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mercoledì 7 gennaio 2015

La Via della Completezza - Robert De Ropp

Il reticolo del karma
IO SONO QUI ORA.
IO SONO. La piena consapevolezza del mio essere mi è data solo ogni tanto. Perché? Perché la maggior parte del tempo, io sono perso nella fantasia. Senza alcun dubbio io non sono qui ora. Sto vagando nel passato o sognando nel futuro, oppure sto pensando a qualcosa, sto speculando sopra qualcosa, sto parlando a qualcuno che non è neppure qui, sto immaginando, sto indulgendo. Che modo di vivere!

Ma il pieno senso di IO SONO mi viene dal ricordo. Insieme al ricordo viene una consapevolezza del luogo, il QUI, e del tempo, ORA. Ed interviene anche un senso di separazione, il sentimento di essere fuori dallo spazio-tempo, come un osservatore sulla riva del fiume del tempo, che guarda la corrente. Questo è zikr, il ricordo.

Auto-ricordo? Ma io ho molti sé, sono una vera nave di folli.
Quale sé ricordo?

Nessuno di essi. Questo sé è al di fuori dello spazio-tempo, è l’uccello bianco, il messaggero del pleroma, al di là dei cambiamenti, al di là della morte. 

Per l’IO SONO è anche possibile andare oltre la creatura, fondersi nel pleroma, l’Eterno Immutevole. Questo è l’ultimo stadio della Via, la liberazione finale. Non è possibile andare oltre.

Cosa è andato storto?
L’ominide primitivo, l’Homo erectus, da cui pare siamo discesi, aveva un volume cerebrale di appena 600 cc. Pare che l’homo erectus sia passato attraverso una serie di mutazioni all’incirca cinquecentontomila anni or sono. Tali mutazioni, tra cui probabilmente la riduzione della peluria corporea, consistettero principalmente in un notevole sviluppo del cranio e in una corrispondete espansione del cervello. Il risultato fu una nuova razza di ominidi, l’Homo sapiens, con un volume medio del cervello di 1.400 cc.

Fu proprio questa improvvisa crescita della neocorteccia a creare difficoltà nell’Homo sapiens. “Nel creare il cervello umano, la natura andò parecchio oltre le proprie intenzioni”, afferma Arthur Koestler nel suo libro Il fantasma nella macchina.

l’Uomo è vittima di un errore evolutivo, un errore nella costituzione del cervello. La Natura o Forza Mentale aveva troppa fretta: creò una magnifica neocorteccia senza mettere a punto una corrispondente catena di comandi per cui fosse assicurato il dominio di quel nuovo cervello, sede della ragione, sui vecchi cervelli, sede degli istinti e delle emozioni. Ne conseguì un primate nudo, altamente suggestionabile ed instabile, che viveva per lo più nel mondo della fantasia, pieno di illusioni paranoiche e crenicamente propenso al panico.

Schiavi e padroni
Cos’è il Lavoro?

Il Lavoro implica la trasformazione di uno schiavo confuso, dominato dall’illusione, in un padrone illuminato e integro, completo.

Lo schiavo non ha il controllo sulla propria vita, è spinto da forze esterne, è alla mercé di impressioni casuali, è schiavo delle abitudini, la maggioranza delle quali cattive. Inoltre è facile preda della credulità, della suggestionabilità, di speranze e paure.

Soprattutto lo schiavo è una creatura della fantasia. Abita in un mondo di sogni. È tagliato fuori dalla conoscenza del mondo reale da un meccanismo del suo cervello che genera illusione. Lo schiavo mente a se stesso riguardo a se stesso e ad ogni altra cosa. Non sa di mentire. È uno schiavo che sogna di essere libero. È un bugiardo che sogna di conoscere la verità.

Il padrone si è liberato dal meccanismo del cervello che produce l’illusione. È un abitante del mondo reale. Per entrare in questo mondo ha dovuto sacrificare i suoi sogni. Ha osato confrontarsi con la verità riguardo a se stesso ed ai suoi simili. È stato abbastanza forte ed astuto da fuggire dalla prigione dove gli schiavi passano la vita. È pianamente sveglio. Ha visto la verità e la verità lo ha reso libero. Ma ha pagato un prezzo estremamente alto per ottenere questa libertà.

