Appurato che la
natura è in grado di curare, non commettete l’errore di considerare
automaticamente benefico tutto quello che arriva dalle piante: la fitoterapia,
anche se non necessita di prescrizione medica, si basa su estratti di piante
che possono avere gli stessi effetti di farmaci e anche gli stessi
inconvenienti.
Inoltre molti
farmaci hanno principi attivi derivati proprio dalle piante: per esempio, il chinino usato contro la malaria è
estratto dalla corteccia di china;
contro infiammazione e febbre si prendono i salicilati, derivati dalla corteccia
di salice; contro l’insufficienza cardiaca si è usata per decenni la digitalina, estratta dalla digitale, che è tossica e può uccidere
se presa a dosi elevate.
Alcune piante hanno
reazioni con atre piante o con farmaci comuni, dei quali potrebbero aumentare o
diminuire l’assimilazione.
Esempio:
- Aglio (peggiora l’ulcera), salvia (sconsigliata negli ipertesi e negli epilettoidi. Sconsigliata anche durante l’allattamento potrebbe alterare il sapore del latte, e inoltre favorisce le contrazioni uterine, potrebbe causare parti prematuri) e papaya interferiscono con gli anticoagulanti, potenziandone l’effetto e facendo rischiare un’emorragia.
- Liquirizia provoca ritenzione idrica e alza la pressione negli ipertesi
- Iperico aumenta l’eliminazione dei farmaci che abbassano il colesterolo e lascia macchie sulla pelle di chi si espone al sole.
- Achillea dà sensibilità cutanea ai raggi solari.
- Alloro può provocare dermatiti da contatto.
- Carciofo e aneto danno cattivo sapore al latte, se assunti da una mamma che allatta al seno.
- Rabarbaro aumenta la stitichezza.
- Arnica, che si usa nelle pomate per le contusioni, se messa su cute non integra può dare vomito, diarrea e allucinazioni per effetto dell’arnicina che passa direttamente nel sangue attraverso graffi o ferite.
- Guaranà può dare agitazione, tachicardia, ansia e vomito a che bene molto caffè, per eccesso di caffeina nel sangue
- Crusca che aumenta naturalmente la massa fecale e contrasta la stitichezza di chi mangia poca pasta e poco pane, assorbe parte dei farmaci, col rischio che il paziente non ne assuma abbastanza.
Paracelso “Tra cura e veleno è solo un questione di
dose”
CROMOTERAPIA
Rosso
= è il colore dell’energia; regola la circolazione del sangue; stimola il
metabolismo e facilita l’eliminazione delle scorie; cicatrizza i tessuti lesi e
si ritiene un anti-invecchiante contro rughe e tessuti rilassati. Viene usato
come decongestionante per migliorare il microcircolo, in particolare nella
cellulite.
Arancione = mescolanza di giallo e rosso,
è il colore dell’entusiasmo e dell’ottimismo, che scaccia la malinconia. Cura i
disturbi respiratori, in particolare l’asma; stimola la tiroide e la
funzionalità epatica. Combatte la stanchezza.
Giallo
= stimola la mente (alza il livello di attenzione), i muscoli volontari, la
digestione e la motilità intestinale; aumenta il numero di globuli bianchi e
permette di reagire meglio alle infezioni. È energizzante per il fisico e la
mente, accresce la fiducia in se stessi e calma i problemi digestivi da
iperacidità nervosa.
Verde
= è un colore doppio: nei toni chiari e vividi (verso il giallo) è energizzante
e stimolante, nei toni scuri è disinfettante. Rilassa e calma gli stati
febbrili e l’irritabilità; decongestiona gli occhi, depura fegato e reni, è
antibatterico.
Blu
= è il colore del rilassamento e della clama. È antinfiammatorio sul fisico,
induce alla calma e alla tranquillità sulla mente. Combatte la tachicardia,
l’insonnia, il mal di testa e l’ipertensione.
Indaco
= mescolanza di blu e viola, è soprattutto un sedativo, calma gli stati
infiammatori e purifica. Viene usato per le diarree profuse e nei disturbi del
sistema nervoso.
Viola
= è il colore della spiritualità e dell’equilibrio. Stimola i depressi, gli
introversi e i malinconici ad aprirsi agli altri con fiducia; calma gli
esagitati e induce il distacco dalla cose materiali negli avidi e negli
egoisti. È il colore coadiuvante delle diete dimagranti ed è un ottimo
antistress.
GEMMOTERAPIA
Pietre rosse:
primo chakra (Muladhara) affine al rosso e all’elemento Terra.
- riparare le ossa e le unghie
- curare i reumatismi
- i problemi di impotenza
- stimolare il fegato
- migliorare la circolazione del sangue
Si
usano: rubino,
ematite, diaspro sanguigno, granato
Pietre arancioni: secondo chakra (Svadhisthana)
affine all’arancione e all’elemento Acqua.
- problemi agli organi interni a livello della vita: reni e intestino
- migliorano la respirazione
- sono tonificanti e antistress
- fissano il calcio nelle ossa (ottime per l’osteoporosi)
Si
usano: corallo,
onice, corniola, agata
Pietre giallo:
terzo chakra (Manipura) è affine al giallo e all’elemento Fuoco.
- quelle giallo vivo migliorano la digestione e la muscolatura flaccida
- quelle giallo pallido aiutano a espellere i medicinali in chi ha patologie croniche e si sottopone a terapia pesanti e protratte nel tempo
Si
usano: topazio,
ambra gialla, quarzo citrino
Pietre verdi:
quarto chakra (Anahata) è affine al verde e all’alemento Aria.
- migliorano la vista e clamano agendo sulla pressione e sull’adrenalina
Si
usano: agata verde,
giada, smeraldo, malachite
Pietre azzurre:
quinto chakra (Visuddha) è affine all’azzurro, blu e all’elemento etere
- infiammazioni e infezioni
- abbassano la febbre
- rendono più calmi
Si
usano: agata
blu, zaffiro, turchese, lapislazzuli
Pietre indaco:
sesto chakra (Ajna) è affine all’indaco e non ha elementi.
- stimolano i reni
- alzano la pressione
- colore coadiuvante nei problemi sessuali femminili
Si
usano: tormalina
blu, occhio di gatto
Pietre violette:
settimo chakra (Sahashrara) è affine al violetto e, non ha elemento
- curano muscoli, ossa e articolazioni
- coadiuvanti nelle anemie
Si
usano: ametista,
quarzo bianco, diamante
Fonte: Le piante del Fascino - Devon Scott