Riconoscere il Sé
Non hai la missione di cambiare
il mondo, non hai il dovere di cambiare te stesso, ma hai l’opportunità di
risvegliarti alla tua vera natura.
Per un istante non fissare nulla
di ciò che dico. Non tatuarti addosso nessuna di queste affermazioni. Resta soltanto
aperto, silenzioso e presente, e potrai riconoscere il dispiegarsi della grazia
e sentirla operare dentro e fuori come armonia e amore, al servizio di sé
stessa.
L’autoindagine riporta la mente
al punto zero, alla nuda presenza: “io sono”. Il fatto di assistere a questo “io
sono” avviene nell’assoluto.
Mooji, potresti spiegarmi l’autoindagine?
Da dove posso cominciare?
Inizia così: “io sono, io esisto”.
Questa è l’ammissione più naturale, la conoscenza più naturale. Il senso di
esistere è spontaneo, nessuno ce l’ha insegnato. Sii consapevole di questa
semplice intuizione, senza però associarla a nessun altro pensiero senti com’è
essere semplicemente presente, senza aggrapparti ad alcuna intenzione. Non sfiorare
nessun pensiero che riguardi qualcosa da fare. Rimani nel silenzio interiore. Se
all’improvviso dovesse arrivare un’ondata di pensieri, non entrare nel panico;
non c’è bisogno di controllarli o reprimerli. Lascia che si esprimano senza
coinvolgerti: solo questo. Osserva con distacco. Resta privo di intenzioni. Resta
in silenzio.
Osserva i sensi che funzionano e
percepiscono l’esterno e l’interno. Ogni movimento accade da solo, senza
doverlo pianificare o provocare per forza.
Qualsiasi cosa si presenta (un
pensiero, una sensazione, un movimento, un sentimento) viene osservata
tranquillamente, ma con meno interesse di prima, meno attrazione. Tutto sorge,
ma il Sé non ne è scosso. E questo si osserva con la massima facilità. Pure il
senso di sé, la sensazione “io sono”, compare all’interno della consapevolezza.
Non sforzarti più del necessario: sei qui. Ciò che non fa né disfa nulla, che
non dirige le attività e non ne è intaccato, che è naturalmente consapevole ma
disinteressato, quello è il tuo vero Sé: non è dietro né davanti, né sopra né
sotto, perché non è un altro fenomeno. È il Sé-completezza, privo di collocazione,
non nato, sconfinato.
Adesso osserva colui che osserva:
“chi sono io?”. Verifica dentro di te ma resta calmo, anche se vigile. Non andare
in cerca di risposte o di indizi: le risposte possono solo essere ulteriori
opinioni, idee, concetti. Non legarti ad alcun concetto; distogli l’attenzione
dagli oggetti e rivolgila al soggetto che guarda. Cos’è colui che vede? E dove
è? Rimani in silenzio, neutrale. Ora la capacità di concentrarti dovrebbe
essere aumentata.
Di nuovo osserva la sensazione “io
sono”. Cos’è l’io? Da dove sorge? Guarda … cosa trovi?
Non si trova. Non esiste!
Non si trova un oggetto; tuttavia
il senso dell’io, l’intuizione “io”, continua a esserci. Il fatto di non trovare
l’io sotto forma di fenomeno prova che non esiste in quanto oggetto. Si scopre
che l’io, l’io-sono, non ha forma: è un’intuizione che sorge dal vuoto, nel
vuoto ed è il vuoto stesso. Se non si compie un’indagine attenta, l’io appare
un’entità costituita dal corpo e dalla mente condizionata. Ma quando si cerca
questa entità, si scopre che non è altro che un pensiero: la forma dell’io è
pensiero. L’io, in quanto sensazione intuitiva della presenza del soggetto,
sorge senza forma dal vuoto.
E ora che si è scoperto che l’io
è presenza priva di forma, ti chiedo: cos’è che riconosce questo fatto? E
questo qualcosa che lo riconosce ha forse una forma?
Indaga in questo modo.
Grazie Moji.
Prego è un piacere.
https://www.macrolibrarsi.it/libri/__prima-di-io-sono-libro.php?pn=2028
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