Questa verità non è confortante, nemmeno un po’. Ci sono diversi miliardi di esseri umani legati come asini bendati alla ruota del mulino, spinti da dietro con il bastone della paura, allettati davanti con la carota della cupidigia. Il guardiano del Mulino, un grande e terribile spirito, si assicura che gli asini non cerchino di fuggire e lo fa mediante il semplice procedimento di ipnotizzarli, convincendoli che sono già liberi.

La stretta di questa ipnosi può essere allentata?

Non per la maggioranza degli asini. Ogni ben intenzionato liberatore che tenterà di svegliarli dal loro stato di sonno sarà certamente attaccato, picchiato e morso, per aver osato suggerir loro che sono schiavi. Un tale suggerimento toglie loro la loro più cara illusione, l’illusione di essere liberi e padroni del loro destino.

Come può succedere allora che qualcuno di questi schiavi riesca a sfuggire dal Mulino e si trasformi in un padrone?

La risposta è che molto pochi fuggono veramente. Il guardiano del Mulino, il terribile spirito che qualcuno chiama maya, altri il Diavolo o il Padre della menzogna, ha molti bei trucchi a sua disposizione. 

Lo Spirito della Menzogna sa che il suo atavico avversario, lo Spirito della Verità, a volte può influenzare gli asini ipnotizzati. Nella psiche umana c’è il desiderio di verità ma esso è debole se confrontato con il suo opponente, il desiderio di autoinganno.

Ma lo Spirito Menzognero sa come contrattaccare e neutralizzare il desiderio di verità prima che esso renda capaci gli schiavi di liberarsi dalle loro illusioni. Lo fa preparando una contraffazione, un’imitazione del Lavoro reale, un Lavoro illusorio. Ed è un questo Lavoro illusorio che così tanti schiavi restano intrappolati nel tentativo di fuggire. La lavoro illusorio li mette in condizione di credere che stanno lavorando su di sé, quando invece barattano solo un insieme di sogni con un altro.

Nel diagramma che ho chiamato gli “Stadi della Via”, si vede il Mulino circondato dalla Foresta. Gli schiavi che fuggono dal mulino entrano della Foresta e devono districarsi da esso, ancor prima che un vero lavoro interiore possa iniziare. È facile perdersi nella foresta ed a molti accade proprio questo. È piena di sentieri che non portano da nessuna parte e di guide che non conoscono esse stesse la via. Vi si trova anche la profonda ed oscura gola che Herman Hesse chiamò Morbo Infernale[1], dove tutta l’ispirazione è perduta, l’entusiasmo svanisce, le mete superiori sono dimenticate.

Al di là della Foresta si stagliano due alte cime, a volte visibili tra gli alberi: la Montagna del Potere e la Montagna della Liberazione. Fugaci visioni di queste cime incoraggiano il viaggiatore a continuare nella ricerca della strada che porta ai piedi delle due montagne. Ma le visioni sono solo occasionali e troppo facilmente vengono dimenticate. Dimenticando dove stava cercando di dirigersi, il viaggiatore si perde di nuovo.

Proprio perché si tratta di un luogo così pericoloso, la fuga nella Foresta rende le cose peggiori di quanto fossero in precedenza. Almeno nel Mulino gli schiavi erano a loro agio perché non conoscevano la verità su se stessi, grazie al loro stato di sonno ipnotico. Invece nella Foresta si sentono a disagio; hanno visto barlumi di verità e questo ha rovinato il loro sonno.

Così non sono più felicemente schiavizzati né veramente liberi. La loro difficile situazione fu riassunta di Gurdjieff nel seguente aforisma: Felice chi siede sulla propria sedia; mille volte più felice chi siede sulla degli angeli; ma miseria per chi non ha sedia[2].

