ibidem
[5] 18 maggio 1992, a Milano, spicca un mandato di cattura a carico dell’architetto Silvano Larini, esponente del Psi, per tangenti. Larini si rende irreperibile.
[6] Il nome della Mapagià è formato dalle iniziai di Mauro, Paolo, Giancarlo (ex padroni della barca) i tre figli di Giovanni Leone, che al tempo della sua presidenza era ricorso all’aiuto di Vittorio Emanuele per mediare degli affari con l’Iran (vedi accordo Eni e Agip, che fruttò al principe profumate provvigioni e un legame con la famiglia Leone in vista di un possibile rientro in Italia).
[7] “Avevo paura delle brigate Rosse” e “Temevo poi che i banditi sardi sequestrassero mio figlio” disse ai giudici francesi in merito al possesso di un arma del genere, che gli fu regalata dal dittatore filippino Marcos.
[10] Anche Vittorio Guglielmi non era proprio uno stinco di santo, noto per le sue frequentazioni con il criminale Pippo Calò (il cassiere di Cosa Nostra) e con il pregiudicato Domenico Balducci (esponente della banda della Magliana) ucciso nel 1981 per un regolamento di conti.
[11] Una speciale fratellanza che ricalca l’organizzazione massonica, riservata solo agli ebrei, che wikipedia denomina: organizzazione ebraica di volontariato. “Beni Berith” significa “Figli dell’Alleanza”. Fondata da Henry Jones, e altri undici immigrati ebrei tedeschi, negli Stati Uniti, il 13 ottobre 1843, presso il Caffè Sinsheimer, nel quartiere di Wall Street a New York, con il nome di “Bundes-Brueder”, ossia “Lega dei Fratelli”, divenuto poi B’ nai B’ rith. In Germania si organizzò in modo efficace solo nel 1885.
[12] Per approfondire il tema sulla loggia B’ nai B’ rith, Misteri e Segreti del B’nai B’rith di Emmanuel Ratier.