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sabato 18 luglio 2015

Secret talk whit Mr. G. volume 2, capitolo 2 – E.J.Gold

G. sedette in silenzio per tutta la lettura del pomeriggio, respirando a fatica con un brutto colorito, e tuttavia non diede nessuna manifestazione esterna di disagio. Dopo il capitolo, egli incominciò il discorso della sera senza preamboli o domande dal gruppo.

Oggi ho notato qualcuno di voi che lavorava in cucina che litigava come dei cani di mezza età intorno ad una cagna in calore, su una qualche banalità o altra, probabilmente anche voi vi siete dimenticati di che cosa si trattasse.
Molti anni fa avevo un altro gruppo così che faceva litigare esteriori l’uno contro l’altro per faccende senza senso. Non erano come voi, che avete un desiderio reale di diventare dei candidati reali per il Lavoro. Erano occultisti e non sapevano nulla né volevano sapere nulla con comprensione.
Sembrava comprendessero l’idea di emozione negativa, valutandosi sempre fra loro di come un giorno sarebbero stati in grado di vincere le emozioni negative in loro stessi.
Allora non capivo come comprendessero le emozioni negative: per loro era semplicemente una regola in più, regola che io avevo creato dal niente e versavo nel vuoto.
Per un periodo avemmo l’occasione di vivere insieme in una piccola casa in condizioni molto difficili. Tutto il giorno e tutta la notte ognuno di noi lavorava duramente per assorbire idee. Improvvisamente dopo varie settimane esplose un litigio fra loro per una cosa da nulla, nulla in confronto alle condizioni di vita in cui furono costretti a vivere dopo.
Compresi allora che non ha importanza ciò che si diceva, all’inizio almeno essi comprendevano le idee come fosse filosofia, non molto pratica, o in ogni caso non relativa al sé superiore. Essi vedevano l’idea di emozioni negative come psicologiche in senso ordinario.
Dopo questo dissolsi il gruppo.
Vidi per la prima volta che anche il più serio degli uomini ordinari è troppo schiavo della debolezza personale, e fui costretto a riprendere in considerazione tutto ciò che insegnavo ed a cambiare il mio sistema per fare posto a queste sue debolezze.
L’”io” reale non considera seriamente questa banalità della vita sulle quali l’uomo ordinario combatte continuamente. Anche le grosse questioni non le prende troppo seriamente, al contrario della personalità che si sente interessata solo dalle banalità e si perde in piccolezze: associazioni, oggetti, condizioni di vita e addirittura quale colore devo vestire oggi.
Si può dire in questo senso che la personalità sia la somma complessiva dei riflessi del centro istintivo-motore. Riflesso significa esattamente quello che dico. Può rispondere solo quando è colpito dall’impatto di impressioni, e solo con quelle risposte che si sono impiantate per la forza dell’abitudine nell’organismo, generalmente in modo più o meno permanente.
Ecco perché l’uomo ordinario non può fare; è una macchina reattiva non troppo complicata che è forzata a rispondere sempre nello stesso modo in ogni situazione contingente che assomigli a quelle situazioni in cui è stato condizionato a rispondere quando era molto giovane. Per questa ragione il suo “io” è senza aiuto e anche in caso di emergenza può continuare indisturbato nel suo assopimento.
La presenza, per l’uomo ordinario, non è necessaria. La macchina di per se può fare per lui tutto quanto la vita richiede. Anche se ci prova con impegno, non può interferire con la macchina; la macchina è troppo potente.
L’uomo ordinario non ha emozioni reali. Ciò che egli chiama in se stesso “emozione” è in realtà solo “il riflesso del centro motore” che si riverbera attraverso i suoi organi e muscoli. La macchina ha solo emozioni inferiori, riflessi del centro motore. Ciò che gli occultisti chiamano emozioni superiori è Charlotte Russe (un dessert tipo bignè alla crema, molto dolce).
Nel lavoro dobbiamo imparare al più presto, dopo che incorporiamo nella nostra vita quotidiana la battaglia per generare la presenza di “io”, a sopportare le manifestazioni spiacevoli di altri nei nostri confronti. Le manifestazioni degli altri sono la causa principale del sorgere dei riflessi delle emozioni inferiori nel nostro organismo.
Non possiamo sopportare alcune manifestazioni degli altri perché sebbene queste possano essere le stesse manifestazioni che esprimiamo noi, esse significano, secondo il condizionamento che abbiamo ricevuto nella nostra infanzia, qualcosa di completamente differente di quanto possano significare per altri. Quando vediamo che il sig. Smith fa certi gesti ed impiega un certo tono, riteniamo che con questo egli intenda esattamente quello che noi intenderemmo con quei gesti e quel tono.
Le emozioni negative che emergono in questo modo dall’errato giudizio di manifestazioni altrui non sono emozioni vere. Sono il sorgere automatico di riverberi organici causati dal semplice riflesso del centro istintivo-motore.
Se solo potessimo apprendere ad arrestare questi riverberi organici, a rendere atto tranquillo all’interno, potremmo apprendere a sopportare facilmente le manifestazioni spiacevoli e ad eliminare in noi la maggior parte della nostra negatività e della nostra sofferenza meccanica.
Dobbiamo apprendere a vivere senza emozioni negative. Non ne abbiamo bisogno per fare nulla. L’uomo senza emozioni negative può essere tutto ciò che vuole, persino un lavoratore per l’immortalità.
Sopportare tutte le manifestazioni di tutti è troppo per incominciare; può essere lo sforzo finale per un uomo reale senza virgolette.
Però sopportare una sola manifestazione di una persona che adesso non potete sopportare per tutta una giornata senza consentire un riverbero organico nel sé, questo potremmo essere in grado di farlo.
Che cosa pensate che significhi “riverbero organico”? Pensate a come quando qualcuno che sia per voi una “fonte ambulante di vibrazioni negative” sentite all’interno qualcosa o qualcos’altro che voi chiamate “risposta emotiva”. Magari il centro della sensazione è lo stomaco, o il petto, o risuona nelle orecchie.
Sempre con l’”idea di emozione”, percepirete alcune associazioni di sensazioni organiche che si riverberano attraverso l’organismo e scompaiono solo lentamente quando si sono miscelate come le vibrazioni generali della vita organica sulla terra. Questi riverberi di sensazione causati da impressioni esterne sono ciò che l’uomo chiama in sé “emozioni”. Egli confonde sentire con percepire (in inglese “feeling” e “sensing” N.d.T).
Poiché gli shock di impressioni esterne hanno impatto sui suoi centri, l’uomo ordinario consente loro di causare shock interni che si irradiano all’esterno da ogni centro, diffondendosi e riverberando attraverso il suo intero sistema organico comprese le ossa, il midollo, il sistema delle ghiandole linfatiche, il tessuto muscolare, gli organi di ingestione e di eliminazione, il suo flusso sanguigno, la parte superiore del cervello ed il sistema nervoso.
Se egli cerca di ingerire cibo o di ragionare con se stesso durante questo riverbero organico, il suo cibo avrà un sapore completamente assolutamente insolito per lui e le sue relazioni ne soffriranno.
Tutte le sue sensazioni ed impressioni cambiano continuamente in relazione ai riverberi organici delle emozioni negative.