Gli schiavi sfuggiti al Mulino e perduti nella Foresta prendono le distanze dal loro disagio mediante il Lavoro illusorio. Sognano di star “Lavorando” quando in realtà non stanno facendo nulla. Non hanno sacrificato i loro sogni né vinto le loro abitudini meccaniche. Sono schiavi tanto quanto lo erano prima di lasciare il Mulino, ma la grande illusione di star “Lavorando “impedisce loro di accorgersene. Sono entrati in uno stato chiamato Secondo Sonno, da cui è molto difficile svegliarsi. Chi è nel Secondo Sonno sogna di essere sveglio.

Lo pseudo Lavoro consiste in una serie di trappole. Cadere in una di esse sarà sufficiente per portare il vero Lavoro ad un arresto.

Preferisco conoscere la verità, per quanto terribile, che rifugiarmi in qualche confortante sistema illusorio.
Il Lavoro illusorio assume la forma di otto trappole. Chiunque cerca di entrare nel lavoro cade prima o poi in una di esse. Caderci è inevitabile. Qualunque realistico seguace della Via lo sa e si prepara in anticipo ad affrontarle. Questo implica di conoscerle, di sapere di essere caduti in una di esse e di sapere come uscirne.

Ecco qui le caratteristiche delle otto trappole principali.

Trappola N° 1. La sindrome parla-pensa: ecco una trappola sottile in cui molti cadono. Parlano del Lavoro. Pensano al Lavoro. Ma parlare del Lavoro e pensarci non produrrà più risultati di quanto parlare di sesso o il pensarci possa generare un bambino. 

Trappola N° 2. La sindrome del devoto: questa trappola si chiama anche la Sindrome degli occhi incantati. Implica devozione fanatica e fede cieca in un insegnante o in un insegnamento. Questa devozione acceca completamente il devoto, distrugge qualunque capacità di ragionamento oggettivo che la vittima possa aver posseduto in precedenza.

Trappola N° 3. La sindrome del falso messia: questa trappola è l’opposto della Sindrome del Devoto. Chi cade in questa trappola si convince di essere un Maestro, capace di trasmettere agli altri certe fondamentali verità sulla vita spirituale. La categoria del Falso messia non comprende coloro che possono essere detti truffatori spirituali volontari. Le vere vittime della trappola n°3 sono invece piuttosto sincere. Credono davvero alle loro affermazioni. Un altro aspetto è che non lasciano mai al seguace la possibilità di andarsene.

Trappola N° 4. La sindrome dell’organizzazione: ecco una trappola davvero pericolosa, dove interi gruppi sono soggetti a cadere. La Sindrome dell’organizzazione si sviluppa quando un autentico Maestro muore e i suoi allievi considerano loro dovere, come loro dicono, continuare il lavoro del maestro. Dunque formano un’organizzazione. Si trasformano in una gerarchia. Il fatto è che comunque i più anziani spesso spiritualmente si trovano in un vicolo cieco. Avendo perso di vista i veri scopo del Lavoro, si tengono occupati con la politica organizzativa. Non sono Maestri, ma piccoli politici. 

Trappola N° 5. La sindrome della salvezza personale: ecco una trappola sottile e pericolosa. La sindrome della Salvezza Personale si basa su un grande errore. Coloro che ne soffrono immaginano che il sé personale, il cosiddetto ego, possa essere salvato o dannato. La vera salvezza, in realtà, implica la liberazione dal sé personale e dai ristretti confini dell’ego. L’”Io” non può essere salvato, è proprio l’ostacolo, il creatore della grande illusioni della separazione. 

Trappola N° 6. La sindrome del supersforzo: consiste nella convinzione che il Lavoro esige sforzi paurosamente intensi. L’idea alla sua base è vicina la vero. Il Lavoro implica grande sforzo ma di un tipo molto speciale. Lo sforzo richiesto implica il mantenimento dell’equilibrio e della consapevolezza. Somiglia più allo sforzo di colui che cammina sul filo o del giocoliere. Il vero Lavoro è fatto di una lotta contro lo stato di identificazione. Identificazione significa essere totalmente immersi in quanto si sta facendo e perdere ogni oggettiva consapevole della propria esistenza. Il Lavoro non è una cosa eroica. Implica infinita pazienza ed una volontà di iniziare sempre di nuovo. Soprattutto implica la libertà dall’identificazione, poiché quest’ultima, distrugge sempre il vero Lavoro e lo sostituisce con il Lavoro illusorio,

