Ecco dunque ...
Tutti
quanti conoscono la storia dei tre porcellini.
O per lo
meno così credono.
Ma io ti
svelerò un piccolo segreto.
Nessuno
conosce la vera storia, perché nessuno ha mai sentito la mia versione di quella
storia.
A. Wolf
Io sono il
lupo Alexander T. Wolf.
Puoi
chiamarmi Al.
Non so
com’è venuta fuori questa cosa del Grande Lupo Cattivo, ma son tutte fandonie.
Forse per via della nostra dieta alimentare.
Hey, non è colpa mia se i lupi mangiano graziosi
animaletti, come coniglietti e pecorelle e porcellini. Siamo fatti così. Se i cheeseburgers fossero graziosi,
probabilmente penserebbero che anche tu sei Grande e Cattivo.
Comunque,
come stavo dicendo, l’intera storia del Grande Lupo Cattivo è una fandonia. La
storia vera è la storia di uno starnuto e di una tazza di zucchero.
Nel
lontano C’era una volta, stavo facendo una torta di compleanno per la mia cara
vecchia nonnina. Avevo un terribile raffreddore.
A un
tratto m’accorsi d’aver finito lo zucchero.
Così uscii
di casa per andare a chiedere una tazza di zucchero al mio vicino.
Ora,
questo vicino era un maiale.
E nemmeno
troppo sveglio.
S’era
costruito la casa tutta di paglia.
Ti pare
normale? Voglio dire, quando mai uno con un po’ di sale in zucca si
costruirebbe una casa di paglia?
Così ovviamente, bastò che bussai alla porta perché quella si sfasciasse. Mi imbarazzava introdurmi senza permesso nella casa di qualcun altro, così chiami: "Porcellino ... Porcellino, ci sei?" Nessuna risposta. Ero sul punto di tornare a casa senza la tazza di zucchero per la torta di compleanno della mia cara vecchia nonnina.
In quel momento cominciò a pizzicarmi il naso.
In quel momento cominciò a pizzicarmi il naso.
Sentii
arrivare uno starnuto.
Così
soffiai.
E sbuffai.
E feci un
fenomeno di starnuto.
E sai che
successe? L’intera dannata catapecchia fu spazzata via. E nel bel mezzo del
mucchio di paglia c’era Primo, il Porcellino, bello stecchito. Era rimasto rintanato
in casa per tutto il tempo.
Sarebbe
stato uno spreco lasciare quell’appetitoso prosciutto lì nella paglia. Così me
lo mangiai.
Pensalo
come un grosso cheeseburger lì per terra.
Mi sentivo
un po’ meglio ma ancora non avevo la mia tazza di zucchero. Così andai alla
casa del vicini seguente.
Questo
vicino era il fratello di Primo il Porcellino.
Era un po’
più sveglio, ma non di tanto.
S’era
costruito una casa di ramoscelli.
Suonai il campanello della casa di ramoscelli.
Nessuno
rispose.
Chiami:
"Signor Porcellino … signor Porcellino, ci sei?"
Mi strillò
dietro: “Vattene lupo. Non puoi entrare! Mi sto rasando il triplo mento.
Avevo
appena afferrato la maniglia quando sentii arrivare un altro starnuto.
Soffiai e
sbuffai. Cercai di coprirmi la bocca, ma feci un fenomeno di starnuto.
Tu non ci
crederai, ma la casa di questo tipo fu spazzata via proprio come quella di suo
fratello.
Quando la
polvere si diradò c’era Secondo il Porcellino bello stecchito. Parola di lupo!
No, dico …
sai bene che il cibo si guasta se lo lasci, così all’aperto.
Così feci
l’unica cosa sensata da fare e pranzai di nuovo. Pensalo come la seconda
portata. Cominciavo a sentirmi spaventosamente pieno. D’altra parte con il mio
raffreddore andavo migliorando. Ma continuavo a non avere quella tazza di
zucchero per la torta di compleanno della mia cara vecchia nonnina.
Così andai
alla casa seguente. Questo era il fratello di Primo e Secondo, i porcellini.
Doveva
essere il cervello della famiglia. S’era costruito la casa di mattoni.
Bussai alla casa di mattoni. Nessuna risposta. Chiamai: "Signor Porcellino ... Signor Porcellino, Ci sei? E sai cosa mi ha risposto quel porcellino incivile?"
“Togliti dai piedi lupo! E non scocciarmi più!”
“Togliti dai piedi lupo! E non scocciarmi più!”
Che razza
di maleducato!
Magari aveva
in casa un sacco di zucchero e non me ne avrebbe dato nemmeno una tazzina per
la torta di compleanno della mia cara e dolce vecchia nonnina!
Ero sul
punto di tornarmene a casa e forse fare un bel biglietto d’auguri invece di una
torta, quando sentii il raffreddore tornare alla carica. Soffiai e sbuffai.
E
starnutii un’altra volta.
Allora
Terzo il Porcellino strillò: “E la tua vecchia nonnina può andare a farsi
friggere!”
Ora,
normalmente io sono un tipo piuttosto calmo. Ma se qualcuno si permette di parlare
così della mia nonnina, succede che perdo un po’ le staffe. Quando gli agenti
sono arrivati è chiaro che stessi cercando di buttar giù la porta. Facendo un
gran soffiare e sbuffare e starnutire, una vera scenata.
Tutti i
giornalisti d’assalto si misero sulle mie tracce e saltò fuori la faccenda di
due maiali per pranzo.
Trovavano
che la storia di un tizio ammalto, che esce per farsi prestare una tazza di
zucchero non fosse granché eccitante. Così gonfiarono la storia con tutto
questo “soffiare e sbuffare e buttar giù le case altrui” e fecero di me il
Grande Lupo Cattivo.
Questo è
quanto.
La vera
storia.
Sono stato
incastrato.
... Ma tu forse potresti prestarmi una tazza di zucchero ...
... Ma tu forse potresti prestarmi una tazza di zucchero ...
La vera storia dei tre porcellini
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Bellisisma!
RispondiEliminaDi storie per i miei piccoli ne ho lette a bizzeffe,ma bella come questa mai! Bravo Jon Scieszka!
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