A questo punto madame parlò con tranquillità: “Il riverbero organico abbassa anche la resistenza del corpo alle energie elettriche”.

G. si illuminò e sorrise: “È molto importante. Vorrei avessimo oggi alcuni dispositivi che un tempo avevo per far vedere quanto questo sia vero. Il sorgere di emozioni negative crea un cambiamento corrispondente nella conduttività del corpo. Quando la resistenza si abbassa, può passare più forza elettrica. Il riverbero organico, che dipende dalla forza elettrica per la continuazione può in questo modo salire in spirale verso l’atto ad un crescendo in “momentum di procedimento automatico” (una forza che si convoglia in un effetto di crescita continua)”.

Madame: “Il punto è comprendere questo in modo realistico, non mistico o in qualche modo “filosofeggiare elevato”. Quando siamo portati via da noi stessi da questi riverberi organici di emozioni negative, al punto che non abbiamo più la possibilità di avere autorità sulle nostre manifestazioni, siamo schiavi del centro istintivo-motore, vero?”.

Vero – disse G. – Madame ha descritto quello che potrebbe essere chiamato “un orgasmo del centro motore”, un crescendo di energia negativa che si nutre di se stessa. Possiamo contenere questo in una “pentola a pressione” per fare un’esplosione controllata, una fusione alchemica. In questo modo possiamo imparare ad avere un orgasmo dell’emozione, ma non l’eiaculazione dell’espressione della negatività.

Madame aggiunge: “Possiamo imparare ad impiegare la nostra emozione in questo modo, contenendo le forze del riverbero organico delle emozioni negative attraverso la nostra macchina quando questo diminuisce di forza conformemente alle leggi relative all’ottava (tracciò un enneagramma nell’aria). È una riflessione interna di forze superiori, una “macchina organica di moto perpetuo” di energie al nostro interno.
Abbiamo tutti dei riverberi e possiamo imparare a separare l’emozione negativa dall’espressione delle manifestazioni, gli shock dalle impressioni, ed anche il lavoro mentale del pensiero associativo.