Trappola N° 7. La sindrome della riunione domenicale: chi cade in questa trappola perde di vista il suo vero scopo. Al lavoro su se stessi, essi sostituiscono la partecipazione alle riunioni dell’organizzazione. Una volta lasciata la riunione, si dimenticano del Lavoro. Il Lavoro per questo tipo di gente è diventato una manifestazione della personalità. È del tutto artificiale.

Trappola N° 8. La sindrome della caccia al guro: chi ci cade passa la vita ad andare da un insegnante all’altro, esigendo da ciascuno che gli vengano rivelati i segreti del Lavoro. Non possono e non riescono a capire che non ci sono segreti che possano esser rivelati. Si possono scoprire solo attraverso la pratica e questa deve raggiungere un certo livello di intensità e continuità prima che il segreto possa esser scoperto. Coloro che cadono nella trappola della Caccia-al-Guro non hanno intenzione di praticare né intensamente né in modo continuo. Vogliono che tutto venga loro presentato su un piatto d’argento. Se il Lavoro non viene presentato in questo modo, essi giungono a concludere che il guru era un impostore e se ne vanno alla ricerca di qualche altro guro. La loro ricerca non ha mai fine o, meglio, finisce solo con la loro morte, per la semplice ragione che essi non vogliono che finisca. 



[1] Hesse H., Viaggio in India, The Newton Compton
[2] Citazione da Vedute sul Mondo Reale, L’Ottava. 



Fonte: La via della completezza - Robert De Ropp


sabato 20 dicembre 2014

TIME LINE

Cancelliamo, distorciamo e generalizziamo l’informazione che ci giunge attraverso i sensi, utilizzando determinati filtri interni di elaborazione. Questi filtri sono i metaprogrammi, i valori, le credenze, gli atteggiamenti, le decisioni e i ricordi.

Vediamo i nostri filtri:
1 Metaprogrammi: filtri interni, agiscono a livello inconscio e sono privi di contenuto, ma filtrano la nostra esperienza. Sono filtri di cancellazione e distorsione che aggiungono o sottraggono elementi alle nostre generalizzazioni. Sono modi in cui manteniamo la nostra identità, preservando o distruggendo le generalizzazioni che via via facciamo.
Conoscere i metaprogrammi aiuta a prevedere precisamente gli stati emotivi interni, e si possono usare per anticipare il comportamento e le azioni altrui. I metaprogrammi non inseriscono schemi rigidi ne stabiliscono cosa è giusto e cosa è sbagliato, sono solo modi in cui le persone elaborano l’informazione.
Sono dei programmi interni di filtri che usiamo inconsciamente per decidere a cosa prestare attenzione, sono il modo in cui elaboriamo, conserviamo o distruggiamo le generalizzazioni nel corso del tempo; sono il modo in cui costruiamo le generalizzazioni, diamo loro una coerenza e la manteniamo nel tempo. Determinano la qualità della nostra esperienza.

2 Valori: operano a livello inconscio, e sono il primo livello in cui i filtri hanno un proprio contenuto: sono un filtro di valutazione. In base ai valori decidiamo se le nostre azioni sono buone o cattive, giuste o sbagliate. Ognuno di noi ha modelli diversificati del mondo (una propria rappresentazione interna di come è il mondo), e i nostri valori sono in correlazione con tali modelli.
Sono quelle cose (o nozioni) per le quali siamo disposti a utilizzare risorse, o per avere le quali cerchiamo di ottenere risorse. I valori governano tutti i comportamenti umani.
I nostri valori sono spesso il risultato di un modellamento inconscio da parte delle persone che ci circondano. Adottiamo sistemi di credenze e valori per adattarci.

