La Commissione europea ha delle sottocommissioni, circa 3000, formate da
burocrati che sono divenuti gli imperatori d’Europa. La Commissione è formata
da burocrati nominati dai capi di Stato e di Governo e non dai cittadini.
Essa ha il ruolo di pensare
le leggi e le propone poi al Consiglio
dei ministri che le vota. Il Consiglio dei Ministri non ha potere
legislativo, vota le leggi della Commissione europea, è una specie di timbro
che negli ultimi 15 anni ha discusso solo il 15% delle leggi. In genere le
fanno passare come routine.
Il Parlamento europeo (dove ci sono i rappresentanti eletti da noi) perde
potere; continua a non avere il potere di fare le leggi e non può approvarle.
Perde potere esecutivo su
21 punti (poteri) cruciali della politica europea e guadagna influenza su
diverse altre aree, ma comunque non ha potere decisionale se non assieme al
Consiglio dei Ministri.
Se Il Parlamento EU prende
in mano una legge della Commissione EU e la vuole contestare, non può, anzi può
solo se:
- riesce a ottenere la maggioranza del 55% degli Stati EU
- riesce a ottenere la maggioranza assoluta di tutti i parlamentari EU
Il Potere Legislativo, dovrebbe avere il popolo sovrano, ma in Europa
chi fa le leggi sono dei rappresentanti non eletti dal popolo, i rappresentanti
eletti non possono fare le leggi.
Nel potere legislativo è
contemplato il principio di
sussidiarietà. C’è una regola nel trattato di Lisbona che era già in vigore
prima, secondi cui se c’è un conflitto di competenza fra uno Stato EU e l’Unione
Europea, vince chi dei due è più competente in materia. Ma chi lo decide chi è
più competente? Lo decide l’Unione Europea.
Con il trattato di Lisbona
il presidente dell’Unione Europea
acquisterà più poteri e potrà:
- firmare accordi internazionali vincolanti (quelli che oggi firmano gli Stati singoli)
- dichiarare guerra senza il permesso dell’ONU (è permessa un’astensione ma costruttiva, ossia se uno Stato decide di astenersi deve essere però collaborativo) ed è prevista in tutta l’Europa un’estensione delle spese militari.
Capitolo
Sociale del trattato di Lisbona:
libera concorrenza senza distorsione.
Questo riporta in auge un
principio di gestione della nostra vita che passa per:
- privatizzazioni selvagge, cioè la svendita a due lire di ciò che noi come generazione abbiam pagato con le nostre tasche
- precarizzazioni del lavoro selvagge
- tagli alle spese sociali
- speculazione commerciale e finanziaria (capitalismo per i poveri e socialismo per i ricchi)
- vietato lo sciopero se impedisce la libera circolazione delle merci
- per alcuni appalti saranno vietate le contrattazioni salariali raggiunte dal sindacato, perché di ostacolo alla libera circolazione delle merci
Capitolo
Salute del trattato di Lisbona:
- i diritti dei pazienti sono stati scritti non nel capitolo sanità, ma nel capitolo del mercato interno
- se uno Stato EU vuole fare una politica occupazionale usando la spesa pubblica, non potrà farlo, se sono di ostacolo alla libera circolazione delle merci
La BCE imporrà (già lo fa)
la stabilità dei prezzi.
Non esistono meccanismi nel
trattato di Lisbona per redistribuire la ricchezza.
Non ci sono regole di
armonizzazione delle politiche fiscali, monetarie ed economiche, con il
capitolo sociale, ossia non ci sono regole che impongono agli Stati Uniti d’Europa
di fare delle politiche monetarie, fiscali ed economiche che possano finanziare
anche i bisogni dei cittadini.
Capitolo
Giustizia del trattato di Lisbona:
la Corte europea di giustizia è
formata da giudici che sono nominati da burocrati, politici, da essi sono
dipendenti ed ha un potere enorme (sarà più potente di qualunque Cassazione,
Corte suprema, Costituzione esistente in qualsiasi paese EU), metterà in atto
come struttura principale la Carta dei
diritti fondamentali (che per l’Italia, vista la situazione politica in cui
si trova, potrebbe essere un bene poiché sono sanciti i diritti di prima,
seconda, terza e quarta generazione, i diritti delle minoranza, i diritti dei
carcerati, viene negata la pena di morte …), e il trattato di Nizza.
Questi giudici potranno (e
questo è gravissimo) emettere sentenze vincolanti su qualunque tribunale italiano,
anche sulla Cassazione e su qualunque legge italiana, e chi ci garantisce che
questi giudici, dipendenti dei burocrati non eletti, un domani non emettano
delle sentenze che saranno restrittive nei confronti per esempio dei fari della
giustizia europea, riportando indietro un progresso già fatto come ad esempio
per l’Inghilterra, la Danimarca … e tutti quei paesi che sono molto più avanti
a livello legislativo.
Questi giudici potentissimo
potranno anche reintrodurre la pena di
morte in caso di stato di crisi
Europea.
Chi deciderà lo stato di
crisi Europea? E in quali circostanze si potrà reintrodurre la pena di morte? Dobbiamo
fidarci del parere di questi burocrati e politici che hanno fatto un colpo di
stato, che hanno disegnato una costituzione che è tutta dalla parte del
business e degli interessi delle corporazioni.
In Europa non abbiamo dunque un sistema
giuridico in grado di ostacolare la strapotere che ha attuato questo colpo di
Stato.
Questa nuova Europa che è
nata, dove noi non siamo più sovrani andrà avanti per quanto, cento, duecento,
trecento anni, ma secondo quali principi? Chi li ha decisi? Noi no.
Fonte: Paolo Barnard