Tornare
a vedere
La noia è sintomo di un
basso livello di attenzione. Quando siamo annoiati, e il nostro interesse si
affievolisce, l’attività cerebrale si riduce di conseguenza. Al contrario, uno
dei piaceri del cambiamento e della novità viene dall’aumento dell’attenzione e
dell’attività cerebrale che apportano.
Da questa stimolazione
neurale ha origine il nostro piacere per le novità, che però può essere un
nuovo vestito, un viaggio o anche il cambiamento della disposizione dei mobili
del soggiorno.
Non è necessario cambiare l’ambiente
esterno per risvegliare il nostro cervello; possiamo farlo anche semplicemente
concentrando l’attenzione su ciò che ci circonda.
La completa attenzione è l’antidoto
alla noia. La piena coscienza risveglia il cervello, dando una forte
sollecitazione alla risposta orientante.
Questa scoperta fu fatta da
esperti di meditazione zen, che praticavano tutti una forma di piena coscienza
mediante un esperimento che prevedeva di ascoltare il rumore ritmico di un
oggetto simile a un metronomo, ripetuto all’infinito.
Educazione alla piena
coscienza, come la maggior parte delle pratiche di meditazione, aumenta la
percezione.
Uno
spostamento nel cervello
Davidson ha misurato i cambiamenti che avvenivano
nel cervello di persone che avevano sperimentato la piena coscienza attraverso
gli insegnamenti di Jon Kabat-Zinn.
Gli spostamenti s’intensificavano
nell’area prefrontale sinistra di queste persone, la parte del cervello appena
dietro la fronte, che genera sentimenti positivi e smorza quella negativi.
Già dopo due mesi di
pratica della piena coscienza, queste aree erano diventate più attive, non solo
mentre le persone meditavano, ma anche mentre stavano semplicemente sedute a
riposare.
Il centro esecutivo
cerebrale si trova nell’area prefrontale; le decisioni sulle quali riflettiamo
e le azioni che scegliamo di intraprendere sono determinate principalmente da
queste parte del cervello. Quando proviamo un sentimento molto disturbante, un’ondata
di messaggi sgorga dall’amigdala, un centro nel profondo della parte emotiva
del cervello, che guida le aree prefrontali. Ciò accade quando siamo “disattenti”
e permettiamo a noi stessi di reagire in maniera impulsiva e irriflessiva. Se lasciamo
che l’emozione ci guidi, comunque, i neuroni che dovrebbero frenarci cedono
alla forza dell’impulso e la potenza della risposta emotiva si sprigiona
indisturbata.
Se invece riusciamo ad
avere la presenza di spirito necessaria per usare la piena coscienza in uno dei
momenti in cui siamo preda, per esempio, della rabbia e della paura, qualcosa
inizia ad accadere nel cervello. L’area prefrontale sinistra contiene uno dei
gruppi principali di neuroni, preposto ad attenuare le onde provenienti dall’amigdala,
qualcosa di molto simile a una diga che trattiene la potenza distruttiva di un
fiume in piena, lasciando passare solo un rivolo innocuo. La piena coscienza
rafforza questa diga, rendendo più attivi i neuroni che servono a trattenerci,
fornendoci un freno più efficace per le emozioni dolorose.
Queste cellule incaricare a
limitarci diventano sempre più attive man mano che portiamo alla luce della
consapevolezza i nostri impulsi e le nostre reazioni emotive, e allo stesso
tempo ci mostrano le emozioni da un punto di vista più razionale. Più mettiamo
in atto questo processo, più forti sembrano diventare questi circuiti, proprio
come quando si ripete un esercizio con un peso per rafforzare un muscolo. Questo
sembra spiegare il fatto che la pratica della piena coscienza abbia
incrementato in chi medita l’abilità del cervello nel controllare le emozioni
negative.
Empatia,
accettazione, pazienza e fiducia
A volte le persone
confondono il concetto di “lasciar andare” un pensiero o un’emozione, cioè
accorgersi di quando affiorano alla coscienza senza seguirli, con il fatto di
allontanare un sentimento doloroso, cercando di rimuoverlo.
Ma la piena coscienza non è
rimozione, e non nasconde nulla.
Invece, permette di
interrompere lo stato di stordimento collegato alla negazione, per permetterci
di essere onesti con noi stessi. L’attenzione pienamente cosciente ci dà la
possibilità di vedere i fatti in se stessi, senza farci ingannare dalle storie
che costruiamo come copertura.