3 Credenze: convinzioni o accettazioni che certe cose sono vere e reali. Sono anche generalizzazioni sullo stato del mondo. Bandler sostiene che “le credenze sono quelle cose a cui non possiamo sottrarci”. Sono interruttori che attivano e disattivano la nostra capacità di agire nel mondo, perché se non credete nelle vostre possibilità di fare qualcosa, non scoprirete mai se potete farlo. Le credenze sono agganciate, o collegate, ai valori. Esse sono a un livello più conscio rispetto ai valori, sono affermazioni che si basano sulle nostre rappresentazioni interne: su come crediamo che sia il mondo.
Le credenze-nucleo e i valori-nucleo hanno a che fare con la nostra identità, e si creano spesso inconsciamente in un modo molto semplice prima degli otto anni, osservando i nostri genitori interagire. Queste credenze e valori sono i più pervasivi.

Le incongruenze sono in genere il risultato di conflitti di valori all’interno di una persona. Una persona che ha al suo interno dei conflitti di valori, mostrerà o un’incongruenza simultanea (es. annuire e di “no”), o un’incongruenza sequenziale (es. “voglio fare questo, ma …”). Se i valori non sono in linea con i cambiamenti che avete fatto in terapia, i cambiamenti regrediranno molto facilmente. La ristrutturazione con la compressione visiva e altri procedimenti sono perfetti per trattare conflitti di valori e credenze.

4 Atteggiamenti: costituiti dai valori e dalle credenze. Spesso è più difficile produrre cambiamenti a livello degli atteggiamenti piuttosto che a quello dei valori. Gli atteggiamenti si basano sui sistemi di credenze. Poggiano su grappoli di sistemi di credenze e valori relativi a un determinato argomento. Un atteggiamento è la somma totale delle nostre credenze e dei nostri valori riguardo a un determinato argomento.
Per modellare un comportamento oltre alle strategie dei procedimenti interni, agli stati interni o alle emozioni e alla psicologia, bisognerebbe considerare due tipi di valori:
  • i valori fonte di potere (es. portare a termine un impegno) e determinazione (es. libero arbitrio)
  • i valori e le credenze di come agisco in relazione agli altri (es. lealtà).

Se operiamo cambiamento solo a livello di strategie, di stato o fisiologia, quei cambiamenti avranno vita breve. Invece con la Time Line, la compressione visiva e i cambiamenti di valori, si produce un cambiamento più duraturo.

5 Ricordi: influenzano le percezioni di un individuo e la sua personalità, determinano ciò che siamo.

6 Decisioni: sono in relazione con i ricordi. Riguardano ciò che siamo, specialmente quelle a carattere limitativo, possono influenzare tutta la nostra vita. Possono generare credenze, valori, atteggiamenti e perfino stili di vita possono semplicemente influenzare le nostre percezioni nel corso del tempo.
Il problema di molte decisioni è che sono state prese o inconsciamente o a un’età precoce, e sono state poi dimenticate. Inoltre, possiamo decidere qualcosa in un determinato momento e poi non riconsiderare le nostre decisioni a mano a mano che cresciamo e che i nostri valori cambiano.
Decisioni e ricordi individuali possono trovarsi a livello più o meno conscio rispetto a certi valori, credenze e atteggiamenti.

L’informazione che viene trattenuta ogni volta che realizziamo un rappresentazione interna (immagini interne, suoni, dialogo, sentimenti) di qualche episodio, dunque, risulta dall’azione di questi sei filtri. È la nostra rappresentazione interna che ci porta a essere in un certo stato e genera una determinata fisiologia.
Questi filtri determinano le nostre azioni.
Ma la RI (rappresentazione interna) ossia la mappa non è il territorio.

Come disponiamo tutti questi pezzi nella mente?
  • Metaprogrammi (sono i più inconsci)
  • Valori-nucleo
  • Valori
  • Credenze
  • Atteggiamenti

I ricordi e le decisioni possono trovarsi in qualunque punto di questa scala che va dall’inconscio al conscio.
Osservando i propri valori li potremmo dissociare e divenirne più coscienti, divenendo più coscienti anche dei metaprogrammi.