G. sospirò profondamente. “Siete stati per troppo tempo schiavi di ogni disturbo, come l’acqua la cui superficie vibri dopo che gli è caduto dentro un sassolino. Naturalmente sempre ed in ogni cosa vorreste che le vostre acque rimanessero calme ed indisturbate. Quando le impressioni hanno un impatto sul centro istintivo-motore, è come un sassolino che cade nell’acqua, crea delle increspature che si irradiano all’esterno dal centro dell’impatto.
Pensate all’organismo come ad una pozza quieta, ed al sassolino come allo shock di impressione. In questo caso le increspature rappresentano “il riverbero organico dell’emozione negativa”. Alcuni tipi di sassolini creano uno shock maggiore, altri non tutta quella commozione. Ogni uomo ha il suo proprio repertorio di risposte a certi tipi di shock.

Gli shock sono il risultato di impressioni che vengono a noi dalla percezione di manifestazioni di altri, come pure per effetto di impressioni in generale.

Madame parlò di nuovo. Nell’esempio del sassolino che cade nell’acqua, dovremmo renderci conto che i riverberi non avvengono solo sulla superficie, ma anche sotto di essa. Sebbene non possiamo osservare i riverberi che avvengono sotto il livello dell’acqua in modo ordinario, possiamo arrivare a comprendere che sono molto potenti e che hanno una grande influenza sul nostro stato interiore.

Ciò che lei dice è vero – disse G. – L’uomo è un universo in sé. Ha tutto in se stesso, persino ciò di cui non ha bisogno per vivere. Ma abbiamo già parlato a lungo delle emozioni negative e la questione permane. Come possiamo arrestare il riverbero organico delle emozioni negative così da essere in grado di sopportare manifestazioni spiacevoli di altri in relazione a noi?

B. disse: “Potremmo evitare completamente i sassolini”.

Questa è la via del monaco – disse G. – Egli si segrega, e vuole solo impressioni provenienti da un’influenza più elevata. Ciò non vi è d’aiuto. Non possiamo impedire ad un sassolino di cadere se viviamo nella vita ordinaria. Non abbiamo autorità sul sassolino, né vogliamo averne. Su che cosa possiamo avere autorità”

Mi pare – disse S. – che la sola cosa su cui possiamo avere autorità sia l’acqua, ovvero il nostro proprio organismo.

Ah! – disse G. sorridendo – Per arrestare il riverbero organico dobbiamo assumere autorità sull’organismo in un modo speciale. Dobbiamo apprendere ad aprire l’acqua davanti al sassolino così che il sassolino non generi nessuna impressione se l’acqua non offre resistenza, il sassolino non può generare riverbero.

Non offrire resistenza significa sopportare manifestazioni spiacevoli. Dobbiamo imparare a “dividere il Mar Rosso”, e come Mosè abbiamo bisogno di un aiuto di tipo speciale e di un bastone di forza.

Capisco che cosa Voi intendiate per il Mar Rosso – disse Madame – quelle influenze Marziane in noi che dobbiamo imparare a dividere consentendoci di passare attraverso di esse senza perderci in esse. Non vi è però null’altro che possiamo offrire per la nostra battaglia con le emozioni negative, qualche cosa di più solido che possiamo impiegare adesso?

Vi è una tecnica supplementare – concordò G. – Possiamo vedere che coloro che stanno interno a noi non sono responsabili delle loro manifestazioni delle loro manifestazioni, che non hanno autorità su loro stessi e sono schiavi dell’organismo, con i centri istintivo-motore che agiscono da padrone.
Possiamo imparare ad avere pietà degli altri senza arroganza in noi. Possiamo vedere l’uomo ordinario come una vittima di ogni singola influenza della vita. Guardando a lui con genuina pietà possiamo fare per noi qualcosa che darà profitto in futuro. Guardare a lui con pietà ma mai con superiorità. Lui non è meno di voi. È vero, almeno in un senso, che lui è più furbo di voi. Non si inimica la natura in una battaglia per un obiettivo quasi disperato.
Se comprendiamo attraverso l’esperienza che tutte le emozioni ordinarie sono il riverbero organico riflesso dal centro istintivo-motore, possiamo imparare ad assumere autorità suoi nostri stati interiori, comprendendo che ciò che l’uomo ordinario chiama “emozione” è soltanto un brontolio del suo stomaco.
L’uomo ordinario è schiavo dei riverberi organici, il suo destino è determinato dal suo organismo. Si può dire che sia sotto l’incantesimo della vita organica sulla terra.
Può bere “un goccio” o assumere una droga per sfuggire temporaneamente dalla sua prigione di identificazione ma nulla di ciò che egli sappia fare in modo ordinario lo libererà per lungo tempo.
Vi sono tre linee di lavoro sulle emozioni negative; parleremo successivamente di queste. A volte concentriamo tutti i nostri esercizi in una grande rete per prendere il pesce grosso. Non siamo interessati al pesciolino che si usa da esca. Per adesso mi riposo. E voi … Perché siete seduti?

Questo era il segnale che la riunione era finita.

Tratto da: RE NUDO Numero 49 – anno VI, aprile 2001 
Traduzione di Marco Maria Bonello: ibjbon@tin.it


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