Quando guardiamo
apertamente emozioni intense o dolorose, sviluppiamo una sorta di coraggio e
capacità di accettazione del modo in cui le cose si stanno evolvendo
autonomamente nella nostra esperienza.
In tali momenti, non siamo
guidati dalle nostre speranze o paure non siamo inclini a reprimere il dolore o
a distrarci per evitarlo, e nemmeno speriamo che qualcosa intervenga a non
farci provare ciò che temiamo. Invece, se affrontiamo apertamente la paura,
vediamo che probabilmente siamo più spaventati dall’idea di quanto soffriremo,
che dalla reale esperienza di provare quella sensazione. La fiducia e la
pazienza si sviluppano da questa consapevolezza coraggiosa. Se riusciamo ad
ascoltare con piena coscienza i giudizi che diamo di noi stessi e la voce
interiore che critica il nostro operato, possiamo anche più facilmente mettere
tutto nella giusta prospettiva. La piena coscienza non ci giudica, incolpa o
condanna per le emozioni che attraversano la nostra mente, perché i sentimenti
sorgono in modo spontaneo, non su nostra decisione. La piena coscienza ci aiuta
a vedere la distorsione con più chiarezza, come se fosse una delle emozioni che
ci inquietano, e non la voce della verità.
La
consapevolezza prolungata
Con un’emozione come la
rabbia, sostenere l’attenzione può portarci a un’altra intuizione cruciale: se
riusciamo a stare in contatto con la rabbia abbastanza a lungo, la vedremo
trasformarsi in qualcos’altro, come il dolore, la tristezza, o qualche altra sensazione,
o addirittura sparire. Ciò che ci era sembrato così solido si sgretola e si
trasforma. La chiave di tutto questo sta nella capacità di rimanere in contatto
con l’esperienza in tutti i suoi cambiamenti.
Sintonizzazione
con il presente
Il corpo può essere nella
postura perfetta, completamente immobile, mentre la mente è deconcentrata che
vaga altrove: sogni a occhi aperti, fantasie, sonnolenza, agitazione, pensieri
e progetti casuali, giudizi su questi pensieri e progetti, reazioni ai giudizi …
E se ci capiterà di notare quanto la nostra mente stia spaziando, allora
potremo ricordarci di tornare di nuovo al presente.
La piena coscienza rende
vividamente chiara la differenza tra essere presenti o distratti.
La distrazione è un sintomo
che serve a segnalarci che stiamo evitando la verità di un determinato momento.
Per trovare l’equilibrio
può essere utile una domanda pianamente cosciente: “Che cosa mi impedisce di
stare nel presente?”. A volte la risposta fa emergere l’influenza nascosta dei
nostri schemi emotivi più profondamente radicati.
Spesso sono proprio le
nostre reazioni abituali alle emozioni che ci impediscono di provarle. Se le
temiamo, o le evitiamo, non siamo in grado di affrontare l’esperienza così com’è,
con una consapevolezza neutrale e concentrata.
La capacità di mantenere la
nostra consapevolezza concentrata stabilmente può spezzare la resistenza della
mente alla realtà del momento.
Flessibilità,
elasticità e pregiudizi
Quando la nostra mente si
muove in modo automatico, i pensieri seguono i soliti percorsi familiari e la
nostra vita ristagna nella stasi totale; ecco perché la flessibilità può essere
molto utile nella vita di tutti i giorni. Piuttosto che reagire come facciamo
di solito, possiamo tentare di comportarci diversamente. Se seguiamo i nostri
percorsi abituali nei pensieri e nei sentimenti, ci sono poche probabilità che
qualcosa cambi. Ma poiché la piena coscienza vede le cose da una prospettiva
nuova, essa può aprirci nuove possibilità, dandoci le potenzialità necessarie
per cambiare.
Concentrazione
e capacità di osservazione
La concentrazione ha lo
scopo di rinforzare la capacità della mente di mantenere l’attenzione
focalizzata su qualcosa, come la respirazione senza distrarsi.
Sayadaw U Pandita: “Senza
gli occhiali della concentrazione il mondo appare confuso, sfocato e
indistinto. Ma quando li inforchiamo, tutto diventa chiaro e definito. Non sono
gli oggetti a essere cambiati, ma l’acutezza della nostra visione”.
Fonte: Alchimia Emotiva - Tara Bennett-Goleman
Ottimo post! Ho iniziato il cammino della piena coscienza e non è facile, ma poi, facendo progressi, aumentano motivazione ed entusiasmo.
RispondiEliminaA presto. Tommaso
Grazie per l'interesse.
EliminaEssere svegli è faticoso, ma ne vale la pena.
Buona vita!