Come cambiare i valori:
  •  Valutare la famiglia poiché il bambino imita i genitori. Come è stato il periodo dell’imprinting e del modellamento. Come erano i suoi genitori?
  • Valutare gli amici durante il periodo della socializzazione.
  •  Valutare la religione.
  • Valutare la scuola.
  • Valutare la geografia del luogo ove siete cresciuti (es. sud, nord, est …)
  • Valutare la prosperità economica
  • Valutare se ci sono stati eventi importanti (es. guerre …)
  •  Valutare i media, la musica … 

Fonte: TIME LINE. La ristrutturazione dell’esperienza temporale con la programmazione neurolinguistica - Tad James, Wyatt Woodsmall - Astrolabio editore

mercoledì 19 novembre 2014

Ayahuasca per curare la depressione ... Scopriamo la ricerca che viene fatta a Natale sulla bevanda


Quali sarebbero gli effetti di una sostanza considerata divina e che viene utilizzata da centinaia di anni dagli indiani in Amazzonia?

Un’indagine condotta da gennaio di quest'anno presso il Brain Institute UFRN può offrire alcune risposte.

L’indagine è stata dal professor Dráulio de Araújo, il quale, ha indagato quali sono gli effetti della ayahuasca nel cervello, oltre ai suoi potenziali benefici terapeutici.

Per chi non lo sapesse, l’Ayahuasca è una bevanda prodotta dalle piante che si trovano in Amazzonia. Di solito è utilizzata nei rituali sciamanici e ha come principale componente chimico dimetiltriptamina (DMT), che provoca allucinazioni.
C'è la convinzione mistica che la DMT sarebbe una sorta di molecola dello spirito. Esiste un interessante documentario, disponibile su Netflix, su questa potenza mistica della sostanza, che raccoglie le testimonianze di ricercatori, sciamani e utenti di tutto il mondo.
Secondo il professore, i test sono in corso all'UFRN e nell'Ospedale Universitario Onofre Lopes. Ci sono 80 volontari che fanno uso controllato di Ayahuasca, mentre i suoi effetti sono misurati da ricreatori.

È ancora troppo presto e non ci sono dati preliminari sul risultato della ricerca.
Ma si presuppone vi sia un grande potenziale per il trattamento della depressione e le malattie come il morbo di Parkinson, con più efficienza e senza effetti collaterali.
Il professor Araújo Dráulio è post dottorando di neuroimaging funzionale presso l'Università di San Paolo e professore di ruolo del Brain Institute UFRN. Per il progetto, è stato coordinato un team di 22 persone.

Araújo ha dichiarato che non ci sono dati sugli effetti negativi dell'uso di Ayahuasca nella maggior parte delle persone. Tuttavia, vi sono gruppi a rischio.
"La sostanza è estremamente sicura. Molto prima che la scienza iniziò ad interessarsi alla sostanza, e per certificarne la sicurezza, diversi gruppi avevano fatto uso regolare di Ayahuasca. Se avesse provocato dei gravi effetti negativi, lo avremmo sicuramente già notato, dal momento in cui la sostanza è stata utilizzata da un buon numero dei partecipanti in diversi riti.
Come qualsiasi sostanza che agisce sul sistema nervoso centrale, naturalmente ci sono gruppi a rischio. Nel caso dell’Ayahuasca, gli individui che tendono a episodi psicotici, per esempio, sembrano fare parte di questi gruppi. Inoltre, si segnala che molti degli effetti "difficili" sono reazioni somatiche, soprattutto nausea e infine dissenteria. È importante notare che l’Ayahuasca non ha effetti additivi (dipendenza), come nel caso di alcol e tabacco, per esempio".

Lo studio durerà due anni. Se gli effetti benefici saranno provati, è possibile che la bevanda diventi un potente rimedio e potrà essere acquistata, in futuro, in farmacia.

Neuroscienze
Natale è diventato un punto di riferimento in una produzione scientifica nel campo delle neuroscienze. La storia è iniziata con il ricercatore Miguel Nicolelis, quando ha proposto il suo Istituto Internazionale di Neuroscienze per Natale di qualche anno fa.

