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sabato 23 giugno 2012

La vera storia dei tre porcellini – Jon Scieszka

Ecco dunque ...

Tutti quanti conoscono la storia dei tre porcellini.
O per lo meno così credono.
Ma io ti svelerò un piccolo segreto.
Nessuno conosce la vera storia, perché nessuno ha mai sentito la mia versione di quella storia.

A. Wolf
Io sono il lupo Alexander T. Wolf.
Puoi chiamarmi Al.
Non so com’è venuta fuori questa cosa del Grande Lupo Cattivo, ma son tutte fandonie.

Forse per via della nostra dieta alimentare.
Hey, non è colpa mia se i lupi mangiano graziosi animaletti, come coniglietti e pecorelle e porcellini. Siamo fatti così. Se i cheeseburgers fossero graziosi, probabilmente penserebbero che anche tu sei Grande e Cattivo.
Comunque, come stavo dicendo, l’intera storia del Grande Lupo Cattivo è una fandonia. La storia vera è la storia di uno starnuto e di una tazza di zucchero.
Nel lontano C’era una volta, stavo facendo una torta di compleanno per la mia cara vecchia nonnina. Avevo un terribile raffreddore.
A un tratto m’accorsi d’aver finito lo zucchero.
Così uscii di casa per andare a chiedere una tazza di zucchero al mio vicino.
Ora, questo vicino era un maiale.
E nemmeno troppo sveglio.
S’era costruito la casa tutta di paglia.
Ti pare normale? Voglio dire, quando mai uno con un po’ di sale in zucca si costruirebbe una casa di paglia?

Così ovviamente, bastò che bussai alla porta perché quella si sfasciasse. Mi imbarazzava introdurmi senza permesso nella casa di qualcun altro, così chiami: "Porcellino ... Porcellino, ci sei?" Nessuna risposta. Ero sul punto di tornare a casa senza la tazza di zucchero per la torta di compleanno della mia cara vecchia nonnina.
In quel momento cominciò a pizzicarmi il naso.
Sentii arrivare uno starnuto.
Così soffiai.
E sbuffai.
E feci un fenomeno di starnuto.
E sai che successe? L’intera dannata catapecchia fu spazzata via. E nel bel mezzo del mucchio di paglia c’era Primo, il Porcellino, bello stecchito. Era rimasto rintanato in casa per tutto il tempo.
Sarebbe stato uno spreco lasciare quell’appetitoso prosciutto lì nella paglia. Così me lo mangiai.
Pensalo come un grosso cheeseburger lì per terra.
Mi sentivo un po’ meglio ma ancora non avevo la mia tazza di zucchero. Così andai alla casa del vicini seguente.
Questo vicino era il fratello di Primo il Porcellino.
Era un po’ più sveglio, ma non di tanto.
S’era costruito una casa di ramoscelli.

Suonai il campanello della casa di ramoscelli.
Nessuno rispose.
Chiami: "Signor Porcellino … signor Porcellino, ci sei?"
Mi strillò dietro: “Vattene lupo. Non puoi entrare! Mi sto rasando il triplo mento.
Avevo appena afferrato la maniglia quando sentii arrivare un altro starnuto.
Soffiai e sbuffai. Cercai di coprirmi la bocca, ma feci un fenomeno di starnuto.
Tu non ci crederai, ma la casa di questo tipo fu spazzata via proprio come quella di suo fratello.
Quando la polvere si diradò c’era Secondo il Porcellino bello stecchito. Parola di lupo!
No, dico … sai bene che il cibo si guasta se lo lasci, così all’aperto.
Così feci l’unica cosa sensata da fare e pranzai di nuovo. Pensalo come la seconda portata. Cominciavo a sentirmi spaventosamente pieno. D’altra parte con il mio raffreddore andavo migliorando. Ma continuavo a non avere quella tazza di zucchero per la torta di compleanno della mia cara vecchia nonnina.
Così andai alla casa seguente. Questo era il fratello di Primo e Secondo, i porcellini.
Doveva essere il cervello della famiglia. S’era costruito la casa di mattoni.

Bussai alla casa di mattoni. Nessuna risposta. Chiamai: "Signor Porcellino ... Signor Porcellino, Ci sei? E sai cosa mi ha risposto quel porcellino incivile?"
“Togliti dai piedi lupo! E non scocciarmi più!”
Che razza di maleducato!
Magari aveva in casa un sacco di zucchero e non me ne avrebbe dato nemmeno una tazzina per la torta di compleanno della mia cara e dolce vecchia nonnina!
Ero sul punto di tornarmene a casa e forse fare un bel biglietto d’auguri invece di una torta, quando sentii il raffreddore tornare alla carica. Soffiai e sbuffai.
E starnutii un’altra volta.
Allora Terzo il Porcellino strillò: “E la tua vecchia nonnina può andare a farsi friggere!”
Ora, normalmente io sono un tipo piuttosto calmo. Ma se qualcuno si permette di parlare così della mia nonnina, succede che perdo un po’ le staffe. Quando gli agenti sono arrivati è chiaro che stessi cercando di buttar giù la porta. Facendo un gran soffiare e sbuffare e starnutire, una vera scenata.
Tutti i giornalisti d’assalto si misero sulle mie tracce e saltò fuori la faccenda di due maiali per pranzo.
Trovavano che la storia di un tizio ammalto, che esce per farsi prestare una tazza di zucchero non fosse granché eccitante. Così gonfiarono la storia con tutto questo “soffiare e sbuffare e buttar giù le case altrui” e fecero di me il Grande Lupo Cattivo.
Questo è quanto.
La vera storia.
Sono stato incastrato.

... Ma tu forse potresti prestarmi una tazza di zucchero ...


La vera storia dei tre porcellini






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