Oggi la città ospita due centri di ricerca all'avanguardia nel settore: oltre al Nicolelis, l'Istituto del Cervello, legati alla UFRN, dove uno dei  ricercatori è il neuroscienziato Siddhartha Ribeiro.

Ribeiro è conosciuto per il lavoro che fa con sogni lucidi e il loro potenziale di apprendimento. E 'parte di un gruppo di scienziati che sono a favore della legalizzazione della marijuana.

È stato premiato per i viaggi Transformadores.

Le lezioni e i testi di Siddhartha sono molto stimolanti e li consiglio a tutti.


Fonte: http://www.apartamento702.com.br/ayahuasca-para-tratar-depressao-conheca-pesquisa-esta-sendo-feita-em-natal-sobre-planta/

lunedì 20 ottobre 2014

Emodieta - Dr. Mozzi

Le diete secondo i gruppi sanguigni

A inizio ‘900 Karl Landsteiner condusse alcune ricerche e raggiunse il Nobel per la scoperta dei gruppi sanguigni, studi proseguiti da Alfredo De Castello e Adriano Sturli, Emil von Dungern e Ludwig Hirszfeld.

Nel 1957 il dr. Edomndo Damoni scrive una tesi sulla correlazione tra alcune patologie e i gruppi sanguigni.

Nel 1960 James D’Adamo, naturopata americano iniziò a sperimentare sui suoi pazienti diete differenziate in base al gruppo sanguigno. Suo figlio, Peter D’Adamo (naturopata) ha proseguito le sue ricerche trovando conferme che illustrò sui suoi libri.
La sua ipotesi è che i gruppi sanguigni si sono differenziati grazie alla diversa alimentazione adottata dalle varie popolazioni durante l’evoluzione del genere umano.
Ciò è supportato dal fatto che i gruppi sanguigni siano comparsi in epoche storiche e in regioni geografiche diverse, anche se mancano sperimentazioni scientifiche che convalidano l’ipotesi.

Il gruppo sanguigno, quindi, non serve solo a identificare il tipo di sangue necessario per le trasfusioni e i trapianti di organi, pratiche che la Natura non ha mai previsto.
Esso rappresenta l’espressione più comprensibile e immediata delle nostre caratteristiche immunitarie.

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I brevi ritratti degli appartenenti ai quattro gruppi sanguigni, benché siano basati sull'esperienza di anni di lavoro e di contatto diretto con i pazienti, sono indicativi e costituiscono una cornice all'interno della quale sono possibili infinite variazioni. 

Le persone del GRUPPO 0 hanno un sistema immunitario molto reattivo. Manifesta risposte immunitarie in tempi brevi, e può sviluppare anche patologie in tempi brevi così come può recuperare velocemente.
Hanno un sistema digerente abbastanza robusto, produce acido gastrico in abbondanza riuscendo così a digerire la carne con facilità, ma faticando nella digestione di cereali e latticini.
Non hanno bisogno di seguire ritmi biologici cadenzati nell’assunzione di cibi.
Sono molto sensibili ai nuovi influssi e ai cambiamenti, in genere possiedono una buona dose di resistenza, ottimismo e intuizione.

Le persine del GRUPPO A hanno un sistema immunitario non molto robusto e poco combattivo verso le infezioni.
Hanno un sistema digerente sensibile e delicato e una certa difficoltà nella digestione delle proteine e dei grassi animali (specie quelli mammiferi).
Digerisce meglio le proteine di: pesce, legumi, semi oleosi e carboidrati.
Hanno maggior bisogno di seguire ritmi biologici cadenzati nell’assunzione di cibi.
Hanno buone capacità di adattamento, una personalità tranquilla e uno spiccato spirito di collaborazione che si trasforma in abilità relazioni e buone capacità di lavorare in gruppo.

Le persone del GRUPPO B hanno un sistema immunitario piuttosto robusto, forte e resistente alle patologie.
Hanno un sistema digerente robusto e adattabile ai cambianti dietetici.
Sono portate a consumare molti alimenti ad ogni pasto.
Sono poche le sostanze che li danneggiano veramente (glutine, mais, pomodoro, maiale).
Sono persone abbastanza abitudinarie, stabili nel mutamento.
Possiedono buone capacità relazionali e buon equilibrio fisico, psichico ed emotivo.

Le persone del GRUPPO AB hanno un sistema immunitario per alcuni versi simile a quello del gruppo A, molto tollerante e spesso aperto verso virus, batteri e patologie, ha tempi di risposta piuttosto lenti. Necessita di essere rafforzato. Impiegano molto tempo a manifestare le patologie, e hanno lunghi tempi di recupero.
Hanno un sistema digerente sensibile, in genere tollerano un’alimentazione onnivora equilibrata.
Sono persone intuitive e aperte verso gli altri e il mondo esterno, hanno la necessità di sentirsi liberi e, nello stesso tempo, hanno bisogno di un certo radicamento esistenziale; si riallacciano, in questo modo, alle diverse modalità di vivere dei gruppi A e B e le rendono complementari.
Questo gruppo è l’esito dell’unione tra i gruppi A e B, è il più recente e raro nel mondo. 


                          Cercate di essere curiosi e non stancatevi mai di sperimentare


Fonte: La dieta del dottor Mozzi 



mercoledì 15 ottobre 2014

Rilassamento Acquariano

Questo rilassamento mi fu insegnato dal Master Reiki, Vinicio Provezza, mi disse che si trattava del Rilassamento Acquariano di Baba Bedi (http://www.tecnicavibrazionale.it/).

Ha la peculiarità di essere facile da memorizzare così da poterlo utilizzare sin da subito in modo autonomo, e negli anni si è rivelato molto efficace. 

Questo strumento aiuta a rilassare il corpo e ci induce a porre l'attenzione senza che venga dispersa come solitamente accade. 

Sediamo come più preferiamo, l'importante è mantenere la schiena dritta.
Chiudere gli occhi aiuta a interrompere il vagabondare della mente, ma tenere gli occhi socchiusi aiuta a sentirsi all’interno così poi si può riuscire a rilassarsi quotidianamente senza che nessuno se ne accorga. Quindi ognuno faccia ciò che sente meglio. 

La lingua dovrebbe appoggiarsi al palato, ma inizialmente basta che sia rilassata. 

Facciamo alcuni respiri profondi, inspirando dal naso ed espirando dalla bocca lentamente (sentiamo l’aria che entra nel naso, nei polmoni, scende nello stomaco e poi piano piano esce), se si fa fatica si potrà espirare dal naso. 
      Poi lasciamo che il corpo respiri naturalmente. 
     È utile pensare che inspirando facciamo entrare energia vitale ed espirando facciamo uscire energia satura.

Cominciamo dalla testa (rilassiamo ogni parte con tre respiri profondi, se non si dispone di abbastanza tempo basta anche un solo respiro profondo):

  • parte dx di testa e faccia
  • parte sx di testa e faccia
  • parte dx: collo-gola
  • parte sx: collo-gola
  • parte dx: spalla – scapola – braccio – gomito
  • parte sx: spalla – scapola – braccio – gomito
  • parte dx: avambraccio – polso – mano – dita
  • parte sx: avambraccio – polso – mano – dita
  • parte dx: del tronco fino alla cintura compresi: polmone – fegato/pancreas – intestino
  • parte sx: del tronco fino alla cintura compresi: polmone – stomaco/milza – intestino
  • spina dorsale partendo dalla nuca fino al coccige compresi gli organi della procreazione e dell’evacuazione
senti i RENI  (opzionale, mia elaborazione)
senti il CUORE  (opzionale, mia elaborazione)
  • parte sx: inguine – anca – natica
  • parte dx: inguine – anca – natica
  • parte sx: coscia fino al ginocchio
  • parte dx: coscia fino al ginocchio
  • parte sx: tibia – caviglia – piede – dita
  • parte dx:  tibia – caviglia – piede – dita
Abbiamo terminato, io consiglio a questo punto di fare qualche respiro profondo, e cercare di sentire il corpo nella sua totalità, sentire dove ci sono contratture, ansia, tensioni e semplicemente prenderne atto. 

Buon lavoro!

Mariangela Mattoni